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[h=3]Staminali. Migliorano i tre piccoli che hanno ripreso le cure del pediatra Andolina con le cellule della Onlus Stamina Foundation[/h] 12 ottobre 2012, 22:09
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di Fabio Cantarella
Nelle scorse settimane i tribunali di tre diverse città, Venezia, Catania e Matera, hanno ordinato la ripresa della terapia per tre piccoli pazienti dopo lo stop, deciso dall’Agenzia italiana del farmaco(AIFA) in maggio, alle cure eseguite agli Spedali Civili di Brescia con le cellule staminali preparate dalla Onlus Stamina Foundation. Per avere notizie sullo stato di salute dei tre piccoli, abbiamo contattato il dottor Marino Andolina (nella foto), pediatra divenuto notissimo, non solo in Italia, per le battaglie che conduce nell’intento di poter curare con la tecnica delle staminali mesenchimali pazienti affetti soprattutto da malattie neurologiche (come il morbo di Parkinson, la paresi sovranucleare progressiva, l’atrofia multi sistemica, ictus, la retinopatia diabetica, la maculopatia, paraplegie e tetraplegie), autoimmuni (come la psoriasi e la sclerosi multipla) e genetiche (come la Niemann Pick e la distrofia muscolare) ed ottenendo importanti risultati su più di due terzi dei pazienti. Il dottor Andolina, peraltro è un pioniere dei trapianti di midollo, molto stimato per aver salvato da un triste destino centinaia di bambini leucemici. Nel 1986 fu il primo al mondo ad iniettare con successo staminali da membrana amniotica in alcuni pazienti con malattie genetiche, in particolare nella malattia di Niemann Pick. Pochi anni dopo, Andolina iniziò ad iniettare cellule per via intratecale, ossia nel liquor contenuto nella spina dorsale, per combattere alcune malattie neurologiche. Inizialmente i risultati furono significativi, ma non stabili. Almeno sino a quando Andolina non entrò in contatto con la Fondazione Stamina ONLUS presieduta dal prof. Davide Vannoni e assistette alla guarigione di un piccolo paziente dato per spacciato. Dottor Andolina, grazie all’intervento dei tribunali quanti bambini può curare al momento? Per adesso, i casi risolti dai giudici sono tre (Venezia, Catania, Matera). In particolare il giudice di Matera ha stigmatizzato il comportamento dell’AIFA che, bloccando immediatamente l’attività di Brescia senza tentare di correggere (magari sanzionare) eventuali errori di procedura, ha violato il suo mandato che dovrebbe mettere in prima linea la salute dei cittadini. Tanti lettori ci chiedono come stanno i piccoli. Celeste sta continuando a fare progressi anche al di là delle mie aspettative. Non c’è un bambino al mondo con SMA1 che continui a presentare nuovi movimenti ogni giorno. Il suo risultato sta interessando le più importanti autorità americane in materia, alla faccia dei cosiddetti esperti italiani che negano un risultato a priori senza aver visto la paziente. E gli altri due bimbi? Bisogna ricordare che si tratta di pazienti fragilissimi che un soffio d’aria può portare via. I risultati sono tuttavia stati innegabili: un coma che dopo un anno riprende a respirare senza macchine non è un effetto “placebo” come afferma invece il prode prof. Vescovi, evidentemente terrorizzato che noi ci mettiamo a curare pazienti con una metodica ben meno cruenta della sua. Tra l’altro, se posso entrare in argomento, Vescovi fa iniettare cellule fetali direttamente nel midollo spinale, ma la SLA è una malattia che coinvolge sia il cervello che il midollo spinale: quindi l’AIFA ha dato l’autorizzazione ad un trattamento che “sbaglia mira” letteralmente. Qualche vantaggio i suoi pazienti magari ce l’avranno, in termini di respirazione, ma ad un prezzo che mi pare inaccettabile. Infine, per quanto concerne il bimbo di Matera occorre evidenziare che il piccolo ha sofferto delle conseguenze di due anni di blocco delle cure, imposto da un giudice. La sua malattia è progredita seriamente e noi oggi possiamo soltanto cercare di limitare i danni, per alcuni aspetti, temo, irreversibili. Comunque il bambino sta meglio, deglutisce meglio e ha un rapporto affettivo con la madre che prima non aveva. Ricordiamo ai nostri lettori che la piccola Celeste ha due anni ed è affetta da atrofia muscolare spinale. Forse è l’unica bambina al mondo che lotta con tale patologia che è stata in grado di sopravvivere oltre i diciotto mesi. Adesso grazie alla terapia del dottor Andolina ha mosso le gambe per la felicità anche della sua fisioterapista. Entrambe le bambine, quindi, Celeste a Venezia e Smeralda a Catania (in coma dalla nascita per i danni celebrali causati da un’asfissia al momento della nascita), progrediscono grazie alla cosidetta terapia avanzata scoperta da Marino Andolina che utilizza cellule staminali adulte per curare malattie neurovegetative gravissime. Per le due bimbe la speranza di una cura alternativa è diventata realtà dopo i provvedimenti emessi dai giudici del lavoro delle loro città, Venezia e Catania. Due giudici che hanno avuto il coraggio di autorizzare le cure del dottor Marino Andolina nonostante il parere negativo dell’AIFA e del Ministero della Salute. CHIUNQUE AVESSE BISOGNO DI CONTATTARE IL PROF. MARINO ANDOLINA PER SOTTOPORGLI UN CASO CLINICO PUO’ SCRIVERCI ALL’INDIRIZZO IENESICULE@VIOLAZIONE: scambio email non consentito !






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[h=1]ura Vannoni, sì del giudice alla terapia con le staminali[/h] – marzo 8, 2013Postato in: ITALIA
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Il metodo efficace nelle gravi patologie degenerative
ROMA – Salvatore, 39 anni, e Sofia, di soli tre anni, entrambi affetti da gravi patologie degenerative, potranno continuare a curarsi con le cellule staminali. Per la piccola, la rassicurazione è arrivata dal ministro della Salute Renato Balduzzi, mentre per Salvatore la decisione è stata presa dal giudice di Torino. Sofia potrà dunque continuare le cure con le staminali e il ministro – che ha incontrato i genitori della bambina – sta cercando le soluzioni possibili, a fronte della mancanza di prove scientifiche sulla validità del protocollo messo a punto da Davide Vannoni della Fondazione Stamina, applicato alla piccola con una prima infusione di cellule a Brescia nel 2012. I genitori della bimba, però, precisano di voler continuare con il metodo Stamina: «Non abbiamo accettato cure con cellule differenti dal Protocollo Stamina perché non sono noti effetti di miglioramento. Con la cura di Stamina che noi abbiamo regolarmente cominciato per Sofia, invece, sia nostra figlia che altri bambini con malattie assimilabili hanno avuto miglioramenti certificati dai medici. Sofia, dopo la prima infusione, è migliorata sotto diversi aspetti e soprattutto ha avuto salva la vita». Nel caso invece di Salvatore Bonavita, affetto da sindrome di Niemann-Pick e per cui il padre Luigi si è rivolto alla magistratura, il giudice del lavoro Mauro Mollo ha autorizzato le cure compassionevoli con il metodo Stamina, ma in un’altra “cell-factory” e non nel laboratorio di Vannoni agli Spedali Civili di Brescia. «È una sentenza bellissima, ma con riserva. Spero – ha dichiarato Luigi Bonavita – che una sentenza come questa possa aprire spiragli anche per gli altri, ma non vorrei che nei fatti risultasse inapplicabile e non portasse alcun beneficio a mio figlio. Per esempio, questo potrebbe accadere se l’ospedale di Brescia si rifiutasse o semplicemente non trovasse un altro laboratorio idoneo a somministrargli la terapia».

Il giudice, ha sottolineato, «ha stabilito che si debba usare la metodica Stamina che mio figlio ha già sperimentato nel 2008. Sono passati cinque anni e non ha avuto alcuna conseguenza. Insistiamo su questo tipo di terapia perché pensiamo possa dare dei risultati». Un chiarimento arriva dallo stesso ministro, che sulla questione ha pubblicato un messaggio sulla sua pagina Facebook: “Nessuno sta facendo una guerra alle terapie staminali – afferma – e il ministero è in prima linea nel supporto alla ricerca.
In Italia ci sono numerose possibilità terapeutiche con le staminali ragionevolmente sicure e per questo già accessibili anche quando non hanno concluso l’iter delle sperimentazioni”. E “non c’è nessuna persecuzione nei confronti di Stamina e dei suoi responsabili”. Le inchieste dei magistrati, precisa il ministro, “faranno il loro corso” ma “ugualmente, il metodo Stamina va sperimentato e comprovato scientificamente”. Ed ancora: “Se Stamina vuole fare un passo avanti può rendere accessibili e trasparenti i suoi protocolli, permettere che vengano verificati e sperimentati, condividere i risultati con la comunità scientifica. Finora questo Stamina non lo ha fatto, ma la possibilità c’è”.


[h=1]Il metodo Vannoni con le staminali alle Iene, ecco cos'è e come funziona[/h] [h=2]Giulio Golia ha intervistato genitori di bambini affetti da gravi patologie e anche il dotto Vannoni, al centro di scandali per il suo metodo.[/h]

Dopo aver sdoganato la cura Zamboni qualche anno fa, ieri sera Le Iene hanno portato all'attenzione mediatica una cura che, stando alle primissime testimonianze, starebbe aiutando già diverse persone affette da atrofia muscolare spinale: la cura Vannoni.

Il nome di Daniele Vannoni era uscito già la scorsa settimana quando alle Iene era stata raccontata la storia di Gioele, un bambino di 1 anno affetto da Sma1 sottoposto con successo alla cura a base di cellule staminali del medico e ieri sera è stata raccontata anche la storia di Celeste, affetta anche lei dalla stessa malattia e anche lei in cura da Vannoni.
Giulio Golia ha poi intervistato proprio il dottor Vannoni che ha spiegato in cosa consiste la sua cura, gestita dalla Stamina Foundation in quanto appunto si basa sull'utilizzo delle cellule staminali che, ha spiegato Vannoni, "sono una risorsa incredibile che c’è dentro il nostro organismo, è quella che ci mantiene in vita, che decide quanto dobbiamo invecchiare e che ci ripara…. Le staminali sono in tutte le specie viventi. [...] Il metodo Vannoni è un metodo per estrarre le staminali in modo attivo. Noi le prendiamo dalla parte spugnosa dell’osso, dal bacino; il pezzettino di osso che prendiamo lo lavoriamo e ne riusciamo a tirar fuori 5 tipi di staminali diverse, ognuna con le sue funzioni e con le sue utilità. Dal nostro serbatoio di cellule staminali, noi ne prendiamo un pochino e le moltiplichiamo e le rimettiamo nel nostro organismo in una quantità molto maggiore".
Secondo il medico, la cura avrebbe effetto "su 60 malattie diverse, tutte malattie gravissime, tutte malattie che non hanno alternativa di cura. Tipo la sclerosi laterale amiotrofica (Sla), la Sma, il Parkinson... tutte le malattie dell’osso, quindi la rigenerazione della cartilagine, dell’anca, tutte le malattie autoimmuni, come la sclerosi multipla, il lupus".
E per funzionare bastano "1 o 2 iniezioni di staminali" che permettono di fermare o debeare queste malattie per anni e anche se "in alcuni casi dopo alcuni anni ci possono essere delle piccole recidive si fa un’altra endovena"; il medico aggiunge anche che "le staminali non fanno miracoli, sono una cura, una terapia, e come ogni terapia, funziona a seconda della gravità della malattia, da quanto tempo c’è la malattia, da quanto è veloce".
Nonostante Le Iene abbiano mostrato i miglioramenti dei bambini e Vannoni abbia elogiato il suo metodo, per dovere di cronaca segnaliamo che proprio il metodo Vannoni e il suo fondatore sono ormai da molto tempo al centro di critiche, indagini e blocchi giudiziari soprattutto perché Vannoni non ha scelto la strada della sperimentazione come richiesto dal Consiglio Superiore di Sanità ma ha scelto di percorrere la strada delle "cure compassionevoli", tentativi per apportare benefici in situazioni che non hanno alcuna speranza di essere guarite.
Intervistato dalle Iene Vannoni ha confermato la sua teoria delle cure compassionevoli dichiarando che "le terapie sono state interrotte perché non produciamo in un laboratorio farmaceutico, quindi non produciamo le cellule staminali come se fossero dei farmaci, le produciamo come se stessimo facendo un trapianto e questo, secondo una legge della Comunità Europea, non è fattibile in Italia, tranne che in casi compassionevoli che sono permessi dalla legge italiana. L’Europa ha stabilito nel 2008 che le cellule staminali sono dei farmaci, quindi non sono cose vive, sono delle molecole e vanno prodotte in un laboratorio farmaceutico, come per fare dei farmaci iniettabili, con le regole di un laboratorio farmaceutico. Le staminali, però, non sono molecole e se le tratto come tali alla fine o muoiono o diventano inefficaci e questo, purtroppo, è quello che sta succedendo a fronte di una rigidità eccessiva, che impedisce alle terapie con staminali di diffondersi in tutta Italia. Ogni ospedale italiano dovrebbe avere un centro di cura con cellule staminali e lo potrebbe fare con un allestimento bassissimo se fossero, come sono, effettivamente considerate come trapianti. Invece, essendo considerate dalla legge come farmaci siamo costretti a produrre dentro dei laboratori farmaceutici che costano milioni di euro, per autorizzare i quali ci vogliono anni".
La verità sulla Stamina Foundation, sull'uso delle staminali per cure compassionevoli e sul dottor Vannoni è tutta da scrivere perché l'inchiesta del 2011 ancora non è arrivata a conclusione certa e come sempre accade in questi casi ci si divide tra sostenitori e detrattori del metodo.




ORA SE IL METODO E EFFICACE CON LE STAMINALI E GUARISCE MOLTISSIME MALATTIE-LA MEDICINA TRADIZIONALE E FINITA-COSA SUCCEDERA'-RICORDATE IL METODO DI BELLA?MA CHE BELLO L'ESSERE UMANO CHE VENDE LA MADRE PER UN CENTS.....

 

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