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PRONTI A TUTTO [h=1]Civitavecchia si ribella all'invasione: "Contro gli immigrati barricate al porto e rivolta"[/h]
15 Luglio 2017
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"Siamo pronti alle barricate davanti al Porto o a incatenarci di fronte ad ogni luogo che l'amministrazione possa prendere in esame per ospitare i migranti". Civitavecchia si ribella all'invasione, dalle periferie fino al centro. I residenti, infatti protestano contro il governo, che sta pensando alla città come attracco portuale per immigrati e richiedenti asilo che salpano in particolare dal Nord Africa. E non è servito a nulla il fatto che Mario Morcon, capo di gabinetto al Viminale, abbia smentito la possibilità di trasformare il porto in punto di sbarco. La città ha paura, ed è pronta a ribellarsi.
Il problema è logistico. Donata Fanelli, insegnante e volontaria, spiega a Il Messaggero: "Non so quanto Civitavecchia sia pronta dal punto di vista organizzativo ad ospitare ancora migranti". Il punto è che pesa, e tantissimo, il precedente del 2011, quando l'ex caserma De Carolis fu trasformata in un centro di prima assistenza e trasformata in ricovero per più di 700 migranti. "Li portarono nel cuore della notte - ricorda sempre al quotidiano capitolino Marinella Scaccia, a capo del comitato di quartiere No Migranti - e in meno di un anno successe di tutto: aggressioni, furti, saccheggi, faremo quello che serve, siamo disposti a incatenarci per evitare di rivivere quei momenti".
Le voci della rivolta si moltiplicano. In prima linea i residenti: "Se pensano di farci rivivere quell'incubo - spiega Bruno Ferraccioli, residente nella piazzetta che guarda la chiesa San Pio X - sarà la rivolta: io accoltellamenti e risse non ne voglio più vedere". E il prossimo lunedì, due comitati di quartiere andranno in Municipio per chiedere spiegazioni. Civitavecchia, per evitare l'invasione, è pronta a tutto.
15 Luglio 2017
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"Siamo pronti alle barricate davanti al Porto o a incatenarci di fronte ad ogni luogo che l'amministrazione possa prendere in esame per ospitare i migranti". Civitavecchia si ribella all'invasione, dalle periferie fino al centro. I residenti, infatti protestano contro il governo, che sta pensando alla città come attracco portuale per immigrati e richiedenti asilo che salpano in particolare dal Nord Africa. E non è servito a nulla il fatto che Mario Morcon, capo di gabinetto al Viminale, abbia smentito la possibilità di trasformare il porto in punto di sbarco. La città ha paura, ed è pronta a ribellarsi.
Il problema è logistico. Donata Fanelli, insegnante e volontaria, spiega a Il Messaggero: "Non so quanto Civitavecchia sia pronta dal punto di vista organizzativo ad ospitare ancora migranti". Il punto è che pesa, e tantissimo, il precedente del 2011, quando l'ex caserma De Carolis fu trasformata in un centro di prima assistenza e trasformata in ricovero per più di 700 migranti. "Li portarono nel cuore della notte - ricorda sempre al quotidiano capitolino Marinella Scaccia, a capo del comitato di quartiere No Migranti - e in meno di un anno successe di tutto: aggressioni, furti, saccheggi, faremo quello che serve, siamo disposti a incatenarci per evitare di rivivere quei momenti".
Le voci della rivolta si moltiplicano. In prima linea i residenti: "Se pensano di farci rivivere quell'incubo - spiega Bruno Ferraccioli, residente nella piazzetta che guarda la chiesa San Pio X - sarà la rivolta: io accoltellamenti e risse non ne voglio più vedere". E il prossimo lunedì, due comitati di quartiere andranno in Municipio per chiedere spiegazioni. Civitavecchia, per evitare l'invasione, è pronta a tutto.