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UNA MELA E TI LEVA DI TORNO.

Alien.

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[h=1]Le mele del Trentino? Sono così piene di pesticidi da aver contaminato il DNA dei neonati !![/h] [h=2]by eles-196619 novembre 20170 Comments[/h]
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[h=3]Le mele del Trentino? Sono così piene di pesticidi da aver contaminato il DNA dei neonati !![/h] Il dibattito sui pesticidi c’è ed è pure molto acceso. Nell’affollatissima sala dell’Istituto comprensivo di Cles, si è svolto il convegno «Ambiente è salute: esposizione cronica a pesticidi e Dna umano», presentazione della prima ricerca scientifica su alcuni residenti della Val di Non ed organizzata dal Comitato per il diritto alla salute.
Che il tema scottante fosse particolarmente sentito è stato testimoniato dal fatto che l’organizzazione ha dovuto impedire l’accesso alla sala a molte persone interessate all’iniziativa e giunte quando l’auditorium era ormai al completo. Tuttavia, questo interesse si è fatto sentire in maniera più brusca, quando alcuni interventi a fine dibattito hanno portato un altro punto di vista sull’agricoltura tradizionale.


Ma andiamo per gradi. Sergio De Romedis del Comitato per il diritto alla Salute Val di Non ha introdotto la serata: «Oggi presenteremo uno studio scientifico effettuato sugli abitanti della Val di Non relativo ai danni al Dna dovuti all’esposizione cronica ai pesticidi. Ciò non significa che siamo contro l’agricoltura, ma, al contrario, pensiamo che essa sia fondamentale. Tuttavia, attraverso l’uso di determinate sostanze chimiche di sintesi, crediamo che essa crei una conflittualità, poiché sono state trovate tracce di pesticidi nel corpo di chi non è esposto professionalmente».
La parola è dunque passata agli esperti. Il dottor Marco Tomasetti dell’università politecnica delle Marche ha spiegato l’azione dei pesticidi sul Dna umano: anzitutto essi creano una rottura del genoma, poi inibiscono la naturale funzione ricostruttiva e, proprio per questo, obbligano la cellula a riprodursi in maniera errata. Questo non significa certo malattia istantanea, ma è comunque una premessa a tumori o malattie neurodegenerative.
Il secondo intervento è stato quello della dottoressa Renata Alleva del Irccs Rizzoli di Bologna, la quale ha presentato lo studio sulla popolazione nonesa: «Abbiamo effettuato uno studio su un gruppo di persone che per motivi residenziali è quotidianamente a contatto con i pesticidi. Si è misurata la qualità dell’aria, la presenza di pesticidi all’interno delle case e si sono poi eseguiti prelievi sulle persone in periodi diversi, ad alta e bassa esposizione».



Lo studio afferma che nei periodi di alta esposizione il Dna ci mette molto tempo a riparare i danni subiti dai pesticidi e anzi è inibito dal farlo. «I
l danno al Dna si accumula e una donna in gravidanza può trasferire al feto le sostanze – ha proseguito la Alleva – Ciò può avvenire anche durante l’allattamento, visto che i residui dei pesticidi si accumulano nei grassi».
Lo studio sarà pubblicato su una rivista scientifica internazionale, laMolecular Nutrition & Food Research.
Nel dibattito è intervenuto oggi, con una nota dettagliata, anche l’assessore Michele Dallapiccola, che rivendica quanto fatto dalla Provincia su questo fronte e invita a evitare gli allarmismi.

IL DIBATTITO: «I CONTADINI NON SONO ASSASSINI»


Dopo l’intervento del pediatra dottor Pinelli, il quale ha parlato delle conseguenze dei pesticidi sullo sviluppo dei bambini, è seguito un dibattito acceso. In cui però nessuno ha confutato lo studio scientifico (non c’erano esperti di microbiologia o medicina titolati a farlo), ma si è trasferito il dibattito su temi generali.
Così ad esempio Alessandro Dalpiaz, direttore dell’Apot: «La serata mi ha disorientato. Noi agricoltori siamo accusati di essere gli artefici delle problematiche esposte in questo studio. Non crediamo sia così. Noi agiamo nel rispetto delle norme e non sta a noi fare pressione sul legislatore affinché elimini determinati pesticidi. Al contrario di quanto sostenuto stasera, la qualità e l’aspettativa di vita non sono peggiorate».
A queste parole sono partite grida di protesta contro Dalpiaz, il quale ha proseguito dicendo che «Noi non siamo colpevoli, ma interpreti della nostra vita professionale. Possiamo sicuramente migliorare, ma dobbiamo trovare punti di incontro e dialogare di più». Dalpiaz ha ripreso il proprio posto in sala accompagnato da forti proteste.
In questo clima rovente, dal mondo ortofrutticolo è arrivata un’altra voce, quella di Gabriele Calliari, presidente Coldiretti Trentino: «Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Siamo tutti venuti qui in auto e chissà quanti aerei sono passati sopra le nostre teste durante la serata. Io non mi sento un killer di bambini. Devo forse pensare che la gente muore di cancro per colpa della mia attività? L’agricoltura oggi è a un bivio: o è legittimata e può dunque andare avanti, oppure deve terminare. Dobbiamo smettere di produrre e acquistare prodotti esteri distribuiti dalle lobby multinazionali e ogm? Diamoci una mano, altrimenti non se ne esce».
Anche in questo caso non sono mancati i brusii di sottofondo, ma certo non così forti come quelli rivolti a Dalpiaz. La serata si è quindi conclusa verso mezzanotte.


APOT E MELINDA: «ECCO PERCHÉ ABBIAMO PARTECIPATO»

Diversi rappresentanti dei Consorzi Melinda e «La Trentina», associati ad Apot – Associazione produttori ortofrutticoli trentini – ed una rappresentanza di frutticoltori di imprese private, e rappresentanze di enti locali del territorio, non hanno voluto mancare al Convegno, per ribadire il proprio impegno e volontà di accogliere le istanze della popolazione sul fronte del tema dell’utilizzo dei fitofarmaci. E lo hanno ribadito in un comunicato stampa.
Esso informa: «Abbiamo ritenuto utile una nostra presenza all’incontro per confermare la disponibilità dei frutticoltori verso un confronto più aperto e attento sui temi della salute e dell’ambiente – dichiara Alessandro Dalpiaz, direttore di Apot -. Dobbiamo essere coscienti che solo attraverso una progettualità rinnovata, ma anche sufficientemente condivisa, sarà possibile migliorare la qualità del sistema produttivo e del sistema territoriale, offrendo maggiori e più solide garanzie sociali ed economiche al Trentino, dando pieno significato al concetto di sostenibilità che ingloba le istanze economiche, sociali ed ambientali dei lavoratori e dei cittadini».
Continua il comunicato stampa: «Sulla medesima posizione il presidente di Melinda Michele Odorizzi, che ricorda come “L’interesse del Consorzio passi anche attraverso le sensibilità dei cittadini, che vanno ascoltate ed applicate nelle politiche ambientali e commerciali ma anche nel lavoro quotidiano dei singoli frutticoltori”».
Secondo il comunicato dei frutticoltori «Il confronto continuo e costruttivo, quindi, è quanto Apot e i Consorzi associati auspicano, da cui trarre utili suggerimenti e indicazioni importanti per la formulazione di programmi di attività e progetti in grado di favorire il raggiungimento di obiettivi di qualità ambientale, sociale ed economica alla base del concetto di “sostenibilità”, verso cui i frutticoltori, le loro rappresentanze e la società civile sono comunemente orientati».
fonte: http://www.ladige.it/popular/salute...denti-val-non-agiscono-dna-passano-mamma-feto
tratto da: QUI
 

Alien.

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[h=1]Pesticidi, il clorpirifos riduce il quoziente intellettivo dei bimbi: “La Ue verso il divieto”[/h] Di
enrico cinotti
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17 Giugno 2019
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Il clorpirifos, insetticida considerato neurotossico e ritenuto un potente interferente endocrino, ha la capacità di ridurre di 2,5 punti il QI, il quoziente intellettivo, di un bambino europeo. I nuovi effetti dirompenti effetti sulla salute umana di questo pesticida (già messo al bando in 8 paesi europei, Germania, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Slovenia, Svezia – e da poco anche in Svizzera, mentre in Francia attualmente è autorizzato solo nella coltura degli spinaci) sono stati svelati stamane dal quotidiano francese Le Monde che scrive: “Nato per sostituire il Ddt e i suoi effetti deleteri nel 1965, il prodotto della statunitense Dow Chemical danneggia in effetti il ​​cervello dei bambini in modo irreversibile. Le prove scientifiche sono ora così travolgenti che, secondo informazioni da Bruxelles, la Commissione europea si sta preparando a proporre la messa al bando dal mercato”.

Anche il portale spagnolo El Confidential conferma la notizia: “L’Unione europea, da quanto si apprende da fonti qualificate, intende vietare il clorpirifos a partire dal 2020“. Ha spiegato il pediatra alla New York University Leonardo Trasande: “Il clorpirifos, come i tutti pesticidi organofosfati, causa seri problemi nello sviluppo cognitivo dei bambini dalla prima infanzia specie se le madri hanno avuto un’alta esposizione durante la gravidanza.
Non solo. In molti studi è stato dimostrato che il clorpirifos è uno dei fattori che causano nei bambini disturbi dell’attenzione e iperattività, perdita di punti nel QI o obesità”.

Quindi non date sempre la colpa ai giovani
ci sono milioni di A.Marchi ma con la patente.



https://ilsalvagente.it/2019/06/17/...HcVqDEDBSzfsOng_EYDvbDVk-RI52mKrQG92KfL3uYi88
 

Alien.

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3 FEBBRAIO 201913:21[h=1]Caserta, sequestrati 12 pozzi idrici contaminati da arsenico | Pm: "Alta incidenza dei tumori nella zona"[/h] [h=2]Anche il proprietario del terreno sottoposto a sequestro morto per cancro. Lʼacqua contaminata usata per irrigare i campi[/h] (7.4K)
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Dodici pozzi utilizzati per uso domestico e irrigazione sono stati posti sotto sequestro dai carabinieri nel Casertano, nell'ambito di una operazione coordinata dalla procura di S. Maria Capua Vetere. I pozzi si trovano tra i comuni di Caserta e San Nicola la Strada: in alcuni è stata accertata la presenza di oltre 9mila milligrammi per litro di arsenico, una "quantità abnorme" per il procuratore Maria Antonietta Troncone (la soglia legale è di 10 mg).

Sono in corso attività di carotaggio per verificare se la contaminazione sia estesa anche al suolo. Il decreto di sequestro preventivo è stato eseguito dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale Carabinieri di Caserta e dal Nucleo Operativo Ecologico Carabinieri di Caserta. L'acqua dei pozzi è stata utilizzata per anni per irrigare alcune colture ma anche per i giardini di complessi residenziali; non arriva invece nelle case, che sono allacciate alla normale condotta idrica.

Ma nella zona è alta l'incidenza dei tumori - "Nell'area compresa tra Caserta e San Nicola la Strada in cui abbiamo sequestrato i pozzi contaminati, si registra un'alta incidenza di tumori, specie alla prostata, anche se non si può stabilire il nesso di causalità tra l'inquinamento provocato dall'attività industriale e queste morti". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere Maria Antonietta Troncone. Persino il proprietario di una delle aree sequestrate è morto un anno fa proprio per un tumore alla prostata, "patologia che sembra legata proprio alla contaminazione da arsenico - spiega Troncone - che è la seconda sostanza chimica più cancerogena".

Case costruite su cava scarichi industrie - L'area dove sono stati sequestrati i pozzi contaminati era nota negli anni 60 e 70 come la "piscina rossa": sul fondo di una cava ristagnavano liquami contenenti arsenico e altre sostanze chimiche, residui dell'attività di lavorazione del ferro e del vetro, nei pressi dell'industria Saint Gobain di Caserta. Nella zona, nota come Lo Uttaro, sorgono altre cave trasformate in discarica; la "piscina rossa" negli anni è stata interrata insieme a tonnellate di rifiuti, e sovrastata da abitazioni civili e insediamenti produttivi. In questo contesto di veleni era avvenuta la contaminazione dei pozzi sequestrati.

CASERTA

Che schifo certi esseri umani ma con le chiacchiere non si fa il pane.

A proposito di pane ottimo se fatto con quell'acqua.
 

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