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Le cento torri di Bologna: chi le costruì?
La città di Bologna in Emilia è chiamata la “dotta”, perché qui nacque la prima università del mondo occidentale, la “grassa”, per la tipica cucina non propriamente “dietetica”, la “rossa”, per il colore dei mattoni con cui sono costruiti i palazzi del centro storico.
Ma Bologna è anche chiamata la “turrita”, per le torri che, nel Medioevo, rendevano il suo panorama tanto inconsueto quanto spettacolare.
Chi ha costruito davvero quelle torri?
Tra il 1200 e il 1300, la città vide spuntare circa un centinaio di torri, o addirittura 180, secondo Giovanni Gozzadini, che nel diciannovesimo secolo condusse delle ricerche negli archivi cittadini.
Le stime odierne parlano di un numero di torri, più o meno alte, che doveva aggirarsi tra 90 e 100, costruite dalle più nobili famiglie della città, per scopi che fino ad oggi non sono ancora stati chiariti. Forse erano un simbolo di prosperità e potere, ma anche strumento di offesa e difesa, in un’epoca nella quale era forte il conflitto tra Papato e Sacro Romano Impero, e tra coloro che parteggiavano per l’uno o per l’altro.
La torre degli Asinelli, ancora in piedi, è alta quasi 100 metri. Fu eretta, secondo la tradizione, fra il 1109 e il 1119 dal nobile Gherardo Asinelli. In verità, non si sa ancora chi l’abbia edificata.
Si ritiene che tali costruzioni non avessero una funzione residenziale, ma solo di temporaneo rifugio in caso di pericolo. Ma ci crediamo?