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anche lui ci abbandona

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Il piano di Francesco Papa Bergoglio: "Ogni comune si prenda due profughi"


22 Aprile 2017 [IMG2=JSON]{"data-align":"none","data-size":"full","src":"http:\/\/www.liberoquotidiano.it\/resizer\/610\/-1\/true\/1492889525476.jpg--papa_bergoglio___ogni_comune_si_prenda_due_profugh i_.jpg?1492889535000"}[/IMG2]

"Siamo nella civiltà che non fa figli, ma anche chiudiamo la porta ai migranti: questo si chiama suicidio". Sono le parole di Papa Francesco a conclusione dell’incontro con i profughi arrivati attraverso i canali umanitari, promossi dalla Comunità di Sant’Egidio, nei locali della Basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina. "Pensiamo - ha esortato - alla crudeltà che oggi si accanisce su tanta gente, allo sfruttamento della gente che arriva con i barconi e poi restano lì nei paesi generosi: l’Italia e la Grecia accolgono ma poi i trattati internazionali non lasciano che ripartano. Se in Italia si accogliessero due migranti per ogni municipio ci sarebbe posto per tutti. Questa generosità del Sud, di Lampedusa, della Sicilia, di Lesbo, possa contagiare tutti noi", ha auspicato il Papa che ha usato parole fortissime anche nell’omelia pronunciata in parte a braccio nel santuario
dei nuovi martiri.

"I campi di rifugiati, tanti, sono campi di concentramento per la folla di gente lasciata lì e i popoli generosi che li accolgono debbono portare avanti da soli questo peso, mentre gli accordi internazionali sembrano più importanti dei diritti umani".




LUI DICE:

"Siamo nella civiltà che non fa figli, ma anche chiudiamo la porta ai migranti: questo si chiama suicidio"

VERO INFATTI CI SONO MOLTI SUICIDI DI ITALIANI PER LA CRISI E 4 MILIONI DI POVERI "ITALIANI" MA CHE TI FREG........PENSA AGLI IMMIGRATI......HA PERDONO DIMENTICAVO NOI DIVERREMMO TUTTI MARTIRI COME I CRISTIANI DATI IN PASTO AI LEONI AL COLOSSEO.......CHE BELLO ESSERE "MARTIRE" MA CHE FILM HA VISTO?

MA NON SI DOMANDA PERCHE GLI ITALIANI NON FANNO PIU' FIGLI....L'IMPORTANTE è PENSARE ALLE ANIME DEI DEFUNTI NON AI VIVI.NON CREDO CHE ABBIA MAI PARLATO DEI 4 MILIONI DI POVERI ITALIANI.MA COSA NE SA DEI FIGLI ?
MI FERMO QUI.


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[h=2]EDOARDO SCOGNAMIGLIO[/h] [h=1]Si possono amare i nemici? Come è difficile essere cristiani[/h] [h=2]Nella meditazione di giovedì 11 settembre 2014, papa Francesco è andato al cuore della fede cristiana: l’amore per i nemici. Si può ritenere per vero, infatti, senza sbagliare, che l’essenza del cristianesimo è l’amore verso tutti, anche e soprattutto verso coloro che ci fanno del male e ci procurano prove e tribolazioni. È mai possibile amare coloro che ci fanno del male? Forse è più facile suggerirlo agli altri, così come si può predicare il perdono, la fratellanza, l’attenzione al prossimo, al forestiero, ai poveri… Ma quando il male e la sofferenza toccano, per colpa di qualcuno, le nostre vite, come anche le nostre famiglie, noi andiamo subito in crisi e ci ribelliamo alla logica del Vangelo: amare come Gesù, sino al dono di sé.



Papa Francesco ha ribadito che proprio questa logica ci rende stolti, ossia non compresi dagli altri. D’altronde, la differenza cristiana è questa: amare tutti, anche i nemici. Non possiamo capire le parole di Gesù, soprattutto quelle delle Beatitudini, senza avere come punto di riferimento il Regno di Dio o dei cieli che in Gesù si avvicina e si compie. Solamente facendo nostra la logica delle Beatitudini sentiremo meno dolore nel mettere in pratica l’amore per i nemici. Ognuno di noi si sente ribellato, vive una certa resistenza nel concedere il perdono o nel dare comprensione a chi ci fa un torto grande. Pensiamo, ad esempio, a chi ha ucciso, a chi perseguita i cristiani. Pensiamo, ad esempio, alla Shoah, alla morte di circa sei milioni di ebrei (e non solo) nei campi di sterminio nazisti. Come si può perdonare il proprio carnefice?Come si possono dimenticare gli atti di violenza dell’Isis, dei terroristi internazionali? Come scordare il disastro dell’11 settembre 2001? Quanti morti in Siria, in Iraq, in Libano, in Egitto, in Sudan… Il segreto non è quello di non avere nemici o di farsi amico il nemico, bensì di cambiare completamente prospettiva e di vedere gli altri e il mondo con gli occhi di Gesù, ossia con la luce dello Spirito Santo. Qui, infatti, c’è in gioco la nostra vita, come pure il senso della fede evangelica. Ma che senso ha morire per gli altri e rispondere al male con il bene sempre? Perché non difendersi davanti al nemico? Perché non desiderare la sua morte?



Papa Francesco ha ricordato che Gesù ci ha dato la legge dell’amore: amare Dio e i fratelli. L’atteggiamento del cristiano è rivelato nelle Beatitudini: fare del bene a chi ci odia. È la novità del Vangelo. Si tratta, ha detto papa Francesco, di un semplice scambio: “tu mi ami, io ti amo”. Purtroppo, non sempre si vive la reciprocità: “io ti amo, ma tu non mi ami”; “io ti faccio del bene e tu mi ricambi con il male”. Evidentemente, il Vangelo è una novità difficile da portare avanti e ciascuno di noi deve ancora molto camminare prima di diventare un vero discepolo. Il papa l’ha riconosciuto: il cammino del cristiano non è facile. Da qui scoraggiamenti, abbattimenti: ma chi ce lo fa fare? Perché devo amare i nemici? Perché devo sempre perdonare? Perché fare sempre il primo passo? La risposta è data da Gesù che cammina verso il Padre. La vita cristiana non è auto-referenziale: dobbiamo uscire da noi stessi come Gesù per abbracciare la croce e andare verso il Padre, compiendo in tutto la sua volontà. Come mi sento lontano da questa logica del Vangelo! E voi? Non è per niente facile essere-diventare cristiani!


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Francesco, il papa nero e il pontificato breve, ecco la profezia di Nostradamus sulla fine del mondo


15 Marzo 2015

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Le parole di Papa Francesco, nelle quali il Santo Padre esprimeva la sensazione che il suo potrebbe essere un pontificato breve, hanno rilanciato le teorie dei sostenitori delle profezie di Nostradamus e del vescovo irlandese Malachia che, con l'elezione del "Papa nero", predissero la fine mondo.
Bergoglio, viene indicato con questo appellativo in quanto appartenente all'ordine dei gesuiti e, ad essere chiamato "Papa nero", è proprio il superiore generale della Compagnia di Gesù, per il colore della tonaca che indossa e in quanto eletto a vita, proprio come il Pontefice.

"Le parole del Papa mi preoccupano, perché sembrano mutuate dallo svelamento di una quartina di Nostradamus dove si parla di potenti e di sete straordinaria che si stringe intorno al 'Pontefice della vera fede'", commenta all'AdnKronos Renucio Boscolo, interprete di Nostradamus, numerologo e scrittore.

"Nostradamus - spiega Boscolo - mette in relazione papa Francesco alla terza parca, Aproco, colei alla quale era assegnato il compito di recidere il filo. Aproco, che significa anche 'stravolgimento', lascia intendere che il pontificato di Bergoglio non sarà simile a nessun altro pontificato, e che la sua uscita di scena sarà straordinaria".

"Non dobbiamo però pensare che questa uscita di scena sarà per forza un fatto tragico - sottolinea Boscolo - potrebbe essere un'altra scelta, un'iperbole, forse un trionfo, una reazione. La sua 'fine' non sarà conforme a nessuno dei Pontefici romani. Francesco rappresenta la grande chance che il Cristianesimo ha da giocare in una partita che, forse, ha iniziato proprio lui, e che i suoi eredi raccoglieranno".

"In un'altra sequenza - prosegue Boscolo - Nostradamus parla della 'religione del nome dei Mari', ovvero la religione Cristiana, dei Pontefici, profetizzandone il trionfo dopo aver affrontato la Setta del Califfo ('an du califat' si legge nei testi - cioè 'anno del Califfato'). Il trionfo della religione dei Mari è, inoltre, il trionfo della donna che tornerà nel suo giusto posto nel mondo arabo".

"Il medioevo sta per essere debellato, ma deve prima reagire e dare ragione all'etica occidentale. Le profezie vanno viste con ottimismo: il genio occidentale saprà reagire, e il trionfo è annunciato dalla figura della Madonna stellata, che è il simbolo dell'Unione Europea, le cui 12 stelle simboleggiano l'Apocalisse", conclude l'interprete di Nostradamus.

http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11767363/Francesco--il-papa-nero-e.html
 
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BOCCIATO [h=1]Immigrati, Salvini bacchetta il Papa: "Due in ognuno degli 8mila comuni? Ma ce ne sono 180mila"[/h]
26 Aprile 2017

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Non doveva essere la matematica la materia preferita dal giovane Mario Bergoglio ai tempi delle scuole. Secondo Papa Francesco in Italia siamo destinati al suicidio sociale se continuiamo ad avere le culle vuote e a non ospitare gli immigrati. La soluzione del Pontefice quindi sarebbe quella di farne ospitare due per ogni comune. I conti però non tornano, come ha dovuto far notare il segretario della Lega nord, Matteo Salvini, ai microfoni della Zanzara su Radio24: "Ha fatto male i conti, matematicamente è sbaglia, perché essendo 8mila comuni italiani, il totale fa 16mila. Ne abbiamo 180mila negli alberghi e nelle case. È un errore".

Sulle culle vuote, l'analisi del Papa non torna granché secondo il leghista: "Ma che ragionamento è? LE culle sono vuote perché gli italiani hanno problemi di lavoro. E più immigrati sbarcano, più problemi averanno gli italiani col lavoro". Il sogno provocatorio di Salvini sarebbe quello di applicare anche in Italia le leggi severissime sull'immigrazione adottate in Vaticano: "Ci metterei la firma domani mattina. Anche il trattamento fiscale lo estenderei a tutti gli imprenditori italiani domani mattina".
 

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L'ORDINE DI PROVENIENZA DEL PAPA [h=1]I gesuiti sbertucciano Bergoglio: "Basta con gli appelli pro-immigrati"[/h]
17 Aprile 2017

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Converrete che non c' è beffa peggiore, per un Papa gesuita, di essere sbugiardato dai gesuiti. Per di più sul tema a lui più caro, quello dell' accoglienza dei migranti. È ormai palese l' abissale distanza tra i messaggi di Francesco, ispirati alla politica delle braccia aperte verso i profughi, e la realtà dei fatti, che negano la possibilità di quell' accoglienza indiscriminata. Così come è evidente che le presunte vittime dell' odio e della discriminazione (ancora l' altro ieri, durante la Via Crucis, Bergoglio ha proclamato:
«Vergogna per il sangue innocente di immigrati che viene versato») sempre più si rendono protagoniste di atti illegali e di soprusi. Con tanti saluti all' immagine edulcorata del Buon Profugo. Che spesso non è profugo, e non è neppure buono.

Stavolta la denuncia arriva dalla voce di un insospettabile, il padre gesuita Ennio Brovedani, direttore della Fondazione Stensen di Firenze, proprietaria di un immobile in via Spaventa, che da novanta giorni è occupato da un centinaio di migranti somali. Quel manipolo di sedicenti profughi, dopo il rogo del capannone di Sesto Fiorentino in cui erano alloggiati e in cui uno di loro aveva perso la vita, a inizio gennaio aveva preso possesso in modo abusivo dello stabile, con la promessa di lasciarlo il prima possibile.

In Italia tuttavia, come notava Prezzolini, niente è più stabile del provvisorio. E così, a distanza di tre mesi, quei migranti sono ancora lì, alla faccia delle leggi e a carico di chi, suo malgrado, deve mantenerli.

Ora però Brovedani ha deciso di dire basta e, in una lettera scritta in tre lingue (italiano, inglese e somalo) e rivolta sia ai migranti che al Comune di Firenze, ha lanciato un ultimatum agli occupanti «affinché liberino l' immobile nel più breve tempo possibile», chiarendo che «la nostra ospitalità e la vostra occupazione dovranno avere un limite a breve termine» e che «le mie risorse economiche, visto che ho già speso quasi 5.000 euro, sono quasi esaurite». Tradotto: voi siete occupanti abusivi e dovete ringraziare Dio se vi abbiamo ospitato fino a oggi; anche la nostra pazienza (cristiana quanto volete) ha un limite; la vostra presenza non solo ci ha privati di uno stabile ma ci è costata parecchi soldi. Ergo: ve ne dovete andare. Naturalmente un appello simile avrebbe dovuto essere subito raccolto da chi ha la responsabilità politica di occuparsi della questione migranti.

In questo caso, il sindaco di Firenze Dario Nardella. Brovedani sostiene di averlo sollecitato, ma fa sapere che lui «ha sempre evitato di incontrarmi e di parlarmi». Il paradosso è che Nardella denuncia il mancato rispetto della legalità ed esorta il padre gesuita a chiedere lo sgombero dell' immobile.
Ma poi, in concreto, non fa nulla per risolvere la faccenda: né manda assistenti sociali, come vorrebbe Brovedani, per trovare un accordo coi migranti, né, come sarebbe più logico, cerca loro un' altra sistemazione, magari in un immobile comunale dismesso.Di sicuro, il compito di farsi carico di questi abusivi non spetta a un ordine religioso, che non ha offerto volontariamente la propria struttura ma se l' è vista occupare.


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Con un ulteriore aspetto grottesco: mentre tutti lucrano sul sistema dell' accoglienza, il povero padre gesuita è costretto a rimetterci di tasca propria. Sarà stato l' unico in Italia a perderci, anziché a guadagnarci, con l' ospitalità offerta ai profughi.
Diteglielo a Bergoglio.

di Gianluca Veneziani

http://www.liberoquotidiano.it/news...ti-bergoglio-basta-appelli-pro-immigrati.html
 

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BOMBA [h=1]Socci: "Quel diavolo di Gesù", parola di Papa Bergoglio[/h]
7 Aprile 2017

33

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Nella Chiesa molti hanno le mani nei capelli, perché stanno accadendo cose mai viste. Ci sono stati papi di tutti i tipi in duemila anni, ma non era mai capitato un papa che in chiesa, nell' omelia della Messa, pronuncia frasi che - in bocca a chiunque altro - sarebbero considerate bestemmie. L' altroieri, per esempio, papa Bergoglio, a Santa Marta, se n' è uscito con un' espressione che deve aver raggelato gli ascoltatori (
anche se poi nessuno ha il coraggio di dire nulla).
Commentando - in modo totalmente assurdo - il passo biblico del serpente innalzato da Mosè nel deserto (Numeri 21, 4-9), ha affermato che Gesù «si è fatto peccato, si è fatto diavolo, serpente, per noi». Testuale. Ma come si può dire che Gesù «si è fatto diavolo»?
Gesù, per la dottrina cristiana, ha preso su di sé i peccati di tutti, pagando per tutti come agnello sacrificale senza macchia, cosicché san Paolo scrive: «Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio» (2Cor 5,21).
Ma dire che Gesù «si è fatto diavolo» è tutt' altra cosa (di sapore gnostico). Il Figlio di Dio si fece uomo per redimere gli uomini, non si fece diavolo per redimere i diavoli, i quali, lo ricordo, sono totalmente connotati dall' odio inestinguibile verso Dio (è inimmaginabile per un Papa dire una cosa simile di Gesù).
 

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