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[h=1]Clima, il Tibet arido asseta la Cina: maxi piano di pioggia artificiale[/h] [h=2]Allarme siccità in Cina, che necessitando di acqua, sta costruendo un sistema di pioggia artificiale su un'area tre volte la dimensione della Spagna[/h] A cura di Antonella Petris

3 maggio 2018 - 07:30
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La Presse/Xinhua


Allarme siccità in Cina, che necessitando di acqua, sta costruendo un sistema di pioggia artificiale su un’area tre volte la dimensione della Spagna: si tratta del più grande esperimento di “cloud seeding”(produzione di nuvole artificiali) della storia. Il progetto punta a riconvertire a uso civile una tecnologia militare all’avanguardia per aumentare le precipitazioni nell’altopiano del Tibet, la maggiore riserva asiatica di acqua dolce: è proprio l’altipiano infatti che alimenta alcuni dei maggiori fiumi d’Asia.

Tuttavia, nonostante la ricchezza dei suoi ghiacciai, il Tibet viene considerato una delle aree più aride del pianeta, in quanto riceve una media appena 10 centimetri di pioggia al giorno. La Cina ha dunque deciso di modificare il clima per aumentare la piovosità del plateau. Il piano, raccontato nel dettaglio dal South China Morning Post, è ambizioso seppur ancora in fase sperimentale: si tratta di installare sulle montagne un sistema di camere di combustione, capaci di generare 10 miliardi di metri cubi di pioggia l’anno – il 7% del fabbisogno idrico nazionale – su un’area di 1,6 milioni di chilometri quadrati.

Decine di migliaia di camere di combustione – spiegano – bruceranno carburante solido in grado di produrre particelle di ioduro d’argento, un composto con una struttura cristallina simile al ghiaccio utilizzato per ‘inseminare’ le nuvole. Le camere, posizionate ad alta quota, intercettano i monsoni che portano umidità dall’Asia Meridionale; quando i venti sferzano le montagne, producono correnti d’aria con spinta ascendente che trasportano le particelle emesse nell’atmosfera dalle camere, provocando pioggia e neve. Una sola camera e’ in grado di generare nuvole artificiali lunghe 5 chilometri.

“Sono oltre 500 le camere già posizionate sui pendii in Tibet e nel Xinjiang”, ha riferito al SCMP un ricercatore coinvolto nel progetto. “I dati che abbiamo collezionato mostrano risultati promettenti”. La ricerca per la modifica del clima si concentra da anni sulla tecnologia del “cloud seeding”, letteralmente “inseminazione delle nuvole”: una tecnica che consiste nell’iniettare all’interno delle nuvole mini razzi carichi di cristalli di sale, che appesantiscono il vapore acqueo delle nubi, aumentando cosi’ la probabilità di precipitazioni.

“Modificare il clima in Tibet è una innovazione cruciale per risolvere il problema della carenza d’acqua in Cina”, ha spiegato al quotidiano di Hong Kong Lei Fanpei, presidente del China Aerospace Science and Technology Corporation, il contractor statale che sta sviluppando il progetto, lo stesso a capo di numerosi altri progetti nazionali, tra cui l’esplorazione della Luna e la costruzione della stazione spaziale.

“Sarà un contributo importante – ha aggiunto – non solo allo sviluppo della Cina e alla prosperità del mondo, ma anche al benessere dell’intera razza umana”. Cina, Russia e Stati Uniti da anni investono sulla ricerca per la modificazione del clima con l’obiettivo di creare sistemi a scopo difensivo in grado di innescare artificialmente disastri naturali, quali inondazioni e tornado, in caso di guerra con Paesi nemici.

Non sono mancate le critiche: alcuni scienziati cinesi non hanno accolto con favore l’utilizzo dei combustori, giacche’ ritengono che inseminare le nuvole per mezzo di droni o aeroplani abbia un impatto minore sul clima. Altri sono scettici sulla possibilità che il mastodontico sistema di camere di combustione sia effettivamente in grado di generare grandi quantità di pioggia.

“Non è detto che le autorità di Pechino diano il via libera al progetto”, ha spiegato Ma Weiqiang, ricercatore presso l’istituto tibetano dell’Accademia delle Scienze. “Intercettare l’umidità nei cieli tibetani rischia di scatenare un effetto domino, riducendo la piovosità in altre province cinesi”, ha detto.
A cura di Antonella Petris



MA SIETE CONVINTI CHE LE PIOGGIE E BOMBE D'ACQUA DI QUESTI GIORNI IN ITALIA OTT 2018 SIANO NATURALI ?


MA VI SIETE MAI CERCATI
"HAARP" ARMA CLIMATICA DELL'ESERCITO AMERICANO ?

RICORDATE !INSEGNEREMO AGLI ITALIANIA VOTARE? BENE PRIMA LA GUERRA ECONOMICA MA SICCOME CI VOGLIAMO TIRARE FUORI ED AIUTARE IL POPOLO ITALIANO ADESSO CI FANNO LA GUERRA CLIMATICA COSI DOBBIAMO SPENDERE UN MUCCHIO DI MILIONI PER RIPARARE I DANNI MA TRANQUILLI NON FINIRA' QUA IL MACELLO CONTUNUIRA'.
 
[h=1]l clima come arma: ecco il piano della Cia[/h] [h=2]L'Agenzia di Langley ha deciso di finanziare la ricerca di un metodo per controllare i mutamenti climatici. Lo utilizzerà per tutti o contro qualcuno?[/h]
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Credits: Ansa/Luca Zennaro [h=4]Michele Zurleni[/h] - 18 luglio 2013
La notizia è uscita di soppiatto sul sito web della National Academy of Science: l'Intelligence americana è interessata a un progetto per controllare le condizioni ambientali del pianeta e governare i cambiamenti climatici. Quale Intelligence, hanno chiesto a un portavoce della Nas. "Beh..la Cia, ovviamente." è stata la sua risposta. In effetti, chi altri poteva essere interessato? Gli amanti delle teorie del complotto saranno felici dell'informazione, ma in attesa che queste nascano anche su questa ricerca, per ora rimaniamo nel campo della cronaca.



[h=2]Cambiamenti climatici[/h] [IMG2=JSON]{"alt":"Un Boing 737 della compagnia aerea Lion Air","data-align":"none","data-size":"full","height":"252","width":"413","src":"https:\/\/www.panorama.it\/wp-content\/uploads\/2018\/10\/Lion-Air-413x252.jpg"}[/IMG2] [h=3]Giacarta, la ricostruzione del disastro aereo[/h]
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Il 6 novembre si vota per il rinnovo di parte del Congresso. Così il presidente si gioca il suo futuro
Guarda di nuovo
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3 giugno 2015. Una pioggia di fulmini sull'isola greca di Pserimos, di fronte alla costa turca.

Credits: Dan Kitwood/Getty Images
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20 aprile 2015. Un uomo guarda la Statua della Libertà attraverso il finestrino del traghetto per Staten Island, in una giornata di pioggia e nebbia.

Credits: Spencer Platt/Getty Images
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14 aprile 2015. Nativi americani danzano sotto la pioggia di fronte al Palazzo Planalto di Brasilia, in Brasile, durante una manifestazione della Settimana nazionale di mobilitazione per rivendicare i loro diritti.

Credits: EVARISTO SA/AFP/Getty Images
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15 luglio 2014. Commercianti indiani al lavoro in un mercato ortofrutticolo di Mumbai, in India, sotto la pioggia scrosciante.

Credits: EPA/DIVYAKANT SOLANKI
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13 agosto 2014. Pioggia di fiori su una statua di Nostra Signora di Fatima, durante il tradizionale pellegrinaggio agostano al Santuario di Fatima.

Credits: EPA/PAULO CUNHA
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Polizia e vigili del fuoco nell'area del torrente Cerusa, esondato per l'abbondante pioggia caduta nel ponente genovese, 15 novembre 2014. ANSA / LUCA ZENNARO


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Polizia e vigili del fuoco nell'area del torrente Cerusa, esondato per l'abbondante pioggia caduta nel ponente genovese, 15 novembre 2014. Police and Fire Brigades on the site of Cerusa flooding torrent, near Genoa, northern Italy, 15 November 2014. The overflow has been caused by heavy rains in Genoa's West Riviera. ANSA / LUCA ZENNARO


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Polizia e vigili del fuoco nell'area del torrente Cerusa, esondato per l'abbondante pioggia caduta nel ponente genovese, 15 novembre 2014. Police and Fire Brigades on the site of Cerusa flooding torrent, near Genoa, northern Italy, 15 November 2014. The overflow has been caused by heavy rains in Genoa's West Riviera. ANSA / LUCA ZENNARO


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Persone sotto la pioggia a piazza Colonna, Roma 6 novembre 2014

Credits: ANSA /Giuseppe Lami
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Persone sotto la pioggia a piazza Colonna, Roma 6 novembre 2014

Credits: ANSA /Giuseppe Lami
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Jitpur, periferia di Kathmandu, Nepal, 28 ottobre 2014. Agricoltori di ritorno dai campi sotto la pioggia.

Credits: EPA/NARENDRA SHRESTHA
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19 ottobre 2014. Gocce di pioggia su una ragnatela a Würzburg, in Germania.

Credits: KARL-JOSEF HILDENBRAND/AFP/Getty Images
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Ragnatela nella pioggia, Georgetown, Maine, 1927.

Credits: © Paul Strand Archive/Aperture Foundation
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Un ciclista pedala nel centro di Milano sotto la fitta pioggia, 13 ottobre 2014. La situazione complessiva del maltempo in Lombardia ''è assolutamente sotto controllo'', ha assicurato in una nota l'assessore regionale alla Sicurezza Simona Bordonali, che ha però invitato comunque alla ''massima prudenza'' nelle prossime ore nella zona del varesotto.

Credits: ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
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Hong Kong, 30 settembre 2014. Migliaia di manifestanti sfilano sotto la pioggia.

Credits: ANTHONY WALLACE/AFP/Getty Images
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Monaco di Baviera, Germania, 20 settembre 2014. Alcune donne in abiti tradizionali bavaresi (Dirndl) si riparano dalla pioggia in attesa della parata di apertura.

Credits: Johannes Simon/Getty Images
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Operai al lavoro sotto la pioggia durante la raccolta del tè, nel distretto di Sonitpur, nell'Assam, lo Stato dell'India maggior produttore nazionale di tè.

Credits: EPA/STR
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Pioggia sul carnevale di Notting Hill

Credits: Leon Neal /AFP /Getty Images
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22 luglio 2014. Una mela coperta di pioggia vicino a Landsberg am Lech, in Germania.

Credits: EPA/KARL-JOSEF HILDENBRAND
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15 luglio 2014. Commercianti indiani al lavoro in un mercato ortofrutticolo di Mumbai, in India, sotto la pioggia scrosciante.

Credits: EPA/DIVYAKANT SOLANKI
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Ugo Di Pasquantonio, Arezzo, Ciclisti sotto la pioggia (Pittura)

Credits: Ugo Di Pasquantonio
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Dopo il diluvio del sabato niente pioggia in gara

Credits: La Presse
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3 giugno 2015. Una pioggia di fulmini sull'isola greca di Pserimos, di fronte alla costa turca.

Credits: Dan Kitwood/Getty Images

Il progetto durerà 21 mesi e dovrà determinare se attraverso la geoingegneria sia possibile fermare il riscaldamento della terra. Il costo dello studio è relativamente modesto (630.000 dollari) e oltre alla Cia e alla National Academy of Science verrà finanziato anche dalla Nasa e dalla National Oceanic and Atmospheric Administration, l'agenzia federale che si occupa dell'ambiente sul territorio degli Stati Uniti.

L'interesse della Cia in ricerche scientifiche simili non è nuovo. L'anno scorso però il Congresso aveva deciso di tagliare le voci del bilancio dell'agenzia relative a questi studi perché - si chiedevano i parlamentari di Capitol Hill - cosa c'entra Langley con l'innalzamento della temperatura del globo? In realtà, per l'Intelligence avere quel tipo di informazioni è basilare. Gli equilibri di potere tra le nazioni nel prossimo futuro sarà giocato anche su questo terreno e gli Stati Uniti non vogliono rimanere indietro. Anzi.

Così, la ricerca dovrà studiare quali sono sulla carta i metodi migliori per intervenire sui mutamenti climatici, quali i possibili risultati e quali i rischi. Si parla già di arrivare a immettere miliardi di particelle nelle stratosfera per respingere una parte della luce del sole e determinare così un abbassamento della temperatura del globo. Lo studio dovrà anche vagliare quale possa essere il sistema migliore per rimuovere parte dell'anidride carbonica che si trova nell'atmosfera.


Fantascienza? Pare proprio di no. Eil paese che possiederà questa tecnologia potrà utilizzarla per il bene comune, ma soprattutto sarà in grado di condizionare le scelte delle altre nazioni. Avere in mano lo strumento per governare i cambiamenti climatici - se non addirittura determinarli - è una grande risorsa per chi lo possiede. E un'arma formidabile.

D'altra parte non è certo la prima volta che vengono messi in piedi progetti per usare il clima e la natura come arma contro i nemici. Durante la Guerra del Vietnam, per esempio, l'Air Force studiò un sistema per creare nuvole e massicce ondate di pioggia sopra il sentiero di Ho Chi Min e renderlo così impraticabile al passaggio dei guerriglieri vietnamiti. Durante la Seconda Guerra Mondiale, gli Usa fecero degli esperimenti per determinare uno Tzunaminell'Oceano Pacifico per colpire le coste del Giappone. La guerra climatica era poi all'ordine del giorno durante la Cold War con l'Unione Sovietica. La gara produsse esperimenti che contemplavano esplosioni di ordigni nucleari nella ionosfera, il cui "controllo" è fondamentale sulla possibilità di intervenire sulla trasmissione dei segnali radiomagnetici.

A questo proposito, c'è da ricordare che da tempo, il Pentagono finanzia il progetto Haarp (High Frequency Active Auroral Research Program) che si occupa ufficialmente di ricerca scientifica sull'atmosfera e sulla ionosfera e di comunicazioni radio per l'uso militare. Molti hanno dei dubbi sulla reale natura dell'operazione e i fautori della Teoria del Complotto sono arrivati a dire che si tratta di un progetto per la costruzione di un'arma elettromagnetica in grado di cambiare il clima terrestre.

La cosa per certi versi straordinaria e se che così fosse, per alcuni, non sarebbe una novità. Secondo uno scienziato militare americano, Thomas Bearden, i sovietici prima e i russi poi avrebbero già prodotto delle armi elettromagnetiche che provocano onde longitudinali. Gli impulsi di tali onde possono essere diretti con particolari interferometri e se fatti divergere portano a un surriscaldamento della superficie colpita, e a un raffreddamento se fatti convergere. Sono in grado quindi di creare campi caldi di bassa pressione in un punto o freddi, di alta pressione in un altro. Secondo Bearden, quest'arma russa sarebbe quindi già in grado di "governare" il clima, quello degli Usa, ovviamente

C'è poi un altro motivo per cui la Cia avrebbe deciso finanziare il progetto della Nas. Per evitare pericolose fughe di cervelli e di scienziati. Per controllare il lavoro di chi è esperto in materia e impedire che magari finisca nel mirino (o nelle fila) di competitori, avversari o nemici degli Stati Uniti.

Teorie del complotto, fantascienza? Per molti, tutto questo è real
tà. Da tempo.
 
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Credits: Ansa/Luca Zennaro [h=4]Michele Zurleni[/h] - 18 luglio 2013
La notizia è uscita di soppiatto sul sito web della National Academy of Science: l'Intelligence americana è interessata a un progetto per controllare le condizioni ambientali del pianeta e governare i cambiamenti climatici. Quale Intelligence, hanno chiesto a un portavoce della Nas. "Beh..la Cia, ovviamente." è stata la sua risposta. In effetti, chi altri poteva essere interessato? Gli amanti delle teorie del complotto saranno felici dell'informazione, ma in attesa che queste nascano anche su questa ricerca, per ora rimaniamo nel campo della cronaca.



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3 giugno 2015. Una pioggia di fulmini sull'isola greca di Pserimos, di fronte alla costa turca.

Credits: Dan Kitwood/Getty Images
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20 aprile 2015. Un uomo guarda la Statua della Libertà attraverso il finestrino del traghetto per Staten Island, in una giornata di pioggia e nebbia.

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15 luglio 2014. Commercianti indiani al lavoro in un mercato ortofrutticolo di Mumbai, in India, sotto la pioggia scrosciante.

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13 agosto 2014. Pioggia di fiori su una statua di Nostra Signora di Fatima, durante il tradizionale pellegrinaggio agostano al Santuario di Fatima.

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Polizia e vigili del fuoco nell'area del torrente Cerusa, esondato per l'abbondante pioggia caduta nel ponente genovese, 15 novembre 2014. ANSA / LUCA ZENNARO


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Polizia e vigili del fuoco nell'area del torrente Cerusa, esondato per l'abbondante pioggia caduta nel ponente genovese, 15 novembre 2014. Police and Fire Brigades on the site of Cerusa flooding torrent, near Genoa, northern Italy, 15 November 2014. The overflow has been caused by heavy rains in Genoa's West Riviera. ANSA / LUCA ZENNARO


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Polizia e vigili del fuoco nell'area del torrente Cerusa, esondato per l'abbondante pioggia caduta nel ponente genovese, 15 novembre 2014. Police and Fire Brigades on the site of Cerusa flooding torrent, near Genoa, northern Italy, 15 November 2014. The overflow has been caused by heavy rains in Genoa's West Riviera. ANSA / LUCA ZENNARO


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Persone sotto la pioggia a piazza Colonna, Roma 6 novembre 2014

Credits: ANSA /Giuseppe Lami
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Persone sotto la pioggia a piazza Colonna, Roma 6 novembre 2014

Credits: ANSA /Giuseppe Lami
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Jitpur, periferia di Kathmandu, Nepal, 28 ottobre 2014. Agricoltori di ritorno dai campi sotto la pioggia.

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19 ottobre 2014. Gocce di pioggia su una ragnatela a Würzburg, in Germania.

Credits: KARL-JOSEF HILDENBRAND/AFP/Getty Images
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Ragnatela nella pioggia, Georgetown, Maine, 1927.

Credits: © Paul Strand Archive/Aperture Foundation
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Un ciclista pedala nel centro di Milano sotto la fitta pioggia, 13 ottobre 2014. La situazione complessiva del maltempo in Lombardia ''è assolutamente sotto controllo'', ha assicurato in una nota l'assessore regionale alla Sicurezza Simona Bordonali, che ha però invitato comunque alla ''massima prudenza'' nelle prossime ore nella zona del varesotto.

Credits: ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
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Hong Kong, 30 settembre 2014. Migliaia di manifestanti sfilano sotto la pioggia.

Credits: ANTHONY WALLACE/AFP/Getty Images
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Monaco di Baviera, Germania, 20 settembre 2014. Alcune donne in abiti tradizionali bavaresi (Dirndl) si riparano dalla pioggia in attesa della parata di apertura.

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Operai al lavoro sotto la pioggia durante la raccolta del tè, nel distretto di Sonitpur, nell'Assam, lo Stato dell'India maggior produttore nazionale di tè.

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Pioggia sul carnevale di Notting Hill

Credits: Leon Neal /AFP /Getty Images
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22 luglio 2014. Una mela coperta di pioggia vicino a Landsberg am Lech, in Germania.

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15 luglio 2014. Commercianti indiani al lavoro in un mercato ortofrutticolo di Mumbai, in India, sotto la pioggia scrosciante.

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Ugo Di Pasquantonio, Arezzo, Ciclisti sotto la pioggia (Pittura)

Credits: Ugo Di Pasquantonio
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Dopo il diluvio del sabato niente pioggia in gara

Credits: La Presse
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3 giugno 2015. Una pioggia di fulmini sull'isola greca di Pserimos, di fronte alla costa turca.

Credits: Dan Kitwood/Getty Images

Il progetto durerà 21 mesi e dovrà determinare se attraverso la geoingegneria sia possibile fermare il riscaldamento della terra. Il costo dello studio è relativamente modesto (630.000 dollari) e oltre alla Cia e alla National Academy of Science verrà finanziato anche dalla Nasa e dalla National Oceanic and Atmospheric Administration, l'agenzia federale che si occupa dell'ambiente sul territorio degli Stati Uniti.

L'interesse della Cia in ricerche scientifiche simili non è nuovo. L'anno scorso però il Congresso aveva deciso di tagliare le voci del bilancio dell'agenzia relative a questi studi perché - si chiedevano i parlamentari di Capitol Hill - cosa c'entra Langley con l'innalzamento della temperatura del globo? In realtà, per l'Intelligence avere quel tipo di informazioni è basilare. Gli equilibri di potere tra le nazioni nel prossimo futuro sarà giocato anche su questo terreno e gli Stati Uniti non vogliono rimanere indietro. Anzi.

Così, la ricerca dovrà studiare quali sono sulla carta i metodi migliori per intervenire sui mutamenti climatici, quali i possibili risultati e quali i rischi. Si parla già di arrivare a immettere miliardi di particelle nelle stratosfera per respingere una parte della luce del sole e determinare così un abbassamento della temperatura del globo. Lo studio dovrà anche vagliare quale possa essere il sistema migliore per rimuovere parte dell'anidride carbonica che si trova nell'atmosfera.


Fantascienza? Pare proprio di no. Eil paese che possiederà questa tecnologia potrà utilizzarla per il bene comune, ma soprattutto sarà in grado di condizionare le scelte delle altre nazioni. Avere in mano lo strumento per governare i cambiamenti climatici - se non addirittura determinarli - è una grande risorsa per chi lo possiede. E un'arma formidabile.

D'altra parte non è certo la prima volta che vengono messi in piedi progetti per usare il clima e la natura come arma contro i nemici. Durante la Guerra del Vietnam, per esempio, l'Air Force studiò un sistema per creare nuvole e massicce ondate di pioggia sopra il sentiero di Ho Chi Min e renderlo così impraticabile al passaggio dei guerriglieri vietnamiti. Durante la Seconda Guerra Mondiale, gli Usa fecero degli esperimenti per determinare uno Tzunaminell'Oceano Pacifico per colpire le coste del Giappone. La guerra climatica era poi all'ordine del giorno durante la Cold War con l'Unione Sovietica. La gara produsse esperimenti che contemplavano esplosioni di ordigni nucleari nella ionosfera, il cui "controllo" è fondamentale sulla possibilità di intervenire sulla trasmissione dei segnali radiomagnetici.

A questo proposito, c'è da ricordare che da tempo, il Pentagono finanzia il progetto Haarp (High Frequency Active Auroral Research Program) che si occupa ufficialmente di ricerca scientifica sull'atmosfera e sulla ionosfera e di comunicazioni radio per l'uso militare. Molti hanno dei dubbi sulla reale natura dell'operazione e i fautori della Teoria del Complotto sono arrivati a dire che si tratta di un progetto per la costruzione di un'arma elettromagnetica in grado di cambiare il clima terrestre.

La cosa per certi versi straordinaria e se che così fosse, per alcuni, non sarebbe una novità. Secondo uno scienziato militare americano, Thomas Bearden, i sovietici prima e i russi poi avrebbero già prodotto delle armi elettromagnetiche che provocano onde longitudinali. Gli impulsi di tali onde possono essere diretti con particolari interferometri e se fatti divergere portano a un surriscaldamento della superficie colpita, e a un raffreddamento se fatti convergere. Sono in grado quindi di creare campi caldi di bassa pressione in un punto o freddi, di alta pressione in un altro. Secondo Bearden, quest'arma russa sarebbe quindi già in grado di "governare" il clima, quello degli Usa, ovviamente

C'è poi un altro motivo per cui la Cia avrebbe deciso finanziare il progetto della Nas. Per evitare pericolose fughe di cervelli e di scienziati. Per controllare il lavoro di chi è esperto in materia e impedire che magari finisca nel mirino (o nelle fila) di competitori, avversari o nemici degli Stati Uniti.

Teorie del complotto, fantascienza? Per molti, tutto questo è real
tà. Da tempo.
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SCIE CHIMICHE E DINTORNI [h=1]MANIPOLAZIONE CLIMATICA. Ecco alcuni brevetti per il controllo degli uragani e i tornado e per la modificazione climatica![/h] Pubblicato su 27 giugno 2018 da SPEZZIAMOLECATENE
I coglioni sostengono ancora che la manipolazione climatica non esiste e le scie chimiche sono tutta una stronzata. Guardatevi i seguenti brevetti che parlano proprio di queste cose.
Samuele Venturini

Brevetto US 2003/0085296 dd. 8 maggio 2003 “HURRICANE AND TORNADO CONTROL DEVICE” ovvero “SUPPORTO/STRUMENTO PER IL CONTROLLO DI URAGANI E TORNADO”. All’interno del brevetto si legge: “[…] metodo per influenzare la formazione e/o la direzione di un sistema meteorologico della bassa atmosfera. Generatori audio sono posizionati per proiettare onde sonore verso un’area periferica del sistema meteorologico. Le onde sonore sono generate a una frequenza che provoca la formazione del sistema meteorologico in modo da disrtuggere, amplificare o direzionare la formazione. Le onde sonore possono essere anche proiettate in maniera da causare al sistema la produzione di pioggia.”

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Brevetto per la modificazione ed il controllo del tempo atmosferico. 1977
“Composizione per combustibili per generare aerosols, particolarmente adatto alla modificazione ed al controllo del tempo ed a procedure di aerosol.”
Tra i metalli sottolineati in rosso, ovviamente spunta l’alluminio.
Tra l’altro mi fanno notare che i 2 italiani nominati nel brevetto, Petriconi e Montefinale sono coinvolti nelle alluvioni del 1966

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Tag: 1966, 1977, 2 novembre 2001, 2003, 21 nov 1968, 22 feb 1977, 22 febbraio 1977, 22 maggio 1973, 22 may 1973, 28 dec 1971, 28 dicemrbe 1971, 284, 362, 680, 8 maggio 2003, aerosol, alkali metals, alkaline earth metals, aluminum, and aerosolization process, andrew waxmanski, app. 09/985, arlington, bailar, brevetto, Brevetto US 2003/0085296, chipley, classificazione, clima, cnr, coates, combustible compositions for generating aerosol, consiglio nazionale delle ricerche, finkelstein, fl, florida, fritzlen, hurricane and tornado control device, hygroscopic, inorganic nitrates, litman law offices ltd, maggio 2003, magnesium, manipolazione climatica, martinez, meteo, modification and weather control, montefinale, nov 2 2001, novembre 2001, organic, particularly suitable for cloud, patent application publication, petriconi, pub. no. us2003/0085296 a1, pubblicazione, publication classification, richard c. litman, sulphur, tornado, united states of america, united states patent, uragani, us, va 22215. Aggiungi il permalink ai segnalibri.
 

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