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Manifestanti in piazza da 40 giorni. Politici «in ostaggio» per 8 ore, negli scontri una ventina di manifestanti. La protesta contro «l'oligarchia» e la richiesta di tornare alle urne
E' cominciata a metà giugno. A fine luglio, un mese dopo, non accenna a fermarsi. Anzi: la protesta, in Bulgaria, cresce sempre più. L'ultimo episodio, e per ora il più significativo, riguarda il blocco del Parlamento: martedì pomeriggio una folla di oltre 2mila persone ha assediato l'edificio nel centro di Sofia, dove erano al lavoro tre commissioni sul bilancio statale per il 2013. La protesta è continuata per ore, e solo alle 3.30 di notte (le 2.30 ora italiana) la polizia è riuscita ad aprire un varco per far uscire dal palazzo i politici. Tra parlamentari, esperti e giornalisti all'interno del Parlamento c'erano 109 persone (tra le quali anche tre ministri): sono rimaste chiuse nell'edificio per oltre otto ore, mentre fuori la folla continuava la manifestazione di protesta.
LA PROTESTA - La protesta, che tiene la piazza da 40 giorni, ha preso di mira la «oligarchia» accusata di tenere in mano le sorti della Bulgaria. A scatenare la manifestazione è stata la decisione del governo di nominare il magnate dei media, Delyan Peevski (già coinvolto in scandali di corruzione) a capo dei servizi di sicurezza. La retromarcia dell'esecutivo, però, non è bastata a calmare gli animi, che ora chiedono le dimissioni del governo guidato dai socialisti a poche settimane dal suo insediamento. Se la principale richiesta dei manifestanti è lo scioglimento del governo tecnico guidato da Plamen Orecharski (e il conseguente ritorno alle urne) la protesta va però ben oltre. La Bulgaria, il paese più povero dell'Unione europea, dall'inizio dell'anno vive una grave impasse politica, provocata dalla crisi economica globale. A febbraio il governo del premier di destra Boiko Borisov è caduto a seguito delle continue manifestazioni di piazza contro le misure di austerità. Dalle elezioni anticipate del 12 maggio è uscito un governo di tecnocrati sostenuto dalla sinistra, ma le manifestazioni sono continuate. Fino a ieri si trattava di proteste pacifiche, ma durante la notte tra martedì e mercoledì lo scontro si è inasprito: i manifestanti hanno respinto un primo tentativo di portar via i politici lanciando delle pietre contro l'autobus sul quale sarebbero dovuti salire. E in seguito al lancio sette dimostranti e due poliziotti sono finiti all'ospedale con ferite alla testa. Negli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine sono rimaste ferite in tutto circa venti persone.
LE CONSEGUENZE - La prima conseguenza degli scontri è stata la cancellazione della seduta parlamentare che era in programma per mercoledì mattina. Mentre l'ex premier Borisov, stando a quanto riportano i media bulgari, è già sceso in campo per chiedere le dimissioni dell'attuale governo. Anche il commissario europeo alla Giustizia, Viviane Reding, martedì Sofia per un dibattito pubblico, ha espresso «solidarietà ai cittadini bulgari che stanno protestando contro la corruzione» in un tweet. Sugli scontri davanti al Parlamento è intervenuto anche il presidente Rosen Plevneliev, che ha cercato di calmare le acque rivolgendosi direttamente ai dimostranti e chiedendo sia a loro che alla polizia di non alimentare tensioni.
E L'AUTUNNO SI AVVICINA.........(Questo e' ridicolo......STANNO PROTESTANDO CONTRO LA CORRUZIONE !!!!!In realta' stanno protestando contro il regime oligarchico che li sta' annientando....meditate!)
E' cominciata a metà giugno. A fine luglio, un mese dopo, non accenna a fermarsi. Anzi: la protesta, in Bulgaria, cresce sempre più. L'ultimo episodio, e per ora il più significativo, riguarda il blocco del Parlamento: martedì pomeriggio una folla di oltre 2mila persone ha assediato l'edificio nel centro di Sofia, dove erano al lavoro tre commissioni sul bilancio statale per il 2013. La protesta è continuata per ore, e solo alle 3.30 di notte (le 2.30 ora italiana) la polizia è riuscita ad aprire un varco per far uscire dal palazzo i politici. Tra parlamentari, esperti e giornalisti all'interno del Parlamento c'erano 109 persone (tra le quali anche tre ministri): sono rimaste chiuse nell'edificio per oltre otto ore, mentre fuori la folla continuava la manifestazione di protesta.
LA PROTESTA - La protesta, che tiene la piazza da 40 giorni, ha preso di mira la «oligarchia» accusata di tenere in mano le sorti della Bulgaria. A scatenare la manifestazione è stata la decisione del governo di nominare il magnate dei media, Delyan Peevski (già coinvolto in scandali di corruzione) a capo dei servizi di sicurezza. La retromarcia dell'esecutivo, però, non è bastata a calmare gli animi, che ora chiedono le dimissioni del governo guidato dai socialisti a poche settimane dal suo insediamento. Se la principale richiesta dei manifestanti è lo scioglimento del governo tecnico guidato da Plamen Orecharski (e il conseguente ritorno alle urne) la protesta va però ben oltre. La Bulgaria, il paese più povero dell'Unione europea, dall'inizio dell'anno vive una grave impasse politica, provocata dalla crisi economica globale. A febbraio il governo del premier di destra Boiko Borisov è caduto a seguito delle continue manifestazioni di piazza contro le misure di austerità. Dalle elezioni anticipate del 12 maggio è uscito un governo di tecnocrati sostenuto dalla sinistra, ma le manifestazioni sono continuate. Fino a ieri si trattava di proteste pacifiche, ma durante la notte tra martedì e mercoledì lo scontro si è inasprito: i manifestanti hanno respinto un primo tentativo di portar via i politici lanciando delle pietre contro l'autobus sul quale sarebbero dovuti salire. E in seguito al lancio sette dimostranti e due poliziotti sono finiti all'ospedale con ferite alla testa. Negli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine sono rimaste ferite in tutto circa venti persone.
LE CONSEGUENZE - La prima conseguenza degli scontri è stata la cancellazione della seduta parlamentare che era in programma per mercoledì mattina. Mentre l'ex premier Borisov, stando a quanto riportano i media bulgari, è già sceso in campo per chiedere le dimissioni dell'attuale governo. Anche il commissario europeo alla Giustizia, Viviane Reding, martedì Sofia per un dibattito pubblico, ha espresso «solidarietà ai cittadini bulgari che stanno protestando contro la corruzione» in un tweet. Sugli scontri davanti al Parlamento è intervenuto anche il presidente Rosen Plevneliev, che ha cercato di calmare le acque rivolgendosi direttamente ai dimostranti e chiedendo sia a loro che alla polizia di non alimentare tensioni.
E L'AUTUNNO SI AVVICINA.........(Questo e' ridicolo......STANNO PROTESTANDO CONTRO LA CORRUZIONE !!!!!In realta' stanno protestando contro il regime oligarchico che li sta' annientando....meditate!)
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