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Aschenaziti

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li aschenaziti (ebraico: sing. אַשְׁכֲּנָזִי, pl. אַשְׁכֲּנָזִים; pronuncia [aʃkənaˈzi], pl. [aʃkənaˈzim]; anche יְהוּדֵי אַשְׁכֲּנָז Yehudei Ashkenaz, "gli ebrei di Ashkenaz") costituiscono un gruppo etnoreligioso ebraico originario dell'Europa centrale e orientale e tradizionalmente di lingua e cultura yiddish. Gli aschenaziti discendono dalle comunità ebraiche stanziatesi nel Medioevo nella valle del Reno e successivamente spostatesi verso est. A partire dalla seconda metà del XIX secolo, la comunità aschenazita emigrò in larga parte verso gli Stati Uniti d'America e gran parte delle comunità rimaste in Europa furono poi sterminate durante l'Olocausto.[4][5] Gli aschenaziti costituiscono oggi il gruppo etnico maggioritario tra gli ebrei. Tra il 70%[6] e il 75%[7] degli ebrei del mondo sono aschenaziti, mentre prima dell'Olocausto rappresentavano il 92%.[8]

Indice​

Storia​

Ashkenaz era il nome, in ebraico medievale, della regione franco-tedesca del Reno; e "aschenazita" significa, appunto, "germanico"[9]. Nel IX secolo l'immigrazione in Germania di numerosi ebrei dall'Italia settentrionale e dalla Francia dà origine a una parte consistente delle numerosissime comunità aschenazite renane[10]. Un esempio sono i Kalonymos.

Sin dall'XI secolo, la letteratura rabbinica identificò gli aschenaziti come l'insieme di popoli professanti religione giudaica e parlanti la lingua yiddish, affine al tedesco, che vivevano in Europa centro-orientale, unendo gli ebrei della diaspora che formarono comunità nelle regioni della Renania e Palatinato nel Sacro Romano Impero, che si erano formate con l'arrivo, fra la fine del settimo secolo e l'inizio del nono, dell'ultima ondata di ebrei che lasciavano la Palestina,[senza fonte] coi discendenti degli aschenaziti, che vivevano nei regni orientali slavi di Russia, Polonia e Lituania.

In epoche successive, molti di essi emigrarono, formando, oltre alle comunità già esistenti in Germania e in Francia orientale, altre comunità in Boemia, Italia settentrionale[11], Paesi Bassi, Ungheria, Polonia, Russia, Ucraina e altri paesi dell'Europa orientale. Per tale motivo la parola "aschenazita" è per molti sinonimo di Ostjude, ovvero di un ebreo originario del nordest d'Europa. A cavallo degli ultimi due secoli, si registrò un'ingente emigrazione aschenazita negli Stati Uniti d'America.

Schlein è finita nelle teorie del complotto sugli ebrei ashkenaziti

La nuova segretaria del PD sta facendo suo malgrado tornare a galla vecchie teorie antisemite.
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Di Paolo MossettiPUBBLICATO: 13/03/2023
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Elly Schlein, chi è la nuova segretaria del Pd
di Elle IT

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Il suo naso, ha spiegato Elly Schlein, non merita quel volgare chiacchiericcio sui social: «Non è un 'naso ebreo' ereditato da mio padre, come scrivono i razzisti nella Rete», ha puntualizzato la neosegretaria del Pd, «è un naso tipicamente etrusco». Quando era aumentato lo scrutinio mediatico su lei, la parlamentare ha sostenuto di avere le prove di ciò che affermava: «Mi arriva, con la fotocopiatrice, da mia madre. È un naso toscano, come lei». E non è vera neppure la storia sulle sue origini, che deriverebbero da una ricca famiglia ebraica: «Mio nonno si è spaccato la schiena per dare un futuro migliore ai suoi figli ma è morto presto». Ai suoi odiatori, Schlein ha ricordato di provenire da una normalissima famiglia borghese, dunque sono infondate anche tutte quelle notizie relativa a una sua ricchezza di provenienza «ebraica». Quante giustificazioni, pur di non confermare i pregiudizi dei nemici.
rome, italy march 12 newly elected president of the partito democratico stefano bonaccini and newly elected general secretary of the partito democratico democratic party elly schlein attend the national assembly of the partito democratico democratic party, on march 12, 2023, in rome, italy photo by antonio masiellogetty images

Antonio Masiello//Getty Images
Ma la vittoria a sorpresa di Schlein alle primarie Pd ha improvvisamente allargato i confini del dicibile nella sfera pubblica. Tra coloro che si sono abbassati in viscose menzioni delle sue origini ebraiche figurano svariati ed avvelenati utenti comuni, ma anche rappresentanti delle istituzioni: Chiara Bonomi, Assessore alla sicurezza urbana del comune di Abbiategrasso e Nella Corrado, consigliere comunale ad Arluno, entrambe lombarde, hanno condiviso delle schede che elencano i «difetti» di Schlein, tra i quali l'essere «bisessuale» ed «ebrea ashkenazita». Quest'ultima parola dal suono minaccioso evoca una teoria che da mesi si è diffusa nei bassifondi del «dissenso»: quella sui khazari ashkenaziti, stirpe di ebrei malvagi e impostori responsabili di ogni macchinazione della Terra.
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L'ossessione ha origine da un libro-inchiesta del giornalista e parapsicologo ungherese Arthur Koestler, La tredicesima tribù, del 1976. Koestler era convinto che la maggior parte degli ebrei dell'Europa orientale (gli antenati degli odierni ashkenaziti) non discendesse dall'Israele biblico ma dal popolo dei khazari, che abitava in quella che divenne la Russia meridionale, tra la Crimea e le montagne del Caucaso, e che aveva adottato l'identità ebraica soltanto attorno all'ottavo secolo dopo Cristo. Dimostrando che gli antenati degli ebrei non venivano dal Giordano ma dal Volga, non da Canaan ma da quella che un tempo era ritenuta la culla della razza ariana, e che geneticamente essi erano più vicini agli Unni, agli Uiguri e ai Magiari che alle progenie di Abramo, Isacco e Giacobbe, Koestler si augurava che il termine «antisemita» perdesse di significato, essendo basato su un equivoco razziale che poteva essere finalmente rimosso.
Nella realtà, la teoria sostenuta dal rispettabile Koestler ha ottenuto un effetto opposto a quello auspicato. Se gli ebrei ashkenaziti erano principalmente di origine khazara e non semitica - un po' truffaldina e posticcia, insomma - non potevano avere alcuna pretesa storica su Israele: lo dissero alcuni studiosi nazionalisti arabi, poiché erano venute meno secondo loro alcune delle basi teologiche sia dei sionisti religiosi ebrei che dei sionisti cristiani. Il delegato dell'Arabia Saudita alle Nazioni Unite sostenne che la teoria addirittura negava il diritto di Israele ad esistere, nonostante Koestler stesso rifiutasse queste inferenze. Il libro fu criticato aspramente da storici e genetisti come pseudo-scienza, e nella migliore delle ipotesi basato su ricerche discutibili. Troppo tardi: il libro fu elogiato anche dai nazisti americani e dai nazionalisti cristiani, che lo ricollegarono ad antichi pregiudizi sugli askhenaziti. E questo ci spiega come mai la storia sia stata aggiornata negli anni con nuove infusioni di sensazionalismo, arricchita di elementi fantasmagorici e adattata a ciò che circola sui forum degli svitati.
Tra i più instancabili divulgatori dell’ipotesi khazara troviamo lo psichiatra Alessandro Meluzzi, ex Pci, ex Psi, ex Udeur, ex massone, ec senatore in Forza Italia agli esordi del berlusconismo, più recentemente presenza fissa su Rete4 dove spazia dal disagio giovanile al gossip di cronaca nera. Mentre negli ambienti accademici rispettabili si centellinano le parole fino all'ultimo microgrammo per non inciampare in gaffes irreparabili, sul canale YouTube anti-vaccinista 100 giorni da Leoni troviamo Meluzzi ripetere impunemente una delle più note teorie antisemite in circolazione, nella consapevolezza che in Italia una piattaforma per quelli come lui ci sarà sempre: «La grande sostituzione etnica dell’Europa descritta da Kalergi è una roba che sta nella Quarta rivoluzione industriale di Schwab e di Davos, ed è un piano ben strutturato di una parte di esseri di questo pianeta, che si chiamano khazari ashkeziti!», gridava qualche mese fa, in dialogo col presentatore Riccardo Rocchesso.
L'autoproclamato Primate della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala - da lui stesso fondata -, convinto sostenitore della autenticità della Sindone di Torino non ha dubbi: questi dannati khazari «sono una setta radicale dell’ebraismo nata nel Caucaso, e alla quale appartengono guarda caso gli Schwab, Bill Gates, i Rothschilds, i Soros».


Una «setta», spiega Meluzzi, della quale fa parte anche Bourla, il boss di Pfizer. «Un potere massonico e para-religioso… perché sono atei… non adorano il dio di Abramo come i buoni ebrei… Sono una setta che ha deciso di governare il mondo…. Ci sono forti inquinamenti di tipo satanista». Non manca il solito riferimento alla geopolitica, con l’ultraputinista Meluzzi che intima agli impostori askhenaziti di non ostacolare l'ordine multipolare che avanza: «I russi di questa cosa sono incazzati, gli indiani sono incazzati, i sudafricani sono incazzati!».
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E ora radiatelo.” Per Bassetti si mette male e arriva la diffida: “Odio ideologico”

di Antonio Oliverio458Views

Pubblicato il 31/07/2023 21:43
Per la terza volta in pochissimi giorni dobbiamo parlare di Matteo Bassetti, l’infettivologo genovese illustre sconosciuto sino all’epoca del Covid, durante la quale era più facile trovarlo in televisione che in ospedale. Le conseguenze del postsu Facebook, francamente squallido, poi rimosso, non si limitano alla querela partita da Beppe Fantin, autore della vignetta cui la virostar ha attribuito “un significato completamente diverso”, ma ora se ne chiede la radiazione dall’Ordine dei medici del capoluogo ligure. La diffida è partita dalla Aadi, ovvero l’Associazione Avvocatura degli Infermieri, in ragione proprio della vignetta sottratta e manipolata a Beppe Fantin, intesa giustamente come una “istigazione all’odio ideologico” da parte di Bassetti e, come vedremo, una palese violazione del giuramento di Ippocrate, che sancisce e impone “libertà e indipendenza di giudizio” nello svolgere la professione medica. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Uguaglianza e diritti garantiti”. La retromarcia delle virostar: così riscoprono le cure che hanno negato
>>> Lucarelli, insulti al compagno della Meloni. L’influencer ormai senza freni. Esplode la polemica (VIDEO)
 
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