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[h=1]Scissione Pd, Prodi sconsolato: "Non mi rassegno al suicidio"[/h] [h=2][/h]
L'ex premier si dice "angosciato": "Non posso rassegnarmi, ho fatto decine di telefonate." Giro di colloqui convulsi con Bersani, Renzi e Gentiloni

Ivan Francese - Mar, 21/02/2017 - 09:53
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Romano Prodi mastica amaro. Vede la sua creatura, il Pd, che si sfascia lentamente.
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Ma inesorabilmente.

E che nonostante i suoi sforzi silenziosi sembra avviarsi verso la scissione. Contattato per telefono da Repubblica, il Professore parla di "suicidio" e confessa di non riuscire ad accettare l'idea della scissione come cosa fatta.

"Semmai mi intristisco - confessa - C'è una crisi di sistema continentale ma va affrontata, combattuta, sconfitta. Io non mi rassegno." L'ex premier non si lascia dipingere come indifferente e nonostante rifiuti di rivelare i contenuti dei colloqui con Renzi, Gentiloni e Bersani ("Sono privati e tali restano") assicura di aver fatto "decine di telefonate".

Inevitabile che sia Prodi ad assumere su di sè il ruolo di pontiere: è il padre nobile del Pd, l'uomo che ne ha ispirato il progetto e l'unico a portare il centrosinistra alla vittoria sotto le bandiere dell'Ulivo, nel 1996 prima e nel 2006 poi. Il Professore però, nonostante possa inalberare lo stendardo del federatore vittorioso, negli anni si è attirato anche le ire della sinistra più litigiosa, sempre pronta a bisticciare e a dividersi pur di inseguire l'utopia del "più puro fra i puri".

Certo, le posizioni fra renziani e scissionisti sono distanti, forse sideralmente. Certo, Prodi sa di essere inviso a una parte del suo stesso partito. Ma se c'è qualcuno che può fare da mediatore è lui. Ed è per questo che tesse la propria tela, in silenzio ma con determinazione.


"ll suicidio - spiega - rientra nella patologia umana, ma io non posso rassegnarmi."

MA SE QUALCUNO TI ISTIGA COSA è ?

E CON QUESTI COME LA METTIAMO ?DA QUANDO IL SIGNORE DISSE:


CON L’EURO LAVOREREMO UN GIORNO IN MENO GUADAGNANDO COME SE LAVORASSIMO UN GIORNO IN PIÙ.


MA POI:

[h=1]4.000 suicidi l'anno in Italia, con la crisi +12% fra lavoratori[/h]
[h=2]VITTIME INNOCENTI DELLA CRISI: 4.000 SUICIDI OGNI ANNO IN ITALIA[/h]
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maggio 24
13:142016


[h=1]La crisi che uccide: 45mila suicidi all'anno per la perdita di lavoro[/h]
Secondo uno studio della rivista Lancet e del sociologo svizzero Nordt un quinto di coloro che si tolgono la vita lo fa per problemi economici e di disoccupazione. In Italia 900 casi: "Non è una media elevata"
di FRANCO ZANTONELLI



L'OSSERVATORIO [h=1]Suicidi per la crisi: sono aumentati del 59% in un anno[/h]
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Nei primi 9 mesi di quest’anno in Italia sono cresciuti del 59,2% i suicidi per cause economiche. Lo dimostra lo studio di Link Lab, il Laboratorio di Ricerca Socio-Economica della Link Campus University che nel 2012 ha istituito l’Osservatorio suicidi per crisi economica. L’aggiornamento dei risultati monitorati dall’Università romana decreta una vera e propria escalation degli episodi tragici, con 164 vittime da gennaio a fine settembre 2014 (lo scorso anno nello stesso periodo erano 103), che portano a 402 il numero di persone che hanno deciso di togliersi la vita per motivi economici dal 2012 a oggi.

Si abbassa l'età media - Gli 82 suicidi tra le persone disoccupate, esattamente il doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, hanno modificato per la prima volta la triste graduatoria legata alla condizione lavorativa delle vittime, sino a oggi condotta dagli imprenditori (67 casi nei primi 9 mesi del 2014). Inoltre, se il dramma si conferma investire quasi esclusivamente i maschi (154 uomini, 10 donne), cambia invece l’età di chi ha deciso di togliersi la vita, abbassandosi di oltre 10 anni. Da quanto risulta dall’indagine di Link Lab, il 36,6% dei suicidi di quest’anno riguarda la fascia tra i 45 e i 54 anni, mentre i 55-64enni - che solo lo scorso anno rappresentavano la casistica più frequente - registrano un’incidenza minore anche rispetto ai 35-44enni (22,6%). Da notare infine come tra i disoccupati l’incidenza tra i giovani sia quasi doppia rispetto al dato generale (le vittime disoccupate entro i 34 anni sono il 13,4%, contro il 7,3% dell’intero campione). Dall’inizio del monitoraggio (nel 2012) sono 184 gli imprenditori che si sono tolti la vita per problemi economici, 168 i disoccupati, 35 i dipendenti, 8 i pensionati. Anche quest’anno aprile, mese di bilanci per le aziende, presenta il numero più elevato di suicidi (26), seguito da luglio (24), periodo in cui si pagano le tasse.

Il Veneto la Regione più colpita - Nell’annus horribilis per le vittime della crisi è ancora il Veneto la regione che conta il maggior numero di casi (26), seguita dalla Lombardia, che è passata da 6 a 21 suicidi e dalla Campania con 19 (erano 10 nello stesso periodo del 2013). Poi Emilia Romagna e Toscana (12), Liguria (11), Marche (10), Sicilia (9), Abruzzo (8), Lazio, Puglia, Sardegna, Umbria (6). Uno dei pochi segnali positivi arriva dal Piemonte che registra un calo dei casi (da 10 a 4). Complessivamente negli ultimi 3 anni si sono verificati 70 episodi di suicidio in Veneto, il 17,4% del totale; a seguire la Campania con 44 casi, la Lombardia con 38, la Sicilia con 32. Considerando le aree geografiche del Paese, si stabilizza il livellamento del fenomeno registrato già nel 2013, non più caratteristica esclusiva del Nord Italia: al Nord-Est (24,4% del totale) si affianca il Sud, in tragica crescita (23,2%), il Nord-Ovest (22,6%), il Centro (20,7%). Se si analizzano i dati relativi ai 3 anni monitorati dal Laboratorio di ricerca socio-economica della Link Campus*, si nota come il numero più elevato di imprenditori e titolari d’azienda si riscontri nel Nord-Est con 62 casi, oltre il doppio dei casi rispetto a Centro (36), Nord-Ovest (35), Sud (31) e Isole (19). Nelle regioni meridionali invece prevale il numero di vittime tra i disoccupati: sono 41 infatti i casi registrati al Sud, contro i 39 del Centro, i 37 del Nord-Ovest, i 26 delle Isole e i 25 del Nord-Est.

Tentati suicidi - Tra gennaio e settembre 2014 è più che raddoppiato il numero dei tentati suicidi rispetto allo stesso periodo del 2013. Sono 89 (79 uomini e 10 donne) le persone che dall’inizio dell’anno hanno provato a togliersi la vita per motivazioni riconducibili alla crisi economica, a fronte dei complessivi 86 del 2013 (39 i casi nei primi nove mesi dello scorso anno) e dei 48 dell’intero 2012. Negli ultimi 3 anni si sono registrati 131 tentativi di suicidio tra i disoccupati a fronte dei 45 registrati tra gli imprenditori, i 19 tra i lavoratori dipendenti e i 5 tra i pensionati.
SEGUI ANCHE:

suicidi, crisi, link lab, imprenditori, disoccupati, veneto, pensionati

31 Ottobre 2014


I SUICIDI GLI INVISIBILI.
 

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[h=1]Isis, confessione choc di un miliziano: "'Ho stuprato 200 donne. È una normale necessità'"[/h] [h=2][/h]
La confessione di un miliziano dell'Isis ha svelato le atrocità che hanno subito e che tutt'ora affrontano le donne yazide. Per il terrorista stuprare una donna è "normalità"

Gabriele Bertocchi - Mar, 21/02/2017 - 14:25
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Amar Hussein, è un miliziano dell'Isis finito prigioniero dei combattenti curdi durante gli scontri di Kirkuk, nello scorso ottobre.
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Durante l'intervista alla Reuters ha confessato senza alcun pentimento o dolore: "Ho stuprato più di duecento donne".
[h=2]La confessione choc del miliziano[/h]
Il ragazzo nella sua confessione ha sostenuto che l'abuso sessuale sulle donne della minoranza yazida è "normale", rivelando inoltro come i comandanti locali incitavano i miliziani a violentare più donne possibili.

"E’ una necessità per i ragazzi. E’ normale" ha sottolineato Hussein. Lo stupro per l'Isis, soprattutto durante le avanzate delle milizie, diventava un vero e proprio rito. Gli stupri di casa in casa era sistematici. Hussei, reclutato dall'Isis nel 2013, ha spiegato come sia stato "addestrato" ad uccidere: "La prima volta è stato difficile, però giorno dopo giorno diventa sempre più semplice". Ordinaria amministrazione. Come lo erano le esecuzioni: "Sette, otto anche dieci alla volta – ha proseguito – li portavamo nel deserto e li ammazzavamo". Tutto "normale" secondo il terrorista.

Violenze sessuali frequentissime e sistematiche, tanto da essere definitiva, come fece un’inchiesta del New York Times del 2015, una "teologia della stupro" per ogni membro dell'isis. Il reportage della testata giornalistica americana ha svelato come l'Isis pianificò nei minimi dettagli il rapimento e la violenza carnale di centinaia di donne, come riportato da FanPage.



MEGLIO NO COMET IN ITALIA ABBIAMO UNA SIGNORA CHE LI ADORA.
 

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