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[h=1]Svezia, il paradiso umanitario ostaggio degli immigrati[/h] Redazione 10 aprile 2019 Esteri
L’inchiesta del Messaggero racconta il naufragio del modello “porte aperte” nel paese dei sessanta ghetti impenetrabili da autorità e polizia
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Luglio 2017: Dan Eliasson, capo della polizia svedese, rompe il muro di omertà del governo e si rivolge ai cittadini con un appello in tv: «Aiutateci, aiutateci!». Eliasson racconta che le aree sfuggite al controllo dell’autorità di Stato e “vietate” alle forze dell’ordine sono ormai diventate 61, sono sempre più estese e 23 di queste, attorno alle città più grandi, sono considerate «particolarmente rischiose». Commissariati chiusi e controllo demandato a 200 gang, perfino le ambulanze chiedono di entrarci con le attrezzature da zona di guerra. Settembre 2018, la superdemocrazia umanitaria da 10 milioni di abitanti si contra con le statistiche inquietanti dell’anno precedente: 320 sparatorie, 110 omicidi e 7.226 stupri denunciati, il 10 per cento in più del 2016. Il 36 per cento delle donne dichiara di sentirsi in pericolo al calare della notte, e i verbali di polizia danno loro ragione: le denunce di violenze sessuali sono triplicate fra il 2012 e il 2016, interessando così il 4,1 per cento di tutte le donne, contro l’1,4 per cento di sei anni prima. [h=4]CRIMINI SESSUALI E IMMIGRAZIONE DI MASSA[/h]
Aprile 2019, Mario Ajello e Andrea Bassi, inviati del Messaggero, raggiungono Stoccolma e iniziano una lunga inchiesta che aggiorna la narrazione dello Stato vetrina della social democrazia e del progressismo, dove insieme all’hockey sul ghiaccio lo sport nazionale è diventato lo stupro di gruppo: «Secondo i dati del Consiglio nazionale per la prevenzione del crimine, nel 2017 ci sono state 73 aggressioni sessuali per ogni 100 mila abitanti, il 24 per cento in più che negli anni passati. Un’inchiesta della tv svedese Svt ha riportato come il 58 per cento dei condannati per crimini sessuali sia nato fuori dai confini dell’Unione europea. Paulina Neuding, una giornalista svedese di fama internazionale, è stata accusata di xenofobia per aver collegato l’aumento dei crimini sessuali alla migrazione di massa». [h=4]L’ASSURDO CASO DELLO STAGISTA[/h]
Come spiega ai giornalisti Angry Foreigner, blogger seguitissimo in Svezia, rifugiato di guerra e arrivato dalla Bosnia nel paese da bambino, «qui c’è il pregiudizio che ogni svedese sia un oppressore e ogni immigrato sia un oppresso. (…) Il solo interrogarsi sui problemi dell’accoglienza è considerato razzismo». Valga su tutti il caso riportato dai giornalisti accaduto al Centro per l’immigrazione della cittadina di Trollhattan, dove un ragazzo islamista ammesso a uno stage ha denunciato la dirigente al centro anti-discriminazioni, colpevole di aver porto la mano presentandosi, «La mia religione mi vieta di avere contatti di questo tipo con una donna». Risultato: il Comune per non essere tacciato di razzismo paga 30 mila corone svedesi (3.500 euro) allo stagista. [h=4]LITTLE MOGADISCIO E L’EMERGENZA CASE[/h]
«Si arriva all’assurdo, nel Paese dei sepolcri imbiancati, di parole come quelle dell’ex primo ministro conservatore Fredrik Reinfeldt: “La Svezia, senza l’influenza delle culture degli immigrati, sarebbe solo barbarie”. Si tratta evidentemente di un politico che non ha mai preso la metro di Stoccolma» scrivono gli inviati. Che a sette stazioni dal centro raggiungono Rinkeby, la poco rassicurante Little Mogadiscio, così viene chiamata la zona (c’è anche Little Damasco, dominata dalla mafia siriana), dove è impossibile per un bianco passare inosservato. Nel paese che per Mona Sahlin, ex leader dei socialdemocratici, «gli svedesi devono essere integrati nella nuova Svezia multiculturale» e «chi torna dalla jihad, dopo aver combattuto con l’Isis, va riabilitato dandogli una terapia, una casa e un lavoro» l’arrivo massiccio degli immigrati ha fatto esplodere la bolla immobiliare: «Le famiglie hanno un passivo che ha raggiunto l’88 per cento del prodotto interno, ma soprattutto il 186 per cento del loro reddito. I mutui sono al 70 per cento erogati a tasso variabile, così un aumento del costo del denaro rischia di mettere in ginocchio sia chi ha sottoscritto i prestiti sia le banche che li hanno erogati». Solo gli immigrati riescono a spuntarla sulle lunghissime liste di attesa per accedere alle case popolari con affitti calmierati: a Malmö, il Comune ha stabilito di dare la priorità ai cosiddetti nuovi arrivati svedesi e così ha deciso di acquistare 56 appartamenti per ospitarli. [h=4]UN «SISTEMA GIURIDICO PARALLELO»[/h]
L’inchiesta prosegue nei sessanta ghetti impenetrabili dove per stessa ammissione del Consiglio nazionale svedese per la prevenzione della criminalità vige un «sistema giuridico parallelo». Alcuni mesi fa, raccontano i giornalisti, un tribunale svedese si è pronunciato secondo i principi della sharia, quando la Corte ha deciso che una donna abusata da suo marito non poteva che mentire su queste violenze: la giuria ha rimproverato la donna di aver coinvolto la polizia invece di risolvere il problema consultando la famiglia del marito. E l’Onu ha spedito una missione accusando la Svezia di razzismo. «Proprio le parole che qui nessuno vuole sentirsi dire. Ma che fotografano la nuova realtà, tranne che agli occhi di chi non s’è mai spinto oltre la fermata Rissne della metro e preferisce conservare le false certezze del progressismo d’antan».

Foto Ansa
 
CI SONO ITALIANI E ITALIANI


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FACCIAMO I CONTI




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CHE MERAVIGLIA !!



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SIAMO COME VOI ABBRACCIAMI DONIAMO AMORE


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QUESTO è UN CRIMINE CON LA PATENTE.




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OVVIA...............ICCHE SI FA CON STO FASCISMO?

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NOI CHE ....

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NOI CHE................
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il ballo di simone

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ho scritto d' amo.

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affonda il PD.........




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UOMINI PERDUTI

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[h=1]Svezia: Gangs di musulmani terrorizzano 55 Zone. Polizia impotente[/h] EUROPA U
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16 nov – In Svezia la situazione nelle no-go zone controllate da bande di musulmani si sta rapidamente deteriorando. Persino il sindacato svedese delle ambulanze ora chiede dispositivi di protezione militare per entrare nelle zone no-go.

Ci sono stati numerosi episodi di violenza negli ultimi tempi, in cui i teppisti hanno attaccato le ambulanze che rispondono alle chiamate, hanno tagliato le gomme delle ambulanze, fracassato i parabrezza e lanciato grandi sassi dal cavalcavia, mentre i paramedici stessi sono stati oggetto di violenza fisica. La situazione è diventata così terribile che l’unione ambulanza ora richiede notevolmente maggiore protezione. (Swedish Police Release Extensive Report Detailing Control Of 55 ‘No-Go Zones’ By Muslim Criminal Gangs)

“Abbiamo bisogno che i paramedici siano protetti quando si entra in queste zone calde”, ha detto il leader sindacale Henrik Johansson in un’intervista con la rivista Dagens Medicin. “Hanno bisogno di elmetti antisommossa, giubbotti antiproiettile, parastinchi e holsterpacks. Ecco le attrezzature necessarie per lavorare in questo ambiente. Naturalmente, devono anche essere dotati di maschere antigas. ”

“Così non ti sembrano agenti di polizia anti-sommossa?» ha chiesto il giornalista.

“No, direi attrezzatura di grado militare”, ha detto Johansson.



I vigili del fuoco si trovano di fronte ad una situazione simile. Le bande si divertono dando fuoco a qualsiasi cosa – un contenitore, una macchina o una scuola – e tendono imboscate ai vigili del fuoco che hanno risposto alla chiamata.

Il personale d’emergenza ora chiede di routine la scorta della polizia prima di entrare nelle zone no-go. Purtroppo il numero di poliziotti è insufficiente e spesso la polizia non ha la possibilità di soddisfare ogni richiesta. Le auto sono date alle fiamme praticamente ogni giorno nei ghetti e la Svezia detiene il record mondiale poco lusinghiero per il maggior numero di incendi nelle scuole.

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Pur essendo un piccolo paese di meno di 10 milioni di cittadini, uno studio del 2012 ha mostrato la media di una scuola bruciato al giorno in Svezia, con un costo per i contribuenti di mezzo miliardo di corone svedesi all’anno.

Nemmeno la polizia è piu’ al sicuro dagli attacchi. Nel maggio del 2014, due agenti di polizia sono stati accerchiati da 50 teppisti nella no-go zone di Landskrona. Hanno tirato fuori le armi per tenere a bada gli aggressori ed hanno chiesto rinforzi, ma il comandante della polizia ha rifiutato di inviare aiuti, temendo un’ escalation. Uno degli ufficiali conosceva alcuni abitanti del luogo che sono intervenuti e hanno convinto la banda a lasciare che i funzionari andassero via.

Mentre tale sfacciata aggressione è rara, le auto di pattuglia sono spesso oggetto di lanci di pietre e gli autisti sono presi di mira con i laser verdi. Abbagliare gli automobilisti con i potenti laser portatili è uno “sport”, che cresce dove l’obiettivo è quello di provocare un incidente. Anche autobus, taxi, società di recapito e postini sono presi di mira.


Immigrati, la Svezia brucia: crolla il modello svedese accogliente, pacifico ed egualitario

Perfino il semplice sospetto di far parte delle forze dell’ordine è motivo di percosse, come è successo ad un uomo anziano in attesa alla metropolitana di Tensta. I membri delle bande hanno scambiato erroneamente il suo apparecchio acustico per trasduttore auricolare della polizia e lo hanno aggredito a pugni e calci.

Nel mese di ottobre, un bambino di 12 anni, figlio della celebrità locale Linda Edenström, è stato selvaggiamente picchiato quando ha preso la metropolitana, dopo la scuola, per portare un regalo di compleanno ad una ragazza della sua classe. Il ragazzino non sapeva che lei viveva in un no-go zone e quando è uscito dalla stazione è stato prontamente fermato da sette immigrati adulti i quali gli hanno detto che la zona era vietata ai bianchi, lo hanno aggredito e riempito di insulti razzisti.

Casi come questo non vengono ritenuti dalla legge svedese come crimini di odio. La legge non si applica ad un immigrato che insulta uno svedese nativo, anche se l’immigrato afferma esplicitamente di farlo per motivi razziali. Tuttavia, la situazione inversa, in cui uno svedese nativo pronuncia una frase che potrebbe essere percepita come razzista, viene perseguito civilmente e penalmente. daycaller.com





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MA QUELLI CHE HAN VOTATO PD QUESTO NON LO SANNO ?


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