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16 Aprile 2012 L’allarme di Sergei Brin “La rete è in pericolo”
a cura della Redazione Scienze&Tecnologia
Grandi manovre per la rete e grandi ipotesi per il futuro. I grandi iniziano a prendere posizione l’uno contro l’altro. La rete è in pericolo, la sua libertà e autonomia sono minacciate ogni giorno da volontà oscure e potenti. L’allarme lanciato sul Guardian da Sergei Brin, cofondatore di Google, fa paura non solo per le sue dimensioni ma anche per le sue caratteristiche future. Chi, secondo Brin, attenta alla libertà della rete e alla fine all’espansione del protagonista Google? I governi, che temono la libertà della rete per le loro azioni. Le major, che bloccano la diffusione libera dei contenuti con leggi ad hoc e infine, udite udite, aziende come Facebook e Apple. Secondo Brin, Facebook, applicando un controllo rigido su alcune informazioni “recintate”, non permetterebbe ai crawler di indicizzarle e quindi di farle trovare all’utente. Insomma, tutto ciò che non è indicizzabile da Mountain View sarebbe sinonimo di blocco all’innovazione? Forse, ma all’orizzonte di questo dibattito c’è sempre lo scontro fra Google e Facebook, che da tempo ormai monopolizza l’ambiente web. Accuse di filtraggio delle informazioni fanno il paio con quelle di succhiare dati l’uno all’altro per fini commerciali.
a cura della Redazione Scienze&Tecnologia
Grandi manovre per la rete e grandi ipotesi per il futuro. I grandi iniziano a prendere posizione l’uno contro l’altro. La rete è in pericolo, la sua libertà e autonomia sono minacciate ogni giorno da volontà oscure e potenti. L’allarme lanciato sul Guardian da Sergei Brin, cofondatore di Google, fa paura non solo per le sue dimensioni ma anche per le sue caratteristiche future. Chi, secondo Brin, attenta alla libertà della rete e alla fine all’espansione del protagonista Google? I governi, che temono la libertà della rete per le loro azioni. Le major, che bloccano la diffusione libera dei contenuti con leggi ad hoc e infine, udite udite, aziende come Facebook e Apple. Secondo Brin, Facebook, applicando un controllo rigido su alcune informazioni “recintate”, non permetterebbe ai crawler di indicizzarle e quindi di farle trovare all’utente. Insomma, tutto ciò che non è indicizzabile da Mountain View sarebbe sinonimo di blocco all’innovazione? Forse, ma all’orizzonte di questo dibattito c’è sempre lo scontro fra Google e Facebook, che da tempo ormai monopolizza l’ambiente web. Accuse di filtraggio delle informazioni fanno il paio con quelle di succhiare dati l’uno all’altro per fini commerciali.