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La resina è un materiale molto pericoloso: lo sapevi?
18 SETTEMBRE 2015ALEX MENIETTI 50
PERCHE’ SPAVENTARSI? – Perché spesso le resine contengono diverse sostanze classificate tossiche per l’uomo e/o molto dannose per gli organismi acquatici. Parliamo dello stirene, dell’alcool benzilico, del trimetilcicloesilamina e di molti altri componenti. Ma andiamo per ordine, vedendone uno per volta dopo aver spiegato, di preciso, in quali prodotti si trovano solitamente le resine.
DOVE TROVO DELLA RESINA? – I top dei mobili in bagno e in cucina, come dicevo, spesso vengono fatti in resina: resiste bene agli urti e ha anche una discreta resistenza agli agenti chimici (i prodotti che si usano per pulire), in quanto di solito la resina viene rivestita in superficie da una sorta di vernice (“gelcoat”). Sono solitamente composti da resine tutti quei materiali che iniziano con “mineral” (mineral, mineral marble, mineral marmo, ecc), oltre a tutta una serie di altri materiali che solitamente puoi riconoscere in quanto commercializzati con marchi registrati e quindi con il simbolo ®: in quest’ultimo caso leggi sempre la descrizione, scoprirai così che buona parte di questi materiali sono composti – almeno in parte – in parte da resina. I piatti doccia in resina più utilizzati sono quelli che assomigliano alla pietra: sì, quelli che si possono installare filo pavimento, che sono tutta massa e molto belli (vedi qui). E poi gli stucchi: scommetto che anche tu tra le piastrelle vuoi una fuga che non cambi tanto colore, che sia antibatterica e idrorepellente. Allora lo stucco a base resinosa fa proprio al caso tuo! Che poi lo stucco si chiami “bio”, “eco” o con chissà quale nome etico e green, poco cambia: è composto da resina. Fino a poco tempo fa c’erano solo gli stucchi epossidici, poi nell’ultimo anno si sono aggiunti altri stucchi a base acquea (e resinosa) che hanno ampliato la possibilità di scelta.
RESINE POLIESTERE E STIRENE – Sono resine poliestere buona parte dei prodotti illustrati fino ad ora: in particolare i piatti doccia e i top dei mobili in “mineral” di cui ho parlato qualche riga più su. Le resine poliestere hanno il neo di contenere – solitamente – lo stirene, che è un monomero idrocarburo aromatico riconosciuto cancerogeno dal XII rapporto sui cancerogeni (RoC) pubblicato il 10 giugno 2011 dal Dipartimento Statunitense di salute. Seguendo la classificazione disposta dal regolamento CE n. 1272/2008, viene classificato Acute Tox. 4, quindi sul gradino meno pericoloso tra le sostanze tossiche. La tossicità è stata accertata sull’uomo ad alte concentrazioni. Quando parliamo di prodotti finiti, invece, la quantità contenuta è invece solitamente minima, in quanto lo stirene tende a evaporare durante l’applicazione, specie se vengono utilizzati processi a stampo aperto. Inoltre, nel prodotto finito, lo stirene ha legato con altri componenti diventando un polimero e lasciandoci almeno un po’ in tranquillità (le emissioni dovrebbero essere molto limitate). Attenzione però a non utilizzare prodotti aggressivi per la pulizia, in quanto potrebbero andare a danneggiare il polimero e aumentare le emissioni tossiche. Presta inoltre parecchia attenzione alla possibilità di ripristinare questi materiali utilizzando il kit di riparazione: se si rompesse il piatto doccia o il top è sì vero che puoi farlo tornare come nuovo, ma è anche vero che devi miscelare due prodotti che contengono proprio le sostanze pericolose di cui stiamo parlando. E fino a che sono sotto forma di polvere (un monomero), sono molto molto pericolosi e tossici.
STUCCHI EPOSSIDICI…E NON SOLO – Non ci avrai mai pensato alla questione salutare quando si parla di stucchi. Accanto a quelli cementizi diffusi da anni, negli ultimi anni stanno avendo sempre maggiore successo gli stucchi a base resinosa. I più famosi sono epossidici, ma negli ultimi anni ne sono nati altri a base acquea. Rispetto agli stucchi classici cementizi sono molto più resistenti alla sporcizia e all’umidità (per questo vengono venduti come “impermeabili” e “batteriostatici”): per questo siano largamente utilizzati nei locali pubblici già da anni, dalle SPA ai ristoranti (alcune ASL li richiedono come requisito fondamentale). Non farti ingannare dai nomi di questi stucchi, che spesso contengono le parole “bio” ed “eco”: sono tutt’altro che ecologici!
Senza citare i produttori, uno dei più famosi produce la versione epossidica con all’interno alcool benzilico (tossico) contenuto al 25-50% di uno dei due componenti che si vanno a miscelare, la trimetilcicloesilamina (tossico) al 10-20%, il fenilenbis (tossico) al 2,5-10%, il triazaundecametilendiammina (tossico) al 2,5-10%, il trisfenolo (tossico) al 2,5-10% e così via con altre sostanze tossiche contenute in quantità inferiore. Dopo a questo stucco epossidico ne è nato un altro, a base acquea, caratterizzato dalla solita presenza – quanto meno di minor consistenza – di componenti tossici: troviamo così l’isotridecanolo etossilato (1-3% in entrambi i componenti), la tetraetilenpentammina, la polietilenpoliammine e il diazaottano (<0,5%, in uno solo dei due componenti).
Molto peggio un’altra azienda molto famosa, forse anche più della precedente, che contiene sostanze ancora più tossiche e pericolose per la salute, come la diisopropil-naftalina (classificato asp tox. 1!) e l’aromatic hydrocarbons (sempre asp tox 1, in più ha una tossicità specifica per organi bersaglio, oltre che una tossicità più bassa per inalazione e al contatto con la pelle). Stessa cosa – o poco differenti – lo xilene e tutta una serie di altri componenti che – in tutto – possono arrivare a comporre oltre al 10% di uno dei due componenti. Non meglio l’altro componente, dato che contiene dal 20 al 25% di piperazin (tossico) e dal 10 al 20% di aminometil (tossico).
PAVIMENTI E RIVESTIMENTI IN RESINA – C’è chi ama fare il rivestimento di bagno e cucina con la resina per avere una superficie omogenea e senza fughe; c’è addirittura chi ci fa tutto il pavimento. In realtà la soluzione non ha mai avuto grandissimo successo, vuoi per il prezzo, vuoi per l’usura nel tempo (tende a opacizzarsi e ovviamente crepa in presenza di movimenti strutturali), vuoi proprio per la questione salutare: è infatti molto facile che un rivestimento o un pavimento entri in contatto con sostanze “aggressive”. Esistono diversi tipi di resine, ma troviamo praticamente sempre dei solventi dannosi per la salute, per cui il discorso è simile ai quelli dei punti precedenti (a meno di scegliere resine a base acquea, però molto meno resistenti e quindi più adatte al rivestimento – possibilmente lontano da dove si rischiano macchie).
CONCLUSIONI – A meno che tu non voglia affrontare un difficile (nonché estremista) discorso di bioedilizia, per forza di cose ti ritroverai qualcosa in casa a base di resina. Se la resina te la devono creare in loco, cerca di evitare di essere presente mentre la fanno, o quanto meno tieni i locali ben aerati e usa una mascherina per non respirare le polveri. Se invece hai comprato dei prodotti in resina l’unica precauzione che puoi avere è cercare di non utilizzare prodotti aggressivi – per esempio molto acidi – per evitare di intaccare la resina, che in condizioni ottimali dovrebbe avere emissioni molto basse – se non nulle – di sostanze dannose. Per il resto sta ad ognuno di noi decidere quanto è disposto ad ignorare questi temi per avere un prodotto di tendenza.
Per correttezza faccio notare che non escludo esistano resine che non contengano sostanze dannose, tuttavia non ne ho mai viste: se ti raccontassero di un simile prodotto puoi chiederne la scheda di sicurezza per vedere te stesso le sostanze contenute con accanto i pittogrammi indicanti i pericoli.
18 SETTEMBRE 2015ALEX MENIETTI 50
PERCHE’ SPAVENTARSI? – Perché spesso le resine contengono diverse sostanze classificate tossiche per l’uomo e/o molto dannose per gli organismi acquatici. Parliamo dello stirene, dell’alcool benzilico, del trimetilcicloesilamina e di molti altri componenti. Ma andiamo per ordine, vedendone uno per volta dopo aver spiegato, di preciso, in quali prodotti si trovano solitamente le resine.
DOVE TROVO DELLA RESINA? – I top dei mobili in bagno e in cucina, come dicevo, spesso vengono fatti in resina: resiste bene agli urti e ha anche una discreta resistenza agli agenti chimici (i prodotti che si usano per pulire), in quanto di solito la resina viene rivestita in superficie da una sorta di vernice (“gelcoat”). Sono solitamente composti da resine tutti quei materiali che iniziano con “mineral” (mineral, mineral marble, mineral marmo, ecc), oltre a tutta una serie di altri materiali che solitamente puoi riconoscere in quanto commercializzati con marchi registrati e quindi con il simbolo ®: in quest’ultimo caso leggi sempre la descrizione, scoprirai così che buona parte di questi materiali sono composti – almeno in parte – in parte da resina. I piatti doccia in resina più utilizzati sono quelli che assomigliano alla pietra: sì, quelli che si possono installare filo pavimento, che sono tutta massa e molto belli (vedi qui). E poi gli stucchi: scommetto che anche tu tra le piastrelle vuoi una fuga che non cambi tanto colore, che sia antibatterica e idrorepellente. Allora lo stucco a base resinosa fa proprio al caso tuo! Che poi lo stucco si chiami “bio”, “eco” o con chissà quale nome etico e green, poco cambia: è composto da resina. Fino a poco tempo fa c’erano solo gli stucchi epossidici, poi nell’ultimo anno si sono aggiunti altri stucchi a base acquea (e resinosa) che hanno ampliato la possibilità di scelta.
RESINE POLIESTERE E STIRENE – Sono resine poliestere buona parte dei prodotti illustrati fino ad ora: in particolare i piatti doccia e i top dei mobili in “mineral” di cui ho parlato qualche riga più su. Le resine poliestere hanno il neo di contenere – solitamente – lo stirene, che è un monomero idrocarburo aromatico riconosciuto cancerogeno dal XII rapporto sui cancerogeni (RoC) pubblicato il 10 giugno 2011 dal Dipartimento Statunitense di salute. Seguendo la classificazione disposta dal regolamento CE n. 1272/2008, viene classificato Acute Tox. 4, quindi sul gradino meno pericoloso tra le sostanze tossiche. La tossicità è stata accertata sull’uomo ad alte concentrazioni. Quando parliamo di prodotti finiti, invece, la quantità contenuta è invece solitamente minima, in quanto lo stirene tende a evaporare durante l’applicazione, specie se vengono utilizzati processi a stampo aperto. Inoltre, nel prodotto finito, lo stirene ha legato con altri componenti diventando un polimero e lasciandoci almeno un po’ in tranquillità (le emissioni dovrebbero essere molto limitate). Attenzione però a non utilizzare prodotti aggressivi per la pulizia, in quanto potrebbero andare a danneggiare il polimero e aumentare le emissioni tossiche. Presta inoltre parecchia attenzione alla possibilità di ripristinare questi materiali utilizzando il kit di riparazione: se si rompesse il piatto doccia o il top è sì vero che puoi farlo tornare come nuovo, ma è anche vero che devi miscelare due prodotti che contengono proprio le sostanze pericolose di cui stiamo parlando. E fino a che sono sotto forma di polvere (un monomero), sono molto molto pericolosi e tossici.
STUCCHI EPOSSIDICI…E NON SOLO – Non ci avrai mai pensato alla questione salutare quando si parla di stucchi. Accanto a quelli cementizi diffusi da anni, negli ultimi anni stanno avendo sempre maggiore successo gli stucchi a base resinosa. I più famosi sono epossidici, ma negli ultimi anni ne sono nati altri a base acquea. Rispetto agli stucchi classici cementizi sono molto più resistenti alla sporcizia e all’umidità (per questo vengono venduti come “impermeabili” e “batteriostatici”): per questo siano largamente utilizzati nei locali pubblici già da anni, dalle SPA ai ristoranti (alcune ASL li richiedono come requisito fondamentale). Non farti ingannare dai nomi di questi stucchi, che spesso contengono le parole “bio” ed “eco”: sono tutt’altro che ecologici!
Senza citare i produttori, uno dei più famosi produce la versione epossidica con all’interno alcool benzilico (tossico) contenuto al 25-50% di uno dei due componenti che si vanno a miscelare, la trimetilcicloesilamina (tossico) al 10-20%, il fenilenbis (tossico) al 2,5-10%, il triazaundecametilendiammina (tossico) al 2,5-10%, il trisfenolo (tossico) al 2,5-10% e così via con altre sostanze tossiche contenute in quantità inferiore. Dopo a questo stucco epossidico ne è nato un altro, a base acquea, caratterizzato dalla solita presenza – quanto meno di minor consistenza – di componenti tossici: troviamo così l’isotridecanolo etossilato (1-3% in entrambi i componenti), la tetraetilenpentammina, la polietilenpoliammine e il diazaottano (<0,5%, in uno solo dei due componenti).
Molto peggio un’altra azienda molto famosa, forse anche più della precedente, che contiene sostanze ancora più tossiche e pericolose per la salute, come la diisopropil-naftalina (classificato asp tox. 1!) e l’aromatic hydrocarbons (sempre asp tox 1, in più ha una tossicità specifica per organi bersaglio, oltre che una tossicità più bassa per inalazione e al contatto con la pelle). Stessa cosa – o poco differenti – lo xilene e tutta una serie di altri componenti che – in tutto – possono arrivare a comporre oltre al 10% di uno dei due componenti. Non meglio l’altro componente, dato che contiene dal 20 al 25% di piperazin (tossico) e dal 10 al 20% di aminometil (tossico).
PAVIMENTI E RIVESTIMENTI IN RESINA – C’è chi ama fare il rivestimento di bagno e cucina con la resina per avere una superficie omogenea e senza fughe; c’è addirittura chi ci fa tutto il pavimento. In realtà la soluzione non ha mai avuto grandissimo successo, vuoi per il prezzo, vuoi per l’usura nel tempo (tende a opacizzarsi e ovviamente crepa in presenza di movimenti strutturali), vuoi proprio per la questione salutare: è infatti molto facile che un rivestimento o un pavimento entri in contatto con sostanze “aggressive”. Esistono diversi tipi di resine, ma troviamo praticamente sempre dei solventi dannosi per la salute, per cui il discorso è simile ai quelli dei punti precedenti (a meno di scegliere resine a base acquea, però molto meno resistenti e quindi più adatte al rivestimento – possibilmente lontano da dove si rischiano macchie).
CONCLUSIONI – A meno che tu non voglia affrontare un difficile (nonché estremista) discorso di bioedilizia, per forza di cose ti ritroverai qualcosa in casa a base di resina. Se la resina te la devono creare in loco, cerca di evitare di essere presente mentre la fanno, o quanto meno tieni i locali ben aerati e usa una mascherina per non respirare le polveri. Se invece hai comprato dei prodotti in resina l’unica precauzione che puoi avere è cercare di non utilizzare prodotti aggressivi – per esempio molto acidi – per evitare di intaccare la resina, che in condizioni ottimali dovrebbe avere emissioni molto basse – se non nulle – di sostanze dannose. Per il resto sta ad ognuno di noi decidere quanto è disposto ad ignorare questi temi per avere un prodotto di tendenza.
Per correttezza faccio notare che non escludo esistano resine che non contengano sostanze dannose, tuttavia non ne ho mai viste: se ti raccontassero di un simile prodotto puoi chiederne la scheda di sicurezza per vedere te stesso le sostanze contenute con accanto i pittogrammi indicanti i pericoli.