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www.corriere.it/cronache/16_febbrai...34893b4a5.shtml
BOLZANO
Truffa su 30 milioni di beneficenza
In manette monsignore argentino
Accusato di una truffa ai danni di quasi 300 persone. Soldi alla fondazione del sacerdote finiti in giro di riciclaggio. La replica: «Contro di me solo menzogne»

di Alessandro Fulloni

Spariti nel nulla (o meglio: finiti in un giro di riciclaggio tutto da chiarire) 30 milioni di euro raccolti a metà tra beneficenza e investimenti finanziari. La Guardia di finanza di Bolzano ha arrestato un monsignore, Patrizio Benvenuti, 64 anni, origini argentine e doppio passaporto, accusato di una truffa ai danni di quasi 400 persone, prevalentemente residenti in Belgio (ma anche italiani e francesi) per lo più in età avanzata. Versavano i propri soldi al sacerdote, destinati alla sua fondazione umanitaria Kepha, che finivano però in un articolato meccanismo di riciclaggio tra persone, società estere e italiane. Sparsi in conti correnti tra Germania, Lussemburgo, Stati Uniti, Panama. Le Fiamme Gialle hanno sequestrato in via preventiva, tra l’altro, una lussuosa villa del Quattrocento a Piombino e un grande sito archeologico a Selinunte. Con mandato di cattura internazionale è ricercato l’affarista francese, Christian Ventisette, di 54 anni, stretto collaboratore del monsignore.

Pubbliche relazioni
Sia lui che Benvenuti si adoperavano per trovare - con un lavoro certosino di pubbliche relazioni - persone che finanziassero la fondazione. Soldi sia in beneficenza, ma anche, se non soprattutto, investiti con la speranza di rivederli restituiti con un interesse - era la promessa - attorno al 7 %. Danaro che avrebbe fruttato - erano le millanterie del prete e del suo collaboratore -grazie a operazioni nel settore immobiliare. Buona fede carpita raccontando anche di inesistenti accreditamenti in Vaticano. Ma quando qualcuno ha chiesto di poter rientrare dell'investimento, si è sentito rispondere che era impossibile. Insomma: una specie di «schema Ponzi» per nulla diverso da quello delle maggiori truffe finanziarie. Sono così scattate le prime denunce. Tanto in Belgio, dove risiede la maggior parte dei truffati, quanto in Italia. Le indagini condotte dagli investigatori coordinati dal colonnello Giulio Piller si sono avvalse di 7 rogatorie e della collaborazione degli «007» dell'Europol.

L'inchiesta partita dalla segnalazione di una suora
L'inchiesta è partita dalla segnalazione di una suora, ex collaboratrice del prelato. La religiosa aveva, infatti, ricevuto presso la propria abitazione in Alto Adige documenti bancari e non, riferiti ad un trust e una società di capitali, entrambi denominati Opus che, evidenziavano movimentazioni di denaro per centinaia di migliaia di euro e delle quali non sapeva darsi una spiegazione, ma che erano in ogni caso a riconducibili a lei. La suora aveva poi raccontato agli investigatori della Guardia di Finanza che, spinta dalla fiducia che riponeva nel monsignore - sino allo scorso anno cappellano militare in una base della Marina a Chiavari, e sempre in mezzo a numerose iniziative tra cui alcune a palazzo Barberini a Roma - quando lavorava con lui nella Capitale, aveva firmato alcuni contratti costitutivi, divenendo, tra l'altro, rappresentante legale della Opus nella sede in Alto Adige, rimanendo così coinvolta nel procedimento fallimentare della società Kepha Invest in Belgio.
Il tesoro sequestrato del monsignore
Al monsignore è stato sequestro un tesoro sconfinato. Un elenco che comprende ville, opere d'arte, addirittura un museo. Si comincia da Villa Vittoria, una lussuosa e antica dimora risalente nelle mura al 1465, a Piombino, di proprietà della Fondazione Kepha del valore di circa 8 milioni di euro, dove - per gli inquirenti - si era personalmente stabilito monsignor Benvenuti. «Sigilli» anche in un grande sito archeologico in Sicilia, nel Centro Archeologico Museale di Triscina di Selinunte (valore di circa 850.000 euro) di proprietà della Icre srl, società avente sede in Lussemburgo ma riferibile all'indagato latitante Ventisette. Sequestrato anche un immobile in Poggio Catino (nel Reatino) del valore di 530.000 euro e altri immobili e terreni a Poppi (Arezzo) per il valore di 670.000 euro. Nel mandato di arresto europeo è stato richiesto il sequestro anche di una villa considerevole in Corsica. È stato sottoposto a sequestro anche il sito web della Fondazione Kepha Onlus.
La difesa
«Questa ordinanza del giudice Schonsberg, è una colluvie di menzogne che, guarda caso, ricadono puntualmente su di me e su Pandolfo - risponde il monsignore arrestato in una nota diffusa dal «Comitato di sostegno internazionale a don Patrizio Benvenuti» - molte verità, ma talmente mischiate a bugie e falsità da perdere la globale visione della realtà dei fatti». «Come difendersi? Eppure mi hanno sempre insegnato e garantito che la verità prima o poi emerge in tutto il suo splendore. Voglio davvero sperarci», conclude la lunga nota.
@alefulloni
10 febbraio 2016 (modifica il 12 febbraio 2016 | 13:00)



www.lanazione.it/la-spezia/cronaca/...52?wt_mc=fbuser
Scoperta mega truffa gestita da un monsignore: confiscati beni per 9 milioni di euro
La procura di Bolano smaschera l’intrigo gestito da un giudice della Sacra Rota

di CORRADO RICCIPubblicato il 2 settembre 2017
Ultimo aggiornamento: 2 settembre 2017 ore 23:16
Guardia di finanza
Guardia di finanza
3 min
La Spezia, 3 settembre 2017 - DUE GROSSI complessi immobiliari appartenenti alla società spezzina Estate Mare srl a Montepertico, per un valore stimato in 9 milioni di euro, sono stati confiscati all’esito dell’azione penale promossa dalla procura di Bolzano, attraverso il pm Igor Secco che - con le indagini delegate alla Guardia di Finanza - ha smascherato una mega truffa ai danni di 300 risparmiatori, con parallela evasione fiscale monstre. Le vittime sono per lo più cittadini di origine belga; questi, dopo aver affidato i risparmi alla società lussemburghese Kepha Invest, si sono ritrovati a imprecare contro il tessitore primario dell’intrigo: un religioso di origini argentine che, quanto meno nelle loro convinzioni, avrebbe dovuto, con i soldi ricevuti, fare investimenti per traguardare utili da destinare ad opere di bene mentre, invece lì ha dilapidati o quanto gestiti badando a speculare, in danno loro e del fisco.

La beffa patrimonial/erariale è infatti contestata, fra gli altri, a monsignore Patrizio Benvenuti, già giudice della Sacra Rota, e al suo braccio operativo per lavori sporchi, il faccendiere di origini francesi, Cristhian Ventisette che (nell’ambito delle relazioni coltivate nel golfo, anche quando era colpito da mandato di cattura internazionale) aveva condotto le danze per rilevare - attraverso un labirinto societario riconducibile alla Kepha Invest - le quote di maggioranza della società spezzina Estare Mare srl.

MENTRE sull’alto prelato - prima dell’arresto, avvenuto nel febbraio 2016, in stretta relazione col cardinale Tarcisio Bertone - pende la richiesta di rinvio a giudizio per associazione per delinquere finalizzata alla truffa e all’evasione fiscale, l’altro ha chiesto di patteggiare la pena a 2 anni di reclusione; ciò in connessione al patteggiamento già chiesto e ottenuto, nell’ambito dell’applicazione delle norme sulla responsabilità amministrativa, dalla società spezzina (con sede legale in via Fontevivo) di cui il faccendiere, dal 2014, era il presidente-manovratore (in beffa dei soci di minoranza considerati dalla procura di Bolzano parti lese); la sanzione concordata con la procura di Bolzano ammonta a 56mila euro.

La resa ha intanto spianato la strada alla confisca dei beni, sulla via del recupero al patrimonio dello Stato delle risorse non incamerate per effetto delle evasioni fiscali. La confisca è scattata su un complesso residenziale di una decina di appartamenti al grezzo, valutato in 3 milioni di euro e su un’area edificabile già dotata di progetto per la realizzazione di case e box con valore stimato finale di 6 milioni. Uno scenario futuribile dunque e non attuale, con la rivalsa dello Stato ora proiettata a passare dalle complciazioni del giudizio di esecuzione, con la società posta in liquidazione

www.ansa.it/trentino/notizie/2017/0...acf1781616.html

Chiesto rinvio giudizio mons. Benvenuti
Arrestato nel 2016 per una serie di presunte truffe


BOLZANO
01 settembre 2017
16:57

BOLZANO, 1 SET - La procura di Bolzano ha chiesto il rinvio a giudizio per monsignor Patrizio Benvenuti, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e violazione fiscale.
L'alto prelato, 65 anni, di origini argentine, era stato arrestato nel febbraio 2016 per una serie di presunte truffe in campo finanziario. Sarebbero circa 300 le vittime, tra cui numerosi altoatesini, per un valore complessivo di 30 milioni di euro. Il pm Igor Secco, titolare dell'inchiesta, ha chiesto il rinvio a giudizio anche per Etienne Benetrix, Fabio Pompei e Pandolfo Pandolfi, tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa. A far partire l'inchiesta, nel 2014, fu un'ex suora dell'ordine della Santa Croce di Merano, ex collaboratrice del prelato.

www.dhnet.be/actu/faits/l-escroquer...d70fc627d77ba45
L’escroquerie Kepha jugée le 8 novembre en Italie
GILBERT DUPONT Publié le mardi 12 septembre 2017 à 13h55 - Mis à jour le mardi 12 septembre 2017 à 13h57


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L’escroc Gilbert Chikli arrêté
ABONNÉS Le coup de gueule du chef de la police de Liège après Standard-Charleroi: "J’en ai marre !"
FAITS DIVERSSix suspects dont un Belge comparaîtront à Bolzano pour cette escroquerie en Belgique qui a fait 250 victimes pour 35 millions d’euros entre 2007 et 2014
L’information est attendue par plus de 250 victimes belges du scandale Kepha. Le procès de l’escroquerie montée entre 2007 et 2014 autour de la société d’investissement immobilier résidentiel d’Ixelles Kepha Invest s.a. s’ouvrira en Italie, avec six inculpés cités à comparaître le 8 novembre prochain devant le tribunal pénal de Bolzano. L’information a pu nous être confirmée par l’avocat Claude Bontinck du seul suspect belge, le baron Christophe de Fierlant. Outre le baron de Fierlant, la justice italienne jugera l’homme d’église d’origine argentine Patrizio Benvenuti, l’Italien Pandolfo Pandolfi, le Français Christian Ventisette, l’avocat établi à Miami Matteo C. et le Français de 49 ans Etienne Benetrix. En aveux sur la matérialité des faits, de Fierlant nie l’intention délictueuse. Attendu depuis que le scandale a éclaté en octobre 2014, le procès est pour les victimes principalement belges l’étape obligée sur le chemin d’une éventuelle indemnisation. Éventuelle en effet : leurs avocats les ont déjà informées que l’espoir de récupérer de l’argent est mince et fragile, les procédures en Italie s’annonçant selon eux "ardues, coûteuses et sans garantie de réussite". Avec un procès en Italie, la crainte est que le fisc italien se serve en priorité, mette le grappin sur ce qui a pu être saisi et ne représenterait que le tiers du préjudice de l’escroquerie estimé à environ 35 millions d’euros.

Les 250 plaignants belges seront invités à remplir des procurations qui seront déposées le 8 novembre au tribunal de Bolzano. Prise de court par l’italienne, la justice belge n’a pas forcément dit son dernier mot. Depuis le 30 octobre 2014, l’affaire Kepha est parallèlement à l’instruction à Bruxelles chez le juge financier Michel Claise. Les 250 victimes belges s’adressaient à des intermédiaires à Bruxelles et en Wallonie que la justice italienne ne poursuit pas. Selon l’évolution du procès à Bolzano, le juge Claise pourrait ensuite s’intéresser à tous ces courtiers sans lesquels l’escroquerie était impossible.

Quant au seul Belge poursuivi en Italie, Me Bontinck rappelle que le baron de Fierlant, s’il a prêté une aide matérielle qu’il ne nie pas, n’a eu conscience à aucun moment de participer à une escroquerie tant celle-ci était bien conçue et paraissait avoir l’appui, pour ne pas dire la bénédiction, du Vatican.

Des six, le baron de Fierlant est le seul qui, toujours selon son avocat, s’est évertué à contribuer à indemniser les victimes, dans la mesure de ses moyens du moins. "C’est simple, soupire Me Claude Bontinck, mon client n’a plus rien. Il a dû vendre des propriétés. Cet homme a 47 ans et n’a plus rien […] Mais il tient à ce que chacun sache qu’il n’est pas un escroc. Il a d’ailleurs été le premier à dénoncer et porter plainte. Le baron de Fierlant ne savait pas."

Gilbert Dupont

www.ansa.it/trentino/notizie/2018/0...26604dce20.html

Caso mons. Benvenuti passa a Roma

Alto prelato fu arrestato nel 2016 con accusa di maxi truffa

BOLZANO
09 marzo 2018
17:48

(ANSA) - BOLZANO, 9 MAR - Si sposterà quasi interamente a Roma il procedimento a carico di monsignor Patrizio Benvenuti, accusato insieme ad altre tre persone di una maxi-truffa a danno di numerosi risparmiatori. Lo ha deciso il gup di Bolzano Walter Pelino in riferimento alla questione di competenza territoriale sollevata dalla difesa.
Il filone dell'associazione a delinquere finalizzata alla truffa, che riguarda l'alto prelato 66enne e gli altri tre imputati, sarà dunque trasmesso a Roma. Per quanto riguarda invece l'imputazione di autoriciclaggio, a carico del monsignore, se ne dovrà occupare la procura di Genova. A Bolzano, invece, rimarrà in piedi solo l'imputazione per false dichiarazioni. L'alto prelato, di origini argentine, era stato arrestato nel febbraio 2016 per una serie di presunte truffe in campo finanziario. Sarebbero circa 300 le vittime, tra cui numerosi altoatesini, per un valore complessivo di 30 milioni di euro. A far partire l'inchiesta, nel 2014, fu un'ex suora ed ex collaboratrice del prelato.

http://iltirreno.gelocal.it/piombino/crona...ioni-1.17241169
ESECUZIONE IMMOBILIARE A FINE MESE
Jindal interessato ad acquistare Villa Vittoria. L’ex dimora di Lucchini all’asta per 4 milioni
Fu comprata nel 2009 dalla fondazione Kepha, presieduta da don Benvenuti, arrestato nel 2016 con l’accusa di truffa
di Cristiano Lozito

12 settembre 2018

PIOMBINO. Villa Vittoria, la splendida residenza in Cittadella messa sotto sequestro nel febbraio 2016 nel giorno dell’arresto di monsignor Patrizio Maria Romano Benvenuti, accusato di una truffa da 30 milioni, a fine mese andrà all’asta: in realtà la notizia dell’esecuzione immobiliare attraverso gli annunci del Tribunale di Livorno ha fatto sì che eventuali acquirenti abbiano già potuto rivolgersi al delegato alla vendita, il commercialista Enrico Pecchia dello studio Audit.

Nei giorni scorsi, durante la sua visita in città accompagnato dal sindaco Massimo Giuliani, anche Sajjan Jindal avrebbe chiesto informazioni e poi visitato l’antica dimora, in vendita per poco più di 4 milioni, con un’offerta minima di 3 milioni, cioè il 75% del prezzo base.

Notizia circolata negli ambienti vicini alla fabbrica, e in quest’ottica rappresentata come un segno della solidità dei progetti di Jindal, intenzionato ad acquistare una casa in città. Ed effettivamente è difficile trovare in città una residenza di questo livello: a ridosso della chiesina realizzata da Andrea Guardi per conto degli Appiani, si affaccia sul mare. 856 metri quadri su tre piani, 24 camere, un ampio salone al piano terra, dalla terrazza e dal giardino il panorama sul golfo di Salivoli e sull’Elba.

La dimora è carica di storia: nel 1502 vi aveva abitato Leonardo da Vinci, chiamato a progettare e costruire le mura di cinta della villa. Agli inizi dell’Ottocento la fece restaurare e vi si stabilì Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone. Nel secolo scorso e fino al 2009 Villa Vittoria invece ha ospitato prima i direttori della Magona, poi i vertici delle acciaierie. Quando Luigi Lucchini, nel 1993, acquistò l’ex Ilva, rilevò anche la villa e ne divenne l’ultimo proprietario.

Nel 2009 la villa fu acquistata dalla fondazione Kepha presieduta da monsignor Benvenuti, 66 anni, nato a Buenos Aires ma con madre campigliese e padre sanvincenzino. Il monsignore all’epoca spiegò di voler realizzare a Villa Vittoria un centro di formazione di eccellenza, di master post universitari e un ciclo di corsi di canto che in effetti videro protagonista Katia Ricciarelli. Poi qualche matrimonio, feste private, iniziative culturali.

Nel 2015 però don Benvenuti mise la casa in vendita, spiegando che la sua gestione era troppo costosa. Un anno dopo, l’arresto per una presunta truffa ai danni di anziani, per lo più francesi e belgi: insieme ad altri indagati don Benvenuti era accusato (il procedimento è ancora in corso) di aver raccolto 30 milioni

di euro sfruttando la credibilità del clero, investendo il denaro in società satellite per ottenere ville di lusso e mega stipendi. La villa di Cittadella era stata acquistata con un mutuo, la Kepha smise di pagarne le rate fino all’esecuzione immobiliare.


http://iltirreno.gelocal.it/piombino/crona...ioni-1.17244784
Jindal interessato a Villa Vittoria: l’ex dimora di Lucchini all’asta per 4 milioni
Fu comprata nel 2009 dalla fondazione Kepha, presieduta da don Benvenuti, arrestato nel 2016 con l’accusa di truffa
di Cristiano Lozito

13 settembre 2018
.
Sajjan Jindal, neoproprietario della ex Lucchini (foto Paolo Barlettani)
PIOMBINO. Villa Vittoria, la splendida residenza in Cittadella messa sotto sequestro nel febbraio 2016 nel giorno dell’arresto di monsignor Patrizio Maria Romano Benvenuti, accusato di una truffa da 30 milioni, a fine mese andrà all’asta: in realtà la notizia dell’esecuzione immobiliare attraverso gli annunci del Tribunale di Livorno ha fatto sì che eventuali acquirenti abbiano già potuto rivolgersi al delegato alla vendita, il commercialista Enrico Pecchia dello studio Audit.

Nei giorni scorsi, durante la sua visita in città accompagnato dal sindaco Massimo Giuliani, anche Sajjan Jindal avrebbe chiesto informazioni e poi visitato l’antica dimora, in vendita per poco più di 4 milioni, con un’offerta minima di 3 milioni, cioè il 75% del prezzo base.

Notizia circolata negli ambienti vicini alla fabbrica, e in quest’ottica rappresentata come un segno della solidità dei progetti di Jindal, intenzionato ad acquistare una casa in città. Ed effettivamente è difficile trovare in città una residenza di questo livello: a ridosso della chiesina realizzata da Andrea Guardi per conto degli Appiani, si affaccia sul mare. 856 metri quadri su tre piani, 24 camere, un ampio salone al piano terra, dalla terrazza e dal giardino il panorama sul golfo di Salivoli e sull’Elba.

La dimora è carica di storia: nel 1502 vi aveva abitato Leonardo da Vinci, chiamato a progettare e costruire le mura di cinta della villa. Agli inizi dell’Ottocento la fece restaurare e vi si stabilì Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone. Nel secolo scorso e fino al 2009 Villa Vittoria invece ha ospitato prima i direttori della Magona, poi i vertici delle acciaierie. Quando Luigi Lucchini, nel 1993, acquistò l’ex Ilva, rilevò anche la villa e ne divenne l’ultimo proprietario.

Nel 2009 la villa fu acquistata dalla fondazione Kepha presieduta da monsignor Benvenuti, 66 anni, nato a Buenos Aires ma con madre campigliese e padre sanvincenzino. Il monsignore all’epoca spiegò di voler realizzare a Villa Vittoria un centro di formazione di eccellenza, di master post universitari e un ciclo di corsi di canto che in effetti videro protagonista Katia Ricciarelli. Poi qualche matrimonio, feste private, iniziative culturali.

Nel 2015 però don Benvenuti mise la casa in vendita, spiegando che la sua gestione era troppo costosa. Un anno dopo, l’arresto per una presunta truffa ai danni di anziani, per lo più francesi e belgi: insieme ad altri indagati don Benvenuti era accusato (il procedimento è ancora in corso) di aver

raccolto 30 milioni di euro sfruttando la credibilità del clero, investendo il denaro in società satellite per ottenere ville di lusso e mega stipendi. La villa di Cittadella era stata acquistata con un mutuo, la Kepha smise di pagarne le rate fino all’esecuzione immobiliare. —

SONO TUTTI COME S.FRANCESCO D'ASSISI.



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GLI SERVE UNA CURA ?



Cari amici, la reazione di Rebecca Nyandeng De Mabior, la vedova di John Garang, il fondatore dell’Esercito di Liberazione del Popolo del Sudan, esprime lo sgomento e l’orrore per il comportamento di Papa Francesco prostrato per terra che le bacia le scarpe. Avete letto bene: il Papa le bacia le scarpe. Quelle mani congiunte davanti alla bocca e gli occhi persi nel vuoto testimoniano l’incredulità e la vergogna per un gesto che è totalmente umiliante per il Papa ma è anche imbarazzante per chi deve accondiscendere a una simile umiliazione.
Baciare le scarpe è universalmente sinonimo di umiliazione, sottomissione, perdita della dignità. Quando si vuole oltraggiare una persona lo si paragona ad una scarpa. Il 14 dicembre 2008 il giornalista iracheno Muntazar al-Zaidi, del canale televisivo al-Baghdadiya, per manifestare il suo disprezzo nei confronti del Presidente americano George W. Bush, nel corso di una conferenza stampa a Bagdad si tolse una scarpa e gliela lanciò contro urlando "questo è il bacio d'addio del popolo iracheno".
Cari amici, per nessunissima ragione il Papa deve prostarsi per terra e baciare le scarpe di chicchessia. È una profonda umiliazione per lui, è un oltraggio alla Chiesa cattolica che rappresenta, è un’offesa a Gesù Cristo di cui è il Vicario per i cattolici, ma è anche tremendamente inquietante per chi si ritrova il Papa baciargli le scarpe. Quest’immagine resterà alla Storia come il fotogramma della fase cruciale della decadenza della civiltà cristiana votata al suicidio e alla sottomissione.

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