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[h=2]TeNSIONI E PROTESTE AL CORTEO[/h] [h=1]1° maggio a Torino, striscioni con la foto
di Preiti: «È il gesto di chi non ce la fa più»[/h] [h=3]Gli autonomi lanciano uova con vernice nera ai militanti del Pd, fischi a Fassino e la dedica allo sparatore di Palazzo Chigi[/h]
Uova di vernice nera contro i militanti del Pd, fischi a Fassino e la dedica a Preiti, lo sparatore di Palazzo Chigi. La protesta degli autonomi ancora una volta si svolge nella giornata del Primo maggio a Torino. L'obiettivo da svilire questa volta è il Partito democratico. Le tensioni iniziano subito, quando il corteo è appena partito. Davanti ci sono le autorità, precedute dalla banda dei vigili, seguite dai sindacati confederali. Qui è tutto tranquillo, anche se l'atmosfera è fredda, ci sono meno partecipanti rispetto all'anno scorso. Al fondo, dallo spezzone finale, parte un grido. «Andatevene, via, Pd e polizia, andate da Fassino che è la vergogna di Torino».



Decine di autonomi coi i volti coperti da maschere bianche avanzano contro i militanti del Partito democratico. «Dovete uscire, fuori dal corteo». I due gruppi si fronteggiano, poi partono i lanci di uova. La vernice scura schizza per terra, contro i poliziotti che intervengono. I democratici ripiegano spostandosi in avanti. Qualcuno corre. Poi, per alcuni minuti, lo schieramento delle forze dell'ordine si fronteggia con quello dei centri sociali. Si guardano. Alla fine non succede niente, l'obiettivo è più avanti. C'è Fassino, nel mirino dei contestatori. «È la vergogna di Torino – grida Lele Rizzo dal megafono – e quella parte di corteo, quella del suo partito, non merita di stare qui. Hanno fatto una campagna intera parlando di cambiamento e ora c'è il governo dell'inciucio».


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Quando arrivano in piazza San Carlo, sul palco non c'è più nessuno. Il sindaco ha già parlato, interrotto da qualche fischio, a una piazza semivuota perché il comizio è iniziato quando la maggior parte delle gente stava ancora marciando. Salire sul palco e occuparlo, allora, resta un'azione solo simbolica. Si srotolano gli striscioni. Su un rettangolo bianco, campeggia la foto di Luigi Preiti. È per lo sparatore che ha fatto fuoco nel giorno dell'insediamento del governo, la «lotta» della giornata di oggi. Accanto, le immagini di alcuni morti suicidi a causa della crisi. Torino, Primo Maggio: contestazione nel nome di Preiti
E la scritta: «Il Primo maggio è per voi». «Quello di Preiti è il gesto di chi non ce la fa più, se si fosse suicidato non avrebbe fatto neppure notizia. Noi siamo al fianco di chi si ribella», tuona ancora il leader di Askatasuna. Il corteo prosegue. Entra a Porta nuova, c'è un'occupazione simbolica della stazione per pochi minuti. Un gruppetto di rifugiati sale sul primo treno diretto al Lingotto, torna ad occupare le case dell'ex villaggio Olimpico. Ma le strade si liberano in fretta, tutti tornano a casa. Anche i vecchi militanti della Cgil quest'anno hanno fretta di tornare a casa. E per gli antagonisti, non c'è stato bisogno di scontri quest'anno. Nel Pd la protesta è partita dall'interno. Il servizio d'ordine – un centinaio di persone – si è rifiutato di scortare i dirigenti e le autorità. Solo donne, bambini e cittadini. «Gli altri stiano con Berlusconi e si facciano difendere dalla polizia». Un sessantenne ferma Fassino. «Ho la tessera da 35 anni, prima ero nel Pci. Mi avete deluso con questo governo. Non potete stare con la destra». «E con quale maggioranza dovevamo stare, spiegamelo, con quale?», ribatte il sindaco. «Con tutti. Ma non con Berlusconi».
Elisa Sola1 maggio 2013 | 22:24

non berlusconi? facile allora nuove elezioni...............le idee uccidono...........
 
[h=2]PRIMO MAGGIO: GRASSO, SERVONO «RISPOSTE CONCRETE ED EFFICACI[/h] [h=1]Boldrini: emergenza rende vittime carnefici[/h] [h=3]La presidente della Camera fa riferimento all'attentato
«La disperazione prende le forme della violenza»[/h]
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Laura Boldrini (Ansa)
«L'emergenza lavoro» fa sì che «la vittima diventi carnefice, come purtroppo è successo nei giorni scorsi davanti a Palazzo Chigi»: è quanto dice la presidente della Camera, Laura Boldrini, in visita per il Primo Maggio a Portella delle Ginestre, in Sicilia, dove proprio in questo giorno, nel 1947, si consumò la strage che porto alla morte di undici persone. «LAVORO, EMERGENZA NAZIONALE»- Il riferimento del presidente a quanto accaduto davanti a Palazzo Chigi, la sparatoria con cui Luigi Preiti ha ferito due carabinieri, è evidente. La Boldrini ribadisce che «non è accettabile l'indifferenza all'emergenza nazionale, che è il lavoro. Una situazione in cui gli adulti lo perdono, i giovani perdono la speranza di trovarlo. La disperazione si diffonde e prende troppe volte la forma della violenza».
«DI LAVORO NON SI DEVE MORIRE»- Per questo, aggiunge, «dal governo, che è nella pienezza dei propri poteri, si attendono risposte tempestive. Bisogna restituire dignità al lavoro. E di lavoro non si deve morire: è inaccettabile la frequenza degli incidenti sul lavoro e non solo in Italia», conclude, facendo riferimento al recente incidente avvenuto in Bangladesh dove hanno perso la vita tanti lavoratori «che producevano abbigliamento per le griffe del mondo ricco». E allora, secondo Boldrini «questo primo maggio è la festa per la dignità che il lavoro deve ancora vedersi riconoscere».
GRASSO: «RISPOSTE CONCRETE ED EFFICACI» -rAnche il presidente del Senato, Pietro Grasso, interviene sul tema del lavoro: «Il governo che ieri - dice l'ex magistrato- ha ottenuto la fiducia anche in Senato dovrà affrontare il tema del lavoro con rapidità e dando risposte concrete ed efficaci». Aggiungendo di esser «certo che lo farà. Il Paese ne ha bisogno e non può accettare ulteriori ritardi».
Redazione Online
 

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