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Tatiana Maselli
INFORMARSI
7 Novembre 2019
Il Tar del Lazio non ferma la sperimentazione sui macachi: diventeranno ciechi
Macachi
La sperimentazione sui sei macachi rinchiusi nelle gabbie dell’Università di Parma non si fermeranno, almeno per ora. Il Tar del Lazio ha infatti respinto ieri la richiesta di sospendere il progetto di ricercaLightup – Turning the cortically blind brain to see”, portato avanti anche dall’Università di Torino, finalizzato allo studio dei deficit della visione.
Il progetto prevede che i macachi siano sottoposti a un training per diversi mesi in cui verranno immobilizzati e costretti a memorizzare alcune immagini per diverse ore al giorno. Dopodiché subiranno un intervento chirurgico per l’asportazione di parti della corteccia cerebrale, così che diventino clinicamente ciechi.
Lo studio è postato avanti dal Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino e dall’Università di Parma, grazie a fondi europei per oltre 2 milioni di euro.
La LAV , Lega antivivisezione, ha cercato di ostacolare il progetto di ricerca anche attraverso una petizione che a oggi ha raccolto quasi 400mila firme indirizzate al Ministro della Salute e facendo ricorso al Tar.
Durante l’udienza con cui il tribunale ha respinto la richiesta di interrompere lo studio, Lav ha appreso che ai macachi sono già state conficcate viti nel cranio e che l’operazione avverrà la prossima primavera.

“Abbiamo contestato la totale assenza di motivazione dell’autorizzazione rilasciata dal Ministero della Salute. Su questo il TAR non ha risposto chiedendo a noi quali siano le alternative agli esperimenti, aspetto che, in questo ambito, compete al Ministero della Salute e al Consiglio Superiore di Sanità.
Lo stesso Tribunale ha però riconosciuto il nostro diritto ad accedere alle relazioni sulla sperimentazione di questi animali, che erano state finora negate dal CSS, nonostante siano la base della motivazione dell’autorizzazione del Ministero, tanto da ordinarne la produzione nel processo entro 30 giorni”, ha commentato Lav in merito all’udienza.
Lav ha fatto sapere inoltre di non aver perso le speranze di riuscire a salvare i macachi e di voler ricorrere al Consiglio di Stato, auspicando si pronunci al più presto accogliendo le ragioni giuridiche e scientifiche dell’associazione.

Nel nostro piccolo continuiamo a farci sentire firmando la petizione
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Tatiana Maselli
INFORMARSI
7 Novembre 2019
Vietato l’utilizzo dei richiami vivi per la caccia: annullata la delibera della Regione Lombardia
Richiami vivi nella caccia
Su proposta del ministro dell’Ambiente Sergio Costa, il Consiglio dei Ministri ha annullato la delibera della Giunta della Regione Lombardia che autorizzava la cattura di uccelli selvatici da utilizzare come richiami vivi per la caccia.
La delibera lombarda consentiva la cattura con le reti di oltre 12mila piccoli uccelli al fine di cederli ai cacciatori, violando le regole dettate dalla Direttiva europea 2009/147 e della legge 157/92.
La Regione Lombardia era dunque stata diffidata all’inizio dello scorso ottobre dalla Presidenza del Consiglio a ritirare o a modificare l’atto, ma la diffida non è stata presa in considerazione.
Poiché la Regione non ha provveduto né a effettuare modifiche né a ritirare la delibera, il Consiglio dei ministri ha deliberato l’annullamento dell’atto sia per non incorrere in sanzioni da parte dell’Europa sia per tutelare la fauna selvatica del nostro paese.

“Abbiamo scongiurato un’altra volta l’utilizzo dei richiami vivi nella caccia. Il Consiglio dei Ministri oggi, sotto mia proposta, ha impugnato la delibera della Giunta Regionale Lombarda che prevedeva l’autorizzazione ad effettuare la cattura di uccelli selvatici per la cessione ai fini di richiamo.
Quella dei richiami vivi è una pratica che ha avuto il suo passato, ma non deve essere mai più un presente. La regione Lombardia era stata già diffidata a ritirare l’atto entro 15 giorni, ma dopo il suo non ottemperamento, al fine di tutelare il patrimonio faunistico italiano, abbiamo, come governo, deliberato il totale ANNULLAMENTO della delibera regionale che, per altro, avrebbe avviato una riapertura di una procedura d’infrazione.
Nessun uccello potrà essere catturato e utilizzato come richiamo vivo.”
si legge sulla pagina ufficiale del Ministro Costa.




La cattura e l’uso degli uccelli come richiami vivi è una delle pratiche più crudeli legate alla caccia.
Per anni allodole, merli, tordi e altri uccelli migratori che vivono allo stato selvatico sono stati catturati e detenuti per tutta la vita in piccole gabbie per essere usati dai cacciatori come esche sonore capaci di attirare altri volatili a cui sparare.
I richiami vivi trascorrono gran parte del loro tempo al buio, così che non possano percepire il tempo e le stagioni e cantino sempre.
Nella caccia possono essere utilizzati altri tipi richiami, tra cui quelli meccanici, pertanto non è necessario l’uso di richiami vivi.
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