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HAARP TARANTO

Alien.

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E se fosse l’Haarp la causa della tromba d’aria a Taranto ?


Anche questa volta a una calamità naturale viene associato il nome del progetto della Difesa Usa in Alaska. Era accaduto per tsunami e terremoti, tra cui anche quello dell'Emilia Romagna. Molti sorridono, ma ci sono scienziati di atenei prestigiosi che accreditano la lettura dei "complottisti".
30 novembre, 2012 by Alberto Mori in Teoria del complotto con 0 Commenti
E se dietro la tromba d’aria che si è scatenata a Taranto ci fosse l’Haarp? E se le onde ad alta frequenza dell’installazione militare degli americani in Alaska avessero provocato la tempesta che ha devastato la città pugliese già colpita da altro tipo di calamità?
L’ipotesi è per ora una mera teoria, ma forse non del tutto peregrina. E non solo perché le news sulla tromba d’aria a Taranto si sono arricchite di numerosi commenti che hanno supposto un legame fra l’evento atmosferico e il progetto Usa. Il fatto è che da tempo sempre più persone accreditano l’influenza di Haarp su fenomeni naturali. Terremoti, inondazioni, uragani eccetera. Molto più efficace dei gas serra, del buco nell’ozono, dello spostamento delle placche tettoniche.
Davvero quei pali di alluminio, che fischiano nel vento gelido dell’Artico, sono solo una sorta di super-radar?
E così è venuto spontaneo per alcuni associare le due cose. Non è la prima volta che una calamità viene attribuita ipoteticamente ad Haarp.
E’ accaduto con gli eventi tellurici in Emilia Romagna del maggio scorso, ad esempio. Ma lo si era detto anche del sisma di Haiti del 12 gennaio 2010, che aveva ucciso 250.000 persone, per il terremoto con successivo tsunami in Giappone dell’11 marzo 2011, che spostò l’asse terrestre di 17 centimetri e fece 30.000 vittime e per quello in Iran dell’11 agosto scorso.
E c’è chi risale a disastri ancora precedenti, come lo tsunami del 26 dicembre 2004, che insanguinò il Natale con un maremoto di proporzioni bibliche. E così via, in una rilettura a ritroso delle catastrofi che negli ultimi due decenni hanno scosso il pianeta. Sembra quasi il gioco che si fa con le terzine di Nostradamus, decifrate nel loro oscuro linguaggio solo a posteriori, dopo che il fatto è accaduto.

Haarp, sigla che sta per High-Frequency Active Auroral Research Program, è in apparenza una selva di piloni metallici piantati nel terreno. Si trova a Gakona, piccolo territorio di case sparse per comodità considerato un agglomerato di 220 abitanti da parte del governo Usa.
I “lampioni” di una lega d’alluminio sono 180, alti 23 metri. Ognuno di essi regge due coppie di antenne. Una per la banda alta e l’altra per quella bassa.
Il funzionamento è in apparenza semplice: si spediscono onde elettromagnetiche verso la ionosfera – lo strato di atmosfera che comincia a 60 km sulle nostre teste e termina a 450 km di altezza – dove rimbalzano e tornano a terra in punti prestabiliti.
Ovviamente questa è la spiegazione alla buona. Per calcolare l’entità del fascio di onde, indirizzarlo nel tratto giusto della ionosfera e far sì che sia riflesso con l’angolatura esatta bisogna risolvere equazioni da incubo.
L’obiettivo ufficiale è quello di sperimentare metodi di comunicazione alternativa e radiografare il terreno a grande distanza. Con lo scopo, ad esempio, di scovare armi di distruzione di massa.
Ma c’è chi non crede a questa versione – che di per sé già non sembra così rassicurante – e intravede ben altri disegni. Nascosti al mondo.
E cioè un’arma capace di annientare buona parte dell’umanità. Per quale motivo? Qui spunta un rapporto segreto del Pentagono – di cui in realtà nessuno ha mai potuto dimostrare l’esistenza – che annuncerebbe una sorta di apocalissi. Uno sconvolgimento del clima che ucciderebbe la maggior parte degli abitanti della Terra, per lasciare gli altri a contendersi le poche risorse rimaste.
haarp.jpg
Fonte sciechimiche.org

Terremoti, uragani, maremoti ed eruzioni sarebbero un allenamento, il “training da fine del mondo” che i tecnici di Haarp starebbero effettuando prima della prestazione finale.
Molti sorridono, ma c’è chi non lo fa, anzi chi ha rafforzato i sospetti su Haarp e ne ha spiegato la (presunta) vera natura. Come Rosalie Bertell, fisica ed epidemiologa scomparsa lo scorso giugno; come Fran De Aquino, fisico brasiliano certo che Haarp sia destinato ad annientare il globo; come lo scienziato Richard Williams dell’Università di Princeton, convinto che Haarp sia una minaccia per l’atmosfera.
E poi ci sono progetti di alti ufficiali a stelle e strisce che propongono da tempo al governo la realizzazione di armi globali basate sul clima terrestre.
Che siano stati ascoltati? Non è dato, per ora, saperlo con certezza. I fautori del complottismo citano documenti, studi, inchieste giornalistiche.
La controparte fa notare come sia strano che un’installazione nata per distruggere l’umanità sia, costantemente, sotto l’occhio di una webcam.
La verità fischia nel vento fra i piloni d’argento, lassù, in Alaska.
tromba-aria-taranto1.png



Tag: haarp, taranto, tromba d'aria





















Pubblicato in data 28/nov/2012
GUARDA ANCHE QUESTO FILMATO, TI AIUTA A CAPIRE: http://www.youtube.com/watch?v=c5e2Pk...
Quello che gli statunitensi già sanno e che gli italiani non devono sapere...
Taranto è diventata base Nato ed e' candidata ad ospitare un comando U.S.A.
http://www.peacelink.it/disarmo/a/303...
http://tankerenemymeteo.********.it/2...
http://www.tanker-enemy.tv/evergreen.htm
Celle autorigeneranti? Fenomeni estremi ma naturali? Siamo sempre di fronte a disinformazione ad opera di meteorologi collusi. Le celle temporalesche vere, infatti, sono di forma circolare. Nel caso del fenomeno di ieri a Taranto, siamo di fronte ad un tornado di forza F2 (non quindi una tromba d'aria!) generato in un medium elettroconduttivo appositamente disperso nelle ore antecedenti, facendo uso di aerei idoneamente attrezzati, come, ad esempio, i 747 della Evergreen, i quali sono in grado di scaricare quantità enormi di nuclei di condensazione e prodotti chimico-biologici studiati ad-hoc. Sfruttando il tutto con l'uso di microonde via satellite, che riscaldano la zona di mare prospiciente, si crea, in modo del tutto artificiale, il fenomeno che poi difatti è occorso. Nello stesso modo il tornado può essere direzionato con estrema precisione. La prova l'abbiamo con le immagini del radar doppler.
Il radar Doppler è un particolare tipo di radar che si basa sull'effetto di slittamento in frequenza, detto, appunto, effetto Doppler. L'effetto Doppler è l'apparente variazione di frequenza delle onde emesse da una sorgente in moto rispetto a un osservatore: la frequenza aumenta, se sorgente ed osservatore si avvicinano, mentre diminuisce in caso di allontanamento. Il fenomeno fu scoperto dal fisico e matematico C. Doppler (1803-1853) per le onde sonore, ma si verifica anche per quelle elettromagnetiche. L'effetto Doppler ha molte applicazioni nella tecnica (radar), in medicina (ecografia), in astronomia. Esso permette al radar di distinguere bersagli in movimento anche in presenza di oggetti fissi.
PER SAPERNE DI PIU' VISITA WWW.TANKERENEMY.COM WWW.TANKER-ENEMY.TV



 
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[h=2]giovedì 6 giugno 2013[/h] [h=3]Scie chimiche: effetti sulla salute e sul clima (articolo del Dottor Luca Romaldini)[/h] Pubblichiamo un articolo del climatologo Luca Romaldini. Il testo presenta gli aspetti salienti della questione “scie chimiche”, inquadrandone la matrice militare, dietro il paravento degli “esperimenti” volti a mitigare il cosiddetto “riscaldamento del pianeta”. Non sfugga il piglio ironico dell’autore, un'ironia tanto più pungente quanto più forte è la condanna nei confronti di avvelenatori e negazionisti.

La polvere di vetro speciale (porous-walled glass microsphere) dovrebbe assorbire parte del CO2 e soprattutto riflettere i raggi solari, impedendo loro di giungere sulla Terra in eccesso.

Il punto è che gli esperimenti ("limitati") sono condotti da qualche anno in segreto dal Savannah River National Laboratory di Alken (South Carolina), un centro che appartiene al Dipartimento dell’Energia (D.O.E.), un ministero che si occupa anche di realizzazioni militari, specie di quelle troppo "delicate" per apparire sotto la sovrintendenza del Pentagono. Significativamente, certi “esperimenti” con materiale fissile e radiattivo cadono sotto la competenza del D.O.E. Sembra che il progetto derivi da una proposta di Paul Crutzen, chimico olandese e Nobel 1995 per studi "sulla chimica dell’atmosfera, in particolare circa la formazione e la decomposizione dell’ozono", studi grazie ai quali è stato bandito in tutto il mondo il CFC, gas di raffreddamento dei frigoriferi, “colpevole” del leggendario buco nell’ozono. E’ dunque uno scienziato molto vicino all’industria (quando si scoprì l’assottigliamento dell'ozonosfera, stava scadendo il brevetto del CFC appartenente al colosso chimico canadese DuPont, della famiglia Bronfman che stava per perderne l’esclusiva). Inoltre Crutzen lavora tra il Max Plank Institut tedesco e Stanford, San Francisco, in California (Il deterioramento subìto dalla coltre d’ozono è da attribuire in primis alle radiazioni nucleari, n.d.r.). Fanaticamente convinto delle colpe dell’uomo nel causare l’effetto serra, Crutzen propose di inondare la stratosfera con grandi quantità di zolfo lanciato da Boeing 747, ciò che, secondo lui, avrebbe raffreddato la Terra. Silenzio sugli effetti collaterali di una simile inseminazione dell’altissima atmosfera: del resto l’umanità colpevole va punita, per salvare il mondo. C’è chi, però, sospetta altri scopi.

Patrick Michaels, docente di Scienze ambientali all’Università della Virginia, afferma che i progetti di inseminazione della stratosfera derivano dalle ricerche degli scienziati sovietici che negli anni ‘70 cercarono di mutare il clima nel Nord della Russia e persino di invertire il corso di certi fiumi.

E’ impossibile che l’apparato scientifico-militare statunitense abbia trascurato un simile promettente campo di guerra, una volta che era stato aperto dal nemico. Come si intuisce, tutto questo porta molto vicino al fenomeno delle "scie chimiche", rilasciate da aerei senza insegne negli Stati Uniti ed in Europa (In quasi tutto il pianeta, n.d.r.).

Una radio della Lousiana, KSLA News, ha commissionato un ennesimo esame del materiale di ricaduta, trovando che conteneva alti livelli di bario (6,8 parti per milione) e piombo (8,2 ppm), oltre che tracce di arsenico, cromo, cadmio, selenio e argento. Tutti metalli tranne uno, in genere tossici e di rado presenti in natura.

Il Louisiana Deparment of Environmental Quality ha riconosciuto che la quantità di bario è "molto insolita" (di fatto, era sei volte il livello di tossicità ammesso dall’E.P.A., l’Environmental Protection Agency), ma che "dimostrare la fonte dalle scie chimiche è un altro paio di maniche" (sic).

Un governo democratico non può volere il male dei suoi cittadini, anche se negli Stati Uniti, come hanno stabilito varie audizioni del Congresso, il governo sperimentò agenti biologici su 239 aree popolate. Altre innovazioni pensate per il vostro bene sono già in commercio. Per esempio, l’argento noto per le sue proprietà batteriologiche fin dai tempi degli antichi, viene oggi aggiunto in forma di nano-particelle in calze e tute da ginnastica (come deodorante), in certi bendaggi e prodotti di pulizia per la casa. Sulle qualità nuove, impreviste, spesso tossiche e super-attive che i metalli assumono quando sono finemente polverizzati in nano-particelle (un nanometro è un miliardesimo di metro), gli scienziati hanno moltiplicato gli allarmi. Ora due ricercatori, Paul Westerhoff e Troy Benn dell’Arizona State University, hanno presentato una ricerca alla American Chemical Society a proposito di un loro semplice esperimento condotto su calzini impregnati di nano-argento e già comunemente in commercio negli Stati Uniti (evita il cattivo odore). Lavando e rilavando i calzini, hanno appurato che essi rilasciano nano-particelle di argento che finiscono negli scarichi e infine nell’acqua di fiumi e laghi. Qui non attaccano solo i batteri colpevoli degli odori sgradevoli, ma aggrediscono anche microbi benefici e pesci, interferendo in modo imprevisto e ancora non ben studiato, nei processi biochimici della vita. I danni per l’ambiente ed anche per l’uomo sono ingenti: le nano-particelle superano la barriera delle fosse nasali che filtra i particolati meno fini, finendo nei polmoni e nel circolo. Si pensi agli effetti cancerosi dell’amianto dovuti allo sfarinameno in micro-particelle: le conseguenze possono essere imponenti, quanto più si diffonde l’uso commerciale di nano-materiali. C’è anche il rischio che qualche Nobel proponga di disseminare nano-particelle nell’alta atmosfera, per salvarci dall’effetto-serra

Il traffico aereo sopra i 6.500 m (20.000 piedi) di quota è controllato, sotto tale quota no. Gli aerei che incrociano al di sotto dei 6.500 possono anche non presentare un piano di volo all’E.N.A.V., perché non è richiesto. Tali aerei viaggiano in VFR ossia “volo a vista” quindi l’E.N.A.V. non è a conoscenza dei piani di volo (qui ho i miei forti dubbi...). Praticamente, al di sotto di 6.500 m di quota, ognuno fa quel che vuole. Ricordo, nel film “Il muro di gomma” (sulla strage di Ustica), una battuta di chi interpretava il fabbricante dei DC-9. Costui operava un paragone rispetto al traffico di Roma dicendo: ”Che gran caos che c’è nelle strade di Roma, ognuno fa quel che vuole... e lassù è un po’ la stessa cosa”. Compiamo un ragionamento semplice e logico: le scie di condensazione si possono (a volte n.d.r.) formare al di sopra degli 8.000 m, temperatura inferiore ai 40 gradi sotto zero, umidità relativa al 70%.

Gli aerei “chimici” che noi vediamo (ricordo che si vede la fusoliera ad occhio nudo) non volano certo sopra gli 8.000 m. A volte non volano neanche a 6.000. Talora è già tanto se arrivano ai 3.000-4.000 m. A quella quota non è possibile il verificarsi delle scie di condensazione. Ne consegue una domanda: se a tale quota non è possibile la formazione di scie di condensazione, che diavolo di scie sono quelle che noi vediamo e che poi si espandono fino ad oscurare il cielo sopra le nostre teste? Ovvio che non sono scie di condensazione.

C’è poi un altro aspetto da riportare: gli aerei droni, ossia senza piloti. Sono velivoli che vengono pilotati tramite satellite. Perché poi questi voli non sono identificati dal radar AirNav? Forse perché sono militari e quindi hanno codici altamente criptati? Forse semplicemente perché non devono essere identificati. Il problema è che i nostri occhi identificano molto bene sia gli aerei sia le scie.

Identificano molto bene il crimine che questi signori in divisa stanno perpetrando sulla popolazione mondiale. Identificano molto bene quelle scie che alcuni si ostinano (in maniera interessata) a chiamare scie di condensazione e che giustificano il loro espandersi con la parola cristallizzazione dei vapori caldi emessi dai motori. Il problema è che il sottoscritto non ha visto mai una cristallizzazione che si espande, che non si scioglie (se di cristalli vogliamo proprio parlare, come quelli dei fiocchi di neve). Controllo climatico, nuove armi, organismi geneticamente modificati, malattie all’apparato respiratorio e alla pelle di origine “sconosciuta”, mutazioni dell’organismo (morbo di Morgellons) e chissà che altro.

Alzate gli occhi al cielo e ponetevi la domanda su che cosa stanno facendo.

Luca Romaldini

 

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