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George Soros: nel 1992 si pappò 15.000 miliardi di vecchie lire italiane. Mario Draghi e Romano Prodi, suoi complici
da Ninco89
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A seguito dell’attacco speculativo di Soros, l’incompentenza e la complicità di personaggi italiani quali Carlo Azeglio Ciampi e Mario Draghi, allora rispettivamente governatore della Banca d’Italia e direttore generale del Tesoro, hanno regalato a Soros e agli speculatori 15.000 miliardi di lire
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Quello che gli Italiani non sanno: George Soros, affamatore di popoli, parassita speculatore finanziario: è un nome che dovrebbe far tremare ma che in pochi conoscono . Infatti il 16 settembre 1992 tramite una speculazione finanziaria guadagnava 1,1 miliardi di dollari, faceva svalutare la sterlina costringendola a uscire dallo SME (sistema monetario europeo). Lo stesso giorno attaccava pure la lira italiana. A seguito dell’attacco speculativo di Soros, l’incompentenza e la complicità di personaggi italiani quali Carlo Azeglio Ciampi e Mario Draghi, allora rispettivamente governatore della Banca d’Italia e direttore generale del Tesoro, hanno regalato a Soros e agli speculatori 15.000 miliardi di lire, una perdita secca provocata da un utilizzo più complice che maldestro di riserve per 48 miliardi di dollari che non ha impedito una svalutazione della lira del 30% e una sua uscita dallo SME.
Soros è condannato all’ergastolo in Indonesia per Speculazione sulla moneta locale. Soros è condannato alla pena di Morte in Malesia per aver distrutto e speculato sulla moneta locale disastrando l’economia di questo paese. Soros è stato condannato dallo stato francese per insider trading e lo multò di 2 milioni di dollari. il Parassita ricorse alla corte europea dei diritti dell’uomo ma la condanna è stata confermata. Soros che opera principalmente a Londra è inoltre ricercato dall’Fbi per insider trading in Usa. Dietro molte rivoluzioni c’è la sua mano.
Incredibilmente Prodi partecipo’ nel 1992 alla cerimonia della laurea honoris causa conferita a Soros dalla facolta’ di economia dell’ Universita’ di Bologna, presieduta da Stefano Zamagni, stretto collaboratore dell’ ex primo ministro emiliano, e presento’ anche l’ edizione italiana del libro autobiografico dell’ uomo che nel ‘ 92 aveva guadagnato somme enormi speculando contro la lira e contribuendo (con varie banche d’ affari) a far bruciare alla Banca d’ Italia circa 40 mila miliardi di lire in riserve valutarie. Si noti che Draghi nel 1992 era direttore generale del Tesoro, presidente della banca d’Italia e ora Presidente della Bce.










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"Questo è un Fisco da regime". Ecco chi rischia la "batosta"

Le linee guida dell’agenzia delle Entrate relative all’anno 2020 fanno discutere. Forza Italia non ci sta: "Contenuto indegno"

Federico Giuliani - Gio, 12/12/2019 - 18:30





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Sono pronte le linee guida dell’agenzia delle Entrate relative all’anno 2020, che avranno il compito di aiutare il Fisco a contrastare l’evasione fiscale.

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Tra gli elementi contenuti nel documento anticipato da Il Sole 24 Ore ci sono alcuni punti sui quali vale la pena fare chiarezza, come ad esempio i controlli sui professionisti e gli autonomi che applicano il regime forfettario, le analisi di rischio sugli Isa effettuate utilizzando altri database e i dati raccolti attingendo allo spesometro. L’obiettivo è quello di recuperare 13 miliardi di euro di entrate erariali ed extratributarie nel corso del prossimo anno, 4,5 miliardi dei quali da conseguire mediante versamenti diretti da accertamento e controllo.
Partite Iva e autonomi
Prima di tutto è importante considerare che il Fisco, consapevole delle numerose adesioni al regime forfettario in seguito alle modifiche della legge di Bilancio per il 2019, ha pensato bene di controllare in modo mirato sia chi beneficia dell’aliquota flat al 15% (anche se entrato nel regime prima di quest’anno), sia chi fa parte della schiera delle partite Iva rispondente al regime dei vecchi minimi.
Finiranno sotto torchio anche gli autonomi, i quali dovranno essere in regola con la presentazione della dichiarazione dei redditi o della dichiarazione Iva. A partire dal 2020 i vari uffici territoriali avranno poi a disposizione le informazioni su quei soggetti che non hanno ancora regolarizzato o giustificato la propria posizione nonostante l’invio di un alert da parte del Fisco nel 2015.
Software di analisi e dati
Come se non bastasse, entro la fine dell’anno i funzionari dell’agenzia delle Entrate avranno la possibilità di lavorare sui dati inerenti all’attività effettuata nel 2018 “da chi ha operato con il Fisco”, trasmettendo, ad esempio, dichiarazioni o comunicazioni alle Entrate, difendendo clienti davanti alle commissioni tributarie o curando pratiche di aggiornamento catastale. In casi del genere si provvederà al riscontro tra il volume dell’attività svolta e i redditi dichiarati, uniti ad altre informazioni.
Sempre nel 2020 è prevista l’introduzione di un particolare software che aiuterà gli uffici nell’effettuare analisi di rischio e di controllo delle partite Iva “obbligate alle pagelle fiscali”, attribuite ai contribuenti in seguito ai dati comunicati con gli Isa.
Imprese e fattura elettronica
Capitolo imprese: il Fisco starà ben attento a esaminare l’utilizzo di falsi crediti in compensazione “per pagare somme iscritte a ruolo” o “altri debiti” con lo stesso Fisco. Due saranno gli aspetti osservati con un occhio di riguardo: il credito d’imposta su ricerca e sviluppo, che prevede il monitoraggio di codici di attività incompatibili con l’attività R&S e la media storica degli investimenti, e il bonus Renzi, per il quale saranno scovate quelle aziende prive di dipendenti o con un numero di addetti non in linea con le somme indicate. Dulcis in fundo, saranno presto messe a disposizione dei funzionari le liste selettive di quei soggetti considerati a rischio evasione. Questi elenchi saranno formati utilizzando i dati raccolti mediante la fattura elettronica, con l’esterometro o con l’invio dei corrispettivi.
Forza Italia all’attacco
Mariastella Gelmini
, presidente dei deputati di Forza Italia, ha definito “indecente” il contenuto delle linee guida del Fisco in quanto “la decisione di mettere nel mirino quei professionisti e quelle piccole partita iva che hanno aderito al regime della flat tax, previsto dalla precedente legge finanziaria, è semplicemente una porcata”. Quanto stabilito dal documento è “la plastica dimostrazione di come un esecutivo viziato da un pregiudizio ideologico anti-impresa e anti partite iva, possa piegare la terzietà di un organismo neutro per perseguitare chi ha avuto l’ardire di attenersi alle leggi dello Stato”. Gelmini lancia infine un appello all’esecutivo: “Il Governo faccia il suo dovere e nomini i nuovi vertici e rimuova chi ha progettato linee guida indegne di un Paese civile”.
 

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