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[h=2]IL SEGNO DELLA BESTIA…IL MICROCHIP[/h] 27 novembre 2014 biscobreak IL TUO SPAZIO
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[h=1]IL SEGNO DELLA BESTIA… IL MICROCHIP?[/h]
Inizialmente usato per gli animali da qualche anno è stato sperimentato sugli esseri umani e ben presto dal campo militare si passa ai bambini. Le sue applicazioni sembrano essere molteplici, ma a che prezzo? Qualcuno asserisce che si tratti del marchio della Bestia menzionato da Giovanni nell’Apocalisse… Il microchip è un dispositivo di identificazione a radiofrequenza a circuiti integrati o transponder RFID incapsulati in un involucro di vetro in grado di contenere dati identificativi personali, dati anamnestici e sanitari, cure mediche, allergie, e informazioni di contatto. (Si potrebbe evitare di portare con se portafoglio e chiavi, documenti d’identità e tessere sanitarie, saremo sempre localizzabili…) La capsula è lunga 11,1 millimetri, ha un diametro di 2,1 millimetri e trasmette sulla frequenza di 125 kHz.
[h=3]IL VIDEO DI ADAM KADMON[/h]
Il primo esperimento conosciuto di impianto di un RFID è stato eseguito nel 1998 dallo scienziato britannico Kevin Warwick. L’impianto è stato usato per compiere dei test sull’apertura automatica di porte, accensione di luci e per generare messaggi vocali in un edificio. Amal Graafstra, autore del libro RFID Toys, si è fatto iniettare un microchip nella mano destra usando un apposito kit Avid per l’impianto veterinario. Graafstra ora lo usa per aprire la porta di casa, le serrature dell’auto, per eseguire il login sul suo computer.
Oggi, il codice di assistenza sanitaria nel nostro paese è formato da una serie di 9 cifre, ma secondo altre informazioni che abbiamo ricevuto, ben presto questo sistema sarà sostituito, grazie ai nuovi computer, con una serie internazionale di 18 cifre numeriche: il Mesh block, una configurazione internazionale che permetterà di rintracciare chiunque sul pianeta. Questa nuova serie di 18 cifre sarà divisa in tre parti, ovvero tre serie di sei cifre ciascuna (ossia 666 quello che nell’Apocalisse viene definito il numero della Bestia).
[h=3]VIDEO DEL NATIONAL GEOGRAFIC [/h] La tecnologia dell RFID prende spunto e fonda le sue radici nel BARCODE o CODICE CUP universalmente noto come CODICE A BARRE. Il Sistema (come ammette candidamente il suo inventore George Walter Laurer) sfrutta il numero 6 come identificatore di posizione. (ne esistono altri ma questo é tra i più utilizzati) Un 6 iniziale apre la lettura ai computer.Un 6 posizionato nel centro. Un 6 finale. Alle ripetute domande su questa curiosa combinazione George Walter rispose: “si, abbiamo utilizzato il 6 come riferimento e allora? Dovrei forse preoccuparmi perché il mio nome é composto da 3 parole di 6 lettere? ”

[h=3]VIDEO DELLA MOCHIP[/h] All’inizio del 2014 uscì una falsa informazione che prevedeva l’obbligatorietà di impianto sui neonati in Europa. Si trattò di una bufala, ma misure di protezione contro il crescente problema dei bambini scomparsi è stata ultimamente messa in atto in Missouri con lo slogan: “Abbiamo identificato più di 60.000 bambini“, a testimoniarlo davanti alle telecamere di una emittente locale è Nick Cichilo coordinatore di stato di “Mochip” il programma di Identificazione Infantile in Missouri, sponsorizzato gratuitamente dai massoni del Missouri. Per ora stanno promuovendo sciarpe e cravatte con sistemi di identificazione e allarmi, simili a quelli che utilizziamo in europa per le auto e le abitazioni. Una volta abituati a questo servizio diverrà quasi automatico scegliere per un vero e proprio microchip
sottocutaneo. La società che fornisce per 20 dollari una sciarpa o una cravatta con meccanismo di identificazione si chiama MASONICHIP (vedi il loro sito)
Come sempre però ci sono i “disubbidienti”. In Texas alcuni studenti che si sono rifiutati di indossare i microchip per i documenti sarebbero stati ”puniti”. Intervistati, questi studenti hanno detto di sentire sulla propria pelle le ripercussioni per il loro rifiuto. Dal primo di ottobre gli studenti della John Jay High School e della Anson Jones Middle School in San Antonio, Texas, hanno dovuto far sapere se volevano avere le loro foto nei documenti d’identità munite con un chip RFID (radio-frequency identification) in modo così da monitorare ogni loro spostamento. Gli educatori insistono sull’importanza del progetto, e se questi chips RFID dovessero avere successo, preso oltre 112 scuole potrebbero utilizzarli, coinvolgendo oltre 100.000 studenti. Gli studenti che si rifiutano invece, pare che vengano letteralmente tormentati dagli istruttori, e siano anche esclusi dalla partecipazione ad alcuni progetti oltre che esclusi da alcune zone come caffetterie e librerie interne all’istituto. (vedi l’articolo)
Che sia tutta una finzione ben architettata basata sull’ “importante è che se ne parli” oppure dobbiamo davvero non prendere l’accaduto con troppa leggerezza? A voi lettori la risposta.
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[h=3]IL VIDEO DI ADAM KADMON[/h]

La commercializzazione negli Stati Uniti dell’impianto sull’uomo ha ricevuto l’approvazione definitiva nel 2004. Nel 2007 si è scoperto che centinaia di cavie da laboratorio a cui era stato impiantato il microchip si erano ammalate di cancro. Questo ne ha al momento bloccato la sperimentazione, ma non dappertutto. C’è da sottolineare che gli ospedali americani non sembrano aver ancora acquistato il sistema di decodificazioni dei dati del microchip, quindi anche se un malato o ferito arrivasse d’urgenza sarebbe sottoposto alle normali procedure di assistenza. Altro inconveniente si è presentato quando un ricercatore su questioni di sicurezza, Jonathan Westhues ha scoperto che il numero a 16 cifre contenuto nel microchip può essere letto e clonato usando un semplicissimo dispositivo portatile.

[h=3]VIDEO DEL NATIONAL GEOGRAFIC [/h] La tecnologia dell RFID prende spunto e fonda le sue radici nel BARCODE o CODICE CUP universalmente noto come CODICE A BARRE. Il Sistema (come ammette candidamente il suo inventore George Walter Laurer) sfrutta il numero 6 come identificatore di posizione. (ne esistono altri ma questo é tra i più utilizzati) Un 6 iniziale apre la lettura ai computer.Un 6 posizionato nel centro. Un 6 finale. Alle ripetute domande su questa curiosa combinazione George Walter rispose: “si, abbiamo utilizzato il 6 come riferimento e allora? Dovrei forse preoccuparmi perché il mio nome é composto da 3 parole di 6 lettere? ”
“E faceva sì che a tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e servi, fosse posto un marchio sulla mano destra o sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o
vendere se non chi avesse il marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intendimento conti il numero della bestia, poiché è numero d’uomo; e il suo numero è 666.” (Apocalisse 13, 16-18)

Durante la Guerra del Vietnam, (1960-1975) ci si servì del “microchip Rambo” per stimolare una sovrapproduzione di adrenalina. Stimolando le normali funzioni dell’organismo umano, si riusciva a non far dormire, ad abbassare il livello di paura, ma anche il contrario. Si può costringere ad uccidere per poi far dimenticare tutto. Sui detenuti usati come cavie, tanto a Gotheborg in Svezia che a Vienna in Austria, sono state trovate evidenti lesioni cerebrali e si è constatata una ridotta circolazione sanguigna e una mancanza di ossigeno nei lobi temporali frontali destri dove gli impianti cerebrali sono usualmente operativi.
I microchip si servono di una batteria al litio, molto delicata, che funziona attraverso gli sbalzi di temperatura, per questo la si metteva nella mano destra o sulla fronte, ora la inserisce anche nel braccio destro. La batteria al litio è molto delicata e in caso di rottura il rischio sarebbe la morte, quindi può risultare preoccupante in caso di rimozione. Forse è stato proprio questo a fornire ai suoi creatori l’idea di un nuovo microchip in grado di uccidere, ultimamente proposto alla cancelliera Angela Merker, (facilmente applicabile su un terrorista o detenuto che tenta la fuga). A quanto sappiamo però la Germania si è rifiutata di accettare un compromesso che suona come una pena di morte, ma… qualcuno potrebbe avere meno scrupoli.
[h=3]VIDEO DELLA MOCHIP[/h] All’inizio del 2014 uscì una falsa informazione che prevedeva l’obbligatorietà di impianto sui neonati in Europa. Si trattò di una bufala, ma misure di protezione contro il crescente problema dei bambini scomparsi è stata ultimamente messa in atto in Missouri con lo slogan: “Abbiamo identificato più di 60.000 bambini“, a testimoniarlo davanti alle telecamere di una emittente locale è Nick Cichilo coordinatore di stato di “Mochip” il programma di Identificazione Infantile in Missouri, sponsorizzato gratuitamente dai massoni del Missouri. Per ora stanno promuovendo sciarpe e cravatte con sistemi di identificazione e allarmi, simili a quelli che utilizziamo in europa per le auto e le abitazioni. Una volta abituati a questo servizio diverrà quasi automatico scegliere per un vero e proprio microchip

Come sempre però ci sono i “disubbidienti”. In Texas alcuni studenti che si sono rifiutati di indossare i microchip per i documenti sarebbero stati ”puniti”. Intervistati, questi studenti hanno detto di sentire sulla propria pelle le ripercussioni per il loro rifiuto. Dal primo di ottobre gli studenti della John Jay High School e della Anson Jones Middle School in San Antonio, Texas, hanno dovuto far sapere se volevano avere le loro foto nei documenti d’identità munite con un chip RFID (radio-frequency identification) in modo così da monitorare ogni loro spostamento. Gli educatori insistono sull’importanza del progetto, e se questi chips RFID dovessero avere successo, preso oltre 112 scuole potrebbero utilizzarli, coinvolgendo oltre 100.000 studenti. Gli studenti che si rifiutano invece, pare che vengano letteralmente tormentati dagli istruttori, e siano anche esclusi dalla partecipazione ad alcuni progetti oltre che esclusi da alcune zone come caffetterie e librerie interne all’istituto. (vedi l’articolo)
Che sia tutta una finzione ben architettata basata sull’ “importante è che se ne parli” oppure dobbiamo davvero non prendere l’accaduto con troppa leggerezza? A voi lettori la risposta.