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Debito, nuovo record
Sale a 2.107 miliardi

Il dato della Banca d’Italia a febbraio
di Redazione Economia
2 DEBITO PUBBLICO
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Il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato in febbraio di 17,5 miliardi, raggiungendo un nuovo massimo storico a 2.107,2 miliardi. Lo comunica Bankitalia. Rispetto ai 2.089.7 miliardi di gennaio c’è stato un aumento di 17,5 miliardi di euro.
Il dato
L’incremento, si legge nel supplemento al Bollettino Statistico di Bankitalia sugli Indicatori monetari e finanziari, riflette per 10,7 miliardi il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche e per 6,8 miliardi l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (pari a fine febbraio a 64,8 miliardi, 49,6 a febbraio del 2013); l’emissione di titoli sopra la pari ha operato in senso opposto per 0,1 miliardi. Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 19,0 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 1,5 miliardi e quello degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato.
NON CE LA FAREMO MAIIIIIIIIIIIIII SE NON SI ESCE DALL'EURO CON LE NOSTRA OSSA CI FARANNO..............................



SE CASO MAI CI FANNO VOTARE........VOTATE PER CHI VUOL USCIRE DALL'EURO ..SE VI E' RIMASTO ANCORA UN PO DI AMOR DI PATRIA E DI TUO FIGLIO O NIPOTE.................ALTRIMENTI PUOI APRIRE QUELLA PORTA............
 
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L'Europa ribelle
A poche settimane dal voto, l'Ue è scossa dagli euroscettici. Ecco perché vogliamo raccontarvela. Vai sul sito Gli occhi della guerra: sostieni il reportage
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Andrea Indini Gian Micalessin - Lun, 14/04/2014 - 17:54
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Un tempo era il sogno di milioni di europei, l’ideale capace di unire i Pirenei agli Urali. Oggi, a dodici anni dall’entrata in vigore della moneta unica, a poche settimane dal voto del 25 maggio l’ideale europeo sembra sul viale del tramonto.


Persino nell’Italia, culla degli ideali europei, la rabbia dei cittadini promette di diventare il volano capace di moltiplicare i voti dei partiti “euroscettici”.

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In altri paesi monta una rivolta capace di ridisegnare non solo il panorama politico dell’Europarlamento, ma persino - come in Francia ed Inghilterra - quello dei parlamenti nazionali. L’Europa ribelle, l’Europa stanca dei diktat emanati da un gruppo di burocrati lontanissimi dai sogni e dalle aspirazioni di 500 milioni di cittadini, è sul piede di guerra. Dalla Francia all’Ungheria, dai Paesi bassi al Regno Unito, dall’Italia alla Germania, i nemici di Bruxelles sono pronti a investire sulla crisi dell’Euro e sul malessere generato da ricette economiche sbagliate e spesso incomprensibili. E i falò divampati nel cuore del vecchio Continente minacciano di non essere semplici fuochi di paglia, ma di dar vita ad un unico, devastante incendio. Un incendio capace di mandare in cenere i sogni di chi per decenni ha creduto al progetto di un’Europa capace di far concorrenza agli Stati Uniti, alla Cina e alle altre grandi potenze emergenti Per questo non possiamo e non dobbiamo ignorare il rogo alimentato dalla rabbia anti euro. Questa rabbia va studiata, analizzata e raccontata con la stessa attenzione che si dedicherebbe ad un conflitto capace di devastare il continente.

Come ogni conflitto anche questo va innanzitutto osservato da vicino. E capito. Per questo Andrea Indini, giovane e curioso giornalista de “il Giornale On Line” molto attento alle dinamiche dei nuovi gruppi politici e Gian Micalessin, rodato inviato di guerra reduce da tutti i conflitti degli ultimi trent’anni, uniranno le loro sensibilità e vi accompagneranno in un viaggio attraverso le trincee dell’Europa Ribelle. Viaggeranno separati, ma uniti dalla voglia di offrirvi nel minor tempo possibile, vista la vicinanza del voto, un nuovo grande reportage. Per portarlo a termine Gian e Andrea visiteranno le città e le regioni dove i partiti anti europeisti hanno costruito i propri santuari. In ognuno di questi santuari identificheranno e investigheranno il disagio politico e il malessere sociale fonte della rabbia anti Bruxelles. Andrea Indini visiterà le regioni inglesi dello Yorkshire e del Cambridgeshire dove l’Uk Indipendence Party di Nigel Farage si prepara a raccogliere più consensi dei conservatori del premier David Cameron. Gian Micalessin vi porterà in Francia, nei santuari dove il Front National di Marin Le Pen coagula il risentimento degli agricoltori impoveriti, dei minatori senza più lavoro, delle periferie urbane assediate da una immigrazione clandestina che minaccia soprattutto i ceti meno abbienti e meno protetti. In Olanda cercheremo di capire perché la crisi e gli errori del multiculturalismo hanno innescato un fervore anti islamico che continua a regalare voti al partito di Geert Wilders.

Ma cercheremo anche di spiegare perché neppure la Germania di Angela Merkel, eminenza grigia e tetragona impersonificazione delle austere ricette di Bruxelles, sia al riparo dalla rabbia anti europea. Nelle città della Sassonia scopriremo cosa cova dietro i sentimenti euroscettici che animano l’opposizione ad una coalizione di governo apparentemente assai solida. Per fare tutto ciò avremo ancora bisogno del vostro aiuto, della vostra fiducia e della vostra partecipazione. Grazie ai reportage in Libia realizzati con il crowdfunding de “Il Giornale” vi abbiamo anticipato le ragioni dello spaventoso esodo che riversa sulle nostre coste decine di migliaia di clandestini. E con il vostro contributo Fausto Biloslavo ha potuto raccontare, minuto per minuto, le concitate fasi dello scontro in Ucraina che minaccia di avere devastanti conseguenze per tutta l’Europa. Contribuite a questo reportage e vi faremo capire l’importanza della partita celata nelle urne del 25 maggio, i suoi rischi e le sue devastanti incognite.

Gli occhi della guerra
 
Ue, Bolkestein certifica il flop: "L'unione monetaria è fallita"
Presentato il documentario Grecia, il più grande successo dell'euro. L'ex commissario Ue: "Dobbiamo valutare l'uscita dall'Euro"



La Grecia è il più grande successo dell'euro". Parole di Mario Monti. Le pronunciò in una puntata dell’Infedele.(SUCCESSO NEL AVER DISTRUTTO UNA NAZIONE?)

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Era il settembre del 2011, un paio mesi prima di arrivare a Palazzo Chigi. Secondo l'allora numero uno dell'Università Bocconi di Milano, Atene era la prova che, grazie all'unione monetaria, anche gli Stati periferici del Vecchio Continente erano stati piegati alle politiche di austerity.

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Negli stessi giorni, però, tutti i telegiornali aprivano con le immagini dei devastanti scontri che infiammavano la Grecia. Oggi, il fallimento dell'unione monetaria è stato passato al sentaccio da "I 101 Dalmata". Il gruppo, che fa capo al blog di Alberto Bagnai, ha dato alla luce un documentario illuminante che dà conto dei risultati delle ricette economiche della Troika. Il titolo del documentario, che sabato scorso è stato presentato alla conferenza Un'Europa senza euro, prende il titolo dalla celebre frase di Monti ed è stata l'occasione per mettere a tema il futuro dell'unione monetaria.

L'ex commissario dell'Unione Europea e firmatario del Manifesto di solidarietà europea, Frits Bolkestein, non ha ombra di dubbio: "L'unione monetaria è fallita". Sabato scorso, alla conferenza Un'Europa senza euro, ha ricordato una frase di Helmut Kohl: "L'Unione politica è la controparte essenziale dell'Unione monetaria". L'ex cancelliere Helmut Kohl la procunciò al Parlamento europeo.

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Era il 1991 e nel suo immaginifico programma l'unione politica avrebbe dovuto precedere la formazione della moneta unica e di una vera e propria Banca centrale europea. Peccato che, a distanza di oltre vent'anni, sia accaduto l'opposto. "All'interno del trattato di Maastricht - ha spiegato Bolkestein - le politiche per creare un'unione monetaria non hanno avuto un effetto integrante politico, ma un effetto opposto come vediamo oggi".

Come ricordato più volte durante la conferenza, organizzata da a/simmetrie in collaborazione con il Manifesto di Solidarietà Europea, tra i cinque criteri del trattato di Maastricht primeggia il tetto del 3% di deficit. Un parametro che avrebbe dovuto valere per tutti i Paesi dell'Eurozona, ma che non è stato rispettato in primis da Francia e Germania. Un vulnus primordiale che getta discredito su tutti i patti successivi firmati a Bruxelles. In questo quadro dissestato la Francia vorrebbe che gli squilibri dei bilanci vengano appianati congiuntamente. In buona sostanza, i Paesi in crescita dovrebbero finanziare i Paesi in deficit. Una politica economica che, nel lungo periodo, rischia di essere fallimentare. Per questo, secondo Bolkestein, la soluzione degli eurobond diluirebbero solo la responsabilità. Proprio come fu con l'euro. "L'Unione monetaria è fallita - ha continuato Bolkstein - e i Paesi in situazione di deficit non possono risolvere i loro problemi da soli". Non ci sono alternative. "Dobbiamo pensare a un secondo passaggio - ha, infine, concluso - l'uscita dall'euro".


 
Disoccupazione, perdiamo mille posti al giorno
Ad Atene la riunione dell'Eurogruppo per fare il punto sulla crisi. Rehn: "La ripresa sta guadagnando terreno". Ma sull'Italia grava un tasso di disoccupazione al top dal 1977


"La ripresa sta guadagnando terreno". Poco prima di iniziare la riunione dell’Eurogruppo, il commissario Ue agli Affari economici Olli Rehn ha lasciato intravedere uno spiraglio di speranza che passa anche dai buoni risultati ottenuti negli ultimi mesi da Grecia, Portogallo e Irlanda e dall'andamento positivo del tasso di occupazione.


Tanto che la situazione non è più quella "dei penosi anni passati".

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Tuttavia, l'ottimismo ostentato da Rehn non è sufficiente a far allentare la presa sull'Italia che, stando alle dichiarazioni degli euroburocrati, sembra ancora essere sotto osservazione. Anche se "è presto per poter valutare le riforme dell’Italia", che saranno discusse "nell’ambito della valutazione complessiva", il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha raccomandato al nostro paese, ma anche agli altri dell’Eurozona, di "attenersi agli accordi e alle procedure e di fare le riforme affinchè tutti i paesi possano diventare più competitivi".

I ministri delle Finanze fanno (ancora una volta) il punto su ristagno, disoccupazione record, bassa produttività, consumi anemici, disinflazione. Temi sullo sfondo della riunione dell’Eurogruppo informale di oggi in una Atene blindata da rigide misure di sicurezza e del vertice dell’Ecofin di domani a cui parteciperanno il governatore della Bce Mario Draghi e, per l’Italia, il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. "La ripresa sta guadagnando terreno - avverte Rehn - ma allo stesso tempo preoccupa il periodo di bassa inflazione". Eppure sul Belpaese grava il tasso di disoccupazione che, anche a febbraio, ha registrato un nuovo, allarmante calo. Salendo al 13,0% ha, infatti, toccato il punto più alto sia dall’inizio delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, primo trimestre 1977. Una dato che aumenta drasticamente se si va a guardare i più giovani. Secondo il report dell'Istat, il tasso di disoccupazione dei 15-24enni si attesta al 42,3%: pur diminuendo di 0,1 punti percentuali su gennaio, quando aveva toccato il picco, il dato aumenta di 3,6 punti su base annua. I ragazzi in cerca di lavoro sono 678mila. Più in generale gli occupati sono 22,2 milioni, in diminuzione dello 0,2% rispetto al mese precedente, ovvero di 39mila unità, e dell’1,6% su base annua, cioè 365mila. In altre parole, in media, si contano mille occupati in meno al giorno.

La situazione italiana è tutt'altro che rosea. E, nonostante l'ottimismo che va a vendere in giro, il premier Matteo Renzi è seriamente preoccupato: "I dati Istat sono sconvolgenti, perdiamo mille posti al giorno, questo è il problema". Appena arrivato a Londra il capo del governo ha concesso poche battute ai microfoni di Sky Tg24. "Ci sono segnali di ripresa non sono sufficienti: l’Italia faccia quello che deve fare - ha aggiunto - è fondamentale correre sulle riforme". Esigenza che "non nasce da un bisogno personale ma dalla necessità di dare risposte concrete al Paese". Per Renzi occorre, dunque, "un investimento sulle politiche del lavoro, sulla semplificazione" della pubblica amministrazione. Solo così può pensare di ripartire.


 
OGNI MINUTO PERDIAMO UN POSTO DI LAVORO IL PROSSIMO POTRESTI ESSERE TU,TUO FIGLIO O TUO NIPOTE............PENSACI PRIMA DI LODARE......IL TUO PUGNO CHIUSO.
PERCHE IL TUO PUGNO CHIUSO TI HA ABBANDONATO NON HA PIU' BISOGNO DI TE.............TI HA MUNTO TOSATO ED ADESSO SEI AD UN PASSO DAL MACELLO...........RICONQUISTA IL TUO PENSIERO NON QUELLO CHE ALTRI VI HANNO MESSO DENTRO.


SII UN UOMO LIBERO
 
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come si fa a non essere daccordo! l'ho sempre detto votero' il primo partito che sia veramente no EURO purtroppo la destra a cui ho fatto riferimento per 30 anni e' ormai in coma se non morta! fossi francese voterei per il front national ma qui da noi?
 
Da noi c'è il fronte del menefreghismo; non siamo ancora Italiani, figurati se diventiamo Europei!!??
 
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Non ci resta che guardarci allo specchio, e poi proseguire con ........!!!????


guarda caso volevo inserire guardati allo specchi....vedrai un ALIENO........che ha distrutto il dono più bello il giardino dell'EDEN la terra ed in 60 anni abbiamo distrutto tutto,gli abitanti del cielo del mare e della terra adesso ci stiamo distruggendo da soli per che cosa ? facile per..........UN...



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IL NUOVO NAZISMO?
 
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