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LE BANCHE HANNO FAME
[h=1]Libretti al portatore, addio dal 4 luglio. Cosa cambia[/h] [h=2]Estinzione automatica per tutti i libretti al portatore bancari e postali. Non garantiscono la tracciabilità del denaro[/h] Condividi su Facebook 325
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21 Giugno 2017 - Il prossimo 4 luglio segnerà la fine dei libretti “al portatore” bancari e postali, simbolo a loro modo di un secolo intero, quello passato. Lo sentenzia il decreto legislativo 90/2017 di recepimento della IV direttiva europea sul risparmio, ossia le nuove e più restrittive norme di prevenzione del riciclaggio internazionale e del finanziamento al terrorismo. Il titolo al portatore è infatti nemico giurato della tracciabilità del denaro.
Nonostante siano in zona grigia da almeno 10 anni, i libretti al portatore continuano ad avere uno storico appeal in certe fasce di risparmio: nel bilancio al 31 dicembre scorso di Poste italiane, per esempio, i libretti valgono ancora 119 miliardi di euro – anche se per la verità la grande maggioranza ormai è del tipo “nominativo”. Quanto ai numeri, a fine del decennio scorso i libretti in circolazione sfioravano le 26 milioni di unità.
Ma dal 4 luglio prossimo, come detto, i libretti al portatore non potranno più essere emessi e quelli in circolazione dovranno essere estinti entro e non oltre il 31 dicembre. Questo significa che se andrete in banca o alle poste a chiedere un libretto di risparmio dopo il 4 luglio vi sarà consentito di aprire solo un libretto di deposito nominativo e non invece un libretto anonimo, ossia “al portatore” che, appunto, diventerà vietato. Invece per chi già ha un libretto al portatore ha ancora più di un anno per andare in banca e trasferire i soldi su un conto corrente oppure chiedere il cash.
Il dipendente della banca, nel rilasciare il libretto nominativo – unica via, come detto, per avere a breve un libretto di risparmio – dovrà eseguire tutta la procedura di identificazione sia del richiedente che del beneficiaio. Verranno quindi bandite tutte quelle soluzioni che, per decenni, hanno consentito facilmente di oscurare l’intestazione di denaro, utilizzando titoli di credito «al portatore» che vengono pagati semplicemente a chi li tiene in tasca. Ad oggi, è vietato detenere o trasferire libretti al portatore per importi superiori a 1.000 euro.
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Nonostante siano in zona grigia da almeno 10 anni, i libretti al portatore continuano ad avere uno storico appeal in certe fasce di risparmio: nel bilancio al 31 dicembre scorso di Poste italiane, per esempio, i libretti valgono ancora 119 miliardi di euro – anche se per la verità la grande maggioranza ormai è del tipo “nominativo”. Quanto ai numeri, a fine del decennio scorso i libretti in circolazione sfioravano le 26 milioni di unità.
Ma dal 4 luglio prossimo, come detto, i libretti al portatore non potranno più essere emessi e quelli in circolazione dovranno essere estinti entro e non oltre il 31 dicembre. Questo significa che se andrete in banca o alle poste a chiedere un libretto di risparmio dopo il 4 luglio vi sarà consentito di aprire solo un libretto di deposito nominativo e non invece un libretto anonimo, ossia “al portatore” che, appunto, diventerà vietato. Invece per chi già ha un libretto al portatore ha ancora più di un anno per andare in banca e trasferire i soldi su un conto corrente oppure chiedere il cash.
Il dipendente della banca, nel rilasciare il libretto nominativo – unica via, come detto, per avere a breve un libretto di risparmio – dovrà eseguire tutta la procedura di identificazione sia del richiedente che del beneficiaio. Verranno quindi bandite tutte quelle soluzioni che, per decenni, hanno consentito facilmente di oscurare l’intestazione di denaro, utilizzando titoli di credito «al portatore» che vengono pagati semplicemente a chi li tiene in tasca. Ad oggi, è vietato detenere o trasferire libretti al portatore per importi superiori a 1.000 euro.
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