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Come diventare qualcuno senza essere nessuno

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Filosofia del leccaculo. Come diventare qualcuno senza essere nessuno
Impara ad essere fedele al padrone e traditore con gli altri, servile col titolare e prepotente con la povera gente. Impara a scodinzolare quando lui ti offre una prebenda e a ruggire quando un sottoposto ti infastidisce

di Michele Finizio -


Leccaculo


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Cominci dalla scuola. Il più forte ha sempre ragione, sia il professore o sia il bidello. E quando loro parlano bisogna sempre annuire e abbozzare un sorriso di approvazione. Non si sa mai. Entrare nelle grazie di chi oggi o domani può darti qualcosa, è fondamentale.
Devi, però, essere disposto a tutto. A convertire il torto in ragione, a tradire il compagno di banco e, naturalmente, a leccare il culo al professore. Capisci che qualche voto non lo meritavi, ma è andata meglio di come speravi. Scopri che quel modo di fare può essere utile sempre, nella vita, nel lavoro, nelle relazioni. Impara ad essere fedele al padrone e traditore con gli altri, servile col titolare e prepotente con la povera gente. Impara a scodinzolare quando lui ti offre una prebenda e a ruggire quando un sottoposto ti infastidisce.


Devi apprendere ad usare i sensi. Sapere quando devi far finta di non vedere e di non sentire. Devi aprire la bocca soltanto per usare la lingua al meglio delle sue funzioni. Quando parli lo fai solo per osannare il capo. Quando le cose si mettono male fatti scappare la pipì, corri nel cesso. Meglio non mettersi in situazioni imbarazzanti, potresti sbagliare. Imboscarsi al momento giusto è vitale.

Quando è arrivato il tempo di trovare un lavoro cercati un culo politico, è il più redditizio. Basta frequentare qualche riunione, farsi vedere, stringere la mano, mostrare la lingua mielosa e proporsi come servitore zerbino nella campagna elettorale. Qualche mese di volantinaggio, attacchinaggio e lecchinaggio e il grosso è fatto. Lui, accertato che la tua lingua produce sufficiente serotonina, ti darà un incarico, ti farà assumere in qualche ufficio, insomma ti sistemerà fino alla pensione.


Da quel momento in poi, se vuoi fare carriera, devi raffinare tutte le tecniche di adulazione e usarle con grande professionalità. Devi essere sempre più servile e ipocrita. Perché la posta diventa più alta. Ci saranno i tuoi parenti da sistemare, i tuoi figli, i tuoi amici. E quindi, a costo di consumare ciò che resta della tua lingua, devi andare fino in fondo.

Invecchierai. I tuoi saranno tutti sistemati, ma il mondo, il mondo va a puttane. Grazie anche a te e a quelli come te. Grazie ai tuoi silenzi, alle tue omissioni, ai tuoi tradimenti, ai cazzi tuoi. Ti guarderai allo specchio e sorriderai pensando che in fondo hai fatto il tuo dovere: hai sistemato la famiglia. E se la tua città, la tua comunità, il tuo paese se la passano male, cazzi loro. Tu che ci puoi fare? Tu sei stato capace di cercare un bel culo per la tua lingua. Gli altri hanno voluto fare i rivoluzionari, i critici, gli oppositori, i dimostranti, i solidali, gli intellettuali. Hanno conservato intatta la loro dignità, la loro onestà, la loro libertà, ma in verità sono dei morti di fame.
 
La fenomenologia del leccaculo
by vito tartamella
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Il lecchino: sempre prono ai voleri del capo (Shutterstock).
Le parole che indicano gli adulatori sono molto interessanti per un linguista: sono tutti spregiativi, e testimoniano il disprezzo verso chi fa lodi insincere. Ma non solo. Gli appellativi riservati ai lecchini sono un piccolo trattato di antropologia: descrivono come si comportano, aiutandoci a riconoscerli. Il che è utile, visto che oggi ce n’è una vera epidemia.
Cominciamo dai nomi degli adulatori, tutti carichi di disprezzo.
La parola adulazione (“volgere verso”) evoca lo scodinzolare dei cani; lacchè era il domestico che seguiva o precedeva a piedi la carrozza del padrone: equivale a servo del potere. Ruffiano (chi, per denaro, agevola gli amori altrui; ma anche chi adula i potenti, sollecitandone la vanità, per ottenerne i favori) deriva da “rufus“, coi capelli rossi: in passato si pensava che le prostitute romane avessero i capelli rossi; oppure deriva dalla stessa radice di “arraffare”. Solo la parola lusinga fa eccezione in questo panorama di spregiativi, perché è un termine più neutro: deriva da lode. Piaggeria, invece, deriva da piaggiare: navigare vicino alla spiaggia, assecondare.
In spagnolo si dice “hacer la pelota” (fare la palla) per riferirsi a chi passa la palla per compiacere qualcuno (ma pelota significa anche puttana). L’adulatore, insomma, è come una puttana: ti lusinga sperando di incassare qualcosa.
Vederlo in azione è rivoltante: mente al punto da passare sopra la propria dignità pur di ottenere qualche vantaggio (o di non pagare lo scotto della sincerità). Ecco perché quest’estate la Cassazione ha riconosciuto che dare del leccaculo è un’ingiuria perché ha una “intrinseca valenza mortificatoria della persona”. Ed è sempre stato così: già Dante Alighieri collocò gli adulatori nell’8° cerchio dell’Inferno, quello degli ingannatori. L’ottavo cerchio è il penultimo dell’Inferno: per Dante, l’adulazione è più grave di tutte le forme di violenza, omicidio compreso, ed è superato solo dal tradimento. Ecco perché
la pena degli adulatori consisteva nello stare immersi nella cacca fino al collo:
Quivi venimmo; e quindi giù nel fosso
vidi gente attuffata in uno sterco
che da li uman privadi
[latrine] parea mosso.
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dante
Gli adulatori danteschi di Gustav Dorè.
CONDANNATI ALL'ETERNA DISSENTERIA

























L’analisi linguistica dei termini riservati agli adulatori svela altri aspetti della loro antropologia. E cioè che sono anche più pericolosi degli stronzi, di cui parlavo qualche tempo fa; perché a differenza degli stronzi, gli adulatori si mimetizzano. Camuffano la loro cattiveria sotto modi gentili e sinuosi. Arrivano a umiliarsi e a violentare la verità pur di ottenere qualche vantaggio personale. Sono proprio questi modi insinceri a caratterizzarli, anche nel lessico. Un vocabolario che copre tutti i sensi: tatto, gusto, olfatto, udito, come ha acutamente osservato il saggista Richard Stengel ne “Il manuale del leccaculo” (Fazi).
1) Tatto: è evocato dai termini allisciare, che ha un corrispettivo nell’inglese flattery (letteralmente appianare) e nel francese flatter; e da blandire, cioè carezzare. Lisciare denota l’appiattimento di un’asperità, rendendola più facile da trattare. Si accarezza l’ego di una persona con le parole. Si solletica la vanità altrui, si dà una pacca sulla spalla. Oppure, da un altro punto di vista, sono gli adulatori sono persone untuose, che usano parole alla vaselina: non provocano attriti, ma ti lasciano sporco.
2) Vista:
pensate al termine moina, parola derivata dal francese che denota l’aspetto del volto, la faccetta amichevole dei ruffiani.
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Il leccapiedi (Shutterstock).
3) Gusto: quelle degli adulatori sono parole caramellose, zuccherate, melliflue, imburrate. E molti termini indicano il succhiare, il leccare: leccaculo, baciaculo, leccastivali, leccca-lecca, slurpatore, succhiabanane, sbavatore. Tutte metafore che derivano dall’antica pratica, nelle corti, del bacio dell’anello o dei piedi (l’ano nella forma più bieca di servilismo). In inglese, l’espressione brown nose, naso marrone, indica proprio i leccaculo incalliti e senza vergogna: “Chi arriva a sporcarsi il naso lo fa con una specie di entusiasmo ossequioso, di solito senza neanche avere la consapevolezza di apparire odioso”, scrive Stengel. Lo stesso papa Francesco, di recente, ha detto che non sopporta gli adulatori, che in Argentina sono chiamati lecca calze”.
4) Udito:
la voce suadente (anzi: flautata) degli adulatori è evocata dal verbo sviolinare.
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GIORNALISTI? NO, CORTIGIANI








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L’adulazione corrompe chi la compie e chi la riceve”
Gli antichi Greci giudicavano l’adulazione una tecnica illecita perché sfrutta le debolezze umane, portando alla distruzione della convivenza civile. A loro, inventori della democrazia (anche se riservata ai soli ricchi), non garbava l’idea che alcuni si considerassero superiori e che altri si abbassassero davanti ai loro simili. Ecco perché detestavano l’adulazione; la ritenevano una forma di autoumiliazione, qualcosa di radicalmente antidemocratico.
Ma la loro posizione fu un’eccezione nella Storia, scrive Stengel. Dai Romani ai sovrani assoluti del 1600, fino alla vanitosa e insicura società di oggi, la piaggeria ha sempre trionfato. Soprattutto oggi: in una società governata dalla finanza e dai robot, conta più la fedeltà ai superiori che la competenza: le critiche – sul lavoro, ma anche in politica – sono viste con fastidio, perché rischiano di mettere in discussione o di ostacolare uno spettacolo che, invece, “deve continuare”. Ecco perché spesso ci comandano persone incapaci ma totalmente “organiche” al potere. “Lecca” e farai carriera.
Ma secondo molti studiosi, un minimo di adulazione è inevitabile: è la cortesia, spesso ipocrita, della vita quotidiana. Ne ho parlato sul nuovo numero di Focus: i complimenti sono uno dei collanti invisibili della società, perché tutti abbiamo bisogno di un po’ di considerazione e di gentilezza, foss’anche un po’ finta. Insomma, il lecchino si nasconde anche dentro ognuno di noi. Meglio saperlo che far finta di nulla.
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Di lecchini ho parlato alla Radio Svizzera Italiana (Rsi) come ospite della trasmissione “Tutorial” condotta da Daniele Oldani, Mirko Bordoli ed Enrica Alberti. Una puntata che ha acceso molto interesse fra gli ascoltatori. Potete ascoltare la puntata cliccando sul player qui sotto (è divisa in due parti):
Audio Player
 
IL TRIONFO DEL LECCACULO
Gaetano Lo Presti

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19 commentisu IL TRIONFO DEL LECCACULO

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Manuale del leccaculoI LECCACULO sono sempre esistiti. Ovunque ci sia una gerarchia, gli uomini cercano, infatti, di scalarla con tecniche, atteggiamenti e strategie più meno scorrette. Tra queste l’adulazione è infallibilmente vincente. Più che i forti e gli arroganti, l’evoluzione ha favorito i servili e gli ipocriti. I sopravvissuti di tutte le guerre non sono stati quelli scesi in campo, ma quelli imboscatisi in ufficio. E, com’è noto, anche nella conquista del partner l’inganno “paga”, come conferma Sheryl Crow quando canta: “Mentimi, e prometto di crederti”.
1146579_545480598832840_1987221227_nNelle attuali società rigidamente bloccate il “comportamento opportunistico” delle “lingue di miele” vive il suo trionfo e l’arte del lecchinaggio ha raggiunto una diffusione e vette inarrivabili. Colpa anche della civiltà dell’immagine che fa sì che gli uomini moderni siano, come non mai, ossessionati dal giudizio del prossimo, al punto da attribuirvi il senso della propria identità. E’ naturale, quindi, che il lecchinaggio, gratificando chi lo riceve renda sempre meglio accetto chi lo effettua, garantendogli favori e vantaggi.
leccaculo
Un meccanismo che ha una spiegazione scientifica. Henry Kissinger, che se ne intendeva, sosteneva, infatti, che il potere è l’afrodisiaco supremo.
Più che la sua effettiva conquista, però, ad esaltare i potenti sembra sia la percezione dell’atteggiamento adulatorio dei cortigiani, che provocherebbe l’aumento dei livelli di serotonina, un neurotrasmettitore che provoca una reazione piacevole ed euforizzante. L’ “evoluzione” dei comportamenti umani e la diffusione del fenomeno, poi, ha fatto sì che adulatori, lecchini, ruffiani e leccaculo non siano più visti in modo negativo, anzi.
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Come ogni “arte” il lecchinaggio poggia su doti innate sulle quali si inserisce una tecnica che stata codificata nei sette COMANDAMENTI DEL PERFETTO LECCACULO:
leccaculo-catena 126297_tn1) Individuare con precisione il soggetto da leccare.
2) Leccare in ogni situazione ed in ogni caso, senza temere di leccare troppo.
3) Leccare anche in assenza del destinatario.
4) Assicurarsi che la slinguazzata giunga a destinazione con decisione e con tanto di mittente.
5) Personalizzare la leccata a seconda del destinatario, scoprendone i punti deboli: figli, intelligenza, bellezza, professione, casa, squadra di calcio.
6) La pazienza è una delle virtù del leccaculo, che a volte deve lavorare sulla distanza.
7) Non desistere, anche se si è disturbati da altri concorrenti.
mobbing

leccaculo carta igienicaC’è, poi, leccaculo e leccaculo. Si possono, infatti, distinguere i seguenti TIPI:
Il LUNGIMIRANTE: guarda lontano, lecca oggi per incassare domani. S’ingrazia le simpatie del meccanico anche se la sua macchina, appena uscita dalla concessionaria, è perfetta, perchè non si può mai sapere!
Il CECCHINO: prende bene la mira e spara le sue leccate soltanto al potente di turno, a chi gli può servire nell’immediato per ottenere questo piacere o quell’altro favore.
L’ISTINTIVO: lecca tutto e tutti, sempre ed ovunque, perché è geneticamente predisposto. Non ha bisogno di allenarsi, gli viene spontaneo, ha un “dono di natura”.
Il CORTIGIANO: fa la corte all’impiegato appena assunto, solo per il fatto che è figlio di una persona molto importante al Comune, o è destinato a far presto carriera …..!
Il LECCONE DI SCAMBIO: campeggia su tutti per l’elevato tasso di rendimento. “Tu dici in giro che io sono bravo ed io faccio altrettanto con te!” Con questa tecnica si sono costruite dal nulla vere e proprie fortune ed intere carriere.
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TAG: FAZI EDITORE HENRY KISINGER LECCACULO LECCHINO MANUALE DEL LECCACULO RICHARD STENGEL RUFFIANO SHERYL CROW
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La carriera del leccaculo…


La carriera del leccaculo, definito anche adulatore, ruffiano, tirapiedi, inizia alla scuola d’infanzia, lì impara ad ingraziarsi il potente a partire dal bambino più forte: l’attivista lecchino si fa così le ossa. Quando ero piccola, ricordo alcuni bambini al lunedì arrivare a scuola con un mazzo di fiori per la maestra, era un bel modo anche per assicurarsi il privilegio di cambiare l’acqua ai fiori durante la settimana, servilsmo gia’ mirato e azione che li proiettava ad uno scalino superiore rispetto agli altri bambini. Era la sua mamma a mettergli in mano i fiori che, probabilmente anche lei dedita alla stessa proficua attività di lingua (e non solo sul deretano..) già lo stava istruendo. Ora non pensate male, non tutti i doni alla maestra sono fatti per adularla, ci sono anche, per fortuna, regali spontanei (che io non ho mai fatto per principio).
La carriera del leccaculo prosegue e si fa sempre più fitta di impegni, mentre lui, o lei, diventa sempre più abile.
Era un principiante quando ai tempi della scuola media durante l’intervallo si presentava sorridendo al prof di turno con il caffè fumante; poi, alle superiori, è in grado di sedurre il suo insegnante, con stile sdolcinato, per giustificare, magari, un malessere non ben definito… fine ultimo: schivare l’interrogazione. Il tempo passa e i piccoli leccaculo crescono mentre il cerchio di conoscenze diventa più ampio, come i favori da lesinare. Sì, perché il leccaculo non ti fa mai domande dirette, ma striscia bavoso nella speranza di accaparrarsi quello di cui ha bisogno. Anche togliendolo a te.
Così, a seconda del suo campo d’interesse, cerca di conoscere tutti quelli in grado, nell’ambito del settore dove pensa di poter emergere, di favorirlo. Si mostra generoso, dedito alla fatica, dichiara amicizia, fedeltà, disponibilità.
Arriva a professarti amore per poi tradirti con quello di un gradino sopra di te appena ha l’occasione. Ricordati che, grazie a te che hai creduto alle sue lusinghe, è salito più su ed ha incontrato un altro a cui scroccare privilegi. L’ adulazione ovviamente è parte integrante del leccaculismo, dire ad una persona che è bella da togliere il fiato quando invece è un cesso parlante, può far crescere la sua considerazione di sé, ma è davvero irritante chi usa la sviolinata solo per ottenere appoggi, piccoli o grandi, con l’obiettivo ultimo di scavalcarti. Se lo vuoi riconoscere, ricorda che il soggetto in questione si mostra gentile, non litiga quasi mai con nessuno, ma se stai attento riesci ad avvertire che la sua è una gentilezza falsa e appiccicosa.
Se ti dichiara amore, pensaci, non si possono amare tutti. Se dice che ciò che fai è straordinario è perché vorrebbe essere al tuo posto. Se ti incensa e parla bene di te in pubblico è solo per apparire e mostrare quanto è bravo. Fin dall’asilo ti ha infastidito, ha continuato nel corso degli anni e lo fa ancora perché nonostante tu lo abbia capito, non riesci a smascherarlo: non provarci, la maggior parte delle persone ti dirà che sei geloso e invidioso.

Non tutti si accorgono del leccaculo e tu faresti solo brutta figura. Allora aspetta, prima o poi sarà messo a nudo. Sai perché? Perché il leccaculo, tirapiedi, adulatore…. non è molto intelligente, altrimenti se la caverebbe da solo e, prima o poi, farà un passo falso. E la maschera va giù, lasciando la sua lingua a secco. Ma.. consoliamoci!!!
La sua fine è segnata! lo stesso Sommo Poeta, il Dante Alighieri, nel canto XVIII de l’Inferno non ebbe pietà per i leccaculo tanto da immergerli per l’eternità in una bolgia piena di escrementi.
 
Ma credi di spaventarmi. So benissimo che ce l'hai con me. Hai sbagliato persona il leccaculo non l'ho mai fatto, se così fosse mio figlio a quest'ora non sarebbe ancora disoccupato. Se avessi voluto, facendo quello che dici, lo avrei fatto assumere dove lavoravo, ma io ho una coscienza e ho preferito non farlo. Quindi risparmiati tutte queste messe in scena.
Comunque non stare a girare intorno senza dirmi direttamente quello che pensi. E non insultare le persone che credi di conoscere, ma che non conosci affatto. Fatti un esame di coscienza.
Ancora una volta ti saluto sempre con cordialità cosa che tu non hai affatto.
 
Azzzz....
ora capisco perchè si Leccava a senzo unico
senza riconoscere gli sbagli del Padrone
anche se ORA qui non puoi mostrare la tua arte
Buona continuazione ......



Ps. diretto al titolare del post
 

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