Alien.
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Gai Mattiolo assolto, dopo 7 anni
il tribunale azzera le accuse
Lo stilista era stato arrestato nel 2008 per bancarotta fraudolenza. Verdetto di non colpevolezza anche per la sorella e gli altri (ex) imputati
di Giulio De Santis
Dalla boutique al centro di Roma aperta all’eta 19 anni all’assoluzione dopo aver rischiato una condanna 4 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta. È la parabola della carriera dello stilista Gai Mattiolo, baciato appena maggiorenne da un successo folgorante che ha rischiato di andare in fumo 23 anni dopo quando la procura ottenne l’arresto il 5 dicembre del 2008 dello stilista romano paragonato a Versace.
shadow carouselGai Mattiolo: dalle passerelle all’arresto all’assoluzione
Non colpevoli
Insieme con il 47enne - Gaetano all’anagrafe - è stato assolto anche Giancarlo Tabegna, avvocato di fiducia del creatore di moda, ripudiato da Mattiolo pochi mesi prima dello scandalo concluso adesso in una bolla di sapone. Assolti anche l’amministratore Franco Sciunnacche, i consiglieri Christian Goeccking e Alain Jordy, la sorella dello stilista, Giada Mattioli, Attilio Vaccari e Alessandro Nicolais.
Il crac
Gli imputati erano accusati - a vario titolo - di bancarotta preferenziale, reati finanziari e appropriazione indebita. Secondo l’accusa, Mattiolo, Sciunnache e Tabegna sarebbero stati responsabili di un crac da oltre un milione di euro legato al dissesto economico di alcune aziende dello stilista. Due i passaggi finiti nel mirino della procura, frantumata dal tribunale. Innanzitutto la distrazione di un milione e 549mila euro attribuita a Mattiolo, Tabegna e Sciunnacche, che avrebbero distratto la somma da società satellite a favore della «Gai Mattiolo Holding» mediante una complessa operazione di compensazione tra crediti e debiti. La seconda circostanza contestata dagli inquirenti riguardava una serie di royalties inerenti lo sfruttamento commerciale dei marchi «Gai Mattiolo» in Italia e all’estero del valore di 350mila euro.
Clienti vip
Ora si aspetta l’appello, ma l’intero castello accusatorio è stato demolito dai giudici con una camera di consiglio durata appena 30 minuti. E comunque la storia dello stilista non può essere circoscritta all’odierna vicenda giudiziaria. Mattiolo è una delle stelle della moda più brillanti nate nel nostro paese. La sua prima boutique lo stilista la apre nel 1987 quando il padre - che lo avrebbe voluto vedere diventare avvocato - gli presta 50 milioni di lire. L’intuizione del giovane talento romano è un sapiente utilizzo dei bottoni realizzati con materiali preziosi. Da quel momento la capacità creativa dello stilista fa innamorare Ursula Andress, la regina Sofia di Spagna, Raffaella Carrà e Antonella Clerici. Ma soprattutto nel 2000 realizza quattro casule per il papa Giovanni Paolo II. È questa la descrizione di una cavalcata straordinaria avvenuta senza mai incontrare ostacoli fino all’arresto di sette anni fa. Anche adesso Mattiolo produce nuovi modelli, senza che il suo genio creativo abbia risentito della vicissitudini umane e giudiziarie vissute in questi anni.
BELLO QUESTO GIOCO DISTRUGGO LA VITA DEGLI ALTRI E VENGO PAGATO...............E NON SOLO DI NOMI FAMOSI MA ANCHE DEI SEMPLICI MISERABILI CITTADINI DI SERIE C1
il tribunale azzera le accuse
Lo stilista era stato arrestato nel 2008 per bancarotta fraudolenza. Verdetto di non colpevolezza anche per la sorella e gli altri (ex) imputati
di Giulio De Santis
Dalla boutique al centro di Roma aperta all’eta 19 anni all’assoluzione dopo aver rischiato una condanna 4 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta. È la parabola della carriera dello stilista Gai Mattiolo, baciato appena maggiorenne da un successo folgorante che ha rischiato di andare in fumo 23 anni dopo quando la procura ottenne l’arresto il 5 dicembre del 2008 dello stilista romano paragonato a Versace.
shadow carouselGai Mattiolo: dalle passerelle all’arresto all’assoluzione
Non colpevoli
Insieme con il 47enne - Gaetano all’anagrafe - è stato assolto anche Giancarlo Tabegna, avvocato di fiducia del creatore di moda, ripudiato da Mattiolo pochi mesi prima dello scandalo concluso adesso in una bolla di sapone. Assolti anche l’amministratore Franco Sciunnacche, i consiglieri Christian Goeccking e Alain Jordy, la sorella dello stilista, Giada Mattioli, Attilio Vaccari e Alessandro Nicolais.
Il crac
Gli imputati erano accusati - a vario titolo - di bancarotta preferenziale, reati finanziari e appropriazione indebita. Secondo l’accusa, Mattiolo, Sciunnache e Tabegna sarebbero stati responsabili di un crac da oltre un milione di euro legato al dissesto economico di alcune aziende dello stilista. Due i passaggi finiti nel mirino della procura, frantumata dal tribunale. Innanzitutto la distrazione di un milione e 549mila euro attribuita a Mattiolo, Tabegna e Sciunnacche, che avrebbero distratto la somma da società satellite a favore della «Gai Mattiolo Holding» mediante una complessa operazione di compensazione tra crediti e debiti. La seconda circostanza contestata dagli inquirenti riguardava una serie di royalties inerenti lo sfruttamento commerciale dei marchi «Gai Mattiolo» in Italia e all’estero del valore di 350mila euro.
Clienti vip
Ora si aspetta l’appello, ma l’intero castello accusatorio è stato demolito dai giudici con una camera di consiglio durata appena 30 minuti. E comunque la storia dello stilista non può essere circoscritta all’odierna vicenda giudiziaria. Mattiolo è una delle stelle della moda più brillanti nate nel nostro paese. La sua prima boutique lo stilista la apre nel 1987 quando il padre - che lo avrebbe voluto vedere diventare avvocato - gli presta 50 milioni di lire. L’intuizione del giovane talento romano è un sapiente utilizzo dei bottoni realizzati con materiali preziosi. Da quel momento la capacità creativa dello stilista fa innamorare Ursula Andress, la regina Sofia di Spagna, Raffaella Carrà e Antonella Clerici. Ma soprattutto nel 2000 realizza quattro casule per il papa Giovanni Paolo II. È questa la descrizione di una cavalcata straordinaria avvenuta senza mai incontrare ostacoli fino all’arresto di sette anni fa. Anche adesso Mattiolo produce nuovi modelli, senza che il suo genio creativo abbia risentito della vicissitudini umane e giudiziarie vissute in questi anni.
BELLO QUESTO GIOCO DISTRUGGO LA VITA DEGLI ALTRI E VENGO PAGATO...............E NON SOLO DI NOMI FAMOSI MA ANCHE DEI SEMPLICI MISERABILI CITTADINI DI SERIE C1