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CHISSENEFREGA AMA I MUSULMANI ED ODIA I CRISTIANI

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Il dramma dei cristiani d'Africa: "Jihadisti ci uccidono e le ong tacciono"

Joseph Fidelis ha criticato l'atteggiamento dell'occidente il quale sembra essersi girato dall'altra parte sulla persecuzione dei cristiani in Nigeria: "Qui ci attaccano, solo Dio può aiutarci"

Mauro Indelicato - Lun, 23/12/2019 - 10:46


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Un’Europa politicamente corretta che non si occupa dei cristiani perseguitati e che, per timore di essere etichettata islamofoba, si gira dall’altra parte.

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Una descrizione del genere del vecchio continente non arriva questa volta da una critica interna alla stessa Europa, bensì da un sacerdote nigeriano impegnato con i suoi fedeli ogni giorno a vivere la faticosa quotidianità del più popoloso paese africano.
Padre Joseph Fidelis è in prima linea con i cristiani in una delle regioni nord della Nigeria, le più minacciate dai fondamentalisti islamici di Boko Haram, il gruppo nato negli anni 2000 e che dal 2015 risulta affiliato all’Isis.
Intervistato da Lorenza Formicola su La Verità, è stato proprio padre Joseph a parlare della situazione che vivono i suoi fedeli e di come, in primo luogo, i cristiani in Nigeria si sentano abbandonati soprattutto da quell’Europa che predica tolleranza e rispetto a fasi alterne.
“A livello globale c’è il timore di essere etichettati come islamofobi – ha risposto il sacerdote nigeriano alla domanda sul perché in occidente non si interviene – Così, piuttosto che combattere le forme di intolleranza e discriminazione religiosa, l'Europa e l'America sono cadute preda del cliché di essere viste come islamofobe”.
“Il problema è il politicamente corretto – ha poi continuato padre Joseph – I leader politici e le grandi organizzazioni globali evitano di denunciare il crimine e condannare il terrorismo, e così facendo stanno diventando indifferenti, mentre fingono di promuovere la globalizzazione”. In poche parole, si ha paura di dire la verità in quanto si è più attenti a non passare per islamofobi: “Senza dubbio ogni religione può scadere nell' estremismo – si legge ancora nell’intervista al parroco nigeriano – ma l' oppressione delle minoranze e l' esclusione dell' altro è l'attività preferita dei gruppi islamici. Basta guardare all'Isis, Al Qaeda, Boko Haram, Al Shabab. Le principali organizzazioni terroristiche hanno nell'Islam la loro origine. Detto ciò, ci saranno anche musulmani moderati, ma credo che se della persecuzione ai cristiani si evita di parlare, è perché si teme di essere mal visti”.
La situazione nella sua diocesi viene descritta come molto grave. In questa parte settentrionale della Nigeria non ci sono soltanto i problemi di natura economica e sociale che si riscontrano in tutto il paese africano. Qui, dove Boko Haram ad un certo punto ha controllato un territorio grande quanto il Belgio, padre Joseph racconta come il pericolo non è soltanto dato dall’estremismo islamico ma anche da una certa discriminazione della minoranza cristiana.
“I cristiani, specialmente nella parte settentrionale del Paese, sono emarginati, perseguitati, aggrediti fisicamente – ha raccontato il sacerdote – Trattati con disprezzo, privati di alcuni diritti a scuola, nella società, nella quotidianità. Per noi è una sfida costante per la sopravvivenza e le cose stanno peggiorando”.
Dall’Europa e dall’occidente in generale però, nessun segnale e nessuna concreta promessa di aiuto per la protezione dei cristiani presenti in questa parte del continente africano. E così, alla domanda su chi potrà proteggere i fedeli di religione cristiana, padre Joseph ha risposto in maniera tanto lapidaria quanto chiara: “Solo Dio può proteggere i cristiani nigeriani. Troppo pochi sono disposti a fare qualcosa per noi”.









chissenefrega lui pensa ai porti chiusi



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"Dio ce ne chiederà conto…". Il Papa non vuole porti chiusi

Bergoglio mostra il salvagente di un migrante morto in mare. Poi attacca Salvini: "Bloccare le barche non risolve il problema"

Fabio Franchini - Gio, 19/12/2019 - 14:09





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"Bisogna soccorrere e salvare, perché siamo tutti responsabili della vita del nostro prossimo, e il Signore ce ne chiederà conto al momento del giudizio".
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Papa Francesco torna a promuovere ancora una volta la politica dei porti aperti, mandando un chiaro messaggio pro immigrazione.
Il Santo Padre in mattinata ha ricevuto in udienza in Vaticano un gruppo di migranti arrivati dall'isola greca di Lesbo con i corridoi umanitari. E in occasione dell'incontro con i rifugiati ospitati dalla Santa Sede e dalla comunità di San'Egidio, il Pontefice ha mostrato il giubbotto-salvagente di un anonimo migrante morto nel mar Mediterraneo, vittima di uno dei tanti barconi della speranza, o meglio della morte.









 
DECLINO IN NUMERI
Papa Francesco, il sondaggio di Ilvo Diamanti: il crollo in un anno, bocciato dagli italiani
23 Dicembre 2019
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Sondaggio di Ilvo Diamanti, una batosta per Papa Francesco: di quanto cala in un solo anno





Per Papa Francesco sono mesi difficili. Ad aggiungersi agli scandali economici che minano le basi del Vaticano, ci pensano anche i sondaggi. Secondo i numeri riportati da Ilvo Diamanti su Repubblica Bergoglio mantiene ancora un certo appeal, una certa capacità di attrazione anche se cala nettamente. "Sul piano della fiducia, Papa Francesco è fermo al 66 per cento". Due italiani su tre, ancora molti - come afferma il sondaggista - ma 6 meno di un anno fa. E 11, rispetto al 2017.
Leggi anche: Papa Francesco, i sondaggi gli hanno dato da pensare: "Dobbiamo cambiare, oggi la fede non è ovvia"
Dati parecchio differenti rispetto a quelli rilevati dall'istituto Ceil/Cinicet sulla quantità di argentini che si definiscono cattolici. La percentuale di questi ultimi infatti è letteralmente crollata, passando dal 76,5 al 62.9 per cento. Una vera batosta nella sua città natale, l'Argentina.
 
CRISTIANITÀ AL TRAMONTO?
La Maglie condivide Socci: "Occidente in pericolo". Papa Francesco, Pachamama e San Pietro da riconsacrare
23 Dicembre 2019
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La Maglie condivide Socci: Occidente in pericolo. Papa Francesco, Pachamama e San Pietro da riconsacrare





"Qui Occidente, siamo in pericolo, sos!". Maria Giovanna Maglie, su Twitter, condivide le preoccupazioni di Antonio Socci sulla cristianità e retwitta il durissimo articolo dell'editorialista di Libero: "È un Natale di attacchi alla fede cattolica - scrive Socci - ma il dissacratore più devastante è Bergoglio".

Leggi anche: "Perché cade nell'eresia". Antonio Socci, altro durissimo attacco a Bergoglio

Tra i gesti passati inosservati, ma non a Socci, alla Maglie e a molti commentatori imbufaliti, la celebrazione della Pachamama (una divinità pagana molto popolare in Sud America, ndr) in San Pietro, con Bergoglio davanti all'altare, il 4 ottobre scorso, in apertura del Sinodo sull'Amazzonia. "Capisco - spiega Socci - perché si parla di profanazione idolatrica e di necessità di riconsacrare la basilica di San Pietro". Durissimi i commenti di molti lettori e commentatori della Maglie. C'è chi "prega e digiuna", chi "non riesce a dormire", chi "si rode il fegato", chi chiama Francesco "Imam Bergoglio" o addirittura lo definisce "il Papa più infame di sempre, distruttore della cristianità, demone vestito da Papa". No, non sarà un sereno Natale.





ECCO POI NON DITE CHE C'è L'HO CON IL PAPA.


QUESTO SARA' L'ULTIMO PAPA POI ARRIVERA' I MUSULMANI SPERIAMO CHE MALACCHIA SI SIA SBAGLIATO.




 

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