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Tasse
“Aumento IVA al 25% inevitabile”. Torna l’incubo dei prezzi alti

Commissione Europea critica sulla possibilità dell’Italia di rispettare le promesse di stabilità

20/05/2016 - L’Italia sarà costretta ad aumentare l’IVA se non riuscirà a reperire le risorse economiche necessarie a ristabilire l’indebitamento pubblico: l’avvertimento arriva direttamente dai vertici dell’Unione Europea che, dopo aver concesso maggiore flessibilità al nostro Paese per consentire le riforme contenute nella scorsa legge di Stabilità, oggi torna a chiedere maggior rigore.
Siamo in piena campagna elettorale: e mentre il Governo elargisce promesse, anticipa tagli alle tasse e, soprattutto, cita la parola magica per richiamare l’attenzione del popolo (“Aboliremo Equitalia”), dall’altro lato l’Unione Europa ci richiama all’ordine. L’Italia è ormai sotto vigilanza sia su debito che sul bilancio del 2017.
A novembre ci sarà una nuova verifica, ma se i patti non verranno mantenuti, il Governo dovrà prendere serie misure e dovrà far scattare le famigerate “clausole di salvaguardia” contenute nella manovra economica del 2015 e mai disinnescate totalmente: si tratta dell’aumento dell’IVA al 25% (programmato per il 2018, mentre per l’anno prossimo salirà al 24%) e delle accise sulla benzina. Operazioni queste che potrebbero comportare un considerevole aumento dei prezzi e, quindi, dell’inflazione. La notizia viene in un momento in cui le stime di crescita del nostro Paese sono state ridimensionate. Insomma, l’orizzonte non è così rosa come era sembrato ad alcuni.
Insieme all’aumento dell’IVA, il Governo ha promesso anche di abolire, tra un anno, Equitalia. Per maggiori informazioni leggi “Equitalia scompare: sarà assorbita dall’Agenzia delle Entrate”
CORTE DEI CONTI: “AUMENTO INEVITABILE” – Non è solo l’U.E. a lanciare l’allarme: solo due mesi fa la Corte dei Conti aveva detto che “l’aumento dell’IVA tra un anno è inevitabile”. L’aumento è stato già programmato nella legge di Stabilità 2015 e riconfermato, con qualche modifica, con quella del 2016: la misura scatterà in automatico qualora non verranno raggiunti gli obiettivi di bilancio e le riduzioni di spesa sperate (ecco perché il Governo pensa a una nuova “sanatoria” sui capitali evasi e portati all’estero). In particolare viene previsto che:
nel 2017, l’IVA ordinaria passerà dal 22%, com’è oggi, al 24%; mentre nel 2018 passerà dal 24% al 25%;
nel 2017, l’IVA agevolata, attualmente al 10% passerà al 13%.

UNIONE EUROPEA CRITICA – Ieri, la Commissione Europea ha dato l’ok alla legge di Stabilità italiana per il 2016, ma ha chiesto maggiori impegni per il 2017. Il nostro debito è troppo elevato, ammonisce Bruxelles, e sono annunciati nuovi controlli sull’indebitamento del nostro Paese entro novembre. La Commissione è molto critica sulla possibilità che l’Italia possa realizzare i tagli di spesa anticipati, soprattutto perché, in questo momento, Renzi spinge dal lato opposto: vuoi per ragioni di promesse fatte in passato, vuoi perché referendum ed elezioni si avvicinano, il Premier ha appena promesso una riduzione delle imposte, con alleggerimento soprattutto per il ceto medio. Si parla, soprattutto, della flat tax per le partite IVA e abolizione degli studi di settore.
L’Italia è a rischio di non rispetto del Patto di Stabilità. Ci sono da coprire circa 7,5 miliardi e, per questo, Bruxelles suggerisce, come manovra aggiuntiva, l’aumento dell’IVA e delle accise. Anche se lascia al Governo la scelta di altre opzioni.
Insomma, il tutto si giocherà tra qualche mese. Intanto si inizia a parlare di una seconda voluntary disclosure per cercare di racimolare qualche “spicciolo” dagli evasori più grossi.



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Equitalia addio? Verrà assorbita dall’Agenzia delle Entrate

Cosa c'è dietro l'annuncio di Renzi sulla riforma della riscossione






20/05/2016 - Matteo Renzi, nel consueto spazio #metteorisponde in cui dialoga via Twitter e Facebook con gli elettori, è salito su uno dei cavalli di battaglia delle opposizioni annunciando la prossima abolizione di Equitalia. “Al 2018 Equitalia non ci arriva” – ha detto mercoledì sera il premier. In realtà difficilmente vedremo abolizioni, quanto piuttosto una riforma già avviata dell’intero sistema di riscossione.
COSA FA EQUITALIA – Equitalia è una Spa a controllo pubblico (51% Agenzia delle entrate e 49% Inps) che gestisce la riscossione coattiva, procedendo alla riscossione diretta sia delle entrate erariali sia dei contributi. Si occupa anche di recuperare le entrate di oltre 6mila Comuni italiani, Regioni, Casse di previdenza, Camere di commercio e Inail
EQUITALIA DENTRO L’AGENZIA DELLE ENTRATE – L’approdo più probabile della riorganizzazione dovrebbe essere il ritorno della società all’interno del perimetro dell’agenzia delle Entrate. Con un possibile cambio di nome, il ‘lifting’ sarà completo. L’integrazione tra l’Agente della Riscossione e l’Agenzia delle Entrate è peraltro il paradigma seguito dagli altri paesi europei. In pratica, lo stesso soggetto che effettuerà i controlli e gli accertamenti sarà anche colui che poi dovrà andare a recuperare le somme evase, procedendo se necessario anche all’esecuzione forzata. In Italia, invece, tali soggetti sono sempre stati diversi e l’Agente per la riscossione è stato sempre una società di diritto privato, ma partecipata dagli enti pubblici.
SERVIZI – Tornando al piano di riorganizzazione già avviato, da luglio debutterà “Equitalia servizi di riscossione Spa”. La holding, attualmente composta da tre società incaricate della riscossione dei tributi, Equitalia Nord, Equitalia Centro ed Equitalia Sud, vedrà dunque queste ultime riorganizzate sotto una nuova Spa unitaria. Scatterà poi anche il riassetto di Equitalia holding “in coerenza con il mutato quadro di riferimento”. L’obiettivo principale, scrive l’azienda presieduta da Vincenzo Busa e con Ad Ernesto Maria Ruffini, è “il superamento delle residue duplicazioni organizzative consentendo – rispetto al modello attualmente in essere – ulteriori miglioramenti in termini di semplificazione e di efficacia dei processi di riscossione, nonché un’omogenea percezione di Equitalia da parte dei suoi interlocutori”.
Questo per quanto concerne le cose certe. Sull’abolizione, come detto, difficile capire quanto si tratti di campagna elettorale e quanto di progetti fattibili. Certo è che nel 2014 una proposta di legge sull’abolizione di Equitalia fu respinta dal parlamento coi voti del Pd.
Dunque o c’è stata un’inversione di rotta, oppure si spaccia per abolizione ciò che è in realtà una riorganizzazione. Il che, in politica, non è certo inedito.


e ma è vero a detto sparirà...il mago gli cambia nome e non puoi dargli del bugiardo



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