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Inchiesta sulla prima ondata Covid-19 a Bergamo: indagati Conte, Speranza, Fontana e alcuni membri del Cts

Chiusa dalla Procura di Bergamo l’inchiesta sulla prima ondata Covid: Conte e Speranza, insieme ad altri, sono indagati per epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo.

Pubblicato il: 01-03-2023 20:12

Antonio Cardarelli​

GIORNALISTA PROFESSIONISTA​


La Procura di Bergamo ha chiuso l’indagine sulla prima ondata del Covid-19 che, all’inizio del 2020, ha colpito la Lombardia. Tra gli indagati ci sono l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte, l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, il presidente della Lombardia Attilio Fontana e il suo ex assessore al Welfare Giulio Gallera. Inoltre, risultano indagati anche alcuni membri del Comitato Tecnico Scientifico del periodo: Silvio Brusaferro (presidente dell’Istituto Superiore di Sanità), Agostino Miozzo (coordinatore del Primo Cts), Angelo Borrelli (ex capo della Protezione Civile) e Franco Locatelli (presidente del Consiglio superiore di Sanità). Le accuse, a vario titolo, sono di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti d’ufficio.


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Covid, il Tribunale dei ministri archivia. Ma si apre un altro filone: indagati Speranza, Grillo e Lorenzin

8 Marzo 2023 - 18:26
Il tribunale dei Ministri ha archiviato la posizione di Conte, Speranza e Lamorgese ma la procura di Bergamo ha trasmesso per competenza territoriale uno stralcio della maxi indagine sul Covid a piazzale Clodio: ora la decisione è nelle mani dei pm romani
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Covid, il Tribunale dei ministri archivia. Ma si apre un altro filone: indagati Speranza, Grillo e Lorenzin



Il Tribunale dei Ministri di Roma ha archiviato la posizione dell'ex premier Giuseppe Conte e del suo governo perché mancherebbero presupposti per la contestazione dei reati ascritti a causa di un quadro incerto. Ma nel frattempo la procura di Bergamo ha trasmesso a piazzale Clodio uno stralcio dell'inchiesta per la gestione del Covid nella provincia più colpita dal virus. Tra i nomi che compaiono nel fascicolo ci sono quelli di Roberto Speranza e dei suoi predecessori al ministero della Salute, Giulia Grillo e Beatrice Lorenzin. E l'accusa è di non aver aggiornato il piano pandemico.

"Ci è mancato il manuale...". L'ultima balla di Speranza sul Covid

Il piano pandemico

I tre ex ministri della Salute, che sono stati indicati dalla procura di Bergamo come responsabili dl mancato rinnovo del piano pandemico, non sono gli unici indagati le cui posizioni sono state inviate a Roma. Infatti, per lo stesso motivo, sono stati indagati anche Giuseppe Ruocco, in qualità di direttore generale della direzione Prevenzione sanitaria dal 2012 al 2014, e poi dal 2017 al 2021 come segretario generale del ministero della Salute; Ranieri Guerra, come direttore generale della direzione Prevenzione Sanitaria del ministero della Salute dal 2014 al 2017; Maria Grazia Pompa, direttrice dell'ufficio 5 fino al 2016; Francesco Paolo Maraglino, direttore dell'ufficio 5 della Direzione prevenzione sanitaria. Invece, per "falsità ideologica" in relazione ai "dati falsi comunicati all'Oms e alla Commissione Europea attraverso appositi questionari": Ranieri Guerra; Claudio D'Amario; Francesco Paolo Maraglino; Loredana Vellucci; Mauro Dionisio. Infine, per "truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche" è indagato il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro.
"Non sono stata informata. Non so nulla, dunque non posso rilasciare dichiarazioni", ha detto Giulia Grillo all'Adnkronos, che ha cercato di ottenere qualche dichiarazione in merito. Anche Ranieri Guerra ha confermato di non aver ricevuto ancora alcuna comunicazione ma "comunque i questionari dell'Oms sono stati compilati dai capiufficio". Per una fatale coincidenza, l'annuncio arriva in occasione dell'anniversario delle prime chiusure predisposte da Giuseppe Conte per Lombardia, Piemonte e Veneto. Tre giorni dopo, poi, il presidente del Consiglio avrebbe chiuso anche tutto il resto del Paese fino al mese di maggio. "Si poteva fare in maniera diversa all'inizio? Probabilmente no, ma dopo sì. Il lockdown è stato troppo lungo, ricordiamoci che a maggio si è deciso di continuare la chiusura delle scuole e questo è stato un errore", ha commentato oggi Matteo Bassetti all'Adnkronos, ricordando quei giorni.

Il Tribunale dei ministri

Il Tribunale dei Ministri di Roma ha archiviato la posizione dell'ex premier Giuseppe Conte e degli ex minsitri Roberto Speranza, Luciana Lamorgese, Lorenzo Guerini, Luigi Di Maio, Roberto Gualtieri e Alfonso Bonafede finiti indagati in seguito alle denunce da parte di associazioni dei familiari delle vittime, di consumatori e di alcuni sindacati relativamente alla gestione della pandemia. Il motivo per il quale la posizione degli ex esponenti del governo in carica nel 2020 è stata stralciata è che, come spiega il Corriere della sera, "in nessun modo l’epidemia può dirsi provocata dai rappresentanti del governo". Per il Tribunale, infatti, "non era esigibile da parte degli organi di governo l’adozione tout court di provvedimenti in grado di impedire ogni diffusione dei contagi che non tenessero conto della necessità di contemperare interessi diversi e in particolare la tutela della salute e la tenuta del tessuto socio economico della collettività".

Commenti

Avatar di HappyFuture
HappyFuture
8 Mar - 19:58
Voi vi rendete conto che le indagini sono per le misure che dovevano essere più restrittive? Voi siete voi magistrati, vero?
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CovidRoberto SperanzaBeatrice LorenzinGiulia Grillo
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Avatar di Francesca GaliciFrancesca Galici
“Scelta dagli uomini”. La bordata di De Micheli a Schlein "Rischia di far chiudere i Centri donna". Ennesima ipocrisia di SalaSegui

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NO COMET.


Straniero occupa una casa. Giudice lo assolve: "Era momentanea"​

8 Marzo 2023 - 15:21
Secondo la Corte d'Appello di Perugia, l'uomo avrebbe agito per necessità e "senza la volontà di occupare l'edificio per un tempo prolungato"
Avatar di Giovanni FiorentinoGiovanni Fiorentino
97
Straniero occupa una casa. Giudice lo assolve: Era momentanea



Occupò abusivamente un immobile, forzando la finestra per introdursi all'interno. Per la Corte d'Appello di Perugia si trattava tuttavia di un'azione dettata da difficoltà momentanee, non avendo ravvisato da parte dell'imputato la volontà di occupare lo stabile per un periodo di tempo prolungato. E così, un cittadino straniero è stato assolto nelle scorse ore dall'accusa di invasione di edifici e danneggiamento. Una storia che risalirebbe a qualche anno fa e che arriva dal capoluogo dell'Umbria, stando a quanto riportato dal sito online PerugiaToday. L'uomo era finito a processo in quanto accusato di essersi introdotto in un'abitazione abbandonata: uno stabile che appariva in quel frangente disabitato e lui, a quanto sembra in difficoltà sul piano economico, ne avrebbe approfittato. Dopo aver divelto l'inferriata che proteggeva una delle finestre, sarebbe entrato soprattutto per proteggersi dal freddo pungente di quei giorni (come avrebbe dichiarato agli inquirenti in un secondo momento).
La sua presenza, per quanto breve, non doveva tuttavia esser passata inosservata: lo straniero è stato probabilmente scoperto dai legittimi proprietari e denunciato nel giro di alcune ore. L'iter giudiziario si è quindi aperto nelle settimane successive: l'uomo ha fornito agli investigatori la propria versione dei fatti, motivando il suo gesto con la necessità impellente di ripararsi dalle intemperie e dicendosi non intenzionato ad occupare la casa. E dopo la sentenza di primo grado, si è quindi arrivati ieri al verdetto d'Appello, che ha dato ragione all'extracomunitario. La Corte ha fatto notare che secondo la legge, l'imputato non è punibile "per particolare tenuità del fatto" nel caso in cui “si introduca occasionalmente, previa effrazione dell’inferriata di una piccola finestra, in un immobile da tempo disabitato e in disuso senza la volontà di rimanervi per un tempo prolungato”.
Una casistica nella quale secondo i magistrati rientrava anche l'episodio in questione, visto a loro avviso il protagonista della vicenda aveva preso possesso dell'immobile in via temporanea “al fine di reperire un alloggio momentaneo in un momento di particolare disagio economico, si era introdotto in un immobile in disuso dopo aver danneggiato la finestra del medesimo immobile”. Considerando poi che dai rilievi effettuati dalle forze dell'ordine non sarebbero emersi danni economicamente rilevanti inflitti all'immobile, la condotta dello straniero è da “ritenersi pressoché occasionale e dunque in sé di particolare tenuità, in quanto non emergeva un rilevante danno patrimoniale cagionato dalla sua condotta”. E alla luce di tutto ciò i giudici, pur accertando la dinamica di quanto avvenuto e riconoscendo le responsabilità dell'uomo, hanno optato per l'assoluzione.


GIA' LI FANNO ARRIVARE IN ITALIA POI LI ABBANDONANO COME CANI RANDAGI.SOLO PER €€€€€€€€€€


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COME FAR SPARIRE GLI ITALIANI



Arriva il soccorso Ue: 500 milioni per corridoi umanitari

8 Marzo 2023 - 07:41
La risposta di Von der Leyen all’Italia: «Più coordinamento sui salvataggi»
Avatar di Fausto BiloslavoFausto Biloslavo
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Arriva il soccorso Ue: 500 milioni per corridoi umanitari



«È un dovere morale» evitare tragedie come il naufragio sulle coste calabresi, ma bisogna anche aumentare la cooperazione con i paesi nord africani per fermare l’immigrazione clandestina e approvare finalmente il nuovo patto sull'Immigrazione e asilo. Non solo: la Ue mette a disposizione mezzo miliardo di euro per 50mila persone che arriveranno attraverso corridoi umanitari sicuri. La speranza è che siano compresi anche gli oltre mille afghani «dimenticati» in Iran inseriti nelle liste di evacuazione della Difesa. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ha risposto alla lettera inviata dalla premier italiana Giorgia Meloni dopo il disastro di Cutro.
«Apprezzo che lei mi abbia scritto in seguito al tragico naufragio al largo delle coste calabresi» scrive Von der Leyen condividendo l’opinione di Giorgia Meloni che «come europei, politici e cittadini abbiamo il dovere morale di agire per evitare tragedie simili».
Von der Leyen sottolinea che solo agendo assieme si può vincere la sfida come ha dimostrato l’accoglienza degli ucraini in fuga all’invasione russa.
Però gran parte dei milioni di rifugiati sono rientrati nelle loro case quando hanno potuto a differenza dei migranti che arrivano via mare, in maggioranza economici. La presidente sottolinea che «l'avanzamento del nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo è essenziale per interrompere il ciclo di soluzioni frammentarie che non portano a sufficienti progressi». Giusto, ma da anni si cerca di superare Dublino e la presidenza di turno svedese della Ue, in copia nella lettera, non ha dato grandi speranze in tal senso. La presidente coglie il sollecito di Meloni e punta a compiere passi in avanti nel Consiglio europeo del 23 e 24 marzo. Non a caso un comunicato di palazzo Chigi esprime «profonda soddisfazione per le parole indirizzate all’Italia e all’azione dell’esecutivo sul tema della migrazione”» Le direttrici d’azione sono chiare: «Aiutare chi ha bisogno di protezione internazionale, prevenire le partenze irregolari, combattere le reti di trafficanti criminali, offrire percorsi per una migrazione sicura e legale e rimpatriare chi non ha diritto di rimanere».
In pratica, però, la lotta ai trafficanti non è mai iniziata e al massimo finiscono dietro le sbarre gli scafisti, pesci piccoli. I rimpatri, come il caso dei tunisini dall’Italia, sono ben pochi. E non va meglio con quelli dalla Libia e altri paesi in collaborazione con l’Onu. Von der Leyen annuncia «mezzo miliardo di euro di finanziamenti per i corridoi umanitari fino al 2025 offrendo sostegno per il reinsediamento di circa 50 mila persone».
La presidente Ue sposa un altro cavallo di battaglia del nuovo governo: «La Commissione sta lavorando a stretto contatto con gli Stati membri per intensificare la cooperazione con i principali partner del Nord Africa (...) Nella programmazione dei fondi Ue quest'anno daremo ancora una volta la priorità a questo lavoro, con particolare attenzione alla Tunisia e all'Egitto.
Forniremo inoltre ulteriore sostegno alla gestione delle frontiere marittime della Libia, alle capacità di ricerca e soccorso e intensificheremo le azioni complementari per rafforzare il controllo delle frontiere terrestri con l’Egitto».
Von der Leyen affronta anche il tema della ricerca e soccorso senza mai citare le Ong. «La Commissione ha rilanciato il gruppo di contatto europeo per la ricerca e il salvataggio» scrive, che «offre un forum per promuovere la cooperazione e il coordinamento tra le autorità nazionali e sono stata lieta di sapere del forte impegno dell’Italia». A parte un cenno sul coinvolgimento maggiore degli «stati di bandiera interessati» utilizzati dalle navi recupera migranti che scorrazzano davanti alla Libia manca una posizione ferma e decisa sule Ong e il loro effetto calamita.

Arriva il soccorso Ue: 0,00€ per aiuti degli ITALIANI sotto la soglia di povertà ma come ci "AMANO".

 
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