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FURTI DI RAME

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Roma: furto di rame, Prefettura senza luce. Arrestato romeno

Roma – Viale Ostiense: arrestato ladro di rame dalla cabina Acea – anche la Prefettura senza luce



Dopo il furto di cavi di rame in una cabina dell’Acea in via Ostiense, avvenuto nei giorni scorsi, provocando notevoli disagi agli utenti della zona, i Carabinieri della Stazione di Roma Garbatella hanno intensificato i servizi di controllo per cercare di evitare il ripetersi di simili furti.
TROVATO SU VIA OSTIENSE – La scorsa notte, mentre stavano transitando su via Ostiense, poco distante dalla cabina già presa di mira, i Carabinieri hanno arrestato un uomo di 34 anni, cittadino romeno, già conosciuto alle forze dell’ordine, in Italia senza fissa dimora, che si era introdotto in un’altra cabina elettrica dell’Acea.
AIUTO DI UN COMPLICE – Probabilmente con l’aiuto di un complice, dopo aver forzato la porta d’accesso, l’uomo stava tentando di rubare un trasformatore di corrente. Alla vista dei militari, ha tentato di scappare ma è stato bloccato e condotto in caserma, in attesa del rito direttissimo.
ALTRI FURTI – Sono in corso indagini al fine di verificare la responsabilità dell’uomo nel furto analogo, avvenuto nel corso della nottata precedente, nella stessa via.


il bel paese e diventato il paese dei delinquenti .. vediamo chi sta al ministero dell'interno angelino afg-ano azz ancora lui...
e vediamo chi guida il governo renzie il toscanaccio azz quello che aveva il piano B che poi e diventato A...
 
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Roma, chiusa la fermata San Giovanni della Metro A per furto di rame



La stazione metro A di San Giovanni è stata chiusa per un black out elettrico provocato da un tentato furto di rame che Acea ha subito nel corso della notte proprio nella cabina che alimenta la stazione.
​Lo comunica, in una nota, l'Atac spiegando che «i treni, di conseguenza, proseguono le corse senza fare sosta. In alternativa alla stazione di San Giovanni, si possono utilizzare le vicine stazioni di Manzoni o Re di Roma».

Il servizio sulla linea è comunque regolare. Atac ed Acea «si scusano per il disagio, generato da cause esterne, e informano che - conclude la nota - stanno congiuntamente provvedendo a tutte le attività necessarie per poter ripristinare anche con gruppi elettrogeni il regolare funzionamento della stazione».
 
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[h=1]Roma, furto di cavi di rame sulla Roma-Nettuno: fino a un'ora di ritardo, molti treni soppressi[/h]


Ritardi da mezz'ora a oltre un'ora, treni soppressi, attese infinite. Mattinata nera per i pendolari che usano la linea Roma-Nettuno. Forti rallentamenti stanno interessando due linee ferroviarie del Lazio, la Roma-Formia e la Roma-Nettuno, a seguito di un tentato furto di rame.

Ne danno notizia le Ferrovie dello Stato. Tre manomissioni sono state riscontrate tra Casilina e Torricola. Ritardi anche fino a 30 minuti. Indagini sono in corso. Intanto i treni sono praticamente tutti in ritardo, molte corse sono state soppresse.
 
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Alien lo devono pagare molto bene il rame se no nn si spiega tutto questo furto dii rame..
BE visto che qua lavoro nn ce ne hanno trovato un altra attivita lavorativa e forse pure remunerativa [h=3][/h]
 
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Furto di rame: insegue romeno e precipita nel vuoto, grave un guardiano

Inseguivano un ladro di rame quando sono precipitati da un ponte nell’area industriale dell’Ilva di Taranto. Un guardiano e un romeno sono in gravi condizioni mentre un altro vigilante e’ rimasto ferito in modo piu’ lieve.

E’ accaduto ieri sera all’interno di un cantiere di un’impresa dell’appalto dell’impianto siderurgico e i due guardiani feriti sono dipendenti della stessa Ilva: un 37enne di San Giorgio Jonico e un 36enne di Taranto. I due e il ladro sono precipitati per circa 6 metri: uno ha riportato una frattura a una caviglia ed e’ stato dimesso gia’ nella serata di ieri, piu’ critiche, invece, le condizioni dell’altrovigilante, ricoverato con prognosi riservata per un trauma cranico e sottoposto gia’ ieri ad una Tac. Le sue condizioni, pero’, si apprende da fonti sindacali, sarebbero stabili e non sarebbe in pericolo di vita.

Gravi anche le condizioni del ladro romeno, ora in coma farmacologico. L’uomo, poco prima di essere scoperto e inseguito dai due vigilanti, aveva rubato cavi di rame da tre centrimetri di sezione. L’azienda aveva subito un altro furto analogo lo scorso 1 maggio.

Ieri sera tardi, a poche decine di metri dall’area di cantiere, durante un sopralluogo compiuto dalla Polizia di Stato, dai vigilanti dell’Ilva e dal capo cantiere dell’impresa appaltatrice sono stati rinvenuti tre spezzoni di cavo elettrico da 3 centimetri di sezione e lunghi ciascuno circa 10 metri tagliati da una bobina depositata nel cantiere. Oltre a quello subito l’1 maggio, l’azienda aveva denunciato altri furti di cave di rame in passato e segnalato alla Polizia che i ladri di rame scappano saltando la recinzione che divide l’area di cantiere da un’altra area utilizzata da un’altra ditta al momento in disuso.
 
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CHE ITALIA DI.......................RAME
E POLITICI DEMEN.................................................CHE VANNO CON LA ZIA ..............LI
 
LA PIAGA DEI FURTI DI RAME: DIETRO C’È LA MAFIA



Nel 2011 dalla rete ferroviaria italiana sono sparite mille tonnellate di rame.Una media di 3.200 chili al giorno. Per questo stillicidio le Ferrovie dello Stato hanno perso quasi 20 milioni di euro in due anni. Senza calcolare i danni collaterali, ancora più gravi: migliaia di pendolari arrivati in ritardo al lavoro, i ragazzi che hanno perso il giorno di scuola. Perché senza rame sulla linea i treni non partono. Un’esperienza che molti di noi hanno vissuto almeno una volta nella vita.

Le mille tonnellate sfilate da sotto il naso di Fs sono solo una piccola parte del bottino. Ci sono anche i furti dai cavi elettrici di Enel (2.500 quelli segnalati lo scorso anno) e dalle linee di Telecom (3.300).

Se viene chiamato “oro rosso”, un motivo c’è: sui mercati il rame è arrivato a valere 7,5 euro al chilo.Una quotazione destinata ad aumentare ancora, visto che il bene è sempre più scarso e sempre più ricercato, soprattutto dalle grandi potenze emergenti come India, Cina e Brasile.

Formidabile conduttore elettrico e termico, resistente, non magnetico, facilmente lavorabile per la sua malleabilità. Il rame è davvero merce preziosa. Per averla c’è chi è disposto a chiudere un occhio sulla sua provenienza. E per guadagnarsi la giornata c’è chi è disposto a morire pur di portare via qualche treccia.
Esiste infatti una filiera illegale vastissima e sempre più organizzata che ha un solo scopo: rubare più rame possibile per rivenderlo all’estero. Alla base ci sono i piccoli ladruncoli (sei su dieci sono italiani, gli altri quasi tutti dell’est europeo) che lo rivendono a rottamai e grossisti per 4 o 5 euro al chilo. Da qui, il metallo viene spedito in fonderia oppure lavorato sul posto.

E’ a questo punto che l’oro rosso passa nelle mani dei “pesci grossi”. Possono essere esportatori legali e del tutto inconsapevoli oppure criminali. Le mafie infatti hanno fiutato l’affare e si sono tuffate in un mercato che promette enormi guadagni. Nei porti di Napoli e Gioia Tauro nel 2007 la polizia ha bloccato 23 container di rame rubato dalle ferrovie. Sequestri del genere oggi sono molto più difficili, perché il rame esclusivo di Fs viene quasi subito fuso e reso irriconoscibile anche all’occhio più esperto.
«C’è chi riesce a rubare tanto rame da riempirci un camion.

Parliamo di carichi da 50-100 mila euro che non rivendi facilmente se non hai le conoscenze giuste. Ma questi sono affari che gestiscono le mafie, non certo i ladri qualunque», spiega Marko (il nome è fittizio), un rom serbo che ha accettato di spiegare a L’Espresso come funziona la filiera illegale del nuovo oro. E continua: «Il singolo ladro porta quei 20-30 chili allo sfascio, li vende e con quei soldi magari fa la spesa per la famiglia. Vendere un camion di rame rubato non è la stessa cosa. Ci riesci solo se hai le giuste conoscenze. Se sei ritenuto abbastanza affidabile».


Franco Fiumara, il numero uno della Protezione Aziendale, il settore sicurezza di Ferrovie dello Stato, non parla apertamente di criminalità organizzata ma di «persone con grosse capacità imprenditoriali, che sanno come e con chi trattare. Perché il rame sottratto a Ferrovie, Enel e Telecom finisce spesso in Asia, dove viene riutilizzato per componenti elettroniche».

Cogliere sul fatto un ladro di rame è molto difficile. Bastano una ventina di minuti per portarsi a casa anche 50-60 chili. Le tecniche sono sempre le stesse: si scoperchiano le canaline che corrono accanti ai binari, si prelevano i cavi e si corre via. In un luogo più appartato, poi, si tolgono le guaine di gomma e il rame è pronto per essere venduto. Si agisce di notte e lontano dai centri abitati.

Così alla Polizia Ferroviaria hanno escogitato un’altra strategia: non si perde più tempo a inseguire i saccheggiatori. Si vanno a colpire direttamente i ricettatori. Con controlli mirati e costanti: «Nel 2009 pensavamo di aver vinto la guerra», dice Pietro Milone, primo digirente della Polfer. «I furti erano scesi a 125 mila chili contro gli 1,2 milioni del 2006. Poi abbiamo messo a confronto due dati: il numero di furti e l’andamento del prezzo del rame. Scoprendo, purtroppo, che le due linee seguivano la stessa curva». Significa che l’azione di polizia c’entrava poco: si rubava meno perché il gioco non valeva la candela. Oggi, che la quotazione è tornata a livelli persino più alti di quelli pre-crisi, la corsa all’oro è ricominciata. Più frenetica di prima.

A differenza del rame Fs, quello di Enel e Telecom non ha caratteristiche che lo rendano riconoscibile. E se la sterminata rete di Enel (un milione di chilometri) appare un’enorme macchina da soldi, il furto dei conduttori dai cavi elettrici di bassa e media tensione è molto più pericoloso di quello in ferrovia.Quasi ogni settimana le cronache locali riportano la notizia di un ladro morto folgorato mentre cercava di tagliare i fili di qualche cabina Enel. E quando le centraline si trovano in aperta campagna o in alta montagna, il corpo può essere ritrovato anche qualche settimana più tardi.

Ma il rame non si va a prendere solo da vie ferrate e infrastrutture. Continua Marko, la nostra fonte: «C’è chi lo va a rubare in fabbriche, aperte o dismesse che siano. Oppure dai lampioni. E’ facile: basta tagliare i fili di giorno, quando le lampadine sono spente. Poi si va a recuperare il rame nottetempo: nessuno ti vede ed è sicuro che non rimani folgorato visto che è già tutto staccato». Una tecnica che, dice Marko, è utilizzata soprattutto in Campania.


E non è finita. L’Anas ha denunciato come l’autostrada Roma-Fiumicino sia quasi completamente al buio «per i continui furti di energia e cavi elettrici dai quali viene estratto il rame». Un altro classico sono le grondaie. E non c’è pace neanche per i cimiteri: gran parte dell’oggettistica sacra è composta dal metallo più richiesto del momento. I più disperati lo rubano anche da lì.

di Federico Formica
 
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la polizia e a corrente alternata ..ora capitan findus (alf-ano) impiega le forze dell'ordine
per sedare gli animi delle proteste avanzate dai immigrati sbarcati su suolo italiano direttamente
da capitan findus ... quindi la polizia si deve alternare ...:)

xAlien ..ricordi che dissi giovanni falcone ..segui i soldi e troverai la mafia
 
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[h=1]In autostrada su furgone con 12 quintali di rame: romeni denunciati[/h]
Alle prime ore dell’alba, nei pressi del casello autostradale di Roma Nord, una pattuglia della Sottosezione della Polizia Stradale ha intimato l’alt al furgone di nota una ditta di trasporti. Malgrado ciò il conducente, ignorando l’ordine di fermarsi, ha iniziato a fuggire ma, dopo un breve inseguimento, il veicolo è stato fermato.

Dall’esito del controllo è emerso che all’interno del mezzo vi erano vari prodotti in rame per un peso di circa 12 quintali. Immediatamente sono iniziate le indagini della Polizia di Stato per stabilire la provenienza del citato materiale di certa provenienza furtiva.


Il conducente ed il passeggero del veicolo subito identificati, entrambi di nazionalità romena, sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per ricettazione. L’ingente quantità di materiale recuperato consistente in tranci di indotti relativi probabilmente a trasformatori industriali, è stato sequestrato mentre sono in corso indagini per risalire alla sua provenienza.
 

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