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Nicola Zingaretti in visita alla Saxa Gres di Anagni, l'azienda che dà lavoro a decine di operai nel basso Lazio e che ha assunto due ex profughi del Cara di Castelnuovo di Porto, risponde ai giornalisti sul metodo di accoglienza italiano ma anche su quello della poizia francese alla frontiera.
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"Sarebbe riduttivo - ha spiegato il neo segretario Pd - limitare l'immigrazione ad un problema di polizia. Il problema è di gestione dell'integrazione in un paese che invecchia. Ci sono esempi da seguire come quello di Saxa che ha preso due migranti quando i cara hanno chiuso. Ci sono 600mila euro per mantenere attivi i progetti di integrazione. Da questo bisogna partire. Dal giusto utilizzo dei fondi a disposizione".
Zingaretti sembra voler diventare il paladino dell'accoglienza e dei migranti. D'altronde, la linea del dem è stata sempre chiara. Tra i punti del programma, come aveva sintetizzato l'Agi, ci sono infatti il rafforzamento della cooperazione internazionale in materia di governo dei flussi, l'adesione al Global Compact for Migration, un nuovo patto europeo per riconoscere che chi accede in Italia per chiedere asilo e protezione entra in Europa, l'abolizione del reato di immigrazione clandestina, l'apertura dei canali di ingresso legali, un Piano Nazionale per la Coesione e l'integrazione.
Qualche mese fa, il governatore della Regione Lazio tuonava: "Noi ci opporremo al furto di futuro che vuole compiere questo governo. Sugli immigrati stanno giocando una partita sporca, esaltando le paure. L’immigrazione è una sfida reale, sarebbe stupido negarlo. Aumenta il disagio nei luoghi della fragilità sociale, ma non siamo stupidi, l’atto politico vergognoso compiuto ieri da Salvini con Riace è un atto immondo compiuto da chi ha sottratto 40 milioni ai cittadini".
BELLO VOMITARE NEL PIATTO IN CUI MANGI.............MA NULLA è PER SEMPRE.
[h=1]Quelle strane Primarie del Pd dove le schede valide sono più dei votanti[/h] [h=2][/h] Il caso di Luzzi, in provincia di Cosenza, dove in un seggio sono stati contati 368 voti validi a fronte di 269 votanti totali
Trecentosessantotto voti validi su un totale di duecentosessantanove votanti. Qualcosa non torna, vero? Già, è però questo lo strano risultato delle Primarie del Partito Democratico in quel di Luzzi, piccolo comune in provincia di Cosenza, Calabria.
Qui, infatti, nel verbale relativo alle votazioni del Pd lo strambo epilogo numerico. La matematica, si sa, non è un'opinione e qualcuno deve proprio aver sbagliato i conti.
Il caso, riportato da Lacnews24, è stato sollevato da Michele Dima, componete della direzione provincia dei dem a Cosenza, che ora invoca l'invalidazione del seggio e il commissariamento della sezione locale del partito: "Dopo i brogli di domenica, ho appena inviato formalmente richiesta al segretario Luigi Guglielmelli e per conoscenza al commissario regionale Pd Calabria. Dopo un attentato del genere alla democrazia da parte dei signori del Pd, penso sia doveroso da parte di chi crede nella politica, chiedere formalmente che si ristabiliscano le regole democratiche". E attacca ancora: "Stiamo cercando senza sosta di passare dalle parole ai fatti, è proprio così che vogliamo riconquistare la fiducia dei cittadini, che ormai non credono più nella politica. Non indietreggeremo fino a quando questa vicenda non sarà chiusa definitivamente, noi non abbiamo paura, noi affrontiamo la realtà a testa alta".
Infine, Dima chiosa polemicamente: "Questo oltre a essere un affronto all'intelligenza di ognuno è anche uno dei motivi per il quale molti di noi hanno difficoltà oggettiva nel portare amici e parenti a votare, dato che le primarie purtroppo a causa di questa gestione sembrano una farsa".
[h=1]Antonello Venditti: "Diciotti? Salvini ha agito nell'interesse nazionale"[/h] [h=2][/h] A pochi giorni dal suo 70esimo compleanno, il cantautore romano Antonello Venditti intervistato da Vanity Fair, parla di se, della sua infanzia da “Cicciabomba” e di politica.
Antonello Venditti, 70 anni questo venerdì, si è raccontato a Vanity Fair, confessando i problemi con il cibo e gli episodi di bullismo di quando ancora ragazzino, veniva chiamato “Cicciabomba”, ma anche delle abbuffate a casa della nonna che lo avevano portato a pesare quasi 100 chili.
“Mangiavo tutto il giorno. La domenica poi era drammatica. Mi svegliavo nei profumi del ragù che mia nonna aveva messo da ore sul fuoco, ci inzuppavo tre rosette e poi poco prima di mezzogiorno uscivo per andare a messa.”
L’autore di "Notte prima degli esami" ha poi raccontato il difficile rapporto con la severa madre che non ha mai creduto in lui fino alla svolta, arrivata quando si rese conto di pesare 94 chili: “Ma non vedete che sono un baule?”.
Ma da artista, Venditti ha parlato anche di musica, affermando che il panorama musicale attuale italiano è pieno di giovani promettenti, come Ultimo, il rapper arrivato terzo a Sanremo e con il quale si è instaurata una vera amicizia.
“La notte in cui non si sapeva dove fosse finito, era al telefono con me. Abbiamo fatto le 4 e 30 del mattino. Sono stato un amico e un amico non è quello che ti blandisce, né ti fa la ramanzina, ma quello che ti dice le cose come stanno. Ultimo è molto simile a come ero io alla sua età.” Queste le parole del cantante romano, che dichiara di ammirare Ultimo, un ragazzo che da un quartiere periferico come San Basilio, è stato catapultato fino al successo patinato di Sanremo.
Tanti i temi toccati dall'artista, tra cui la politica: Venditti ha analizzato l'operato del ministro dell’Interno Matteo Salvini e alcune sue decisioni passate, come il caso tanto chiacchierato della nave Diciotti, sul quale ha affermato:
“Salvini ha agito in nome di un superiore interesse nazionale, l'hanno capito tutti. Tutta Europa. In Italia invece siamo alla procura X che manda un avviso di garanzia e in questa confusione di linguaggio e di poteri, alla fine, le ragioni di chi grida allo scandalo sono deboli, perdenti, inutili. Vuoi smontare un governo per l'alzata di scudi di una Procura? Dove pensi di andare?”.
L'8 marzo non è solo il compleanno di Antonello Venditti, è anche l'anniversario del famoso album “Nato sotto il segno dei pesci”, che uscì l'8 marzo 1978, uno dei suoi lavori più noti e riusciti, motivo per cui non ci resta che augurare buon compleanno e un felice anniversario ad Antonello, che speriamo possa regalare al suo pubblico nuovi emozionanti lavori.
MA ANCORA HA IL CORAGGIO DI PARLARE LUI CHE A DISTRUTTO L'ITALIA E GLI ITALIANI
[h=1]Prodi va all'attacco di Salvini: "Razzista, ha acuito le tensioni"[/h] [h=2][/h] L'ex premier parla a Di Martedì: "L'aggettivo che io accompagno nella mia testa quando vedo Salvini non è proprio moderato"
Il "professore" torna a voler dare "lezioni". E stavolta è a Matteo Salvini che si rivolge.
Romano Prodi, intervistato a Di Martedì da Floris, si lascia andare a critiche nei confronti del ministro dell'Interno. Poi parla di Pd, di Renzi e - ovviamente - di immigrazione.
"L'aggettivo che io accompagno nella mia testa quando vedo Salvini non è proprio moderato - dice l'ex premier - Comunque certamente non moderato, quindi ha dei problemi anche lui nel lungo periodo a interpretare la società italiana. Perché tensioni oggi, tensioni domani e poi anche la tensione stanca". Un affondo in piena regola: per Prodi il governo "non sta acuendo" le tensioni sociali e razziali, "le ha già acuite molto". E a chi gli chiede se il leader della Lega è "razzista", lui risponde così: "Si. Nel senso che quando dici 'noi siamo diversi dagli altri' dici anche questo. Mentre noi siamo una parte di mondo, con una grande cultura, una grande civiltà che dobbiamo custodire, ma con la cultura e non con l'odio". E ancora: "Secondo me è un momento di riflessione in cui non c'è più il desiderio per definizione di tensione, di lite, che c'era stata fino a qualche mese fa. Adesso la gente comincia a dire 'insomma dobbiamo convivere con gli altri perché se no se siamo isolati è sempre peggio'. Non si può litigare con i francesi, i tedeschi e con tutti. Questo è un sentimento nuovo che vedo arrivare".
Anche sull'immigrazione non sono mancate le stoccate di Prodi nei confronti delle politiche del governo gialloverde e, in particolare, del ministro Salvini. "I barconi non arrivano ma la tensione è uguale - spiega il professore - Vede, quando ero presidente della Commissione Europea avevo proposto di fare delle università in comune: a Catania a Napoli, a Tunisi o a Tripoli. Con professori metà del nord e metà del sud e studenti metà nel nord e del sud. Se facciamo queste cose ricostruiamo. Adesso è come se ci fosse un muro e questo è quello che non va bene". Secondo l'ex premier il "muro" contro i migranti "va spezzato". In che modo? "Ho fatto l'esempio dell'Università - spiega Prodi - ma perché non fare la banca di sviluppo del mediterraneo con i denari dell'Europa e del sud, con quelli del golfo. Se lei costruisce questi momenti di collaborazione...Questo è la sostituzione dei barconi, non è il bastone a sostituirli".
[h=1]Studentessa a Romano Prodi: "Lei ha svenduto il nostro futuro e in cambio di cosa?"[/h]
"Salve professore,
sono Cristina di Rethinking economics Bologna e la ringrazio per aver accettato il nostro invito. Detto ciò, però, questo è l'unico ringraziamento che mi sento di farle. Mi permetta di rubarle due minuti.
Le parlo come componente di quella che viene definita "Generazione Erasmus". Eccola qui, la generazione Erasmus: una generazione nata e cresciuta all'interno dell'Unione Europea ed educata con la favola di un'Europa di cooperazione e obiettivi comuni, di uno spazio in cui viaggiare liberamente ed educarsi alla diversità. Un luogo di pace, prosperità e libertà.
La favola della nuova generazione Europea di studenti colti, aperti e con alta mobilità si scontra però con la realtà, ossia con la generazione dei disoccupati e dei lavoratori poveri. Infatti, solo l'1% degli studenti italiani partecipa a progetti di mobilità, mentre gli altri si trovano in situazioni di precarietà o disoccupazione. La disoccupazione giovanile nel 2017 è arrivata a superare il 40% e coloro che trovano lavoro sono costretti ad accettare orari e salari da fame con contratti a termine o retribuiti tramite voucher. In tantissimi sono costretti ad emigrare; alcuni svolgono attività di ricerca qui sotto finanziata altri sono costretti a lavori non qualificati e sottopagati, nonostante l'alto livello d'istruzione.
Il futuro dei giovani italiani è un futuro grigio e di cui lo Stato ha deciso di non farsi carico. Siamo una generazione abbandonata dalle istituzioni e, certo, non sarà tutta colpa dell'Unione europea, ma sicuramente per capire come migliorare bisogna prima individuare le colpe ed i colpevoli. L'italia ha scelto di condividere e mettere in atto lo smantellamento dello stato sociale: ha tagliato educazione, istruzione, protezioni sociali, investimenti industriali, ecc. Una situazione di cui nessuno vuole farsi responsabile ma che è strettamente collegata con l'adesione dell'Italia alle politiche neoliberiste.
Professore, lei, il 18 gennaio ha rilasciato un'intervista al Quotidiano.net in cui dice "la mia Europa è morta. Ma spero che la crisi la svegli. Ora possiamo solo aggiungere: preghiamo" Beh, troppo semplice così.
Mi dispiace ma mi rifiuto di vivere in un paese che soffre di deficit di memoria. Che trasforma i carnefici in vittime e i colpevoli in eroi.
Non possiamo non dimenticare che lei, come presidente dell'IRI ha svenduto il patrimonio economico italiano a società private.
Lei partecipò in prima persona alla nascita dell'euro, prima come Presidente del Consiglio e poi come Presidente della commissione europea.
Lei non si è battuto per cambiare i criteri scellerati del trattato di Maastricht, nei quali l'Italia non rientrava, ma promise riforme future. Da quel peccato originale è succeduto un vortice di privatizzazione, tagli al welfare, sottomissione ai diktat franco- tedeschi, attacco ai salari e ai diritti dei lavoratori con l'unico obiettivo di ridurre il nostro debito pubblico, rientrare nei parametri di Maastricht e renderci "competitivi". Fu proprio durante il suo governo che venne approvato il pacchetto Treu che diede inizio al fenomeno della precarietà in Italia.
Durante il suo secondo mandato da Presidente del consiglio, poi, fu lei a firmare il trattato di Lisbona che di fatto era uguale alla Costituzione europea bocciata nel 2005 da francesi e olandesi.
Mi dispiace ma non può dire che questa non è la sua Europa. Questa è proprio la sua Europa.
Lei ha svenduto il nostro futuro e in cambio di cosa? Ecco cosa abbiamo ottenuto: la libertà di andare all'estero a fare i camerieri o di vivere una vita di precarietà e misera. Una vita che ha condotto molte persone alla disperazione ed alcuni anche al suicidio.
Adesso, non le chiedo, come fa qualcuno, di formare un nuovo partito o ricandidarsi per riparare alla situazione. No, quello spetta a noi. Però le chiedo, come minimo, che riconosca le sue responsabilità e i suoi errori; e che magari ci chieda anche scusa."27 febbraio 2017
[h=1]l villaggio ex Moi è preda dei migranti. Il blitz di Salvini per liberarlo[/h] [h=2][/h] All'ex Moi di Torino omicidi, spaccio e traffico di clandestini. La mossa del Viminale: ecco i fondi per sgomberarlo tutto
Ogni volta si torna punto e d'accapo. Salvini vorrebbe porre la parola fine entro l'anno. Per questo il Viminale, dopo i colloqui tra il ministro e il sindaco Chiara Appendino, ha deciso di stanziare ben 800mila euro per lo sgombero (definitivo) dell'ex villaggio olimpico di Torino.
Una sfida non da poco. Da quando l'ex Moi, il villaggio olimpico di Torino, è preda di immigrati e irregolari la polizia non fa che sgomberare alcune della palazzine. L'ultimo blitzrisale a fine dicembre. Gli agenti si sono presentati all'ingresso delle cantine dell'ex Moi e hanno costretto gli inquilini abusivi a fare le valige. Gli occupanti erano circa un migliaio: i richiedenti asilo e i migranti titolati per ottenere accoglienza sono stati ricollocati in strutture sul territorio. Il progetto aveva coinvolto questura, Comune, diocesi, Regione e Compagnia di San Paolo. Ma non è bastato.
Solo pochi giorni dopo, era il 18 gennaio di quest'anno, un nigeriano è stato trovato cadavere all'interno di una delle palazzine dell'ex Moi. Un omicidio. Per quel decesso la polizia ha fermato un nigeriano. "È un quartiere dove si vive una situazione molto complicata - diceva l'Appendino a margine dell'incontro con Salvini - non solo per gli abitanti, ma anche per chi vive in queste palazzine. Si va avanti. È importante l'intervento del ministero che ci ha confermato supporto e attenzione per un percorso che entro quest'anno ci porterà a liberare le palazzine e per riqualificarle".
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L'intervento sembra sempre più necessario e urgente. A febbraio la questura ha decapitato"un'associazione a delinquere transnazionale in grado di gestire gli stranieri giunti illegalmente in Italia, dal loro approdo sul territorio nazionale (principalmente in Sicilia e Sardegna) fino al loro definitivo spostamento verso le mete del Nord Europa, garantendo, se necessario, sistemazione alloggiativa temporanea e la fornitura di documenti contraffatti o falsi". L'indagine portò a 11 arresti. La "base logistica" dell'associazione era proprio l'ex Moi, dove si trovavano la maggior parte degli alloggi "messi a disposizione" dagli associati agli immigrati che finivano nella loro rete. Un "villaggio" considerato dagli stessi migranti una sorta di porto franco dove poter nascondere droga e clandestini.
Entro l'anno Salvini è certo che si arriverà ad una soluzione. A questo servono gli 800mila euro messi a disposizione dal Viminale per accelerare le operazioni di sgombero del "villaggio dei migranti" all'ex Moi. Una situazione paradossale e che si trascina ormai dal 2013.
[h=1]Baby gang di nordafricani in trasferta dalla Francia per rubare[/h] [h=2][/h] Gli agenti del commissariato di Ventimiglia, che li hanno indagati per una serie di colpi messi a segno nella notte tra domenica e lunedì scorsi, non hanno dubbi sul fatto che possano essere pendolari del crimine
Per la polizia italiana sono del tutto sconosciuti, malgrado abbiano già messo a segno diversi furti e danneggiamenti a Ventimiglia, in provincia di Imperia.
Si tratta di due marocchini di 17 anni e un algerino, di 16 anni, appartenenti a una baby gang specializzata nel compiere razzie su auto in sosta, in negozi e in condomini.
Gli agenti del locale commissariato, che li hanno indagati per una serie di colpi messi a segno nella notte tra domenica e lunedì scorsi, non hanno dubbi sul fatto che si tratti di "pendolari" del crimine.
Ragazzi che vivono in Francia, ma che organizzano “puntatine” in Italia per colpire e scappare, tornando al di là del confine, in modo da rendere difficoltoso il loro rintraccio. Stavolta, però, grazie alla segnalazione di un residente e di un agente della vigilanza privata, in servizio durante le ore notturne, i tre magrebini sono stati fermati e segnalati all’autorità giudiziaria.
A loro vengono attribuiti diversi furti, uno dei quali all’interno di un ristorante del quartiere Marina San Giuseppe, ma la polizia sta esaminando i filmati delle telecamere cittadine, per verificare il loro coinvolgimento anche in altri episodi.
Ciò che più ha colpito la polizia è l’atteggiamento spavaldo dei tre ragazzi, che non appena spno entrati in caserma, oltre a non aver dato segni di ravvedimento, hanno mantenuto un comportamento arrogante, rifiutando qualsiasi tipo di collaborazione. A loro viene attribuito anche un grosso coltello, con la ma di ventidue centimetri, trovato nel ristorante dove è stato commesso il furto.
è IN FRANCIA LI BASTONANO IN ITALIA LI PREMIANO DOVE ANDRANNO ?