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Corona virus , medico confessa: il Governo ci impedisce di fare i tamponi ai migranti sulle ONG.
Roberto Angius 2 marzo alle ore 09:47
Corona virus , medico confessa: il Governo ci impedisce di fare i tamponi ai migranti sulle ONG.
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Le altre nazioni Europee e internazionali Bloccano a bordo degli aerei gli italiani, e noi continuiamo a lasciare i porti aperti ai migranti che continuamente vengono importano dalle ONG.
Angelo Aliquò , medico addetto ad occuparsi dei 276 clandestini sbarcati dalla Ocean Viking a Pozzallo , rivela che il Governo sta impedendo che vengano effettuati dei tamponi sui migranti.
“Fino ad oggi non c’è stata nessuna prevenzione sanitaria sui migranti successivamente al caso corona virus.
PENSATE A QUANTE malattie sono state introdotte nel nostro paese, nel silenzio di tutti.
Il governo sta mentendo.
L’equipaggio della Ocean Viking è stato obbligato a rimanere fermo nelle acque che bagnano la cittadina siciliana per 14 giorni.
Ma nessun membro dell ‘ equipaggino ha effettuato l’esame per l’individuazione del corona virus.”
Vi spiego cos ‘ è successo dopo lo sbarco.
Tre clandestini appena sbarcati, hanno avuto il ricovero presso l’ospedale Maggiore di Modica per problemi di febbre e respirazione.
Uno di loro è stato un caso accettato di tubercolosi. Gli altri due avevano sintomi molto più simili al corona virus , ma in tutto questo frangente nessuno gli ha fatto un tampone per ordini arrivati direttamente dal governo e quindi cos’abbiano ancora non si sa”.
IL Governo quindi non vorrebbe che si sapessero casi tra i migranti di corona virus ?
Prosegue il direttore generale Aliquo’ ..
“In realtà su quelli non ricoverati , abbiamo fatto 45 test , voluti dalla prefettura e non dal governo…
Sono risultati tutti negativi..”ma su 274 migranti,” proveniente da zone ad alto rischio contaminazione , farlo solo su 45 casi mi sembra un po’ troppo poco no?
Pensa che il 45 % di quelli sbarcati dalla Ocean Vicking proviene dalla Nigeria , dall’ Egitto che sono zone ad alto rischio contaminazione.
Non capisco perché il governo abbia fatto controlli a tappeto su tutti gli abitanti di determinate zone e si rifiuta a farli a tutti i migranti”
questo è il governo di Conte, Di Maio, e Zingaretti PD&5Stelle!!!!!!!!!
La senatrice della Repubblica Italiana ha rivelato di aver attenzionato il ministro dell'Interno sul problema salute degli stranieri ospitati nei centri d'accoglienza e nei Cpr: le rassicurazioni della Lamorgese non soddisfano tuttavia la Bonino, che chiede uno "sforzo ulteriore" Federico Garau - Dom, 08/03/2020 - 13:42
Mentre il Paese è sempre più in ginocchio per le pesanti ripercussioni sanitarie ed economiche seguite alla diffusione del Coronavirus, un nuovo appello arriva sulla presumibilmente già affollata scrivania del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese.
Vale a dire l'accorato appello della senatrice di + Europa Emma Bonino, allarmata dalle eventuali conseguenze che potrebbero esservi per gli extracomunitari ospitati presso centri d'accoglienza o centri di permanenza e rimpatrio, nonchè per il personale impiegato all'interno di suddette strutture.
È lo stesso ex ministro della politiche Europee (ai tempi del governo Prodi) a riferire in prima persona sulla sua pagina personale Facebook di aver attenzionato l'onorevole Lamorgese sul problema Coronavirus e salute per gli stranieri presenti all'interno dei numerosi centri di accoglienza e rimpatrio, diffusi in modo capillare su tutto il territorio nazionale.
"In seguito agli interventi previsti dal governo nei giorni scorsi per l'emergenza coronavirus, ho ritenuto necessario rivolgermi al ministro Luciana Lamorgese per chiederle se fossero state prese misure adeguate a garantire la salute dei richiedenti asilo ospitati nei centri di accoglienza e delle persone trattenute all'interno dei centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) in tutta Italia. In particolare ho chiesto al ministro se vi fossero nei Cpr - da cui non è permesso allontanarsi - presidi idonei ad affrontare la situazione con la stessa cura con cui si dovrebbe agire nell'ambito carcerario, dove ancora troppo poco si sta facendo, non escludendo l'ipotesi di non procedere a nuovi ingressi nelle prossime settimane", si legge nella prima parte del comunicato.
Una raccomandazione, tuttavia, che ha trovato le rassicurazioni della Lamorgese stessa, evidentemente non sufficienti, però, a far dormire sonni tranquilli alla senatrice della Repubblica Italiana, che chiede passi in avanti in più in tal senso. "Il ministro ha confermato di aver predisposto e comunicato agli uffici territoriali una serie di interventi sull'intero sistema di accoglienza di sua competenza. Ma sono certa che uno sforzo ulteriore di comunicazione e prevenzione vada fatto per proteggere la salute degli operatori e dei rifugiati. Sono convinta che occorra in questo momento la massima attenzione verso le condizioni di vita all'interno dei centri presenti nel nostro Paese, affinché venga fornito a chi vi è ospitato e a chi vi opera tutto il sostegno necessario ad affrontare le prossime settimane".
Come non è mancata la rapida replica della Lamorgese sull'emergenza Coronavirus, così non sono mancati neppure i messaggi in risposta al post dell'ex rappresentante del partito Radicale. "Ringrazio tutti quelli come Lei che dicono apertamente ciò che pensano, in questo modo sono rispettati i diritti costituzionali di tutti. Compresi quelli di chi, andando a votare, saprà quali simboli evitare come la peste. Grazie per essere così chiara. Sieterazzisti nei confronti degli Italiani.
Ce ne ricorderemo quando avremo la matita in mano. Non pensate di riuscire a tenerci lontano da quella matita ancora a lungo. O la matita o le piazze. Virus o non virus.
Non ne uscirete, stavolta. Faremo a pezzi questa Europa con una matita. Con tante matite" , attacca una internauta. "Ah, quindi riuscite a controllare gli ingressi? Ma non sono disperati che fuggono da guerre e pestilenze senza controllo? Con che autorità vi permettete di "disciplinare" gli ingressi?", replica un altro utente. "Ma vergognati . Pensa all’Italia che ti ha mantenuto una vita senza che tu abbia mailavorato. Pensa ai tuoi connazionali non ai richiedenti asilo", attacca un altro.
UN ALTRA CHE VOMITA SUL PIATTO IN CUI MANGIA MA UN GIORNO LECCHERA QUEL PIATTO.
PORDENONE – Per anni ci hanno detto che sì, li mantenevamo, però loro ripagavano l’accoglienza cercando in qualche modo di rendersi utili.
Erano più di ottocento. E si rifiutavano di lavorare. Il Comune di Pordenone avrebbe voluto che lavorassero gratuitamente per ripagare, almeno in piccola parte, l’accoglienza loro riservata dai contribuenti italiani. Cioè per il vitto, l’alloggio e il pocket money loro garantiti.
I richiedenti asilo, come testimonia il Gazzettino, si sono sempre rifiutati di svolgere piccoli lavoretti a vantaggio della comunità. Perché le Coop che li avevano in gestione li definivano “troppo impegnati per spostarsi”. Lo raccontava perplesso il vicesindaco di Pordenone Eligio Grizzo.
Il Comune cercava lavoratori volontari per svolgere compiti di pubblica utilità: dalla cura delle aiuole alla tinteggiatura delle pareti degli edifici di pertinenza, ma i profughi, sedicenti tali, erano e sono troppo impegnati. Sia chiaro, i lavori li devono svolgere gli italiani, gli irregolari per quanto ci riguarda andrebbero rimpatriati. Ma comunque il fatto che un profugo si rifiuti di ripagare la nostra accoglienza, non gli fa onore.