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Falso Olio extravergine d'oliva

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[h=1]Falso Olio extravergine d'oliva: ecco le aziende che non superano i test[/h]
  • Dicembre 12, 2016
  • Scritto da Dominella Trunfio
olio_extravergine_cover_copia.jpg

Di truffe sull’olio d’oliva spacciato per extravergine ne abbiamo abbastanza, eppure siamo davanti all’ennesimo inganno: prodotti che promettono una qualità che di fatto non hanno.
Appena un anno fa, vi parlavamo di un ‘registro degli indagati’, ovvero di sette aziende olearie che dovevano rispondere di frode in commercio per aver spacciato un comune olio di categoria 2, meno pregiato e meno costoso, per extravergine d’oliva. Un circolo vizioso che a quanto pare continua. Durante la trasmissione Patti Chiari, punta di diamante dei consumatori sulla tv svizzera pubblica Rsi, Lorenzo Mammone e Remy Storni hanno denunciato il cosiddetto “scivolone degli extravergini”, ovvero vergini spacciati per extravergini.

LEGGI anche: LA TRUFFA DELL'OLIO D'OLIVA VENDUTO COME EXTRAVERGINE. COME SCEGLIERE QUALE ACQUISTARE? Ma facciamo un passo indietro. Il mercato dell’olio extravergine è in realtà regolato da norme severissime. Per stabilire se un olio è un extravergine d’oliva esistono vari panel test, ovvero analisi sensoriali e chimiche dell’olio che servono a scoprirne i difetti come il rancido, la muffa e tutti quelli stabiliti dalle linee guida dell’Unione europea, ma anche la piccantezza o l’amarezza. Affinché un olio venga classificato come un extravergine, secondo la normativa vigente, 'la meridiana dei difetti deve essere pari a zero e il gusto praticamente perfetto'. LEGGI anche: OLIO EVO: PROPRIETÀ E TUTTO CIÒ CHE BISOGNA SAPERE SULL'OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA
Delle 12 bottiglie analizzate dalla trasmissione, sei non hanno superato i test. I campioni sono stati sottoposti a due analisi organolettiche e a una chimica. Gli oli sono stati fatti assaggiare a Zurigo dall’unico panel test svizzero riconosciuto dal Coi, il Comitato oleolicolo internazionale e poi anche dal comitato di assaggio ufficiale dell’olio Dop Chianti in Toscana. I risultati ? Identici.

[h=2]Gli oli extravergine che non sono... extravergine[/h] Tra le nostrane troviamo: [h=3]1) Olio De Cecco classico extravergine d’oliva [/h] Definito dal panel come: 'Un olio rancido e sicuramente non extravergine'.
de-cecco-classico.jpg

[h=3]2) Olio Carapelli extravergine d’oliva[/h] Il parere del panel: 'Il difetto principale è il riscaldo quando le olive vengono depositate più del previsto cominciano a fare una fermentazione. La maggior parte delle persone, pensa sia un gusto normale ma invece è un difetto. Non lo metterei nello scaffale'.
carapelli.jpg

[h=3]3) Olio Bertolli extravergine d’oliva originale[/h] Per il panel: 'E’ fangoso, ammuffito non è extravergine. Un olio difettato, si avverte la fermentazione delle olive, estremamente rancido'.
bertolli-extra-virgin-olive-oil.jpg

Nella lista nera c’è poi il meno conosciuto Filippo Berio e due oli non commercializzati in Italia Olivana e M-Budget. LEGGI anche: OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA: CALORIE, PROPRIETÀ E BENEFICI PER LA SALUTE
[h=2]Gli oli extravergine che sono... extravergine[/h] A vincere il test, ovvero l’olio veramente extravergine d’oliva come indicato in etichetta è il Sabo 100% Italiano, imbottigliato da un’azienda ticinese e prodotto con materia prima della pugliese Olearia Clemente. Sul podio anche il Gran Delizia Igp Toscano e il Monini. Risultati ottimi anche per il PrimaDonna venduto da Lidl, il Bio Natur Plus (100% Dop umbro) e il Qualité&Prix della Coop svizzera. In realtà, anche se questi test promuovono il PrimaDonna venduto da Lidl, ricordiamo che lo scorso giugno l'Antitrust ha condannato la catena di supermercati a pagare una multa di 550 mila euro, per avere venduto olio extravergine con il marchio Primadonna che, secondo l’autorità, conteneva olio vergine di oliva. Tra i difetti riscontati: riscaldo, rancido, muffa e umidità in diverse bottiglie che non potevano essere vendute come extravergine come dichiarato in etichetta.
Dominella Trunfio

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[h=1]Vongole veraci con Escherichia Coli: è allerta in tutta Italia[/h]
  • Dicembre 12, 2016
  • Scritto da Dominella Trunfio
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Massima attenzione alle vongole veraci perché potrebbero contenere il pericoloso batterio Escherichia Coli. A lanciare l’allarme sul territorio italiano è il RASFF, il sistema di allerta europeo rapido per la sicurezza alimentare.
Vi avevamo già parlato delle vongole di Goro ritirate dal supermercato Conad in via precauzionale "per presunta presenza di Escherichia coli oltre i limiti di legge". Adesso, sembra che il batterio possa trovarsi anche in altre vongole veraci immesse in Italia. Per questo motivo, il Rasff ha già inviato un documento sugli alimenti a rischio per il ritiro dei prodotti potenzialmente pericolosi per la salute pubblica.

L’Escherichia coli è un batterio pericoloso presente in acque inquinate da feci e può provocare nausea, forti crampi addominali, diarrea, vomito e affaticamento. Nelle forme più gravi rappresenta una vera e propria insidia sanitaria.
vongole.JPG

L’allerta è del 9 dicembre rif. 2016.1725 e il ritiro è già in moto in tutta Italia. Tuttavia, il sistema di sicurezza europeo, invita a non consumare il prodotto prima di averlo fatto sottoporre a controllo dal Servizio igiene degli alimenti e nutrizione della Asl locale. Aggiornamento 15 dicembre 2016
Il Ministero della Salute in una nota stampa comunica:
"Il Ministero della Salute dichiara priva di fondamento l'informazione riportata da alcuni forum di discussione in rete (social), ove - facendo riferimento all'allerta 2016.1725, in relazione al consumo di vongole veraci si afferma che il “sistema di allerta rapido europeo per la sicurezza alimentare ha invitato a prestare la massima attenzione a non consumare questo tipo di vongole senza prima sottoporle al servizio igiene degli alimenti e nutrizione della ASL competente”.


In proposito si precisa che l’allerta 2016.1725, citata dai social, si riferisce ad una specifica non conformità (superamento dei limiti di E. Coli) rilevata in una singola area marina di produzione di molluschi, nel corso dei controlliufficiali effettuati routinariamente dalle ASL. Il prodotto non conforme, peraltro, è già stato oggetto di ritiro dal mercato, misura a tutela della salute dei consumatori".
Dominella Trunfio
 

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