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BUGIE? DIREI COMPLOTTO CONTRO L'ITALIA

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Coronavirus, Bassetti: "Italia prima per morti? Qualcuno in Ue mente"

L'infettivologo Matteo Bassetti non crede al nostro triste primato sul coronavirus: "Strani dati in Francia e Germania"

Fabio Franchini - Gio, 05/03/2020 - 12:03





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C'è qualcosa che non torna. Secondo Matteo Bassetti, direttore della Clinica delle malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, nonché presidente della Società italiana terapia anti-infettive, o sono stati sovrastimati i nostri numeri sui contagi e i decessi da coronavirus, oppure qualcuno in Europa starebbe raccontando un bel po' di bugie.
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E quel qualcuno sarebbero i governi di Parigi e Berlino.
Intervistato da Adnkronos Salute, infatti, l'infettivologo sbotta:"Mi sto vergognando di quello che i dati stanno fotografando, ovvero che l'Italia sarebbe la peggiore d'Europa. Come è possibile? Se guardo altri Paesi come la Francia e la Germania c'è qualcosa che non torna sul numero dei decessi".


Il numero uno della Sita, dunque, argomenta la sua tesi: "C'è qualcosa che non mi torna. O i nostri dati sono sovrastimati, ovvero abbiamo messo nel calcolo dei decessi per coronavirus chi è morto anche e non per il coronavirus, o Francia e Germania non dicono la verità". E in Francia, ricordiamolo, attualmente sarebbero stati registrati 285 casi e quattro morti. Bassetti, da esperto, non se lo spiega proprio.
Dunque, l'infettivologo dice la sua sullo stato del Sistema Sanitario Nazionale e sulle contromosse adottate dal governo Conte per fronteggiare l'emergenza: "Se riusciamo ad affrontare questa emergenza come un'onda lunga il sistema può tenere. Questo vuole dire concentrarci sui positivi al coronavirus e sui pazienti gravi. Ora non è più il tempo di fare tamponi a tappeto".
Nel corso dell'intervista all'agenza stampa, inoltre, il medico critica la decisione dell'esecutivo di chiudere le scuole e università italiane fino a domenica 15 marzo, bollandola come "esagerata"e motivandola come scelta meramente "politica". Ecco, a tal proposito, il Bassetti-pensiero: "È stata una decisione politica e a mio parere esagerata, il comitato tecnico-scientifico non era completamente d'accordo". Quindi, precisa: "Attualmente sappiamo che i bambini sono meno colpiti, ma non sappiamo se possano essere dei vettori e portare il coronavirus in casa, dove ci sono nonni magari fragili. La scuola, come tutti sanno, è un ricettacolo di organismi patogeni e quindi, da un punto di vista epidemiologico, può avere un senso interrompere le lezioni, ma il nodo è per quanto tempo". E da lunedì 16 marzo che cosa succederà? Ora come ora, difficile fare una previsione. Anche per un infettivologo: "Ad oggi non possiamo prevederlo".
 

AVEVO DETTO O NO CHE IL VIRUS è UN'ARMA ECONOMICA ?









Il Coronavirus mette in ginocchio i commercianti

A Firenze un milione di disdette e un centinaio di strutture alberghiere chiuse. I commercianti: "Siamo disperati".

Costanza Tosi - Gio, 05/03/2020 - 14:10





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Il virus di Whan mette i commercianti spalle al muro. Strade del centro storico deserte, musei senza la fila di persone che attendono di ammirare le bellezza della cultura, piazza Duomo spoglia dell’allegro via vai di turisti che, con il capo all’insù, ammirano la cupola del Brunelleschi.
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L’allarme del Coronavirus ha arrestato il flusso di Turisti in tutta la Penisola e messo in ginocchio una delle città italiane più visitate al mondo: Firenze.
“Noi abbiamo una seconda battaglia insieme a quella contro il virus ed è quella economica. - ha detto il sindaco del capoluogo toscano Dario Nardella ospite ad Agorà, su Rai3 - Abbiamo avuto un milione di disdette abbiamo un centinaio di strutture alberghiere chiuse, lavoratori che sono stati mandati a casa con ferie forzate. La situazione economica è davvero molto difficile.”


Firenze, commercianti in crisi a causa del Coronavirus











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I numeri preoccupano. Sopratutto a Firenze, in cui il turismo culturale rimane uno degli introiti più importanti della città. Gli Stati Uniti hanno richiamato a casa i novemila studenti americani che studiano nella culla del rinascimento. Firenze è infatti, dopo Roma, la città con il più alto numero di università americane. Oltre ad essere una delle città italiane più forti per quanto riguarda l’export, essendo uno dei distretti della moda più importanti. E adesso, “la produzione del lusso è letteralmente in ginocchio”, continua Nardella.
Dopo quella per la saluta, Firenze combatte adesso la sfida economica. Uno scontro che preoccupa tutti. Dai piccoli commercianti del centro storico ai grandi imprenditori. Gli albergatori nel giro di una settimana hanno visto le proprie strutture svuotate. Migliaia di cancellazioni. Una dietro l’altra. “E’ una legnata!” Ci dice Marco. Il suo B&B nel centro storico stà subendo un calo della clientela spaventoso. “Solo nel mese di febbraio ho avuto 22 cancellazioni, che sono l’equivalente di cinquanta notti…”.
E così anche le caffetterie, le pasticcerie, i negozi di abbigliamento. Persino delle grandi catene mondiali. Piazza della Signoria, casa del Palazzo Vecchio che ogni anno attira milioni di turisti in visita appare nuda e quasi spaventa riuscire a vedere i sanpietrini disconnessi e le porte aperte del museo ai piedi del palazzone. “In una sola settimana abbiamo fatto almeno il 30% in meno di fatturato” ammette il direttore della pasticceria Revoire. Lo storico caffè della piazza.
Una situazione inaspettata e che adesso potrebbe creare non pochi danni ai cittadini. Motivo per cui il Comune di Firenze ha deciso di lanciare la “campagna contro la paura”. Un messaggio positivo, di speranza, di una città che comunque non si arrende. Partita con la notizia, da parte del sindaco Nardella, della straordinaria apertura dei musei civici gratuiti dal sei all’otto marzo.

Un invito a non buttarsi giù. Che molti, tra i commercianti, hanno deciso di accogliere. “Bisogna essere positivi. Io ho fatto le vetrine dell’estivo…cerco di incentivare le persone e con il sorriso si ottiene sempre di più.” Ci spiega Marzia dalla porta della sua boutique di scarpe a pochi passi da piazza della Repubblica. Mentre Giulio, che ha da poco inaugurato il suo chiosco vicino al Porcellino, ride quando ci mostra il loro antidoto alla paura. “Tutto questo si combatte così. Noi, abbiamo trovato il vaccino. Un bel panino alla porchetta e un bicchiere di vino”. Ollè.
 

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