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Lettera aperta alla signora Kyenge.

Admin maggio 6, 2013 58
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ROMA – Girovagando su Internet ci siamo imbattuti in una lettera aperta scritta da parte di una cittadina italiana chiamata Lorella e inidirizzata al nuovo ministro Kyenge..




Abbiamo deciso di pubblicare il testo integrale poichè racchiude il pensiero di molti italiani:
“Gentile signora Kyenge,
mi scuso, ma non riesco a chiamarla Ministro, non per razzismo come molti possano essere indotti a pensare, ma per criterio.

Non posso chiamare Ministro chi si dichiara a metà tra il mio paese ed un altro, mentre ha giurato fedeltà alla mia Costituzione.
Non accetto che lei parli a nome mio e dei miei concittadini definendoci “meticci”. Io sono da generazioni italiana, nel mio albero genealogico ci sono persone che hanno dato la vita per questo paese, ho una cultura, la mia, quella del mio popolo, che amo e che non voglio cambiare con nessun altra.
Sono stanca di sentirmi straniera a casa mia; di dovermi giustificare per le mie tradizioni; di dover continuamente sopportare, tollerare che l’ultimo arrivato, che nemmeno possiede una goccia del mio sangue, mi venga ad impartire ordini.

Io e il mio paese siamo tutt’uno. Lei ben sapendo di non appartenere completamente a questo paese ha espresso un giuramento sulla mia Carta , offendendola, perché lei stessa ha dichiarato di non sentirsi completamente italiana.

Non avrebbe dovuto farlo gentile signora Kyenge, solo per rispetto verso la mia gente che ha sempre accolto tutti con amore e solidarietà. Oggi lei forte dei poteri che le sono stati dati, e non dal popolo italiano, tuona possentemente che serve una nuova legge in materia di immigrazione; imperativamente lei afferma che serve il riconoscimento dello ius soli… ma forse le è sconosciuta quella parte del diritto millenario, conquistato con il sacrificio di molte vite umane, per cui non è sufficiente risiedere in un paese per averne di diritto cittadinanza.
Lei pretende diritti, senza offrire solidarietà, senza obblighi, anzi lei pretende che quel principio giuridico che dice “ove vi è un diritto vi è sempre un obbligo” di colpo venga smembrato dotando una parte di soli diritti ed un’altra di soli obblighi.

Io non ci sto signora Kyenge. Lei non mi rappresenta e non mi rappresenterà mai. Io non l’ho votata signora Kyenge; io amo la mia cultura, le mie tradizioni e non mi interessa che vengano integrate da altre, posso accettare di conoscerle, apprezzarle e rispettarle, ma pretendo la stessa contropartita.

Non si rispetta un popolo imponendogli un’invasione indiscriminata; non si può chiamare etica una sbilanciamento a favore di una singola parte.

Ci pensi signora Kyenge, le sue dichiarazioni hanno gettato un’ombra sulla storia di questo paese, lei non potrà essere di aiuto per gli italiani, tanto meno per gli immigrati”.
Lorella Presotto


questo è un regalo del tuo partito






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usa e sfrutta le immagini delle donne..........per attirare "cogl......." alle feste.Ma LE FEMMINISTE NON ERANO DI SINISTRA?


 
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L'ITALIA CAMBIA RAZZA......................A MORTE GLI ITALIANI W IL COLORE.

Caos sullo ius soli, Grasso sconfessa la Kyenge: "Si rischia flusso di puerpere"


Dopo le aperture di Kyenge e Boldrini allo ius soli, Grasso avverte: "Le donne verrebbero in Italia a partorire solo per dare la cittadinanza ai figli"


Ad appiccare l'incendio è stato il neo ministro all'Integrazione Cècile Kyenge dicendosi pronta a mettere mano alle leggi che regolano la cittadinanza italiana e a cambiare le politiche migratorie.
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Adesso, però, le fiamme del dibattito rischiano di bruciare la sinistra che si divide tra chi, come il centrodestra, è favorevole allo ius sanguinis e chi, invece, vorrebbe aprire allo ius soli.
Dopo le barricate alzate dalla Lega Nord, anche il presidente del Senato Pietro Grasso ha sconfessato la Kyenge, che nei giorni scorsi aveva ricevuto applausi sperticati dalla presidente della Camera Laura Boldrini. "Starei attento a parlare di ius soli - ha spiegato la seconda carica dello Stato ai microfoni di Radio Anch’io - perché il rischio è di vedere una gran quantità di donne venire in Italia a partorire solo per dare la cittadinanza ai propri figli". Per Grasso sarebbe, infatti, meglio uno ius soli temperato dallo ius culturae, ovvero "la possibilità di dare la cittadinanza a coloro che hanno imparato, seguito un corso professionale nel nostro paese, oppure che almeno un genitore soggiorni nel nostro paese da almeno cinque anni, che uno dei genitori sia nato nel nostro paese e vi soggiorni quando è nato il figlio". Insomma, una posizione in netto contrasto sia con il ministro all'Integrazione sia con la Boldrini. Di sicuro, all'interno del Pd, Grasso non è in maggioranza a pensarla così. Tuttavia, la sinistra rischia di spaccarsi su un argomento che, invece, vede il centrodestra procedere compatto nel chiedere rigore per regolamentare l'immigrazione. Ad ogni modo, il presidente del Senato ha ribadito il proprio appoggio all’iniziativa annunciata dalla Kyenge nei giorni scorsi. "Ci sono giovani che frequentano le nostre scuole, si sentono italiani, tifano per le nostre squadre, questo è molto bello - ha concluso - perché non dare a questa umanità la possibilità di condividere quello che l’Italia può dare?".
Mentre il Sel di Nichi Vendola ha già presentato alla Camera una proposta di legge alla Camera per "garantire la cittadinanza ai nuovi italiani", il Pdl ha fatto fronte comune con Grasso paventando una nuova, pesante ondata migratoria nel caso in cui il parlamento dovesse approvare lo ius soli. La concessione automatica della cittadinanza in base alla nascita nel nostro Paese non è affatto una strada percorribile. Lo stesso presidente del Consiglio Enrico Letta ha invitato, nei giorni scorsi, a mostrare cautela sul tema. "Continuare a parlare in modo generico e demagogico dello ius soli può incrementare l’ingresso di clandestini nel nostro Paese nell’aspettativa di politiche di accoglienza indiscriminata", ha commentato il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri invitando il governo a "intensificare i controlli, contrastare la clandestinità" e "intervenire in tutte le situazioni che richiedono maggior fermezza e vigilanz









 
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