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2015 anno nero [h=1]Crisi economica, 600 suicidi in tre anni[/h]
Il 2015 rischia di essere l'anno nero per le vittime della crisi economica. Secondo i dati dell'Osservatorio Suicidi per Crisi Economica della Link Campus University, riporta il Tempo, dal 2012 a oggi il numero delle persone che hanno deciso di togliersi la vita per difficoltà finanziarie è più che raddoppiato. E se fino all'anno scorso la maggior parte delle vittime era costituita da imprenditori, nel 2015 a compiere l'estremo gesto sono stati soprattutto pensionati, dipendenti e disoccupati.
Nei primi sei mesi del 2015 i suicidi per crisi economica sono stati 121. Nell'intero 2014 erano stati 201, in aumento rispetto ai 149 del 2013 e agli 89 del 2012. In tutto, la tragica contabilità fa segnare 560 suicidi per motivi economici dal gennaio 2012 al giugno 2015. Se nel 2012 gli imprenditori rappresentavano il 55,1% dei casi di suicidio, nel primo semestre di quest'anno la tendenza si è invertita, con i casi degli imprenditori al 43,8%, mentre la quota pensionati, dipendenti e disoccupati è salita dal 48,3% del 2014 quasi al 54%, con una crescita significativa delle donne.
Il 2015 rischia di essere l'anno nero per le vittime della crisi economica. Secondo i dati dell'Osservatorio Suicidi per Crisi Economica della Link Campus University, riporta il Tempo, dal 2012 a oggi il numero delle persone che hanno deciso di togliersi la vita per difficoltà finanziarie è più che raddoppiato. E se fino all'anno scorso la maggior parte delle vittime era costituita da imprenditori, nel 2015 a compiere l'estremo gesto sono stati soprattutto pensionati, dipendenti e disoccupati.
Nei primi sei mesi del 2015 i suicidi per crisi economica sono stati 121. Nell'intero 2014 erano stati 201, in aumento rispetto ai 149 del 2013 e agli 89 del 2012. In tutto, la tragica contabilità fa segnare 560 suicidi per motivi economici dal gennaio 2012 al giugno 2015. Se nel 2012 gli imprenditori rappresentavano il 55,1% dei casi di suicidio, nel primo semestre di quest'anno la tendenza si è invertita, con i casi degli imprenditori al 43,8%, mentre la quota pensionati, dipendenti e disoccupati è salita dal 48,3% del 2014 quasi al 54%, con una crescita significativa delle donne.
