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La centrale nucleare del Garigliano ha prodoitto e produce contaminazione da materiale radioattivo, “malformazioni e i piu’ elevati indici di leucemia d’Italia”. Lo denuncia il Wwf, alla vigilia del sit-in davanti alla centrale di Sessa Aurunca (Caserta) per dire ‘no’ al ritorno del nucleare. L’impianto venne costruito dalla Senn – Societa’ elettronucleare nazionale, che la cedette a Enel nel 1965. Chiusa nel 1982, nel 1999 e’ passata da Enel a Sogin. Gli ambientalisti ricordano in una nota che “la centrale in oggetto e’ di tipo ‘Reattore ad acqua bollente (Bwr)’ di 160 MegaWatt, un modello superato gia’ nel periodo di sua realizzazione”. I lavori per la realizzazione della centrale, rammenta l’associazione del Panda, iniziarono nel 1959 e finirono nel 1964 e “gia’ nel 1963 si verifico’ il primo di una lunga serie di incidenti e/o malfunzionamenti piu’ o meno gravi”.

A detta del Wwf, “gli incidenti di rilievo furono 18 fino al 1982, ma solo nel novembre del 1980 ci fu la prima segnalazione ufficiale ai comuni limitrofi delle Province di Caserta e Latina”. In quell’occasione venne denunciato un incidente dovuto alle infiltrazioni di acqua di falda nei sotterranei della centrale dove c’erano i contenitori di stoccaggio delle resine provenienti dal sistema di purificazione delle acque del reattore della centrale. L’incidente, continua il Wwf, “provoco’ la fuoriuscita di ingenti quantita’ di materiale radioattivo (in particolare Cesio 137, Cesio 134 e cobalto 60)”. Qualche giorno dopo l’incidente “si registro’ la morte di 25 bufale che avevano pascolato in aree sommerse dal fiume e la moria di grossi pesci lungo il tratto di mare dove sfocia il fiume Garigliano”. Il Wwf non ha dubbi: “Casi simili a questo sono innumerevoli”. Cosi’ come “sono innumerevoli i casi di malformazioni fetali di piante, animali ed esseri umani e di tumori ed altre patologie direttamente riconducibili all’inquinamento radioattivo, nella zona di Sessa Aurunca, Castelforte (Latina), Minturno (Latina) e gli altri comuni vicini”.

Il Wwf chiede quindi alla Sogin – l’ente proprietario dell’impianto e che dovrebbe occuparsi della sua dismissione – di “rendere
pubblici i dati attuali sulla presenza delle scorie radioattive stoccate presso la centrale, che fino a qualche anno fa, quando effettuammo la visita, erano ancora li’”. Inoltre si chiede di “procedere allo smantellamento della centrale non prima di aver attentamente ascoltato tutte le esigenze delle popolazioni locali che hanno il diritto di essere piu’ che sicuri che tale impresa sia esente da qualsiasi rischio per la salute dell’essere umano, di tutte le altre forme di vita li’ presenti e dell’ambiente”.




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Sul Garigliano un morto su due è per tumore.


…lo spostamento della base Nato nel 1993, ufficialmente dovuto al taglio di fondi dell’amministrazione Clinton, sarebbe invece dovuto all’inquinamento radioattivo in cui versa la zona…
Sessa A. 18.12.2002 (Caserta24ore). Il Ministero della Sanità ha disposto un’indagine conoscitiva per fare luce sulla reale situazione dell’impianto nucleare del Garigliano, ai confini delle province di Caserta e Latina. La centrale nucleare di Sessa Aurunca sul Garigliano fu costruita nel 1959; da 14 anni l'Italia non produce piu' energia nucleare, ma le centrali sono sempre li', invecchiano, con il loro carico di combustibile irraggiato - uranio e plutonio - e migliaia di rifiuti stoccati nei bidoni.
L’indagine segue l’azione promossa da 14 sindaci dei Comuni della piana del Garigliano tra cui quelli di Sessa Aurunca, Formia, Gaeta che alcuni mesi fa avevano firmato e sottoscritto un documento in cui richiedevano l’avvio di una indagine epidemiologica sulle cause di morte negli ultimi 30 anni nei loro territori.
I sindaci chiedevano tutte le misure di verifica sanitaria per stabilire se ed, eventualmente, in che misura – la fuoriuscita di sostanze radioattive della dimessa Centrale Nucleare sul Garigliano possa essere messa in relazione di causa e di effetto nei confronti del rilevante numero di casi tumorali registrati negli abitati della zona.
Il leader storico del movimento anti–nucleare Marcantonio Tibaldi, autore di numerose pubblicazioni sull’argomento, aveva dato il via all’iniziativa: “E’ da 41 anni che cerco di denunciare gli effetti funesti della Centrale del Garigliano, ma fino ad oggi nessun si è degnato di rispondere a livello nazionale. Dall’analisi che abbiamo condotto sulle cause di morte degli ultimi trent’anni, è venuto fuori che in provincia di Latina si ha il più alto tasso di mortalità per leucemia e cancro. Ancora per attenersi a dati ufficiali, se nel Lazio si aggira intorno al 7,7 a Latina arriva al 21,63 e al Garigliano al 44,28. E non è tutto. C’è anche un’elevatissima percentuale di malformazioni genetiche. Fino al 1993, anno in cui non si sono più raccolti i dati, sono nati oltre 230 bambini deformi”
Ed è proprio in quel periodo che la Nato spostò una propria base costruita all’interno di una montagna del Massico (CE) vicinissima alla centrale nucleare di Sessa, a Mondragone (CE) dove attualmente funziona un comando sotterraneo protetto nel quale verrebbero spostati i comandi NATO in caso di guerra.
Nell'area napoletana, ricordiamo, si trova il quartiere generale della NATO, per la precisione a Nisida. A Gricignano di Aversa ha sede l'US Navy, a Bagnoli il più grande centro per le telecomunicazioni del Mediterraneo.
Proprio gli impianti radar di questo centro destano preoccupazioni agli abitanti della zona per l’inquinamento elettromagnetico i cui effetti si risentono, sia pure con intensità decrescente, fino a quattro chilometri dal luogo di irradiazione coinvolgendo un territorio intensamente popolato a cavallo delle province di Napoli e Caserta.
A Nisida, all'estremità sud-orientale del golfo di Napoli nella stretta lingua artificiale, che unisce l’isola alla costa, è oggi impiantata la sede del Comando delle forze militari NATO per il Sud-Europa. Curioso il fatto che il quartier generale è stato costruito su una zona archeologicamente rilevante. Fino a qualche anno fa non erano archeologicamente noti resti d'impianti portuali antichi, ma le recenti indagini subacquee, condotte dalla Soprintendenza archeologica di Napoli e Caserta per controllare la costruzione di un molo di grandi massi di pietra, hanno potuto rilevare tre pilae ancora in piedi sul fondo marino, superstiti di una numerosa serie di altre finite sotto il riempimento che nella seconda metà del secolo scorso portò alla formazione della lingua di terra dov'è oggi impiantato il comando NATO.
Per quanto riguarda la centrale del Garigliano vi è il sospetto che lo spostamento della base Nato nel 1993, ufficialmente dovuto al taglio di fondi dell’amministrazione Clinton, s
 
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