Alien.
Advanced Premium Member
l reportage
Viaggio nella «casbah» di via Irnerio
I negozianti: qui ci servono i militari
Chi ci lavora parla di «frontiera», più periferia che centro: «La mattina spesso trovo chiazze di sangue sotto il portico»
BOLOGNA - Di giorno una faccia, di notte un’altra. È sdoppiata e controversa come il Dottor Jekyll e Mister Hyde via Irnerio. Dentro al centro storico, ma anche dentro alla zona universitaria, di fatto in quanto a percezione della sicurezza e a incuria, soprattutto in alcune sue parti, assomiglia più a una periferia. Una periferia dove residenti e commercianti si sentono completamente abbandonati. «New casbah» l’aveva definita l’altro giorno in consiglio comunale il consigliere del Pd Benedetto Zacchiroli.
Via Irnerio, la nuova «casbah»
«Mi sembra una definizione azzeccatissima — dice il proprietario del negozio "Tutto a 1 euro" che vuole restare anonimo per ragioni di sicurezza —: qui la sera bisogna avere paura a girare, c’è spaccio, ci sono risse. La mattina quando vengo ad aprire devo spesso pulire chiazze di sangue, servirebbe un presidio costante delle forze dell’ordine soprattutto di notte». Solo qualche settimana fa la Questura ha disposto la chiusura temporanea del bar Cryistal, ritenuto dalla forze dell’ordine «complice» della devastazione sotto il portico provocata dalla sua clientela. In zona in molti hanno tirato un sospiro di sollievo, sia tra i residenti che tra i commercianti.
Pare che adesso di notte si dorma un po’ meglio. Perché è la notte la «croce» di questa strada. Soprattutto davanti a certi locali. Non è un caso se la maggior parte degli esercenti e dei commercianti alle 19 tira giù la serranda. «Io alle 7 la sera me ne vado — dice Luigi Zagni del negozio di abbigliamento S.J. —: di giorno non c’è nessun pericolo, non ci sono mai stati problemi particolari, ma la sera qui diventa proprio una terra di frontiera».
E la conferma arriva anche da Mauro Terzi del negozio di pelletteria Skinlab: «D’inverno, quando chiudo e c’è già buio, ho paura: c’è gente ubriaca che lancia le bottiglie, ci sono risse, appena girato l’angolo c’è spaccio di droga. È diventata una zona bruttissima, ma di agenti se ne vedono pochi: ne gira qualcuno di giorno, ma è la sera che ci sono i problemi più grossi». La mancanza di una presenza costante delle forze dell’ordine, insieme alla sfilza di negozi e pizzerie d’asporto che hanno chiuso e abbandonato la strada, hanno reso via Irnerio un luogo dove guardarsi le spalle. «Io più volte — dice Zora della Caffetteria Montagnola — ho dovuto chiamare i carabinieri alle 9 di sera perché davanti al mio locale c’erano delle risse e avevo paura a metter piede fuori. Ci sentiamo molto abbandonati e impotenti: quando alle 5 la mattina vengo ad aprire sembra che via Irnerio, ma anche via del Borgo, siano state terreno di guerra. Qui ci devono mandare i militari».
Qualcuno si è arreso, dopo una vita di lavoro in zona. Antonio, della storica Adda Disinfestazione, in via del Borgo dal ’72, ha trasferito l’attività in via Murri. Non ce la faceva più. «Dopo le 17, i clienti mi chiamavano per farsi venire a prendere in via Irnerio perché avevano paura — racconta —, la gente urina per strada, certi bar sono ricettacolo di spacciatori e delinquenti. Così non ha senso, con rammarico abbiamo deciso di trasferirci, anche se questa è la mia zona da sempre. Servono le forze dell’ordine, altrimenti non si risolverà mai».
Daniela Corneo03 agosto 2013
Viaggio nella «casbah» di via Irnerio
I negozianti: qui ci servono i militari
Chi ci lavora parla di «frontiera», più periferia che centro: «La mattina spesso trovo chiazze di sangue sotto il portico»
BOLOGNA - Di giorno una faccia, di notte un’altra. È sdoppiata e controversa come il Dottor Jekyll e Mister Hyde via Irnerio. Dentro al centro storico, ma anche dentro alla zona universitaria, di fatto in quanto a percezione della sicurezza e a incuria, soprattutto in alcune sue parti, assomiglia più a una periferia. Una periferia dove residenti e commercianti si sentono completamente abbandonati. «New casbah» l’aveva definita l’altro giorno in consiglio comunale il consigliere del Pd Benedetto Zacchiroli.
Via Irnerio, la nuova «casbah»
«Mi sembra una definizione azzeccatissima — dice il proprietario del negozio "Tutto a 1 euro" che vuole restare anonimo per ragioni di sicurezza —: qui la sera bisogna avere paura a girare, c’è spaccio, ci sono risse. La mattina quando vengo ad aprire devo spesso pulire chiazze di sangue, servirebbe un presidio costante delle forze dell’ordine soprattutto di notte». Solo qualche settimana fa la Questura ha disposto la chiusura temporanea del bar Cryistal, ritenuto dalla forze dell’ordine «complice» della devastazione sotto il portico provocata dalla sua clientela. In zona in molti hanno tirato un sospiro di sollievo, sia tra i residenti che tra i commercianti.
Pare che adesso di notte si dorma un po’ meglio. Perché è la notte la «croce» di questa strada. Soprattutto davanti a certi locali. Non è un caso se la maggior parte degli esercenti e dei commercianti alle 19 tira giù la serranda. «Io alle 7 la sera me ne vado — dice Luigi Zagni del negozio di abbigliamento S.J. —: di giorno non c’è nessun pericolo, non ci sono mai stati problemi particolari, ma la sera qui diventa proprio una terra di frontiera».
E la conferma arriva anche da Mauro Terzi del negozio di pelletteria Skinlab: «D’inverno, quando chiudo e c’è già buio, ho paura: c’è gente ubriaca che lancia le bottiglie, ci sono risse, appena girato l’angolo c’è spaccio di droga. È diventata una zona bruttissima, ma di agenti se ne vedono pochi: ne gira qualcuno di giorno, ma è la sera che ci sono i problemi più grossi». La mancanza di una presenza costante delle forze dell’ordine, insieme alla sfilza di negozi e pizzerie d’asporto che hanno chiuso e abbandonato la strada, hanno reso via Irnerio un luogo dove guardarsi le spalle. «Io più volte — dice Zora della Caffetteria Montagnola — ho dovuto chiamare i carabinieri alle 9 di sera perché davanti al mio locale c’erano delle risse e avevo paura a metter piede fuori. Ci sentiamo molto abbandonati e impotenti: quando alle 5 la mattina vengo ad aprire sembra che via Irnerio, ma anche via del Borgo, siano state terreno di guerra. Qui ci devono mandare i militari».
Qualcuno si è arreso, dopo una vita di lavoro in zona. Antonio, della storica Adda Disinfestazione, in via del Borgo dal ’72, ha trasferito l’attività in via Murri. Non ce la faceva più. «Dopo le 17, i clienti mi chiamavano per farsi venire a prendere in via Irnerio perché avevano paura — racconta —, la gente urina per strada, certi bar sono ricettacolo di spacciatori e delinquenti. Così non ha senso, con rammarico abbiamo deciso di trasferirci, anche se questa è la mia zona da sempre. Servono le forze dell’ordine, altrimenti non si risolverà mai».
Daniela Corneo03 agosto 2013