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Don Pontarin alla messa delle 9: «Ori alla chiesa, non ai nipoti»
Abano Terme, la battuta scatena i social sul parroco. «Ne abbiamo bisogno per sistemare questo luogo, in primis i calici dell’eucarestia. Tanto poi i vostri parenti litigherebbero per i vostri soldi»
Federico Franchin
11 MAGGIO 2019
ABANO TERME. «Invece di lasciare l’eredità ai vostri nipoti, datela a noi che ne abbiamo bisogno per sistemare la chiesa, in primis i calici dell’eucarestia». Una battuta, quella pronunciata durante la messa delle 9 di domenica da don Antonio Pontarin, parroco del Sacro Cuore di Abano, che ha fatto sobbalzare numerosi fedeli presenti. Una battuta rimbalzata sui social network portando con sé reazioni a catena.
L’EPISODIO Tutto ha avuto origine alla messa delle 9 celebrata dal parroco 73enne e dal 1988 alla guida del Sacro Cuore. Una funzione, quella delle 9, frequentata da un pubblico anziano. «Verso la fine della celebrazione il parroco si è lasciato scappare una battuta, pronunciata anche sorridendo», racconta l’ex sindaco di Abano Giovanni Ponchio, vicepresidente del Consiglio Pastorale del Sacro Cuore. «Stava sistemando i calici dell’eucarestia e, vedendo che stanno perdendo la doratura e necessiterebbero di un restauro, ha detto agli anziani presenti che invece di lasciare l’eredità ai nipoti, che poi litigherebbero per quella, di effettuare una donazione alla parrocchia per sistemare i calici e altre cose che riguardano la chiesa stessa».
BATTUTA Ponchio è chiaro nel sottolineare come don Antonio Pontarin possa essere stato frainteso. «L’ho sentito anche oggi», dice. «Ha ribadito che la sua era una battuta e che l’aveva fatta per ridere e quindi chi si è offeso ha preso un granchio».
SERVONO OFFERTE Battuta o meno, il parroco ha bisogno di offerte per sistemare quei calici. «I calici sono vecchiotti» dice Ponchio. «C’è un artigiano che già si è offerto gratuitamente per il lavoro. Serve però l’oro per la doratura e quindi le offerte, come mi ha confermato don Antonio».
INDIGNAZIONE Qualcuno nella comunità sui social (Sei di Abano se) si è però indignato. «Da non credere, ma è successo davvero», commenta un utente. «Chiedo che qualcuno dica al prete se si è reso conto di cosa si è permesso di dire durante una messa». Il leone da tastiera il coraggio per farlo però non ce l’ha. ––