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Da Noi quando Parliamo di Ripresa, Intensiamo quella per........

TizianoCiclomet

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Notizie Umanitarie da freeskipper
La giostra dei numeri continua, nel frattempo il Paese scivola nelle paludi della crisi e rischia di rimanere affogato, e questa purtroppo non è una metafora, nell’allerta meteo di questi piovosi giorni di inizio anno! E piove sul bagnato, dal momento che comuni e regioni fanno sapere, nonostante gli ultimi salassi perpetrati a danno delle tasche degli italiani, di non avere neanche un centesimo in cassa per arginare l’emergenza idrogeologica di un Paese che rischia di scivolare via…

Ma sprizza ottimismo da tutti i pori il premier Enrico Letta, che da Abu Dhabi ha ribadito che la crisi italiana è passata, e che il Paese “ora deve e può attrarre investimenti”. Ben altra musica quella suonata dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, secondo il quale mezzo punto di crescita nel 2014 non basta a creare occupazione. E lancia un avvertimento: “O si cambia passo con il governo esistente o ad un certo punto andiamo a votare“! Il premier da Abu Dhabi risponde a Confindustria: “Ognuno faccia il suo lavoro“. E sostiene che i dati del governo sono quelli giusti. Tra i due litiganti il terzo – ovvero il cittadino italiano che campa con stipendi e pensioni da fame, quando non è disoccupato o cassintegrato – non si può certo dire che goda!
Comunque, secondo i dati Istat nel 2012 il reddito disponibile delle famiglie in valori correnti diminuisce, rispetto all’anno precedente, in tutte le regioni italiane. Nel confronto con la media nazionale (-1,9%), il Mezzogiorno segna la flessione più contenuta (-1,6%), seguito dal Nord-est (-1,8%), Nord-ovest e Centro (-2%). Le regioni con le riduzioni più marcate sono Valle d’Aosta e Liguria (-2,8% in entrambe). La caduta registrata nel 2012 è la seconda dopo quella, ancora più forte, segnata nel 2009. D’altra parte sono stati due anni passati sotto il segno della recessione. Insomma, fa osservare l’Istat, ”l’economia italiana nell’ultimo quadriennio ha attraversato una fase di crisi che ha avuto effetti negativi anche sull’andamento del reddito disponibile delle famiglie”. Ecco che, sottolinea, ”il valore nominale del reddito disponibile nel 2012 è risultato di poco superiore a quello del 2009 (+1%), ma le difficoltà non hanno colpito le regioni con la stessa intensità”. Se, infatti, il 2012 è stato un anno ‘nero’ soprattutto per il Centro Nord, dove la crisi aveva evidentemente più da portar via, la situazione si capovolge allargando lo sguardo all’intero periodo che va dal 2009 al 2012. Arco temprale in cui, spiega l’Istituto di statistica, ”il reddito disponibile ha segnato un andamento più favorevole nelle regioni settentrionali, con una crescita complessiva dell’1,6% nel Nord-ovest e dell’1,7% nel Nord-est”. Si trovano, invece, nel Mezzogiorno le regioni dove il reddito disponibile è risultato inferiore a quello del 2009. Il discorso cambia se si passa dal reddito disponibile delle famiglie a quello per abitante: il valore pro-capite espresso in valori correnti, ha subito, tra il 2009 e il 2012, una contrazione dello 0,1%, frutto di un calo consistente al Centro (-1,2%), di una variazione nulla nelle regioni settentrionali e di un piccolo incremento nel Mezzogiorno (+0,2%).
Insomma, il reddito degli italiani si va sempre più assottigliando e quel che resta in busta paga rischia di finire tutto in tasse! Con la Legge di stabilità, infatti, il peso de fisco sugli italiani nel triennio 2014-2016 è triplicato. Lo afferma Confcommercio sulla base dei dati Bankitalia, Istat e Cer. Secondo l’analisi, nel periodo 2014-2016 l’aumento di imposizione previsto dalla versione finale della Legge di Stabilità è salito ad oltre 4,6 miliardi, rispetto agli iniziali 1,6 miliardi del disegno di legge originario. Di contro le famiglie sono sempre più povere (persi 18 mila euro a testa di ricchezza) e i consumi fermi (-4,2% nel 2012).
“Ma non è vero niente! La crisi è finita! I dati giusti sono quelli del governo!Ad ognuno il suo lavoro!”. Risponde Letta a Confindustria, a Confcommercio, ai lavoratori con 1.000 euro al mese, ai pensionati a 600 euro e a quei sei milioni di disoccupati che – ben volentieri e certamente meglio dell’attuale esecutivo per quel che ad ognuno compete – farebbero il proprio lavoro solo se venissero messi nelle condizioni di averne uno!

 
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Di Francesco Bei. L’intervista pubblicata su ‘Repubblica’. Alla Camera molti suoi amici delle forze minori – dai Popolari all’Ncd – si sforzano di cambiare l’Italicum. Ha un senso opporsi alla corrente? «Gli ultimi dei mohicani difendevano un mondo che non c’era più. Aveva senso pensare a un terzo polo di centro, e dunque dare battaglia contro uno sbarramento così drastico, quando ancora si poteva immaginare uno schema “tedesco”, con socialisti, democristiani e liberali. Oggi tuttavia la partita che stiamo giocando è un’altra».



Quale? «Quella contro un populismo anti-europeo e anti-istituzionale, che mette a soqquadro il Parlamento e attacca in maniera dissennata il capo dello Stato. Le forze responsabili – centrodestra e centrosinistra – sono chiamate a serrare le file. Non c’è più spazio per procedere in ordine sparso, non servono a niente le battaglie di retroguardia. Al punto in cui siamo l’unico antidoto allo sfascismo è l’accordo fra Renzie Berlusconi per fare la riforma elettorale, quella del Senato e del Titolo V».



Proprio lei, il campione delle critiche al “bipolarismo malato”! «Sia chiaro, io voterò un emendamento sulle preferenze, penso che ci sia ancora spazio per migliorare questa legge, ma vada come vada: meglio l’Italicum che continuare così. È in corso una ristrutturazione drastica delle forze politiche, Vendola l’ha già capito e punta a mettersi d’accordo con Renzi. A noi moderati invece spetta il compito di lavorare sullo schema del partito popolare europeo. E dobbiamo anche fare in fretta, perché il centrodestra è molto indietro, sul piano dei contenuti, rispetto alla carica innovativa rappresentata da Renzi».




Renzi le piace? «Può sembrare uno smargiassone e io stesso non gli ho risparmiato critiche. Ma non voglio mettergli i bastoni tra le ruote. Ci siamo parlati e ci siamo intesi. E lo sa perché?».



Perché è un “piacione”, come dicono a Roma? «No, perché è un politico. E sono i politici, non gli apprendisti stregoni, che producono le reali innovazioni. Renzi è un prodotto del laboratorio politico, esattamente come Casini. Solo che, a differenza mia, ha vent’anni di meno e per questo lo invidio».



Dunque costruirete il nuovo centro destra, il Ppe italiano. Con chi? «Con Alfano ovviamente. Ma da Toti a Fitto, insieme a slogan del passato ho sentito anche cose sensate».



Non giriamoci intorno, la vera questione è la presenza ingombrante di Berlusconi. Accettate pure lui? «Certamente quella di Berlusconi per noi è una grande questione che esiste. Le divaricazioni drammatiche che ci sono state non possono essere ricomposte con una battuta ma con un dibattito politico serio. Del resto, se la cosa fosse facile, non staremmo qui parlarne».



Alle Europee che accadrà, si parlava di una federazione di centro. «Se serve mettere insieme una federazione di centro per superare lo sbarramento, la si faccia pure. Ma con la consapevolezza che si tratta di un progetto residuale rispetto alla ristrutturazione in corso».



Casini torna a casa? «Io per costruire il centro ho rischiato, ho rotto con Berlusconi e sono passato all’opposizione. Poi ho combattuto accanto a Monti, mettendoci la faccia da solo, mentre Berlusconi e Bersani, che pure governavano con noi, si sono defilati. Ma la sera delle elezioni ci siamo accorti che il nostro terzo polo era evaporato. Anzi, l’aveva fatto Beppe Grillo».



E lei cosa farà? «Io, come dice il mio amico D’Alema, ora mi occupo di politica estera».
 
Ciao a tutti,
noi che studiamo come utilizzare la statistica per ottenere qualche piccola vincita al lotto, quando apriamo un post. riportiamo tutti i dati che ci sembrano utili per convingerci della bontà della giocata proposta e poi proseguiamo sperando nella vincita.
Letta risponde a Confindustria“ La crisi è finita! I dati giusti sono quelli del governo!Ad ognuno il suo lavoro!”.
Se vuoi che qualcuno ci creda tira fuori questi dati ed illustraci la situazione, visto che non esiste alcun giornale economico che riporti una, ma dico una mezza buona notizia.
Forse comincia ad arrestarsi il rotolamento verso il basso; per dire che si sta risalendo ci vuole molto coraggio, ma soprattutto questo tenere tutto nascosto e non mettere le carte in tavola corrisponde alla presunzione di sapere tutto e non presentando dati convincenti si reputa gli altri ignoranti e quindi non in grado di capire, perciò li si può abbindolare a piacimento.
Questa presa per i fondelli verso chi è in difficoltà è solo una vergogna e ci si disinteressa di come i disperati possano reagire nel momento in cui arrivano a non avere più nulla da perdere.
Ciao a tutti,

Matteo
 
Ultima modifica:
Ciao Mat Buona Settimana
Se Tutti nel nostro Piccolo Quotidiano diamo il Buono Esempio
Forse Dico Forse Sarebbe un Mondo Migliore
Un Super Super Saluto a Tutti:cool:
Questa si può leggere in modi diversi
SII COME ACQUA AMICO...Quando la mente è fluida, come acqua, funziona
 

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