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AREA FRANCESE NON CI POSSO CREDERE MA VERO

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[h=1]Sondaggio Ipsos: Salvini il politico italiano più popolare Francia[/h] [h=2][/h]
Fra i tre leader politici italiani al governo è emerso che il vicepremier Matteo Salvini è apprezzato dal 19% dei cittadini francesi. Nel nostro Paese, invece, Marine Le Pen è la più popolare con il 30%

Gabriele Laganà - Dom, 23/06/2019 - 13:12
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Non solo il clamoroso risultato alle elezioni Europee del mese scorso che ha visto la Lega diventare il primo partito italiano con oltre il 34% dei voti.
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Ora a far sorridere Matteo Salvini vi è il dato, totalmente inaspettato, di un sondaggio Ipsos realizzato in Francia dal 5 al 13 giugno, con il contributo di EDF e Edison e la supervisione del politologo Marc Lazar.

Nel Paese d’oltralpe, dei tre leader politici italiani al governo il vicepremier leghista è il preferito con il 19% di opinioni positive, anche se molto inferiori però a quelle negative che arrivano al 42%.

Il premier Giuseppe Conte si ferma al 18% di apprezzamento e l’altro vicepremier Luigi Di Maio al 15. Per entrambi, però, bisogna tener conto che la maggioranza dei francesi dice di “non saperne abbastanza per pronunciarsi”.

Secondo gli autori della ricerca, “la capacità di Matteo Salvini di suscitare l’adesione di una parte importante di italiani attorno a sé e al suo programma spiega senza dubbio almeno in parte l’ostilità crescente dell’opinione pubblica italiana verso la Francia”.

Viceversa, per gli italiani la personalità politica francese più popolare è Marine Le Pen con il 30%, davanti al presidente della Repubblica Emmanuel Macron che si ferma al 20. Ciò potrebbe dipendere dal fatto che Matteo Salvini, il principale alleato della leader del Rassemblement National, piace al 48% di connazionali.

Il sondaggio è stato condotto in generale sulle relazioni franco-italiane, che sono state sempre rappresentate come una solida amicizia. È stato scelto un campione rappresentativo di mille francesi e mille italiani sopra i 18 anni.

Nonostante le polemiche e la crisi diplomatica dei mesi scorsi tra Parigi e Roma l’immagine che i francesi hanno di noi resta relativamente positiva: il 61%, infatti, ha una buona opinione dell’Italia.

I cittadini d’oltralpe apprezzano particolarmente la Svezia (93%), la Germania (81%) e la Spagna (80%). L’Italia è pari merito con la Gran Bretagna e apprezzata più della Grecia (51%), Quasi due terzi dei francesi, il 64%, dicono di provare simpatia per gli italiani, mentre gli ostili sono il 6%.

Gli italiani, invece, hanno della Francia un’immagine un po' più negativa di quella che i francesi hanno di noi. Solo il 53% degli italiani ha una buona opinione dei nostri vicini.

I nostri connazionali apprezzano particolarmente la Svezia (89%), la Spagna (81%), la Gran Bretagna (74%) e la Germania (70%).

Un altro dato interessante è il giudizio verso la Francia a seconda delle opinioni politiche. Gli elettori del Partito democratico provano simpatia (36%) più che antipatia (18%) verso i transalpini. Le cifre cambiano tenendo conto dei simpatizzati del Movimento Cinque Stelle, di Forza Italia e, soprattutto, della Lega.
 
E' NERO SCACCIA NERO,OTTIMO

[h=1]Varazze, i vigilantes di colore contro i vu cumprà in spiaggia[/h] [h=2][/h]
I tre stranieri faranno i controllori sulle spiagge e dovranno tentare di contrastare il fenomeno dei venditori abusivi

Salvatore Di Stefano - Dom, 23/06/2019 - 19:44
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Un'iniziativa che non mancherà sicuramente di suscitare polemiche quella del comune di Varazze, splendida località di mare in provincia di Savona.
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Secondo quanto riportato dall'Ansa infatti, il comune della cittadina ligure ha deciso di affidare il controllo delle sue spiagge a tre cittadini africani, due senegalesi ed un marocchino. Gli stranieri dovranno vigilare affinché il fenomeno dei venditori abusivi in riva al mare venga scoraggiato.

La proposta è stata avanzata da una società privata, la Mas Security & Investigation di Savona. Secondo gli ideatori del servizio questo "
sarà anche un modo per non essere tacciati di razzismo".

Gli africani, che risultano essere stati assunti già da diversi anni da questa ditta di sorveglianza privata, sono stati scelti per favorire la comunicazione, risolvendo poi definitivamente il problema delle critiche d’intolleranza rivolte alle guardie durante le scorse stagioni. Uno dei tre, il marocchino Nabil El Kamili, ha commentato così la notizia: "Sulla spiaggia varazzina faremo semplicemente rispettare la legge. Stiamo svolgendo un lavoro onesto e inviteremo i nostri connazionali a fare altrettanto."

Anche Stefano Veggi, il titolare della ditta nonchè presidente nazionale di Federsecurity, ha voluto dire la sua in merito alla vicenda: "Selezionare tre addetti extracomunitari è stato strategico. Parlare la stessa lingua facilita il servizio."
 
SI VERO PREGANO TROPPO DEVONO FARE polenta con gli osei


[h=1]"Quelle suore pregano troppo". E il Vaticano chiude l'ordine[/h] [h=2][/h] Riccardo Cascioli - Dom, 23/06/2019 - 09:06
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Governo autoritario della Congregazione, immobilità nel vivere il carisma, troppa preghiera e in modo tradizionale. A causa di queste accuse e di fronte al rifiuto delle suore di vedere snaturata la loro missione, un altro ordine religioso viene distrutto ad opera del Vaticano.
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Questa volta tocca a un giovane istituto francese, quello delle Piccole Sorelle di Maria Madre del Redentore, ma è solo l'ultima puntata di una serie di attacchi a congregazioni religiose, magari ricche di vocazioni in tempi di magra generale, giudicate «troppo tradizionaliste» e poco in sintonia con «la nuova teologia della vita consacrata».
La storia delle Piccole Sorelle ha inizio nel 1939 quando un gruppo di giovani si riunisce in comunità a Tolosa attorno a Maria Nault, poi Madre Maria della Croce. Dopo la nascita di altre comunità, nel 1989 vengono riconosciute come istituto religioso dall'allora vescovo di Laval, Louis-Marie Billé. Gestiscono case di riposo per anziani, insegnano catechismo e aprono le loro case all'ospitalità di parrocchie e movimenti. Tanta accoglienza e impegno per i più vulnerabili della società affonda però in una vita di preghiera intensa, nelle tante ore dedicate all'adorazione eucaristica e all'amore per la liturgia tradizionale, come ad esempio la celebrazione della messa in rito antico. Anche il loro abito dice di questo amore per la tradizione, visto che indossano il guimpe, quel copricapo di origine medievale che incornicia il viso e copre il petto e le spalle.
È proprio a Laval che cominciano le disavventure delle suore, che già nel 2010 entrano in conflitto con il nuovo vescovo, Thierry Scharrer, che vuole separare la comunità delle religiose dalla gestione della casa di riposo. Nel frattempo a Roma la Congregazione che si occupa degli istituti religiosi, guidata dal cardinale brasiliano Joao Braz de Aviz, è diventata implacabile nel perseguire ordini di frati e suore che hanno vocazioni abbondanti e sono troppo legati alla Tradizione. Così le Piccole Sorelle di Maria Madre del Redentore entrano nel mirino vaticano e vengono sottoposte a ispezioni, invio di commissari e diktat. L'associazione di sostegno alle suore, nata nel frattempo per sostenerle in questa battaglia per la loro sopravvivenza, denuncia che alle suore è stata rimproverata «troppa preghiera». In questo pontificato si sta realizzando uno stravolgimento della vita religiosa, che tende a ridurre al minimo l'autonomia di conventi e monasteri e a fare passare in second'ordine la preghiera e la liturgia rispetto all'utilità sociale.
Così, alle suore francesi che non accettano questa intrusione violenta nella loro vita religiosa il Vaticano risponde con un ultimatum: accettare una superiora-commissario indicata da Roma o uscire dall'ordine. La nuova superiora imposta è suor Geneviève Médevielle, religiosa che veste con abiti laici. Docente di Etica all'Istituto cattolico di Parigi, è anche autrice di un libro dal titolo significativo, I migranti, Francesco e noi. L'esito della vicenda è segnato: 34 delle 39 suore di Laval respingono la nuova superiora e piuttosto chiedono di essere sollevate dai loro voti nell'istituto, nella speranza che questo gesto clamoroso spinga i responsabili in Vaticano almeno ad ascoltarle. Invece nei giorni scorsi la richiesta delle suore è stata accettata e l'ordine distrutto. Le suore hanno annunciato l'intenzione di intraprendere un'azione legale contro le autorità ecclesiastiche per molestie morali e diffamazione.
La vicenda delle suore francesi è solo l'ultimo episodio di questa guerra contro gli istituti religiosi, di cui viene ritenuto responsabile operativo il francescano José Rodriguez Carballo, segretario della Congregazione vaticana per la vita religiosa. Tra i più clamorosi, va certamente citato il caso dei Francescani dell'Immacolata, commissariati già da sei anni, con il loro fondatore praticamente agli arresti domiciliari, senza che sia mai stato chiarito ufficialmente il motivo di tanto accanimento. Curiosamente anche in questo caso si è parlato di una generica gestione autoritaria, anche con denunce di maltrattamenti, poi caduti nel vuoto. Ma anche qui si capisce che c'è di mezzo la vita di preghiera e la preferenza per la liturgia antica, che pure Benedetto XVI aveva valorizzato e liberalizzato.
Più recentemente la scure è calata su Familia Christi, che il nuovo vescovo di Ferrara, l'immigrazionista estremo Giancarlo Perego, ha denunciato a Roma e allontanato dalla sua diocesi dove erano stati riconosciuti dal vescovo precedente,
Luigi Negri. Anche loro, che pure avevano ridato vita a un santuario dove è avvenuto un miracolo eucaristico nel XII secolo, troppo amanti delle liturgie in latino e troppo dediti all'adorazione eucaristica.
E poi ancora, la Fraternità dei Santi Apostoli di Bruxelles, soppressa nel novembre 2017 perché aveva «troppi seminaristi francesi». Un pretesto ai limiti del ridicolo per una Chiesa che si chiama cattolica, il problema vero è sempre il solito: non sono troppo inclini ai dettami della nuova Chiesa.


CARO LUIGI NEGRI DATO CHE NEGRI NON SE PO' DI TI DEVI CHIAMA DI COLORE O NERO.
 

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