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La guida DOVE mangiare, dormire, lavarsi | Comunità di Sant'Egidio


«Ex bancario, alla Caritas per mangiare»

A Reggio in via Adua ogni giorno pranzano fino a 200 persone: immigrati, ma anche giovani disoccupati e uomini soli



REGGIO

La povertà non va mai in vacanza. E spesso si nasconde dietro volti insospettabili.

Non basta ormai posare lo sguardo sui senzatetto sdraiati al riparo dal sole sotto i portici della via Emilia, nei parchi e lungo i binari ombreggiati della stazione. C'è un'altra povertà: quella prepotente, ma meno visibile dei “nuovi poveri”.

Per constatarlo, siamo andati a fare un salto alla mensa Caritas di via Adua, l’unica attiva nel periodo estivo.

Prima di mezzogiorno, nel chiostro d'accesso alla mensa, la fila di gente seduta ad aspettare il proprio turno è già interminabile. E non si pensi soltanto ad immigrati e persone ad un livello di povertà cronica. In attesa di un pasto gratis, si incontrano anche gli “insospettabili”: giovani disoccupati, madri di famiglia, uomini soli.

Tutti dignitosamente vestiti, tutti senza il marchio visibile della povertà stampato addosso. Eppure proprio dai loro racconti si scoprono storie difficili da credere.

Ci sediamo a parlare con A.L., un uomo distinto che non rinuncia neppure alla dignità di indossare una giacca elegante: «Sono un ex bancario, separato consensualmente. Ho una figlia da mantenere che si è appena laureata e una pensione di invalidità. Ho lavorato una vita ed ora sono costretto a nutrirmi qui. Non arrivo a fine mese con meno di 1.000 euro e giro su una vecchia Mercedes, per cui sono esentato dal pagare il bollo». «Mi hanno sfrattato dal monolocale in cui vivevo da solo fino a poco tempo fa qui in città - continua l’ex bancario - e ora spero di trovare alloggio a casa di una coppia di anziani a Montecchio. La realtà dei padri separati è spesso tristissima. Ci rimettiamo tutto, giorno dopo giorno. Non avrei mai pensato di ritrovarmi a 60 anni alla mensa della Caritas per riuscire a mangiare. E, se mi guardo intorno, non sono un caso isolato».

Ce lo conferma Licinio Paterlini, responsabile della mensa Caritas: «Gli accessi giornalieri ultimamente si aggirano intorno alle 170 presenze perché siamo in tempo di Ramadan, ma a regime completo si arriva anche a 215. E' comunque un numero notevole. E ogni giorno siamo chiamati a rispondere a esigenze diverse. Non arrivano soltanto senzatetto e immigrati, ma ogni sorta di persone. Dai giovani agli anziani, dalle donne disoccupate agli uomini soli».

Anche fermandoci a parlare con i volontari intenti a distribuire i sacchetti che contengono il pasto per la cena (la mensa di via Adua è aperta solo a pranzo) si respira un certo stupore.

Una di loro ci confessa: «Prima mi sono seduta accanto ad un giovane ragazzo che avrebbe potuto tranquillamente essere mio figlio. Alto e bellissimo. Mi ha raccontato che ha perso il suo posto da giardiniere e ora viene qui a mangiare. E' incredibile». Sono proprio questi insospettabili che ti sfrecciano accanto a testa china, senza concederti una battuta. Alcuni di loro si fanno trascinare dall'entusiasmo di alcuni frequentatori assidui della mensa Caritas come il “pirata” Onorio Benini o Aldo Bortolotti e si fanno scappare un sorriso. Altri rimangono stretti nel loro pudore, mangiano in silenzio e se ne vanno. E' questa la piaga di una povertà che sta dilagando tacitamente, che spezza la normalità delle cose e costringe sempre più persone a chiedere aiuto per un piatto di pasta.

«Eppure non dimentichiamoci - ci ricorda una delle giovani volontarie- quanta dignità mantengono questi nuovi poveri che vengono a nutrirsi da noi. Potrebbero campare andando a rubare o inventando sotterfugi, invece rimangono persone per bene, spesso molto più rispettose di tanti altri, combattendo ogni giorno il peso della loro povertà»










Purtroppo e ribadiamo ancora purtroppo, cresce sempre di più, la percentuale di italiani che si rivolgono, per i pasti quotidiani, alle mense romane della Caritas. Sintomo questo della crisi economica, degli affitti che si portano via metà stipendio, e anche della forte disoccupazione che imperversa nella Capitale. Il quadro fornito dall’associazione non è affatto confortante, infatti è quello di una folla sempre più numerosa di romani bisognosi: sono cresciuti, nell’ultimo anno, del 10%, in confronto al 7% di incremento degli stranieri. Cambia, fra italiani e immigrati, la tipologia di persone che usufruisce dei mille pasti giornalieri gratuiti della Caritas. Mentre gli stranieri sono per la stragrande maggioranza in giovane età (molto spesso ‘clandestini’), sotto i quaranta, i romani indigenti sono soprattutto pensionati . Infatti sono loro, la categoria, che non ce la fan a sostenere le spese alimentari e, scrive il rapporto, anche la solitudine in cui svolgono le incombenze quotidiane. Ma ci sono anche secondo il rapporto, in misura minore, disoccupati più giovani e famiglie numerose costrette a fare i conti con riduzioni di stipendio di uno dei due coniugi.



http://www.animaroma.it/upload/oggetti/scheda_Oggi_offro_io.pdf






Roma: Belviso a mesa Caritas, il 70% sono italiani.


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CRONACA - ROMA
data articolo15 agosto 2012
Roma: Belviso a mesa Caritas, il 70% sono italiani
Roma: Belviso a mesa Caritas, il 70% sono italiani
Roma - Ha pranzato alla mensa della Carita di Colle Oppio il vicesindaco di Roma, Sveva Belviso che oggi ha partecipato anche alle attività del ricovero per bisognosi. Accolta dal direttore della Caritas diocesana della Capitale, monsignor Enrico Feroci, Belviso, assessore ai Servizi sociali, si e' messa dietro al bancone distribuendo le pietanze agli ospiti della mensa. Oltre 450 le persone che oggi hanno mangiato alla Caritas, cui sono state servite fettuccine al ragu', riso con verdure o pasta in bianco per primo; cotoletta o pesce al guazzetto per secondo, verdure e insalata. Per Ferragosto, oltre a 4 operatori, hanno lavorato alla mensa anche una ventina di giovanissime volontarie, arrivate dal Veneto per fare un'esperienza di solidarieta' a Roma. Il vicesindaco ha inoltre ascoltato alcuni degli ospiti della mensa, che le hanno esposto i loro problemi.
"La crisi morde la vita della gente - ha spiegato al termine del pranzo - Qui dentro c'e' il 70% di italiani, che passano qui la giornata di Ferragosto, e grazie al cielo che c'e', perche' noi grazie al grande sostegno e alla professionalita' delle mense riusciamo comunque a sfamare persone in difficolta'. Stiamo vicini a loro, ma non e' sufficiente - ha aggiunto - questo Stato dovrebbe svegliarsi, garantire i servizi sociali. Non si puo' pensare che solamente garantendo la scuola e la sanita' un Paese possa essere definito civile. Ci sono persone italiane che dormono per strada, che sono arrabbiate, e che per fortuna riescono qui a mangiare".




Crisi
Caritas: sempre più italiani ci chiedono da mangiare


Rapporto sulla povertà: dal 2008 al 2012 sono aumentati del 31,4% coloro che domandano pacchi viveri e piccoli aiuti materiali. Aumentano i cittadini che non hanno un reddito sufficiente per soddisfare i bisogni primari
Caritas, sempre più italiani ci chiedono cibo (foto di Arcelota da Flickr) (immagini di Emanuele Di Nicola)
(Adnkronos) - Dal 2008 al 2012 sono aumentati del 31,4% coloro che domandano pacchi viveri e piccoli aiuti materiali. Nel corso del 2012 gli italiani che hanno chiesto cibo ai centri sono stati il 37%, percentuale pressoche' pari a quella registrata tra gli stranieri.

Aumenta chi non riesce a ritrovare piu' il lavoro. Aumentano le richieste di pacchi viveri e sostegno materiale. Continua a crescere, soprattutto tra gli italiani, il numero di chi non ha un reddito sufficiente per soddisfare i bisogni primari.

E' quanto emerge dal 12° Rapporto sulle poverta' emerge l'aumento della rassegnazione tra gli utenti dei centri di ascolto. Dall'ultimo Rapporto sulle poverta' nella diocesi di Milano, basato sui dati raccolti dagli operatori dei centri di ascolto e dei servizi di Caritas Ambrosiana nel corso di tutto il 2012, emerge quanto la crisi non solo stia privando di opportunita' una fascia crescente della popolazione, ma stia ormai rubando anche la speranza di potere ritrovare un lavoro a chi lo ha perso.









"Le persone senza dimora", Roma: un residente su quattro mangia nelle mense per poveri


A Roma mangia fuori di casa non solo chi è senza casa, ma anche chi una dimora ce l'ha: è questo uno dei dati importanti per la capitale che vengono fuori dal convegno, svoltosi stamattina nell'Aula Magna dell'Istat, per presentare il primo rapporto "Le persone senza dimora". Dalla ricerca viene messo in evidenza il confronto tra le due maggiori città che ospitano gli homeless: Roma e Milano. E da qui appare un dato inquietante: quasi un quarto (24,7%) delle persone che hanno una dimora, a Roma, si rivolge ai servizi di mensa che distribuiscono pasti gratuiti (contro il 17,4% della città meneghina).

In particolare, la ricerca, redatta dallo stesso Istituto Nazionale di Statistica, con il patrocinio del Ministero delle Politiche Sociali e del Lavoro e con la collaborazione della Caritas e della Federazione Italiana Organismi Persone Senza Dimora, si è concentrata sui servizi di mensa o di accoglienza notturna per gli stessi senza dimora.

Se si scende nello specifico, a Roma gli stranieri, tra i senzatetto, sono quasi la metà (46,7%), contro il 78,3% del capoluogo lombardo. Tra gli utenti delle mense - molto probabilmente per la maggiore estensione della città - è presente una quota maggiore di persone che utilizzano più volte lo stesso servizio, senza spostarsi: per il pranzo, quasi la metà degli homeless (47,4%: a Milano sono il 35,3%); per la cena, più della metà (53%), contro il 49,7% del capoluogo lombardo.

Dopo Milano, Roma è risultata la città con il maggiore numero di senza dimora d'Italia. La stima, infatti, dà un numero molto elevato: 7827 senzatetto per le strade della capitale. Se si considera che in Italia il totale approssimativo, per la ricerca, è di 47.648, allora si può affermare che sotto il cupolone si trova il 16,4% dei senzatetto del nostro paese.

Ma il dato diventa agghiacciante se pensiamo che, a cascata, nel Centro Italia il numero di homeless è di 10.878: praticamente, la città di Roma ha il 72% di tutti i senza dimora del cuore della penisola. Per dare un'idea, la capitale ha più senza dimora della somma delle tre città che la seguono in questa graduatoria: Palermo, Firenze e Torino.


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E GIA' L'ITALIA FACEVA PAURA.......ADESSO CI HANNO STERMINATO GRAZIE AI POLITICI COMPIACENTI.
 

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