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Made in Italy in rosso, crollano quasi tutti i mercati nel bilancio 2024​

Il ministro Urso ha intanto presentato il Libro Verde e annunciato i 15 punti per il rilancio dell'industria italiana

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Luca Incoronato
Giornalista


Pubblicato: 17 Ottobre 2024 12:50

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Made in Italy in rosso, crollano quasi tutti i mercati nel bilancio 2024

Fonte: ANSAMinistro Urso
Qual è lo stato del made in Italy? I dati Istat non sono esattamente incoraggianti, a fronte di un calo netto registrato ad agosto 2024. Una frenata del 6,7%, che di fatto porta l’intero bilancio annuale in rosso. Guardando al futuro, il governo ragiona in termini di una trasformazione del made in Italy. Ecco dunque i dati attuali e la visione per il 2030.

I 15 obiettivi dell’Italia

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha presentato il Libro Verde presso la sede del Cnel. Si tratta di uno step formale per delineare quella che sarà la politica industriale del nostro Paese nel prossimo quinquennio, e non solo.

Dal confronto con Istat, Confindustria, Banca d’Italia e altri enti chiave si è giunti a tale programma, che rappresenta l’avvio per una consultazione di ampio respiro con soggetti pubblici e privati.




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In questo volume trovano spazio i 15 grandi obiettivi che il Paese dovrà perseguire. Un progetto ambizioso, a dir poco, che si spera non abbia il sapore della mera campagna elettorale. Si va da una generale tutela del made in Italy al consolidamento dell’Italia come potenza industriale su scala globale.

Interessante l’annuncio del ministro in merito a una potenziale legge quadro sullo spazio e l’economia del mare. Impossibile inoltre non guardare al prossimo futuro e ignorare il tema del Green Deal. Urso ha spiegato come la decarbonizzazione sia di certo nel mirino del governo, nel rispetto delle richieste dell’Ue. Si punta però a “rafforzare e non distruggere la competitività del sistema industriale europeo”. Una nuova politica industriale è possibile, certo, ma senza stravolgimenti improvvisi, che potrebbero far del bene al pianeta e danneggiare la nostra economia. Il messaggio che traspare, anche da altre dichiarazioni di rappresentati del governo, sarebbe questo.

Il ministro vede un ruolo da stratega per lo Stato, al fine di generare condizioni per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, senza troppa disattenzione o interventismo, ha spiegato. In questo clima trova spazio il ritorno al nucleare di ultima generazione: “Questa è l’unica soluzione che possa rendere competitivo il nostro sistema industriale e garantire l’autonomia strategica europea”.

I dati del made in Italy

In quasi tutti i mercati è risultata evidente ad agosto 2024 una riduzione per quanto riguarda il made in Italy. Ragionando sul solo fronte europeo, si è registrata una discesa del 6,5%. Una percentuale che peggiora addirittura nei mercati extra-Ue, raggiungendo il -6,8%. In media la riduzione è inoltre più alta in termini di volumi, con un -10,7%. Un disastro totale? A dire il vero la condizione è in parte arginata dalla crescita dei valori medi unitari, con un +4,5% segnalato.

Sono poche le aree geografiche europee nelle quali i dati resistono. Se il focus viene posto invece su quelle che sono le principali destinazioni del nostro export, ovvero Germania e Francia, la situazione è tutt’altro che allettante. L’arretramento è rispettivamente dell’8,4 e del 6,2%.

Sul fronte extra-Ue si parla di riduzione strutturale, con un calo specifico del 3,8% per quanto riguarda gli ordini di navi. Ciò al netto del fatto che l’esportazione verso gli Stati Uniti sia stata gravata dalle commesse navali una tantum di agosto 2023.

Non è però il settore delle imbarcazioni a destare maggiori preoccupazioni, bensì quello delle auto. A fronte di una riduzione netta della produzione, non ci si poteva aspettare altro se non una frenata in termini di vendite estere. Un crollo del 35% ad agosto 2024, il che porta a otto punti il calo per l’intero anno.

Come detto, il peggior risultato riguarda la Germania. La caduta in questo caso è complessiva, tra automobili dimezzate e mobili in calo di 18 punti (doppia cifra negativa anche per gomma-plastica), per non parlare di abbigliamento e settore alimentare. In termini generali, però, mitigano un po’ la situazione complessa i seguenti settori con un +11,4%: alimentari, chimica, legno e (soprattutto) farmaceutica.

Tag: Istat Made in Italy
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