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98 miliari

Ponte del 2 giugno. Solo 5,8 milioni di italiani in vacanza
Quasi l’88% degli italiani rimarrà nel BelPaese. Federalberghi: "Crisi profonda"



Saranno solo 5,8 milioni gli italiani che approfitteranno del ponte del 2 giugno, pari al 9,6% della popolazione, per concedersi un primo assaggio di vacanze estive, dormendo almeno una notte fuori casa. Di essi la stragrande maggioranza, pari a quasi l’88% rimarrà in Italia, mentre un restante 11% andrà all’estero. È quanto stima la Federalberghi. Secondo l’indagine, le località marine saranno quelle prese letteralmente d’assalto. Il 62% sceglierà il mare, il 14% andrà in località di montagna ed il 12% preferirà le città d’arte maggiori e minori.

La spesa media pro-capite, comprensiva di viaggio, alloggio, ristorazione e divertimenti, si attesterà sui 266 euro di cui 236 euro per chi rimarrà in Italia e 533 euro per chi andrà oltre confine. Ciò determinerà un giro d’affari turistico di circa 1,5 miliardi di euro.La permanenza media, infine, si attesterà sulle 2,8 notti. Inoltre, in merito alla scelta dell’alloggio agli albergatori risulta che sarà privilegiata la casa di parenti o amici con il 31% della domanda. A seguire la struttura alberghiera con il 29%, la casa di proprietà con il 17%, i Bed&Breakfast con il 7%, il campeggio con il 5%, il residence con il 3%. Chiudono la classifica gli agriturismo, con appena il 2%, a conferma di una caduta sostanziale di questa tipologia ricettiva.

"Dobbiamo purtroppo ancora fare i conti con una crisi profonda che continua ad incidere in maniera molto significativa sulle scelte economiche dei nostri connazionali e della quale non riusciamo ancora a vederne la via d'uscita, con un mercato che continua a mostrare un andamento a corrente alternata. La preoccupazione principale, a questo punto, è rivolta allo stato di precarietà economica nella quale sempre più imprese del ricettivo si dibattono e che, se non dovesse rivelarsi più che positivo il trimestre estivo, rischierebbero di chiudere i battenti licenziando migliaia di lavoratori", ha commentato Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi.
 
IL FACCENDIERELuigi Bisignani: "Dietro al trionfo di Matteo Renzi c'è lo zampino degli Usa"


Il boom di Matteo Renzi alle Europee? "C'è lo zampino degli Usa". Alfano e Schifani? "Si credono statisti, ma...". Quando Luigi Bisignani decide di alzare il coperchio dal suo calderone ce n'è per tutti. In un'intervista a Il Giornale, l'autore del libro L'uomo che sussurrava ai potenti dice la sua sui nomi che contano di prima e seconda repubblica e ribattezza questa terza come renz-pubblica, dove il presidente del consiglio ormai sembra non avere più rivali.

Renzi-Berlusconi - La differenza tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi per Bisignani sta tutta in un dettaglio caratteriale: l'ex sindaco di Firenze comanda, il Cav delega troppo e si ritrova circondato da traditori e voltagabbana. Il faccendiere per eccellenza punta il dito sulle recenti nomine nelle società pubbliche: "Berlusconi, da premier, mediava e finiva per accettare nomi che non erano ascrivibili direttamente a lui, ma magari ad An o ad altri partiti della sua maggioranza. Renzi invece no - ribadisce Bisignani -, finge di usare un metodo. Dice: dobbiamo nominare un terzo di donne. Ma è solo per mettere le persone che ha già in mente lui. Tutta gente che gravita attorno a Firenze, addirittura ad una cerchia comunale ristrettissima"

Affamare la Rai - Secondo Bisignani il taglio al bilancio della Rai e la freddezza dei rapporti tra palazzo Chigi e viale Mazzini sono frutto di "un lavoro di grande astuzia. Renzi è l'unico che è riuscito a ricompattare tutti, sindacati e dirigenti, contro il taglio dei 150 milioni di euro alla Rai. Ma perché? Perché così li porterà all'esasperazione per poi arrivare alla rottura e mettere un commissario".

Terrore Pd - L'unico da cui Renzi dovrebbe stare in guardia, sostiene Bisignani, è Massimo D'Alema "il più intelligente da quelle parti, (a Renzi, ndr) ha subito ricordato che senza il partito non avrebbe vinto così". Ma intanto nel Partito democratico di Renzi in tanti sono saliti sul carro del vincitore e dall'esterno c'è chi ha prenotato il suo posto: "Lui li ingloba tutti, anche perché quelli del suo partito sono terrorizzati dal non essere più ricandidati".

Elezioni a stelle e strisce - L'exploit di Matteo Renzi alle europee, il passo falso di Forza Italia e Berlusconi, il M5S che rimane il secondo partito nazionale sono obiettivi che secondo Bisignani stanno bene oltre oceano: "L'ambasciata Usa in queste elezioni ha giocato diverse partite", in particolare un sostegno ai grillini è giustificato per il faccendiere perché "agli Usa non dispiace un euro debole, e poi una partita per Renzi grazie al legame con il nuovo ambasciatore John Phillips, che è suo amico personale. Serve anche la fortuna... Ma finora nella gestione del potere Renzi si sta rivelando diabolico, quasi arrogante".

Renzi e la pietra filosofale - Le elezioni anticipate sono un'ipotesi che secondo Bisignani il premier Renzi non sceglierà: "Lui vede Ncd, Scelta civica e M5s in disfatta, e quindi allargherà la maggioranza. Poi deve passare da Peter Pan a Harry Potter, mettersi a studiare. Come? Prendendo il controllo dell'amministrazione pubblica, dei burocrati che gli stanno già mettendo i bastoni tra le ruote. Ma è un metodo che non appartiene a Renzi, non lo conosce. E quindi farà una fatica bestiale"
 

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