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PERSONE SILENZIOSE DRAMMA

Alien.

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Hikikomori, è boom anche in Italia: migliaia di giovani si recludono in casa
  • Matteo Zorzoli
  • [IMG2=JSON]{"data-align":"none","data-size":"full","src":"https:\/\/it.businessinsider.com\/wp-content\/themes\/businessinsider\/assets\/img\/blue-clock-icon.svg"}[/IMG2] 15/2/2018 6:00:37 AM
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Hanno tra i 14 e i 25 anni e non studiano né lavorano. Non hanno amici e trascorrono gran parte della giornata nella loro camera. A stento parlano con genitori e parenti. Dormono durante il giorno e vivono di notte per evitare qualsiasi confronto con il mondo esterno. Si rifugiano tra i meandri della Rete e dei social network con profili fittizi, unico contatto con la società che hanno abbandonato. Li chiamano hikikomori, termine giapponese che significa “stare in disparte”. Nel Paese del Sol Levante hanno da poco raggiunto la preoccupante cifra di un milione di casi, ma è sbagliato considerarlo un fenomeno limitato soltanto ai confini giapponesi.







“E’ un male che affligge tutte le economie sviluppate – spiega Marco Crepaldi, fondatore di Hikikomori Italia, la prima associazione nazionale di informazione e supporto sul tema – Le aspettative di realizzazione sociale sono una spada di Damocle per tutte le nuove generazioni degli anni Duemila: c’è chi riesce a sopportare la pressione della competizione scolastica e lavorativa e chi, invece, molla tutto e decide di auto-escludersi”.




"ESPERIMENTI VACCINALI"
 
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IL MERCURIO NEI VACCINI TI CAMBIA IL CARATTERE ,LA MENTE , MANIE E PERSECUZIONE ED MOLTO ALTRO



[h=1]Quali sono i rischi di una intossicazione da mercurio e come proteggersi[/h]
di ERIKA FACCIOLLA del 9 OTTOBRE 2015



Speciale intossicazione da mercurio: eccovi la nostra guida alle cause, sintomi e rimedi per questa pericolosa intossicazione.
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Contenuti
Sempre più spesso capita di parlare del tema dell’avvelenamento da mercurio.

Si tratta infatti di uno dei metalli pesanti più pericolosi per il nostro organismo, largamente diffuso nell’ambiente.

Per esempio si può trovare anche nel cibo che portiamo in tavola e viene impiegato massicciamente nelle produzioni chimico-industriali e in diversi prodotti elettrici. [h=2]Le ricerche di Sierra Club sul mercurio[/h]
Qualche stagione fa aveva suscitato non poco clamore la campagna pubblicitaria sui rischi connessi all’assorbimento di mercurio durante la gravidanza lanciata da Sierra Club, la più grande organizzazione ambientale degli Stati Uniti.

Le immagini shock della chiacchierata campagna (almeno negli USA dov’era stata lanciata) avevano fatto in pochi giorni il giro del mondo sollevando non poche polemiche. Le foto disseminate nelle stazioni metropolitane di Washington e altre città mostrano, infatti, pance di donne incinte con sopra slogan inquietanti impressi con un freccia che indica il nascituro: «Questo piccolo fascio di gioia adesso è un serbatoio di mercurio» oppure «Ecco dove va a finire tutto il mercurio delle nostre centrali elettriche»e anche «Sarà così piena di gioia, amore, sorrisi e mercurio».

Al di là dei toni volutamente enfatici e provocatori, questa campagna aveva rimesso in primo piano l’importante questione dei danni legati all’assorbimento di mercurio sulla salute dell’uomo, in particolare dei bambini e delle donne in gravidanza.

Studi condotti negli Stati Uniti rivelano, infatti, che in molte metropoli americane i livelli di mercurio presenti nell’organismo di 1 donna su 12 è talmente alto da mettere a serio rischio la vita del feto stesso, esponendolo a problemi di sviluppo, difficoltà motorie e di apprendimento. E non si tratta solo di semplici ipotesi visto che già 300.000 bambini nascono ogni anno portando con sé un rischio elevato di danni al cervello o al sistema nervoso.

Come sottolineava Sierra Club, in America sono 48 le tonnellate di mercurio prodotte dalle centrali a carboneche ogni anno vanno ad inquinare il sottosuolo, le falde acquifere e di conseguenza l’intero eco-sistema.

Per risvegliare le coscienze e pretendere una maggiore garanzia sui livelli di controllo igienico-sanitaria dell’aria e dell’acqua, Sierra Club ha deciso di scendere in campo in maniera decisamente aggressiva, e la strategia pare stia dando i suoi frutti visto che la campagna sta facendo parlare di sé anche tra le mura della Casa Bianca. [h=2]Proprietà del mercurio[/h]
Ma cerchiamo di capire meglio cos’è il mercurio e quali sono gli effetti nocivi che questa sostanza ha sulla salute dell’essere umano.

Il mercurio è un metallo di transizione pesante ottenuto per riduzione dal cinabrio. Le applicazioni di questa sostanza chimica sono davvero svariate. In generale, esso viene utilizzato nella preparazione di una grande varietà di prodotti chimici industriali e in campo elettrico, elettronico e medico.

Questo metallo è presente nei termometri (anche se tra breve sarnno fuori legge in Europa), negli interruttori, nelle pile e perfino nelle otturazioni dentali.

Una delle caratteristiche che fa del mercurio uno degli elementi chimici più utilizzati è la sua versatilità che lo rende lavorabile in forma solida, liquida e perfino gassosa.

Ultimamente, infatti, il mercurio ha trovato impiego nella purificazione dei minerali di oro e argento: il risultato è tangibile negli altissimi livelli di inquinamento riscontrati in Brasile e nell’organismo dei tanti minatori costretti ad assorbirlo durante il lavoro nelle cave.

Ancora più vasti sono i campi di applicazione dei composti derivati dal mercurio, come coloranti, insetticidi e diserbanti. L’elevata tossicità del mercurio ha indotto, in parte, a limitarne l’utilizzo ma i piccoli sforzi condotti dalle industrie e dai governi sono paragonabili a una goccia di buonsenso in un oceano di pericoli sempre più minacciosi per l’uomo. Nonostante i rischi connessi all’esposizione dell’uomo a livelli di mercurio troppo alti siano noti da molto tempo.

Basti pensare che a metà del XIX secolo, in Inghilterra, un numero molto alto di produttori di cappelli manifestarono gravi disordini mentali a causa dell’assorbimento della sostanza utilizzata nel trattamento del feltro (il personaggio del cappellaio matto nel famoso libro Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll era appunto ispirato da questo problema). [h=2]Sintomi di intossicazione da mercurio[/h]
La tossicità del mercurio colpisce principalmente il sistema nervoso centrale e periferico ma, come la maggior parte delle sostanze neurotossiche, agisce anche su cuore, reni e sistema immunitario. Una volta ingerito, inalato o toccato, il mercurio si distribuisce in tutti gli organi del corpo umano in uno spazio temporale che può arrivare a 60 giorni.

È per questo motivo che gli effetti di alcuni tipi di contaminazioni da mercurio possono manifestarsi anche dopo diversi mesi in maniera virulenta e con danni permanenti al sistema nervoso, polmonare gastrointestinale che possono provocare la morte. I sintomi della contaminazione, per inalazione o ingerimento, sono sempre molto evidenti. Includono atassia, parestesie alle mani e ai piedi, debolezza dei muscoli, indebolimento del campo visivo, danni all’udito e difficoltà nell’articolare parole. In casi estremi, disordine mentale, paralisi, coma e morte nel giro di alcune settimane.

Inoltre il mercurio attraversa facilmente la placenta penetrando nel feto compromettendo lo sviluppo normale del cervelletto del nascituro.

Ma non è tutto: tra gli effetti direttamene connessi all’accumulo di mercurio negli organi o nei tessuti, figurano anche patologie diffuse come depressione, epilessie, distrofie, paralisi, asme, riniti e congiuntiviti. [h=2]Le cause principali di intossicazione da mercurio[/h]
Se vi state chiedendo come possa l’organismo umano assumere il mercurio, la risposta non vi tranquillizzerà affatto. Il mercurio, infatti, si assume per ingestione, inalazione, o anche per contatto visto che è in grado di penetrare i tessuti cutanei. Stessa cosa per i sali di mercurio(nei vaccini), che generalmente si accumulano attraverso la catena alimentare.

Adesso lasciate perdere per un attimo la classica immagine del termometro rotto. [h=3]Gli alimenti[/h]

Anche gli animali (entrando nella catena alimentare) sono esposti agli effetti del mercurio: l’avvelenamento è considerato, non a caso, una delle principali cause del rischio d’estinzione di alcune specie di uccelli, in particolare di quelle viventi in ambienti acquatici dove i livelli di accumulo del mercurio sono critici.

Un pericolo che riguarda l’intero ecosistema se consideriamo che concentrazioni 2-10 volte superiori alla norma possono alterare significativamente l’attività biologica del terreno.

Negli ultimi anni le concentrazioni di mercurio nell’acqua e nelle carni (soprattutto pesce) è aumentata considerevolmente tanto da mettere in allarme gli scienziati di tutto il mondo.

Centrali termoelettriche che bruciano carbone, acciaierie, impianti industriali, miniere e inceneritori di rifiuti. Queste le principali sorgenti.

Poi ci sono gli eco-sistemi che, fra incendi boschivi e vulcani, producono un terzo dell’inquinamento mondiale da mercurio. Mentre l’ultimo terzo è il vecchio mercurio prodotto dall’uomo in passato e tornato in circolo. [h=4]Come evitare il mercurio facendo la spesa[/h]
Come fare, allora, per proteggersi da questo micidiale nemico? Per quanto riguarda il cibo, bisogna ricordare che oltre al pesce il mercurio può accumularsi nei reni e nel fegato della selvaggina e nei cereali o funghi cresciuti in terreni inquinati.

Per ciò che concerne il consumo di prodotti ittici (che di fatto rappresentano la principale fonte di contaminazione) il livello di tossicità è dato dall’ambiente in cui il pesce ha vissuto.

E se è vero che non è possibile intervenire sull’habitat, è altrettanto vero che possiamo controllare provenienza, taglia e quantità del prodotto ingerita. I pesci a più alta concentrazione di mercurio sono infatti i grandi predatori (tonno, pescespada, squalo, verdesca) che, essendo ai vertici della catena alimentare, tendono ad accumulare maggiori quantità di sostanze tossiche. I più sicuri, di conseguenza, sono i pesci di piccola taglia e i molluschi.

Per quanto riguarda la provenienza è ovvio che il pescato dei paesi in via di sviluppo è più a rischio, anche se la concentrazione di mercurio rilevata nei nostri mari è risultata spesso più elevata di quella riscontrata nell’Oceano Atlantico. Ecco perché è preferibile consumare tonno in scatola, in quanto non proveniente dal mediterraneo ma da acque oceaniche.

È importante sapere che gli effetti nocivi del mercurio sono mitigati, in parte, dalla contemporanea assunzione di selenio, presente nel lievito di birra, cereali, molluschi e integratori alimentari specifici. Per tutelare la nostra salute dai rischi indotti dal mercurio è opportuno limitare il consumo di pesce a 2-4 porzioni settimanali variando nella scelta e preferendo quelli di taglia piccola e/o di allevamento.

Dal momento che evitare l’esposizione ai metalli pesanti è quasi impossibile al giorno d’oggi, non rimane che documentarci approfonditamente sull’argomento per “scansare” tutti i potenziali veicoli di questo killer misterioso. I termometri tradizionali a base di mercurio – con buona pace dei più nostalgici – sono già stati messi al bando e sostituiti da quelli elettronici (per altro più precisi). [h=3]Nei cosmetici[/h]
Ma il mercurio può nascondersi anche in altri oggetti di uso comune, come i cosmetici, in particolare il mascara. Occorre, dunque, leggere attentamente le etichette dei prodotti che utilizziamo e prediligere i cosmetici naturali, ma soprattutto saper distinguere le sostanze pericolose che possono nascondersi dietro nomi più o meno indecifrabili.

Per semplificarci il compito l’Unione Europea ha stilato e pubblicato una lista di tutte le sostanze vietate in cosmesi. [h=3]Nelle batterie usate[/h]
Passiamo all’argomento “pile“. Abbiamo già appurato che il mercurio è utilizzato nella produzione delle pile, soprattutto in quelle a ‘bottone’ che troviamo negli orologi e nei calcolatori elettronici. Sarà banale dirlo, ma diventa assolutamente vietato disperdere questi oggetti nell’ambiente o nei cassonetti insieme ad altri rifiuti, poiché finirebbero inevitabilmente per contaminare il terreno e le falde acquifere.

Concludiamo con una precisazione rispetto all’assunzione di vapori da mercurio per via inalatoria, ad esempio in seguito alla rottura di un oggetto (come i vecchi termometri) contenente un’alta percentuale di mercurio. Qualora ciò accadesse è bene allontanare immediatamente donne incinte e bambini, evitando di utilizzare l’aspirapolvere o la scopa per non contaminare l’aria.( hanno tolto i vecchi termometri al mercurio perchè tossici ma invece resta nei vaccini ma non ti sembra strano ?)

Il mercurio andrà invece separato dai vetri con l’ausilio di una siringa, scotch o facendolo rotolare su un foglio di carta.

Andrà quindi riposto in un contenitore non metallico ben chiuso ed adeguatamente smistato (generalmente le farmacie sono disponibili a riguardo). Illuminando con una torcia elettrica la zona in cui è avvenuto l’incidente si possono individuare eventuali residui di mercurio e rimuoverli con in sicurezza. invece nei vaccini vanno bene ? [h=2]La messa al bando internazionale[/h]
Sul fronte delle politiche comunitarie qualcosa si muove. Da una parte, Europa e Stati Uniti stanno mettendo a punto un documento per bandire l’export di mercurio. Il programma punta anche a eliminare questo metallo nocivo dai prodotti di uso quotidiano.

Entro il 2011 tutto il mercurio europeo verrà tolto dal mercato. Dall’altra, l’Europa ha varato un progetto che prende il nome di Global Mercury Observation System: 34 atenei e istituti di ricerca internazionali che avranno a disposizione una rete di 40 installazioni fisse, postazioni off-shore, campagne oceanografiche e piattaforme aeree distribuite su tutto il pianeta.

L’osservatorio, finanziato con 10 milioni di euro, sarà in grado di monitorare in tempo reale l’andamento e le dinamiche dell’inquinamento atmosferico da mercurio al variare delle condizioni meteorologiche e delle emissioni.

Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per dichiarare guerra al mercurio! [h=2]Scopri di più sul tema alimentazione sana[/h]
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Alien.

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SOCIETÀ [h=1]Hikikomori, in Italia 100.000 casi e anche in Trentino fenomeno sottovalutato. Crepaldi: "Non parlate di ragazzi fannulloni o pigri"[/h]
Firmata una convenzione tra Hikikomori Italia e l'Associazione Auto Mutuo Aiuto Trento. L'esperto: "Fenomeno d'ansia da prestazione sociale. Colpisce nel 90% dei casi maschi"

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Pubblicato il - 11 dicembre 2018 - 19:56

TRENTO. "Un ragazzo hikikomori non è dipendente da Internet, non è un fannullone, né un pigro" e i genitori non devono forzarlo a prendere parte al contesto sociale dal quale il giovane si è ritirato. Dalla definizione della pratica come un disagio sociale agli interventi possibili: si è parlato di questo e dell'evoluzione del fenomeno in Italia e in Trentino oggi durante la giornata di formazione "Videogiochi, scommesse e ritiro sociale. Quando il virtuale supera il reale" organizzato dall'Associazione Auto Mutuo Aiuto Trento (Ama) in collaborazione con il Comune di Trento e la cooperativa Progetto 92. "Ricordiamo che gli hikikomori sono ragazzi molto intelligenti" ha sottolineato Marco Crepaldi, presidente dell'Associazione Hikikomori Italia.



L'hikikomori come un disagio, "una somatizzazione di una pressione legata alla necessità di dover performare a livello sociale", non come una patologia. Questa è la definizione proposta nel corso dei lavori da Crepaldi. "Non sempre un hikikomori presenta una patologia correlata - sottolinea l'esperto - Rispetto a questo fenomeno dobbiamo inoltre sfatare diversi miti. Il primo è quello che vuole questi ragazzi dipendenti da Internet, perché gli hikikomori sono persone che usano molto il computer. Ma in realtà per loro la tecnologia è l'unico modo di contatto con il mondo esterno". Il sito secondo pregiudizio riguarda l'atteggiamento dei giovani hikikomori: "Non parliamo di ragazzi fannulloni o pigri spesso sono molto intelligenti e danno ottimi voti a scuola prima di ritirarsi dalla stessa. Solo non riescono a stare a contatto con gli altri. Addirittura molti hikikomori, una volta ritirati da scuola, iniziano a studiare per conto proprio". "Il terzo mito da sfatare - continua sempre Crepaldi - si riferisce ai genitori: non è vero che quelli degli hikikomori sono troppo permissivi. Inoltre l'hikikomori non è solo timido, somatizza un'ansia di prestazione sociale".



Giovani in età compresa tra i 14 e i 30 anni, per un'età media di vent'anni; per il 90% di sesso maschile: questo l'identikit degli hikikomori in Italia, Paese in cui ad oggi si sono verificati circa 100.000 casi. "Per il Trentino non ci sono ancora dati, le uniche cifre riguardano l'Emilia Romagna, per la quale parliamo di circa 400 casi registrati solo nelle scuole" precisa Crepaldi. "L'età media data dal fatto che i ragazzi si confrontano con il periodo critico dell'adolescenza, dell'inserimento alle superiori o anche all'università - prosegue - In Giappone i casi accertati sono 541.000, un milione quelli calcolati, e il periodo più critico riguarda l'ingresso all'università". "I giovani che abbiamo aiutato in Trentino sono tutti maschi dell'età delle scuole medie" fanno sapere da Progetto 92.



"Di fronte agli hikikomori si deve intervenire, soprattutto con la prevenzione - conclude Crepaldi - Ci sono alcuni campanelli d'allarme che devono far riflettere: uno è il rifiuto saltuario di andare a scuola di un ragazzo, un altro l'inversione del ritmo sonno-veglia e un terzo la preferenza generale per le relazioni virtuali. È importante che i genitori si rivolgano a un professionista che li aiuti a prevenire l'isolamento, non quando l'abbandono della scuola è già concreto, e inoltre la scuola stessa dovrebbe collaborare proponendo strumenti di istruzione alternativi, quali l'uso di Skype o verifiche al di fuori del consueto orario".



L'obiettivo di Ama e Hikikomori Italia è "creare una rete" attorno al problema ("Soprattutto per i genitori che spesso sono i più in difficoltà"): per questo motivo oggi è stato firmata una convenzione per riuscire a collaborare maggiormente livello locale. L'auspicio è anche di sensibilizzare la popolazione sul tema: "Di hikikomori si parla poco ed è un problema che fa fatica ad emergere.
I ragazzi spariscono dalla circolazione, spesso i genitori non sono compresi e il loro problema viene banalizzato e sminuito", conclude Crepaldi. VIDEO DEL GIORNO


un piano per sterminare l' Italia
Pensa ad avere a casa un figlio così, lo zunami dentro il corpo di un genitore ,di un figlio senza futuro.Quando i genitori dovranno prendere l'ultimo treno cosa ne sarà del loro "Amore" che fine farà? In questa società di corrotti,e se hanno una casa di proprietà verrà confiscata dallo stato perchè non paga le tasse ed altro dove andra questo figlio im mano a gente che vede solo il profitto gli daranno psicofarmaci e rinchiusi in una struttura e la casa regalata ad extracomunitari e Addio Italia ed Italiani.
Chissenefrega tanto capita sembre agli altri.
Ma gli altri siamo noi.
 

Alien.

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Colpisce nel 90% dei casi maschi"

è bell'affare come crescerà questa ITALIA?
semblice abbiamo importato 5 milioni di gente di "colore" avremo meticci. Che schifo i nostri avi sono morti in guerra per nulla.
Ma a nessuno ribolle il sangue?
Vero mi hanno detto che quando si supera una certa età si diventa "egoisti" perchè pensano di vivere ancora per 200 anni.:p:p:p:p:p:p:p:p:p:p:p:p:p:p
 

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[h=6]PUGLIA[/h] [h=1]Internet dipendenti, una famiglia pugliese non usciva di casa da oltre 2 anni[/h] [h=2]Gli hikikomori del Salento sempre di fronte al computer. Il figlio 15enne non era più capace di camminare. Con il padre e la madre mangiava solo merendine[/h] di Elena Tebano
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[SUP]Da due anni e mezzo una famiglia pugliese viveva chiusa in casa davanti al computer. Padre, madre e figlio 15enne non uscivano da due anni e mezzo e sopravvivevano, in pessime condizioni igieniche, solo grazie a merendine, biscotti e caramelle comprati dalla figlia di 9 anni, l’unica a lasciare ancora l’abitazione per andare a scuola. Il ragazzo aveva piaghe ai piedi, ormai infette, e non poteva più camminare. A scoprire la situazione di grave degrado sono stati i servizi sociali, allertati dalla scuola frequentata dalla bambina.

Il solo cibo che arrivava a casa era quello comprato dalla figlia più piccolaquando rientrava dalla scuola, gli alimenti appunto che può scegliere una bambina di nove anni: dolci. Ai genitori, che vivevano grazie alla piccola pensione di invalidità del padre, andava bene così. Ci vuole un gran coraggio a continuare ad andare a scuola quando tutta la tua famiglia è sepolta dietro a un computer: la piccola faceva del suo meglio, ma il suo aspetto trascurato ha attirato l’attenzione degli insegnanti che si sono rivolti agli assistenti sociali. Ora tutta la famiglia è seguita da specialisti.





Il figlio 15enne era quello in condizioni (almeno fisiche) peggiori, denutrito e ferito. I genitori — persi nel mondo virtuale con il quale si riparavano da disagi assai più reali :—non si curavano del fatto che non mangiava abbastanza e che le scarpe gli erano diventate troppo piccole, almeno due numeri in meno di quello che avrebbe dovuto indossare, al punto da piagargli i piedi. Ha dovuto essere sottoposto a una terapia antibiotica e un lungo periodo di fisioterapia.

L’isolamento e l’impoverimento delle relazioni personali sono uno dei sintomipiù comuni della «dipendenza da internet», insieme all’incapacità di distinguere tra mondo reale o mondo virtuale. La tendenza a recludersi è stata registrata come fenomeno di massa per la prima volta negli Anni 90 in Giappone, con il cosiddetto fenomeno degli hikikomori: gli adolescenti, per lo più maschi, che abbandonavano la scuola e si rintanavano nelle loro camere, rifiutando ogni rapporto con il mondo esterno.

Il caso pugliese si distingue però per il fatto che riguarda un’intera famiglia. «L’elemento di novità di questa storia è il coinvolgimento degli adulti, di entrambi i genitori — spiega il presidente dell’Ordine degli psicologi pugliesi, Antonio Di Gioia — Forse la spiegazione va cercata nella giovane età della coppia quando hanno avuto figli. Di certo a questa famiglia sono mancati punti di riferimento stabili, tali da consentire loro di confondere il reale con il virtuale».

La dipendenza da internet e il ritiro sociale sono di solito espressione di malesseripiù profondi, ma richiedono un approccio terapeutico specifico perché presentano complicazioni particolari. Si stima che in Giappone gli hikikomori siano in crescita: nel 2015 il governo ne aveva registrati 540 mila ta i 15 e i 30 anni. ma ha deciso di estendere la rilevazione oltre i 30 anni di fa, perché si sono moltiplicate le segnalazioni di hikikomori nella generazione dei cinquantenni.

@elenatebano
21 gennaio 2019 (modifica il 21 gennaio 2019 | 18:12)
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