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Migranti, Frontex dà ragione all'Italia: crolla numero degli sbarchi

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[h=1]Migranti, Frontex dà ragione all'Italia: crolla numero degli sbarchi[/h] [h=2][/h]
L'agenzia europea ha confermato il crollo dei numeri nel Mediterraneo centrale, sulla rotta fra Libia e Italia. I migranti si spostano sulla rotta del Mediterraneo occidentale

Agostino Corneli - Mer, 13/02/2019 - 19:06
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Crolla il numero dei migranti arrivati in Europa. A confermarlo è l'agenzia europea Frontex che ha pubblicato i nuovi dati degli arrivi in territorio europeo.


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Come affermato dall'agenzia, i numeri mostrano un netto calo degli arrivi a gennaio del 2019, dal momento che si registra una diminuzione di un terzo degli attraversamenti illegali delle frontiere sulle principali rotte migratorie europee. I dati rilevati da Frontex mostrano che il numero degli arrivi illegali si è fermato a quota 6.760.

L'agenzia ha poi sottolineato un altro dato estremamente importante. E cioè che la metà dei rilevamenti è avvenuto sulla rotta del Mediterraneo occidentale. Il che vuol dire che è la Spagna il Paese che ha subito il maggior numero di sbarchi rispetto a tutto il resto dell'Europa mediterranea. Nel mese di gennaio, gli arrivi sono stati 3.780, nella maggior parte dei casi provenienti da Guinea e Marocco.

Anzi, come dichiarato dalla stessa Frontex, è proprio la chiusura della rotta del Mediterraneo centrale (quindi quella Libia-Italia) ad aver diminuito drasticamente gli arrivi illegali in Europa e avere di conseguenza incrementato la proporzione di chi arriva in Grecia (nel Mediterraneo orientale gli arrivi sono stati 2.540, con un calo del 44%) e in territorio iberico. Il totale dei migranti arrivati lo scorso mese è infatti stato un quinto in meno rispetto a gennaio 2018 in tutto il Mediterraneo.

E questo è stato dovuto soprattutto al calo degli arrivi in Italia, dal momento che a gennaio sono stati individuati circa 150 migranti, con un calo del 73% rispetto a dicembre e del 96% rispetto al gennaio del 2018. Numeri che, dopo quelli pubblicati già a gennaio, dimostrano gli effetti della politica dei porti chiusi intrapresa dal governo.
 

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[h=1]Torino, già scarcerati gli anarchici. Ira della polizia: "Vanificato il nostro lavoro"[/h] [h=2][/h]
Scarcerati gli 11 fermati negli scontri di sabato: per loro obbligo di firma. La polizia: "Introdurre il reato di terrorismo di piazza"

Giuseppe De Lorenzo - Mer, 13/02/2019 - 15:46
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Le immagini di devastazione sono ancora fresche nella memoria. Scene di guerriglia urbana. Ma mentre le proteste degli anarchici a Torino non si fermano, 11 militanti arrestati durante gli scontri di sabato verranno scarcerati per decisione del Gip.
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Se la caveranno con l'obbligo di firma. "Così vanificano i nostri sforzi", urlano i poliziotti indignati dalla decisione del giudice.

Ricapitoliamo. Da una settimana ormai polizia e anarchici si fronteggiano per tutta Torino. A far esplodere la miccia è stato lo sgombero del centro sociale Asilo di via Alessandria, occupato da 23 anni, e l'arresto di sei insurrezionalisti accusati a vario titolo di associazione sovversiva, istigazione a delinquere e detenzione, fabbricazione e porto di ordigni esplosivi. "Era un covo di eversori, la base logistica di una cellula sovversiva", assicura il questore Francesco Messina. Gli anarchici avrebbero infatti "promosso, costituito, organizzato e partecipato a un'associazione sovversiva diretta e idonea a influire sulle politiche nazionali in materia di immigrazione mediante la ripetuta distruzione dei Cie e dei Cpr e con sistematici atti di violenza e intimidazione nei confronti delle imprese impegnate nella gestione delle sopra indicate strutture di accoglienza".

Il blitz ha scatenato la rabbia anarchica. Le proteste si susseguono da giorni. Sabato scorso, Torino è stata devastata e la polizia ha dovuto fare gli straordinari. Il corteo a piazza Castello si è trasformato in guerriglia urbana: lancio di petardi, cassonetti bruciati e la città messa a ferro e fuoco. Un bus è stato preso d'assalto, costringendo l'autista alle cure dell'ospedale. La polizia ha risposto con idranti e lacrimogeni. Bilancio finale: undici persone fermate e accusate di devastazione, porto e lancio di oggetti esplodenti, resistenza aggravata.

Matteo Salvini aveva chiesto la "galera per questi infami", ma non verrà accontentato. Il gip ha sì convalidato gli arresti, ma ha disposto la scarcerazione degli indagati applicando loro la misura cautelare dell'obbligo di firma. "La misura decisa dal giudice - spiega all'Adnkronos uno dei legali, Claudio Novaro - riguarda il reato di resistenza al momento dell'arresto mentre per gli altri capi di imputazione non sono stati ravvisati i gravi indizi di colpevolezza in quanto non possono essere attribuiti indistintamente a tutti". Il questore, però, ha emesso sei fogli di via ad altrettanti insurrezionalisti arrestati durante gli scontri.

La decisione del Gip scatena l'ira della polizia. "Sospettati di reati gravissimi tornano tranquillamente alle proprie ‘faccende’ - attacca Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato - Così un lavoro di oltre venti ore filate portato faticosamente a termine dai colleghi in quella giornata di ordinaria follia viene praticamente vanificato". Perché rischiare la vita per arrestarli, se poi tornano liberi? "Bisognerebbe introdurre il reato di terrorismo di piazza - continua Mazzetti - che inasprisca le pene, le misure cautelari, gli strumenti di prevenzione". Perché quanto successo a Torino è stata "una delle consuete azioni di guerriglia organizzata". Non una "semplice manifestazione di scalmanati".

In fondo le tensioni non sembrano voler cessare. Dopo gli scontri, gli anarchici domenica si sono diretti al carcere Lorusso e Cotugno 'alle Vallette' in segno di solidarietà verso i fermati. Un razzo nautico ha causato un incendio all'isola ecologica e il crollo del capannone. Poi lunedì hanno fatto irruzione nell'aula bunker per impedire al pm Roberto Sparanga di prendere la parola durante il processo 'Scripta manent'. Per oggi, infine, si sono dati ancora appuntamento in piazza. Nel mirino c'è il sindaco Appendino, già finito sotto scorta "per l'innalzamento del clima di tensione", e la polizia è di nuovo in strada per evitare il peggio. Ma se non verranno prese le giuste "contromisure", fa notare il sindacato, "i poliziotti continueranno a tornare a casa con le ossa rotte, i delinquenti si ripresenteranno alla prossima manifestazione più agguerriti che mai".
 

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