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C'è un piano segreto per lo spopolamento

Alien.

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ACQUA CALDA...........


Cronache
Ogm, fluoro, vaccini e... C'è un piano segreto per lo spopolamento
Organismi geneticamente modificati, striature bianche nel cielo, fluoro nell'acqua, onde elettromagnetiche, vaccini per iniettare malattie. Ecco le armi che le potenze mondiali usano in segreto per spopolare la Terra
. Almeno secondo delle teorie cospirazioniste...
Lunedì, 10 marzo 2014 - 13:13:00






Organismi geneticamente modificati, striature bianche nel cielo, fluoro nell'acqua, onde elettromagnetiche, vaccini per iniettare malattie. Ecco le armi che le potenze mondiali usano in segreto per spopolare la Terra. Almeno secondo delle teorie cospirazioniste...

Prende tutto il via da un video apparso sul canale youTube del sito Defense Intelligence Agency (Dia), acronimo tra l'altro di una delle agenzie di intelligence degli Usa. Il video promuoverebbe apertamente lo spopolamento globale. Almeno secondo molti siti e teorie complottistiche che trovano sempre terreno fertile sul web. Teorie secondo le quali in segreto le potenze mondiali stanno cercando di evitare il sovrappopolamento della Terra.

Secondo queste teorie cospirazioniste Usa, ma anche Cina e Russia, starebbero utilizzando vari strumenti per limitare il sovrappopolamento. In particolare, si fa menzione degli Ogm, definiti "un'arma per la sterilizzazione di massa". Ci sono poi le cosiddette scie chimiche, quelle striature bianche apparse ultimamente nel cielo. Secondo i complottisti sarebbero il segno che i cieli sono stati inquinati con con alluminio, bario, piombo, arsenico, cromo, cadmio, selenio e argento.

Non è tutto. Si fa menzione anche del fluoro che sarebbe presente nell'acqua in molte parti del mondo, e che provoca varie malattie e problemi di riproduzione. Per concludere, spazio anche alle teorie sui vaccini utilizzati come "metodo di morte". Secondo alcuni sarebbero proprio i vaccini, estesi soprattutto in aree più sfortunate del mondo, la causa dell'aumento dei tumori. Insomma, un vero e proprio piano per uno sterminio di massa. Una teoria da prendere con le pinze ma che di certo è molto inquietante...



Ogm, fluoro, vaccini e... C'è un piano segreto per lo spopolamento - Affaritaliani.it
 
Caso Avastin: "E' imperialismo sanitario sulla pelle dei cittadini"
Già due anni fa, nel Rapporto Italia 2012, Eurispes aveva dedicato ampio spazio allo spinoso argomento
Pubblicato il 10/03/2014 in Soldi




L'Antitrust ha deliberato che i gruppi Roche e Novartis "hanno posto in essere un'intesa restrittiva della concorrenza, contraria al diritto antitrust comunitario, nel mercato dei farmaci per la cura di gravi patologie vascolari della vista", e sanzionato perciò i due gruppi con oltre 180 milioni di euro. I due gruppi, si legge in una nota dell'Autorità garante, "si sono accordati illecitamente per ostacolare la diffusione dell'uso di un farmaco molto economico, Avastin, nella cura della piu' diffusa patologia della vista tra gli anziani e di altre gravi malattie oculistiche, a vantaggio di un prodotto molto piu' costoso, Lucentis, differenziando artificiosamente i due prodotti". Per il Sistema Sanitario Nazionale, spiega l'Antitrust, "l'intesa ha comportato un esborso aggiuntivo stimato in oltre 45 milioni di euro nel solo 2012, con possibili maggiori costi futuri fino a oltre 600 milioni l'anno".

LA DENUNCIA DI EURISPES - Già due anni orsono, nel rapporto Italia 2012, l'Eurispes parlò di vero e proprio "imperialismo sanitario". La classifica delle prime dodici compagnie farmaceutiche stilata da Fortune 500 fa emergere chiaramente che esse sono tutte concentrate in pochi paesi (con forte preferenza statunitense), e connotate dalla “chilometricità” delle denominazioni, composte da diversi cognomi. Questi ultimi denotano una sorta di “nobiltà economica”, dal momento che derivano dal processo di fusione che continua a caratterizzare il settore farmaceutico, restringendo sempre di più il novero delle grandi aziende: è da qui che nasce la definizione di “Big Pharma”, a indicare una sorta di moloch, un sistema farmaceutico altamente concentrato e oligopolistico, che determina la condizione di salute o di malattia di milioni di persone.

L'ESPLOSIONE DEL MARKETING SANITARIO - Alla pari di ogni altra industria che opera nel mercato globale, la sanità necessita sempre di nuovi sbocchi e di allargare l’universo dei potenziali clienti e per fare questo si dota anche di un imponente marketing. Parlando di ricerca medica, è presumibile pensare che il bilancio delle aziende farmaceutiche sia dedicato in buona parte allo sviluppo e ai laboratori. Risulta apparentemente anomalo, quindi, che la voce più consistente, a livello di budget, fosse destinata nell’anno 2000 al non ben specificato “marketing e amministrazione”, peraltro ben differenziato, al proprio interno, poiché il 35% dei dipendenti delle case farmaceutiche era impegnato nel reparto marketing e il 12% in quello amministrativo, secondo i dati di PhRMA. Perché le aziende farmaceutiche hanno bisogno di un così imponente ufficio marketing? La risposta è semplice: per vendere i farmaci. L’elenco degli 8 farmaci più venduti negli Stati Uniti, messi a confronto con le rispettive quote pubblicitarie, mettono in evidenza come, ad esempio, per un antiulcera si siano spesi in promozione 79,4 milioni di dollari con un ritorno di vendite di circa 3.649 milioni di euro.

ALTROCONSUMO: "RESTITUISCANO I SOLDI ALL'ITALIA" - In merito al caso Avastin Altroconsumo ha aperto una petizione affinchè i soldi persi dal Servizio sanitario nazionale vengano recuperati: "L'intesa fra Roche e Novartis sul caso Avastin è costata 45 milioni di euro al Servizio Sanitario Nazionale nel solo 2012 - si legge - , con possibili maggiori costi futuri stimati per oltre 600 milioni di euro l’anno. Chiediamo al Governo che vengano accertate le responsabilità e che questi soldi vengano recuperati, accantonati in un fondo creato ad hoc e utilizzati in progetti concreti a favore dei cittadini. Unisciti alla nostra battaglia ed esprimi una preferenza fra le diverse proposte di utilizzo dei fondi. Sul modo di recuperare questi soldi avanziamo tre proposte:
- Ticket più bassi su farmaci e prestazioni.
- Dentista pubblico, ovvero servizio pubblico a tariffe calmierate per le cure odontoiatriche
- Più aiuti per gli anziani, con forme di sostegno come cure domiciliari, case di riposo".
Inoltre Altroconsumo ritiene che la questione non debba fermarsi solo ed esclusivamente sul profilo delle lesioni concorrenziali: se è vero come è vero che c’è stato un cartello da parte di Roche e Novartis, come è possibile che Aifa e ministero della Salute abbiano autorizzato il cambio di farmaco?
Per questi motivi Altroconsumo ha inviato oggi un esposto alla Procura di Roma e di Torino e un esposto alla Corte dei Conti, chiedendo che si faccia chiarezza sulle responsabilità amministrative e penali che hanno provocato l’enorme aumento della spesa a carico del Servizio Sanitario Nazionale.


L'ESSERE UMANO è COGLI..............DI NATURA..........OPPURE DIVIENE CON IL FLUORO............AVETE MAI VISTO ANDARE UN QUALSIASI MAMMIFERO DAL DOTTORE?
FANO SOLO DUE COSE MANGIANO DELL'ERBA CHE CONOSCONO BENE OPPURE NON MANGIANO AFFATTO ED ASPETTANO CHE LA NATURA FACCIA IL SUO CORSO,SI RIALZANO E SONO ALLEGRI COME PRIMA...MICA PRENDONO PILLOLE..........
 
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Riceviamo da AsCii Associazione Consumatori Italiani e pubblichiamo.

Arsenico e sostanze pericolose nell’acqua resa pura da oltre 87 decreti ministeriali in 13 anni!!

Sono 13 le regioni che hanno, negli ultimi anni, ottenuto deroghe alla potabilità dell’acqua (Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria, Veneto) oltre le province autonome di Bolzano e Trento su un totale di 13 parametri : arsenico, boro, cloriti, cloruri, fluoro, magnesio, nichel, nitrati, selenio, solfato, trialometani, tricloroetilene, vanadio. Quali sono e quali saranno le conseguenze per la salute della cittadinanza?

La storia dell’inquinamento delle falde acquifere in Italia ha dell’incredibile, con un sottilissimo diaframma tra il tragico e il comico o meglio il ridicolo. Del tipo ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere considerando che parliamo della nostra salute e quella dei nostri figli.

[...] La storia inizia nel 2001, con il decreto 31/2001 veniva recepita dall’Italia la direttiva europea che fissava un diverso valore massimo di sostanze inquinanti su indicazione della Efsa (autorità europea per la sicurezza alimentare) che l’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) con la Fao. Una norma che precipitava dall’alto nel sistema italiano dove ancora oggi la tutela della salute è vista con un aspetto minaccioso e antieconomico (la salute ha un prezzo ?).

Dopo l’entrata in vigore del decreto, le norme immediatamente incontrarono una resistenza dall’immenso e elefantiaco sistema burocratico e politico italiano, con i suoi 8.057 comuni che danno “lavoro” a 138,619 politici spendendo 1,7 miliardi di euro annui di costi di funzionamento (anno 2013) o le regioni con il suo misero miliardo annuo di costi di funzionamento (anno 2013).
“Mancano i soldi da investire per eliminare le sostanze nocive nelle acque potabili!” Questo il coro unanime.
Il ministero della salute si occupo immediatamente del problema concedendo una raffica di decreti ministeriali contenenti deroghe.
Per anni si tirava a campare così, anno dopo anno, decreto dopo decreto, sembra incredibile ma i decreti sono stati circa (forse ce ne siamo persi qualcuno) 87 e molte deroghe pur essendo scadute non sono state sanate!!!

Sono 13 le regioni che hanno ottenuto deroghe alla potabilità dell’acqua (Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria, Veneto) oltre le province autonome di Bolzano e Trento su un totale di 13 parametri : arsenico, boro, cloriti, cloruri, fluoro, magnesio, nichel, nitrati, selenio, solfato, trialometani, tricloroetilene, vanadio.

I decreti ministeriali inoltre contengono una “clausola di salvaguardia” (per il ministero ovviamente) ovvero le Regioni e i comuni avrebbero dovuto avvisare “TEMPESTIVAMENTE E ADEGUATAMENTE” LA CITTADINANZA DELLE DEROGHE ALLA POTABILITÀ PER ELEVATE CONCENTRAZIONI DEI VALORI DELLE SOSTANZE NELL’ACQUA EROGATA QUALE CHE NE SIA L’UTILIZZO, COMPRESO QUELLO PER LA PRODUZIONE, PREPARAZIONE O TRATTAMENTO DEGLI ALIMENTI E DEL DIVIETO DEL CONSUMO POTABILE DEI NEONATI E DEI BAMBINI.

Del tipo “io la deroga ve la do, poi la responsabilità è la vostra”, non fate i lavori di adeguamento, ma avvisate tutti di non bere l’acqua … potabile per legge, ma pericolosa per la salute secondo la legge europea e italiana, sopratutto per i bambini, anzi vietatela nelle scuole.

Tutti i decreti ministeriali di deroga prevedevano infatti che:
- “Le regioni devono provvedere a informare la popolazione interessata … relativamente alle elevate concentrazioni dei predetti valori nell’acqua erogata quale che ne sia l’utilizzo, compreso quello per la produzione, preparazione o trattamento degli alimenti” e “inoltre, informare circa le modalità per ridurre i rischi legati all’acqua potabile per la quale e’ stata concessa la deroga, e in particolare circa l’utilizzo da parte di neonati e di bambini” (!!!) ;
- “L’acqua distribuita, pur nei limiti consentiti non deve essere utilizzata per il consumo potabile dei neonati e dei bambini ”;
- le industrie alimentari comunque non devono usare acqua contaminata “in deroga” (!!!);
- vengano svolti comunque dei controlli sulla qualità delle acque (con valori derogati!!).

I risultati sono stati disastrosi in quanto l’acqua viene utilizzata anche nella industria alimentare (ad esempio nella produzione di pane, pasta, impasto per pizze), per le coltivazioni, per cucinare accumulandosi negli alimenti cucinati e per la pulizia personale. Nelle zone interessate si sono riscontrati livello di sostanze inquinanti nella popolazione interessata pari al doppio (Istituto superiore della Sanità) .

Ad esempio per i livelli di arsenico l’American Journal of Epidemiology nel 2013 ha pubblicato uno studio secondo cui l’esposizione cronica di arsenico predispongono all’insorgenza di tumori della pelle, polmoni, cistifellea, fegato, reni, prostata, anche dopo molti anni dalla cessazione dell’esposizione. Anche l’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (I.A.R.C.) valuta l’arsenico come cancerogeno di classe 1 e correlato a molte patologie oncologiche : tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute, del fegato e del colon. Inoltre è indicato quale responsabile di patologie cardiovascolari, neurologiche, diabete di tipo 2, lesioni cutanee, disturbi respiratori, disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche. In ultimo il Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale della Regione Lazio nello studio “Valutazione Epidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da Arsenico nelle acque potabili nelle popolazioni residenti nei comuni del Lazio” (pagina 42) afferma ” In conclusione, l’indagine evidenzia eccessi di incidenza e mortalità nei Comuni con livelli stimati per il periodo 2005-2010 per patologie associabili ad esposizione ad arsenico (tumori del polmone e della vescica, ipertensione, patologie ischemiche, patologie respiratorie, diabete)”.

L’AsCii ha previsto la redazione di un dossier completo con tutti i decreti ministeriali, con l’elenco di tutti i comuni interessati alle deroghe, la popolazione interessata e il periodo di esposizione alle sostanze inquinanti, verificando anche i possibili danni alla salute e i dati epidemiologici (quanti sono o sono stati i morti o le malattie legate all’inquinamento delle acque?). Il progetto verrà poi utilizzato anche per procedere in sede legale per la mancata informazione e per le responsabilità anche penali e il risarcimento dei danni con class action e nelle sedi europee, per la proposizione di un progetto sanitario straordinario per le regioni e i comuni interessati.
Vi chiediamo di sostenerci con la vostra iscrizione all’associazione e facendo conoscere le nostre attività anche tramite social network e internet nel silenzio assordante dei media (giornali, radio e televisioni) e a farci pervenire le vostre segnalazioni alla email dedicata pericoloacqua@ascii.it

Sul sito AsCii Associazione Consumatori Italiani | a difesa dei consumatori dal 1997 trovate l’elenco degli 87 decreti ministeriali con ministero/i emittente e regione/i interessata/e e gli altri documenti. Pubblichiamo anche l’elenco dei decreti, il titolo del decreto è sempre lo stesso “Disciplina concernente le deroghe alle caratteristiche di qualità delle acque destinate al consumo umano che possono essere disposte dalla Regione … “.

1. Ministero della Salute Decreto 24/09/2001 regione Campania
2. Ministero della Salute Decreto 24/09/2001 regione Campania
3. Ministero della Salute Decreto 20/09/2002 regione Toscana
4. Ministero della Salute Decreto 20/09/2002 Regione siciliana
5. Ministero della Salute Decreto 20/09/2002 Regione siciliana
6. Ministero della Salute Decreto 20/09/2002 regione Lazio
7. Ministero della Salute Decreto 20/09/2002 regione Lazio
8. Ministero della Salute Decreto 20/09/2002 Regione siciliana
9. Ministero della Salute Decreto 20/09/2002 Regione siciliana
10. Ministero della Salute Decreto 20/09/2002 regione Lazio
11. Ministero della Salute Decreto 20/09/2002 regione Lazio
12. Ministero della Salute Decreto 20/09/2002 regione Toscana
13. Ministero della Salute Decreto 16/01/2003 regione Campania
14. Ministero della Salute Decreto 24/03/2003 Regione siciliana
15. Ministero della Salute Decreto 23/12/2003 regione Puglia
16. Ministero della Salute Decreto 23/12/2003 regioni Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Sicilia, Toscana e dalle province autonome di Bolzano e Trento
17. Ministero della Salute Decreto 13/08/2004 regione Sardegna
18. Ministero della Salute Decreto 13/08/2004 regione Marche
19. Ministero della Salute Decreto 13/08/2004 regione Piemonte
20. Ministero della Salute Decreto 13/09/2004 regione Puglia
21. Ministero della Salute Decreto 22/12/2004 regione Piemonte
22. Ministero della Salute Decreto 22/12/2004 dalle regioni e dalle province autonome
23. Ministero della Salute Decreto 22/12/2004 regione Toscana
24. Ministero della Salute Decreto 14/09/2005 regione Lazio
25. Ministero della Salute Decreto 28/10/2005 regione Toscana
26. Ministero della Salute Decreto 13/01/2006 regione Lazio
27. Ministero della Salute Decreto 13/01/2006 provincia autonoma di Bolzano
28. Ministero della Salute Decreto 13/01/2006 provincia autonoma di Trento
29. Ministero della Salute Decreto 13/01/2006 regione Emilia-Romagna
30. Ministero della Salute Decreto 13/01/2006 regione Puglia
31. Ministero della Salute Decreto 21/03/2006 regione Piemonte
32. Ministero della Salute Decreto 21/03/2006 regione Sardegna
33. Ministero della Salute Decreto 21/03/2006 regione Lazio
34. Ministero della Salute Decreto 21/03/2006 regione Veneto
35. Ministero della Salute Decreto 21/03/2006 regione Marche
36. Ministero della Salute Decreto 21/03/2006 regione Sicilia
37. Ministero della Salute Decreto 21/03/2006 regione Lombardia
38. Ministero della Salute Decreto 21/03/2006 regione Campania
39. Ministero della Salute Decreto 21/03/2006 regione Toscana
40. Ministero della Salute Decreto 30/06/2006 regione Toscana
41. Ministero della Salute Decreto 30/06/2006 regione Lazio
42. Ministero della Salute Decreto 30/06/2006 regione Lazio
43. Ministero della Salute Decreto 29/09/2006 regione Lazio
44. Ministero della Salute Decreto 11/12/2006 provincia autonoma di Bolzano
45. Ministero della Salute Decreto 30/12/2006 regione Sardegna
46. Ministero della Salute Decreto 30/12/2006 provincia autonoma di Trento
47. Ministero della Salute Decreto 30/12/2006 regione Lombardia
48. Ministero della Salute Decreto 30/12/2006 regione Lazio
49. Ministero della Salute Decreto 30/12/2006 regione Piemonte
50. Ministero della Salute Decreto 30/12/2006 regione Toscana
51. Ministero della Salute Decreto 20/05/2007 regione Puglia
52. Ministero della Salute Decreto 03/07/2007 regione Campania
53. Ministero della Salute Decreto 21/09/2007 regione Sicilia
54. Ministero della Salute Decreto 04/10/2007 regione Lazio
55. Ministero della Salute Decreto 21/11/2007 provincia autonoma di Bolzano
56. Ministero della Salute Decreto 31/12/2007 regione Piemonte
57. Ministero della Salute Decreto 28/01/2008 regione Toscana
58. Ministero della Salute Decreto 28/01/2008 regione Campania
59. Ministero della Salute Decreto 15/04/2008 regione Puglia
60. Ministero della Salute Decreto 15/04/2008 regione Lombardia
61. Ministero della Salute Decreto 15/04/2008 regione Umbria
62. Ministero della Salute Decreto 15/04/2008 regione Sardegna
63. Ministero della Salute Decreto 15/04/2008 regione Lazio
64. Ministero della Salute Decreto 15/04/2008 provincia autonoma di Trento
65. Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali Decreto 14/11/2008 Regione Lazio per il comune di Genzano
66. Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali Decreto 15/12/2008 Provincia autonoma di Bolzano
67. Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali Decreto 29/12/2008 regione Lazio
68. Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali Decreto 29/12/2008 regione Campania.
69. Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali Decreto 29/12/2008 regione Lombardia
70. Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali Decreto 29/12/2008 regione Piemonte.
71. Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali Decreto 29/12/2008 regione Toscana
72. Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali Decreto 09/02/2009 regione Umbria
73. Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali Decreto 09/02/2009 regione Puglia
74. Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali Decreto 30/04/2009 regione Lazio
75. Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali Decreto 30/04/2009 provincia autonoma di Trento
76. Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali Decreto 20/05/2009 regione Toscana
77. Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali Decreto 12/11/2009 regione Lazio
78. Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali Decreto 12/11/2009 regione Puglia
79. Ministero della Salute Decreto 10/03/2010 regione Lazio
80. Ministero della Salute Decreto 17/08/2010 regione Siciliana
81. Ministero della Salute Decreto 17/09/2010 regione Puglia
82. Ministero della Salute Decreto 24/11/2010 regioni Campania, Lazio, Lombardia e Toscana.
83. Ministero della Salute Decreto 28/03/2011 regioni Lazio e Toscana
84. Ministero della Salute Decreto 28/03/2011 regione Siciliana
85. Ministero della Salute Decreto 11/05/2011 regioni Campania, Lazio, Lombardia, Toscana e dalla provincia autonoma di Trento
86. Ministero della Salute Decreto 22/12/2011 Modifica del valore parametrico per il Vanadio
87. Ministero della Salute Decreto 14/09/2012 Regione Lazio

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ANCHE I POLITICI UCCIDONO
 

La Pepsi contiene un colorante cancerogeno

La multinazionale si difende dicendo che la modifica per il resto degli Stati Uniti sarebbe stata completata entro febbraio 2014. E l'Italia?


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La Pepsi contiene un colorante cancerogeno


La Pepsi Cola contiene un livello troppo alto di cancerogeni. A lanciare l'allarme è un rapporto del gruppo ambientalista americano Center for Environmental Health (CEH).

L'ingrediente cancerogeno è il colorante 4-methylimidazole (4-MI). Lo scorso anno la California aveva aggiunto questa sostanza al Safe Drinking Water and Toxic Enforcement Act del 1986. In base a questa legge, i prodotti che contengono ingredienti considerati pericolosi devono apporre un'etichetta che avverte il consumatore dei rischi di cancro ad essi legati.
Nel marzo 2012 la Coca Cola e la Pepsi avevano annunciato di voler ridurre la quantità di 4-methylimidazole per evitare di vedere classificati i loro prodotti come dannosi per la salute in California.

Quest'anno la CEH ha effettuato dei test a campione in California e in altri 10 stati americani sia sulla Coca-Cola che sulla Pepsi per verificare che le promesse dei due gruppi fossero state mantenute. Mentre i campioni della Coca-Cola sono risultati privi del colorante cancerogeno, si è scoperto che la Pepsi aveva eliminato il 4-MI solo dai prodotti destinati alla California.

Secondo Micheal Green, direttore esecutivo della CEH, "il ritardo della Pepsi è inspiegabile. Chiediamo all'azienda di agire rapidamente per fornire a tutti gli americani lo stesso prodotto più sicuro venduto in California".

La multinazionale si difende dicendo che la modifica per il resto degli Stati Uniti sarebbe stata completata entro febbraio 2014. E l'Italia? La Pepsi fa sapere di voler eliminare il colorante chimico a livello globale ma specifica che l'Europa considera ancora il 4-MI come sicuro.

La scoperta che il colorante 4-methylimidazole sia un elemento cancerogeno è avvenuta grazie uno studio effettuato sui roditori.
Lo scorso anno la Food and Drug Administration, ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, ha dichiarato che una persona dovrebbe bere più di mille lattine di Pepsi al giorno per raggiungere le dosi somministrate ai topi su cui è stato effettuato l'esperimento.


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