Novità

AI VOTATO QUESTI "PASTORI"

Alien.

Advanced Premium Member

Stipendio più ricco per i capigruppo alla Camera. Chi ha votato a favore.

I capigruppo incasseranno quasi 1.300 euro in più. La delibera è passata con i voti di M5S e centrodestra. Ecco chi ha annunciato di voler rinunciare alla misura

14 Luglio 2023 12:03Foto di Mauro Di Gregorio

Mauro Di Gregorio


GIORNALISTA PROFESSIONISTA​





Stipendio più ricco per i capigruppo alla Camera. Chi ha votato a favore

Fonte: ANSADi quanto aumentano le indennità dei capigruppo alla Camera
Piatto più ricco per i capigruppo alla Camera dei deputati: con la delibera 45/2023 l’Ufficio di presidenza di Montecitorio ha stabilito di concedere un extra nello stipendio dei capigruppo. Tutti i partiti saranno interessati dal provvedimento, compreso il gruppo Misto (per il quale però l’importo è dimezzato).

Aumento di stipendio per i capigruppo alla Camera

I capigruppo incasseranno una indennità aggiuntiva uguale a quella già erogata ai presidenti di commissione. Si parla di 2.226,92 euro lordi al mese, pari a 1.269,34 euro netti. La cifra sarà erogata da ciascun gruppo parlamentare nel 2023, mentre a partire dal 2024 la somma sarà elargita direttamente dalla Camera. Le risorse saranno prelevate dal contributo concesso ai gruppi parlamentari. Di conseguenza, viene spiegato, gli aumenti non andranno a gravare maggiormente sul bilancio complessivo di Montecitorio.
L’Ansa ha avuto accesso ai dati relativi al voto. Avrebbero votato per il sì il centrodestra e il Movimento 5 Stelle. Il Pd con Chiara Braga, Verdi-Sinistra e Roberto Giachetti di Iv si sarebbero astenuti. Subito dopo il voto i capigruppo di M5S, FdI e Pd, rispettivamente Francesco Silvestri, Tommaso Foti e Chiara Braga, hanno annunciato che rinunceranno alla misura.

Un approfondimento di Pagella Politica del novembre 2022 ha evidenziato come al taglio dei parlamentari non sia corrisposto un taglio dei costi della politica. In pratica, dopo la riduzione da 630 a 400 del numero dei deputati e da 315 a 200 del numero dei senatori eletti, i costi sono rimasti sostanzialmente invariati. I partiti che cavalcarono la proposta stimavano un risparmio di 500 milioni di euro a legislatura. Si è dunque ridotta la rappresentanza senza ridurre i costi.

Quanto guadagna un deputato della Camera

Quello dei deputati viene definito “stipendio” secondo una locuzione entrata nell’uso comune, ma formalmente errata. La dicitura corretta è “indennità parlamentare” ed è pari a 5.269,04 euro su dodici mensilità. La misura varia in base al domicilio fiscale del parlamentare poiché le vanno sottratte le addizionali regionali e comunali. In generale un deputato incassa una media di 5.000 euro netti al mese.
Ma a questa cifra
va poi aggiunta una diaria a titolo di rimborso per le spese di soggiorno a Roma. Si parla di 3.503,11 euro al mese. Ogni volta che il deputato si assenta dalle sedute in cui si vota, la diaria viene decurtata di 206,58 euro. Ma è considerato presente il deputato che partecipi almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell’arco della giornata. C’è poi una ulteriore decurtazione, fino a 500 euro mensili, legata alle percentuali di assenze alle sedute delle Giunte, della Commissioni permanenti e speciali, del Comitato per la legislazione, delle Commissioni bicamerali e d’inchiesta, nonché delle delegazioni parlamentari presso le Assemblee internazionali.
Oltre a questo, ci sono poi una serie di
bonus a sostegno di spese telefoniche, di viaggio e di altra natura. Per tutti i dettagli sul trattamento economico dei deputati si rimanda al sito della Camera.

Tornano i vitalizi al Senato

Intanto mentre alla Camera vengono alzati gli emolumenti per i capogruppo, salvo lasciare a ciascun esponente la facoltà di rinunciare, il Senato ha fatto marcia indietro sul taglio dei vitalizi scatenando le polemiche. Il Consiglio di garanzia del Senato ha abolito la delibera 6 del 2018 fortemente voluta dal M5S che tagliava i vitalizi. Il colpo di spugna è arrivato su spinta di Luigi Vitali, ex senatore di Forza Italia e presidente dell’organo.

A TE QUANTO HANNO AUMENTATO LO STIPENDIO O PENSIONE E LE DIARIE RIMBORSO SPESE QUANTO TI HANNO DATO ?


I PASTORI MUNGONO ,TOSANO ED INFINE MACELLANO LE LORO "PECORE"



RICORDARSI CHE SONO I NOSTRI "DIPENDENTI" IN UNA QUALSIA DITTA SE UN DIPENDENTE NON SA FARE IL PROPRIO LAVORO, RUBA ECC. VIENE LICENZIATO.
NOI ABBIAMO UNA SOLO "ARMA" NON VOTARE- FIGURIAMOCI LE PECORE SENZA IL PASTORE MUOIONO.




LA NOSTA E LA SINDROME DEL PROFESSORE

DALLE MEDIE CHE TI HA "LAVATO" IL CERVELLO

TI ORDINO E FAI QUESTO ZITTI E BUONI ALTRIMENTI TI BUTTO FUORI DALLA CLASSE


E QUESTO DA ALLORA IN POI LA TUA VITA SARA COSI


AVRAI SEMPRE UN PROFESSORE, MEDICI, FORZE DELL'ORDINE, MAGISTRATI ECC,. ECC.


MORIRAI SENZA AVER AVUTO UN SOLO GIORNO DI LIBERTA E DIGNITA-


AMEN.






 
Ultima modifica:
FACEBOOK


359500560_10230134032403985_5598164034949082890_n.jpg


1981 Fiat panorama 900 e​

€ 15.000


Descrizione del venditore​

Mezzo praticamente nuovo ottime condizioni sia di meccanica sia di carrozzeria tenuto 30 anni in garage. Condizioni perfette usato solo per lo scopo per cui modificato. Meno di 3800 km percorsi. Astenersi commenti superficiali.


Annuncio pubblicato 3 giorni fa presso Firenze, Toscana
 
LA FINE DI TUO NIPOTE.


Pensione, allarme per i 40enni: ecco come ci andranno

Raffica di riunioni sul tema previdenziale: il governo vuole reintrodurre il cosiddetto “assegno di garanzia” per i contribuenti nati negli anni Ottanta

14 Luglio 2023 09:00Foto di Federico Casanova

Federico Casanova​


GIORNALISTA PROFESSIONISTA​





Pensione, allarme per i 40enni: ecco come ci andranno

Fonte: 123RFQuota 103, Opzione Donna, Ape Sociale: tutte le opzioni per andare in pensione
Nelle ultime ore il governo presieduto da Giorgia Meloni ha tracciato una road map per affrontare in maniera compiuta e approfondita uno degli argomenti che toccano più da vicino la quotidianità dei cittadini italiani, ossia quello relativo alle pensioni. Tutti i membri dell’esecutivo – a partire dalla titolare del Lavoro, la ministra Marina Elvira Calderone – sanno bene quanto la partita sugli indennizzi provvidenziali incida sull’immagine della maggioranza agli occhi degli elettori, in particolare quelli più avanti con l’età.
Per questo motivo, in vista della prossima legge di Bilancio di fine anno (che si prevede, se possibile, ancora più ostica rispetto a quella del 2022), nessuno vuole trascurare nemmeno un dettaglio su una questione così delicata. Il percorso delineato da Palazzo Chigi prevede infatti una fitta serie di incontri che coinvolgeranno tutti gli attori interessati, a partire dai sindacati, convocati per discutere di questo tema nel pomeriggio di mercoledì scorso (12 luglio).

Pensioni, tutte le opzioni in vigore e le modifiche ipotizzate dal governo

Un incontro che ha rappresentato una sorta di secondo round, visto che le quattro principali sigle del Paese (Cgil, Cisl, Uil e Ugl) si erano già presentate al ministero del Lavoro il 26 giugno, proprio per discutere delle riforme da approntare al nostro sistema pensionistico nazionale. Il confronto tra il centrodestra e le parti sociali proseguirà inoltre il 18 luglio (per parlare di flessibilità), il 5 settembre (sulle possibili soluzioni per quanto riguarda Opzione Donna) e il 18 settembre (con un focus sulla provvidenza complementare).

In molti si domanderanno come mai il governo riponga tanta attenzione sull’argomento. Il motivo è presto detto: a fine 2023 andranno in scadenza sia Quota 103 che la stessa Opzione Donna, a cui si aggiunge l’Ape sociale. Stiamo parlando di quegli strumenti che ad oggi consentono a milioni di lavoratori di andare in pensione pur non avendo i normali requisiti previsti per legge: in particolare, occorre aver raggiunto i 67 anni di età per la normale fuoriuscita di vecchiaia, oppure bisogna aver accumulato
42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne).

Pensione di garanzia? Che cos’è e a chi verrebbe destinata

In tutto questo, c’è grande preoccupazione tra chi oggi si aggira attorno ai 40 anni di età. Molte di queste persone infatti si ritrovano al momento in uno stato di precarietà lavorativa che porterebbe il loro assegno provvidenziale ad un livello economico davvero molto basso, con cifre da fame. Un rischio certificato anche dalla Corte dei conti nell’ultimo rapporto pubblicato sullo stato di salute delle finanze pubbliche, in cui un intero capitolo è stato dedicato proprio alla condizione di chi è nato a cavallo degli anni Ottanta.
Aldilà delle singole situazioni, il rischio per coloro che guadagnano meno (ossia tutti quelli con un reddito lordo annuo inferiore ai 20mila euro,
e sono molti) è quello di ritrovarsi con una pensione di poche centinaia di euro, con l’aggravante di non essere riusciti ad accumulare quasi nulla nel corso della carriera professionale. Un meccanismo frutto del sistema contributivo, che in Italia è in vigore dal 1996 (riforma del governo Dini).
L’obbiettivo odierno è dunque quello di tornare al sistema retributivo, che fino ad allora prevedeva l’intervento dello Stato a supporto degli assegni più modesti, cui veniva aggiunta una piccola integrazione per arrivare ad una soglia minima ritenuta accettabile. Questo supplemento prendeva il nome di “pensione di garanzia” ed è proprio questo lo strumento che il ministero del Lavoro ha intenzione di portare sul tavolo di discussione con i sindacati nei prossimi mesi.
Leggi anche



PECCATO NON AVERGLI FATTO FARE IL POLITICO.
 
QUELLO CHE NON FANNO E DICONO GLI ITALIANI.
PERCHE SIAMO TANTO ABITUATI CHE NON SAPPIAMO QUELLO CHE ABBIAMO.




360093326_831105428383758_5632278684725490989_n.jpg
 
"Preferisco piuttosto dimettermi, ma non andrò mai in #Europa con i toni che #Conte usava al cospetto di Angela Merkel". Ha ribadito con fermezza la propria posizione #Meloni, che oggi ha esposto in Parlamento tutti i temi che desidera portare a Bruxelles, ponendo come tema principale quello dell'#immigrazione, oltre che il sostegno all'#Ucraina. Concludendo le sue repliche alla discussione che si è svolta in #Senato, la premier ha poi ribadito che lei va in Europa come capo di governo di uno Stato sovrano, e che non chinerà mai la testa davanti alle richieste di altri Paesi.
336793876_168690968955680_5742248124891076434_n.png

GOLF_20230209172716154_71724545e22f699cf395c65bf6e67095-scaled.jpg

115651869-2553780a-f676-4b0c-8555-c42beb2606e8.jpg

Alluvione Emilia-Romagna: gli abbracci a Meloni di Biden, von der Leyen e Zelensky

https://www.tgcom24.mediaset.it/mon...n-der-leyen-e-zelensky_64999341-202302k.shtml
https://www.tgcom24.mediaset.it/mon...n-der-leyen-e-zelensky_64999341-202302k.shtml



MA COME SONO ADORABILI
https://www.tgcom24.mediaset.it/mon...n-der-leyen-e-zelensky_64999341-202302k.shtml
https://www.tgcom24.mediaset.it/mon...n-der-leyen-e-zelensky_64999341-202302k.shtml
https://www.tgcom24.mediaset.it/mon...n-der-leyen-e-zelensky_64999341-202302k.shtml
https://www.tgcom24.mediaset.it/mon...n-der-leyen-e-zelensky_64999341-202302k.shtml
4d9836ac-57b8-424b-995e-6750a19826e7.jpg

LE GEMELLINE VESTITE UGUALI

90

873315521189cdf0e3dedc869301bec2

giorgia-meloni-con-emmanuel-macron.webp


PROGRAMMA DRAGON E 5 STELLE E INIZIATO IL SECONDI TEMPO STATE SERENI IN POLTRONA.

LA GUERRA IN UCRAINA E GREEN ANDREMO TUTTI MA SOLO CHI PUO CON LE AUTO ELETTRICHE MENTRE GLI AEREI E LE NAVI ANDRANNO A "PEDALI".
 
Ultima modifica:
ACOLTATE COSA DICE QUELLA AGGRESSIVA CONTRO L'EUROPA MA OGGI HA CAMBIATO BANDIERA


 
26/10/2022 07:33 / Politica

Il governo Meloni è lo stesso dell’agenda Draghi

La Meloni ha vinto le elezioni grazie all’opposizione dichiarata al Governo dei Migliori, però il suo programma è identico all’agenda Draghi.

Si è fatta vanto in campagna elettorale di essere l’unico partito che ha fatto opposizione al governo Draghi, un esecutivo di tecnici incapace di affrontare le vere emergenze del Paese, ma poi ha nominato titolare al Mef Giancarlo Giorgetti, considerato il più draghiano tra tutti i ministri del governo precedente, e ha mantenuto come consigliere Roberto Cingolani, ex ministro della Transizione ecologica. Non solo.

LA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI GRAZIE ALL’OPPOSIZIONE DICHIARATA AL GOVERNO DEI MIGLIORI, PERÒ IL SUO PROGRAMMA È IDENTICO ALL’AGENDA DRAGHI

La premier Giorgia Meloni si è presentata in Parlamento per chiedere il voto di fiducia al suo esecutivo con temi in perfetta continuità con quelli promossi da Draghi, dalla politica estera a quella economica. Emblematico in questo senso l’apprezzamento arrivato dal leader di Confindustria, Carlo Bonomi, che tanto ammirava Draghi definito uno degli uomini della necessità.
Abbiamo apprezzato molto innanzitutto – dice Bonomi di Meloni – l’aver riaffermato la collocazione internazionale italiana, quindi in Europa e atlantista, e abbiamo particolarmente apprezzato il fatto di aver messo al centro anche il tema del lavoro a 360 gradi”.
L’Italia – dice la premier – è a pieno titolo parte dell’Occidente e del suo sistema di alleanze, Stato fondatore dell’Unione europea, dell’eurozona e dell’alleanza atlantica. Quest’ultima – spiega – garantisce alle nostre democrazie un quadro di pace e sicurezza. L’Italia – e pare di sentire Draghi – continuerà a essere partner affidabile in seno all’Alleanza atlantica, a partire dal sostegno al popolo ucraino che si oppone all’invasione russa. Vale a dire armi e ancora armi a Kiev.

COME DRAGHI IL NUOVO ESECUTIVO CHIEDE CHE L’EUROPA OFFRA UNA RISPOSTA COMUNE AL PROBLEMA DEL CARO-ENERGIA

Come Draghi chiede che l’Europa offra una risposta comune al problema del caro- energia, in assenza di questa come unico spazio rimane quello delle misure dei singoli governi nazionali che rischiano di “minare il mercato interno e la competitività delle nostre imprese”. Come il suo predecessore cerca di mantenersi a metà strada tra equilibrio dei conti e il no a operazioni che, a suo dire, possano mettere a repentaglio le casse.
“La strada per ridurre il debito – dice – non è la cieca austerità imposta negli anni passati e non sono neppure gli avventurismi finanziari più o meno creativi. La strada maestra l’unica possibile è la crescita economica, duratura e strutturale”. E cruciale rimane in questo senso la riforma del Patto di stabilità e crescita che Draghi ormai definiva “inevitabile”.
E ancora: nessuna indicazione su come intende agire contro il caro-bollette, nulla sugli extra-profitti o sullo scostamento di bilancio visto come fumo negli occhi da Mr.Bce. Dal suo predecessore eredita le ricette neoliberiste sulla politica economica con un occhio di riguardo alle imprese. “Il motto di questo governo sarà: non disturbare chi vuole fare”.
Sulla giustizia ci pensa il Guardasigilli a pronunciare la parolina magica: continuità. La direzione assunta dall’ex ministro della Giustizia, Marta Cartabia, con le sue riforme, dice Carlo Nordio, “era secondo me quella giusta”.
A squarciare il velo dell’ipocrisia meloniana ci pensa il leader del M5S, Giuseppe Conte. “Il suo indirizzo economico potremmo sintetizzarlo come neoliberismo di ispirazione tecnocratica. è un’impostazione che le consente di strizzare l’occhio alle istituzioni finanziarie anche internazionali e forse spiega l’opposizione morbida, a tratti compiacente con il governo uscente. Viene il dubbio: ma non è che alla fine l’agenda Draghi vuole scriverla lei?”, le chiede Conte.
E ancora: “L’unica certezza del suo discorso, presidente Meloni, ci ha restituito la continuità con il governo Draghi. La guida del ministero dell’Economia è stata data a chi per primo ha teorizzato il metodo Draghi e che auspicò una torsione costituzionale con Draghi al Quirinale incaricato di guidare il convoglio governativo da lì”.
L’unico punto su cui Meloni pare non tradire i suoi elettori è nell’astio che conferma verso i poveri. “Vogliamo mantenere e, laddove possibile, aumentare il doveroso sostegno economico per i soggetti effettivamente fragili non in condizioni di lavorare”, ma “per gli altri”, “la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza” che “per come è stato pensato ha rappresentato una sconfitta”, dice la premier.
Ma la domanda a cui non risponde la Meloni è come possano campare le persone abili a lavorare ma che non riescono a trovare un’occupazione. Togliere a queste il sussidio è gettarle nella disperazione. Ma evidentemente “i Migliori al governo” questa domanda non intendono porsela.

di Lello Marino
 

Ultima estrazione Lotto

  • Estrazione del lotto
    venerdì 18 luglio 2025
    Bari
    48
    38
    01
    78
    24
    Cagliari
    87
    33
    22
    13
    19
    Firenze
    14
    27
    71
    11
    50
    Genova
    40
    14
    77
    76
    17
    Milano
    26
    17
    90
    64
    69
    Napoli
    40
    89
    06
    23
    84
    Palermo
    62
    51
    36
    86
    26
    Roma
    76
    33
    75
    83
    47
    Torino
    83
    19
    82
    79
    89
    Venezia
    20
    31
    13
    12
    87
    Nazionale
    74
    29
    28
    32
    78
    Estrazione Simbolotto
    Nazionale
    39
    18
    27
    28
    20

Ultimi Messaggi

Indietro
Alto