Novità

DITELO ALLE SARDINE.

Alien.

Advanced Premium Member
Sgozzò un uomo al mercatino: confermati 12 anni al nigeriano

Omicidio Gugliotta, nigeriano lo sgozzò al mercato, la Cassazione conferma i 12 anni per infermità, la rabbia dei parenti: "
Disgustati da Italia"

Federico Garau - Sab, 14/12/2019 - 16:28





commenta

Anche la Corte di Cassazione rigetta il ricorso contro la condanna a soli 12 anni inflitta per l'omicidio di Maurizio Gugliotta, 51enne di Settimo Torinese barbaramente accoltellato ed ucciso la mattina del 15 ottobre del 2017, al profugo nigeriano Khalid Be Greata.

1576334812-roma-2011-08-07-palazzo-giustizia.jpg



La vittima, coniuge di Carmela Caruso e padre di tre figli, quel maledetto giorno si trovava in compagnia di un amico e passeggiava per il mercato lungo via Carcano, quando fu aggredito dall'extracomunitario.
Dopo aver estratto un coltello dalla lama di 15 centimetri, l'allora 27enne africano ferì a morte Gugliotta, colpendolo alla gola e ferendo anche l'amico della vittima che in quel momento si trovava in sua compagnia. Inutili i tentativi di rianimarlo, il signor Maurizio è deceduto poco dopo l'aggressione, mentre lo straniero ripuliva la lama del suo coltello e si accendeva una sigaretta prima di essere fermato dalla polizia municipale.
La sentenza dello scorso 20 marzo scatenò un vespaio di polemiche, vista la lieve entità della pena riconosciuta all'assassino dal giudice tribunale di Torino Stefano Vitelli: 12 anni. Un calcolo puramente matematico per arrivare al quale aveva prevalso in modo determinante l'infermità mentale riconosciuta all'africano dopo le perizie psichiatriche eseguite dagli specialisti a cui si era affidato il tribunale.
Per la precisione: 24 anni, ovvero il massimo della pena previsto per l'omicidio non aggravato, da cui è stato sottrato un terzo del totale, ossia la porzione più ampia attribuita alla seminfermità mentale. Restano quindi 16 anni, a cui sono stati aggiunti i 2 previsti per il tentato omicidio dell'amico di Gugliotta (si sale così a 18) e poi sottratto un terzo ulteriore del totale (ovvero 6 anni) per la scelta del rito abbreviato. Ecco quindi come si è arrivati a determinare i 12 anni complessivi, a cui si aggiungeranno ulteriori 3 anni in una struttura psichiatrica: se considerato "guarito" lo straniero potrà tornare a piede libero.

Confermati 12 anni al nigeriano che sgozzò 51enne al mercato, la rabbia dei familiari








Pubblica sul tuo sito

Una sentenza choc, che provocò la forte reazione in aula da parte dei familiari del 51enne, e che lasciò di stucco lo stesso pubblico ministero della procura della Repubblica di Torino dott. Gianfranco Colace, che depositò il ricorso nello scorso aprile.
Un ricorso tuttavia respinto, che conferma la lieve pena di 12 anni e getta se possibile ancora più nello sconforto i familiari della vittima.
"Lo Stato italiano ci ha gettato nella disperazione un’altra volta. La Giustizia è un sogno lontano", lamenta, come riportato da ChivassOggi, la vedova Carmela Caruso, che si era recata a Roma per ascoltare in prima persona le parole della Corte nella remota speranza di ottenere finalmente giustizia. "Ho sentito il pm che ripeteva che l’essere malati di mente non è una giustificazione per uccidere una persona e il difensore dell’assassino di mio marito che invece insisteva sulla seminfermità mentale e sulle due perizie, come nel processo di primo grado", dice ancora la donna. "Speravo davvero che qualcosa potesse cambiare, invece resterà tutto come prima. S
ono profondamente amareggiata, delusa dallo Stato italiano, pensavo che avrebbe fatto di più per noi. Qualche anno in più di reclusione non ci avrebbero restituito mio marito", considera ancora la vedova, "ma sarebbe stato un segnale importante per me e per i miei figli. E invece questo Stato ci ha rigettato nella disperazione: l’assassino se la caverà con 12 anni, niente. Io mio marito l’ho perso per sempre. Non è giusto, non lo accetteremo mai", conclude.
Calca ulteriormente la mano Daniele, il figlio maggiore di Gugliotta. "Orgoglioso di essere italiano? Mi dispiace ma con oggi il mio orgoglio è morto", attacca. "Sono sempre più disgustato da questo Paese, da questo sistema. La giustizia in Italia è un sogno lontano.


adesso lo sapete che gli Italiani fanno schifo(quelli che gli pagano lo stipendio) ed gli immigrati sono amati.
vomitano sul piatto in cui mangia ma presto leccheranno il piatto.

Questo sistema va smontato pezzo per pezzo.
e non chiamatela democrazia.
ma dittatura.
 
Livorno, agente penitenziario preso a pugni nei fianchi per aver sedato una rissa

La segnalazione del sindacato autonomo, che denuncia mancanza di sicurezza all'interno dei penitenziari: "I nostri poliziotti continuano a essere aggrediti. I detenuti evidentemente pensano di essere in albergo, non a scontare una pena"

Lavinia Greci - Sab, 14/12/2019 - 20:00





commenta

Un altro agente è finito in ospedale dopo una rissa. Questa volta è accaduto nel carcere di Porto Azzurro "Pasquale De Santis", in provincia di Livorno, dove un poliziotto penitenziario è dovuto ricorrere alle cure sanitarie dopo essere stato aggredito da un detenuto.
1575883056-carceri.jpg


A raccontare i fatti, accaduti nell'istituto elbano in queste ore, è stato Donato Capece, il segretario generale del sindacato autonomo polizia Penitenziaria (Sappe), che ha raccontato la dinamica della vicenda.
La dinamica della rissa
"Alcuni detenuti di nazionalità africana hanno dato vita a una rissa, che ha coinvolto anche un agente di polizia Penitenziaria, al quale sono stati sferrati alcuni pugni nei fianchi", ha esordito Capece. Che poi ha continuato a raccontare la dinamica dell'incidente: "Il poliziotto è stato soccorso e inviato presso l'ospedale di Portoferraio per ulteriori accertamenti e cure del caso e successivamente è stata prescritta una prognosi di dieci giorni".
La denuncia
Secondo quanto denunciato dal sindacalista, la situazione all'interno dell'istituto si sarebbe aggravata soprattutto a causa della mancanza di sicurezza "causata dall'effetto della vigilanza dinamica e del regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno otto ore al giorno, con conseguente mancanza di controllo, se non sporadico, della Sezione da parte della polizia Penitenziaria". Secondo Capece, poi, la situazione, si sarebbe "notevolmente aggravata rispetto agli anni precedenti", perché i numeri riferiti agli eventi critici avvenuti tra le sbarre nel primo semestre sono definiti "inquietanti".
I numeri della scarsa sicurezza
In base a quanto emerge dai dati, sarebber 5.205 gli atti di autolesionismo, 683 tentati suicidi, 4.389 colluttazioni, 569 ferimenti, due tentati omicidi e numerose evasioni. Il sindacato, dopo l'episodio, avrebbe sollecitato un intervento: "Questa di Porto Azzurro è l'ennesima grave e intollerabile aggressione da parte di un detenuto ai danni di un appartente alla polizia. A lui va la nostra vicinanza e solidarietà, nonché un ringraziamento particolare per l'intervento che, nonostante le conseguenze riportate e incuranti di qualsiasi pericolo, ha permesso di bloccare i detenuti violenti".
Una situazione "allarmante"
Secondo Capece, la situazione nelle carceri resta allarmante e conclude: "La realtà è che i nostri poliziotti continuano a essere aggrediti senza alcun motivo o ragione. I detenuti evidentemente sono convinti non di essere in carcere a scontare una pena ma in un albergo, dove possono fare ciò che preferiscono". Proprio nelle ultime ore un altro episodio molto simile, avvenuto però ad Avellino, dove quattro agenti erano intervenuti per sedare un rissa tra detenuti ed erano rimasti tutti feriti. Sul fatto era intervenuti il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha dichiarato: "Gli unici a essere 'torturati', in carcere, sono i poliziotti, non i delinquenti".
 
Paolo Guzzanti: “Mani Pulite? Un colpo di stato a favore del Pci”
Di
Bruno Giurato
-
22/11/2019
32


Condividi

Paolo Guzzanti: fonte Facebook
fonte Facebook
Giornalista, uomo politico, saggista, conduttore del programma televisivo “Bar Condicio” nei ruggenti anni Novanta, due figli (Corrado e Sabina) che lavorano anch’essi in tv, Paolo Guzzanti è una penna corrosiva, acuta, diretta e i suoi articoli sono sempre il classico “pezzo” che non puoi non leggere. E’ stato anche attore a teatro, diretto, da Francesco Sala ed è stato in scena con la sua stand up comedy.
Pochi giorni fa era il trentesimo del crollo del Muro di Berlino e fra pochi giorni ricorrerà il cinquantesimo dell’eccidio di Piazza Fontana a Milano. Misteri e tragedie italiane, di cui Paolo Guzzanti, giornalista di lungo corso, ha vissuto. A proposito di misteri e storia italiani, il “Paolone” nazionale ci aveva raccontato questioni storico politiche misconosciute al grosso pubblico legate essenzialmente alla stagione del terrorismo e della cosiddetta Tangentopoli: segreti svelati? Misteri risolti? Non proprio, ma Paolo Guzzanti ha nuovamente buttato lì un paio di ipotesi storico interpretative relative allo stato di grazia di cui godette l’Italia negli anni del terrorismo mediorientale. E anche una rivelazione sulla vera nascita di tangentopoli: in questa intervista OFF di Bruno Giurato ci racconta che cosa è stata veramente “mani Pulite”
.(Redazione)
“Ci sono tre mestieri che ti permettono di diventare un altro: il giornalista, lo psicanalista e l’attore. Il giornalista diventa l’intervistato, lo psicanalista diventa il paziente, l’attore diventa il personaggio” E lui, Paolo Guzzanti, a settant’anni ha deciso di spostarsi dal ruolo di giornalista (penna elegante e all’occorrenza feroce di Repubblica, poi de La Stampa, ora de Il Giornale) a quello di attore. Lo era sempre stato, un po’. C’è più che un sospetto che il primo motore del talento dei figli, Sabina, Corrado, Caterina, sia lui.
Le sue imitazioni sono memorabili, il suo Pertini ha ingannato Renzo Arbore in una celebre diretta Rai, e una serie di personalità istituzionali, in scherzi al confine tra goliardia e sovversione carnascialesca.
Paolo Guzzanti è arrivato a teatro davvero. Solo sul palcoscenico del Brancaccino a duettare con se stesso sul canovaccio dell’ autobiografia Senza più sognare il padre. Lo spettacolo si chiamava La ballata del prima e del dopo per la regia di Francesco Sala. “E’ uno spettacolo metà buffo e metà serio” ci ha raccontato Guzzanti , comincia con la mia intervista a Franco Evangelisti, ministro e uomo di Andreotti, quella di “A Fra che te serve”. Lui resta come voce di contrasto. E mi serve per fare un discorso sulla memoria. Evangelisti 13 anni prima di Tangentopoli aveva detto “qui abbiamo rubato tutti” Eppure tutta la faccenda fu insabbiata derubricandola a questione di “colore”, il romanesco, il “politico alla vaccinara” ecc ecc. Si doveva salvare il compromesso storico Andreotti-Berlinguer…” Conclude.
Succede ancora oggi? Quando leggiamo le fenomenologie sulla felpa di Salvini o sull’inglese di Renzi stiamo assistendo all’uso del “colore” a fini di distrazione?
Be’ certo, sono costruzioni di fondali scenografici. Si costruiscono personaggi. Anche se l’inglese di Renzi, bisogna dire, grida vendetta a Dio…
Sostanziale omogeneità della politica tra Prima, Seconda, Terza Repubblica?
“Seconda Repubblica”, come racconta il libro The Italian Guillotine di Stanton H. Burnett e Luca Mantovani (mai tradotto in italiano), è stato un tentato colpo di stato che doveva concludersi con la vittoria di Occhetto. E lì fu la volta che Berlusconi è impazzito. Trovo l’espressione Seconda Repubblica ridicola, come Terza repubblica
Siamo ancora negli anni Sessanta, insomma
Mah, sì. Le persone sono sempre le stesse, quelle arrivate dopo fanno parte dei soliti potentati. Il carattere degli italiani sta tutto in Machiavelli, e anche in Pinocchio. Quale Prima e Seconda Repubblica….
Come è iniziata la sua carriera? Fu Giacomo Mancini a darle l’accesso alla professione giornalistica?
Ero socialista dai 17 anni. Nei primi anni 60 andai a lavorare senza essere pagato, al Punto della settimana. Settimanale fichissimo: ci scrivevano da Kennedy a Pietro Nenni. Poi andai a fare l’operaio tipografo, per quattro anni, all’Avanti. Poi finalmente mi assunsero. E nel ’72, con Mancini, andai a lavorare al Giornale di Calabria. Tre anni interessanti e anche devastanti. Poi conobbi Serena Rossetti, la compagna di Scalfari. Mi assunsero all’Espresso.
Ecco, Scalfari. Lei è stato un po’ il suo figlioccio…
Ammetto che gli devo tantissimo, e umanamente gli voglio ancora bene.
 

Ultima estrazione Lotto

  • Estrazione del lotto
    sabato 09 agosto 2025
    Bari
    55
    17
    81
    03
    01
    Cagliari
    75
    84
    06
    34
    27
    Firenze
    30
    74
    59
    61
    62
    Genova
    20
    38
    86
    27
    59
    Milano
    11
    83
    82
    86
    37
    Napoli
    11
    64
    37
    17
    67
    Palermo
    33
    80
    84
    83
    46
    Roma
    51
    68
    37
    90
    42
    Torino
    65
    42
    35
    85
    14
    Venezia
    32
    38
    86
    20
    77
    Nazionale
    71
    85
    05
    10
    61
    Estrazione Simbolotto
    Nazionale
    16
    08
    45
    17
    32

Ultimi Messaggi

Indietro
Alto