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hanno fatto dimettere un Papa per metterci un gesuita al comando di Soros ?
[h=1]Il Papa sulla Chiesa: "Ponti di solidarietà al posto di barriere"[/h] [h=2][/h] Papa Francesco, durante l'udienza generale di oggi, ha rimarcato le sue priorità pastorali: "no" alle barriere; Chiesa povera; lotta contro "l'intolleranza ideologica"
Papa Francesco, in occasione dell'udienza generale di oggi, è tornato ad indicare la strada dell'accoglienza.
Il pontefice argentino si è rivolto soprattutto alla Chiesa cattolica, quella che vorrebbe "periferica" e "in uscita", dunque povera, ma ha ripetuto dettami che possono valere per ogni fedele. Sullo sfondo, poi, la festività di Edit Sthein, patrona d'Europa: la celebrazione vera e propria, stando al calendario, avrà luogo domani, ma Jorge Mario Bergoglio ha citato oggi la vicenda esistenziale della Santa quale esempio di "vita contro ogni forma di intolleranza e di perversione ideologica". Le "vacanze" di papa Francesco sono già terminate. A settembre saranno adottati dei cambiamenti in Vaticano. Ci sono delle riforme in programma. La prima, per importanza, è quella che riguarda la Curia di Roma. Poi ci sono gli appuntamenti: il viaggio in Africa di settembre e il Sinodo sull'Amazzonia di ottobre. Non sono in pochi, negli ambienti ecclesiastici, ad attendere un'accelerata sulla "rivoluzione" di Bergoglio.
Alcune priorità pastorali, invece, rimarranno le stesse: "La Chiesa - ha scandito il Santo Padre qualche minuto fa, come riportato dall'Adnkronos - vede chi è in difficoltà, non chiude gli occhi, sa guardare l'umanità in faccia per creare relazioni significative, ponti di amicizia e di solidarietà, al posto di barriere". Ecco quella Chiesa "ospedale da campo" cui il vescovo di Roma si è sempre riferito in questi sei anni e mezzo di pontificato. C'è stato anche spazio per lanciare un monito nei confronti di quelle realtà ecclesiastiche per cui"i soldi sono più importanti dei sacramenti". L'ex arcivescovo di Buenos Aires, chiudendo questo passaggio, ha ribadito la necessità di una Chiesa centrata sulla povertà.
IL VATICANO è UNO STATO A SE ,QUINDI NON PUO' DETTAR LEGGI AD UN ALTRO STATO.
[h=1]Papa Francesco, l’accusa di Verbitsky: “Ho i documenti: collaborò con i dittatori”[/h]
Lo scrittore e giornalista argentino conferma le responsabilità del nuovo pontefice negli anni del regime dei generali: "Le carte che ho trovato non lasciano dubbi. Da parte sua nessuna richiesta di perdono, solo ambiguità. La sua elezione è una disgrazia per l'Argentina e il Sudamerica"di Giampiero Calapà | 15 MARZO 2013
“Una disgrazia, per l’Argentina e per il Sudamerica”. È feroce il giudizio di Horacio Verbitsky, intellettuale, scrittore e giornalista di Buenos Aires, su Jorge Mario Bergoglio eletto papa della Chiesa cattolica. Verbitsky – autore di venti libri tra cui Il Volo (che riporta la confessione del capitano Scilingo sui voli della morte) – è il principale accusatore di Bergoglio: il neo pontefice, per lo scrittore – come ricostruito e documentato nel capitolo “Le due guance del cardinale” del suo libro L’isola del silenzio – “è stato collaborazionista della dittatura argentina dei generali”.
Verbitsky, Bergoglio papa è “una disgrazia per l’Argentina e il Sudamerica”.
Perché? Perché il suo populismo di destra è l’unico che può competere con il populismo di sinistra. Immagino che il suo ruolo nei confronti del nostro continente sarà simile a quello di Wojtyla verso il blocco sovietico del suo tempo, sebbene ci siano differenze fra le due epoche e i due uomini. Bergoglio combina il tocco populista di Giovanni Paolo II con la sottigliezza intellettuale di Ratzinger. Ed è più politico di entrambi.
Che cosa facevano i due gesuiti Yorio e Jalics nella baraccopoli di Bajo Flores?
I gesuiti vivevano in comunità ed evangelizzavano gli abitanti dei quartieri marginali, come parte dell’impegno “terzomondista” della Compagnia di Gesù.
Per quale motivo Bergoglio avrebbe dovuto denunciarli?
Con l’avvicinarsi del golpe, Bergoglio chiese loro di andarsene, a quanto racconta lui allo scopo di proteggerli. Secondo loro, per smantellare quell’impegno sociale che disapprovava. Venne nominato superiore provinciale della Compagnia all’inusuale età di 36 anni e da quando arrivò, iniziò a svolgere un compito di sottomissione alla disciplina, a uno spiritualismo astratto. Un documento di un servizio di intelligence che ho trovato nell’archivio della Cancelleria si intitola “Nuovo esproprio dei gesuiti argentini” e afferma che, “nonostante la buona volontà di padre Bergoglio, la compagnia in Argentina non si è ripulita. I gesuiti di sinistra, dopo un breve periodo, con grande appoggio dell’estero e di certi vescovi terzomondisti, hanno intrapreso subito una nuova fase”. Si tratta della Nota-Culto, cassa 9, bibliorato b2b, Arcivescovado di Buenos Aires, documento 9.
I documenti che ha trovato, nella sua lunga indagine, negli archivi del ministero degli Esteri di Buenos Aires, per lei sono la prova definitiva del collaborazionismo di Bergoglio con il regime di Videla?
Sì. Ho trovato una serie di documenti che non lasciano dubbi . In uno, Bergoglio firma la richiesta di rinnovo del passaporto di Jalics senza necessità che venisse dalla Germania. In un altro, il funzionario che riceve la richiesta consiglia al ministro di rifiutarla. In un altro ancora, lo stesso funzionario spiega e firma che Jalics, sospettato di contatti con i guerriglieri, ebbe conflitti con la gerarchia, problemi con le congregazioni femminili (la qual cosa è molto suggestiva), che fu detenuto nella Esma, la Escuela de Mecánica de la Armada (non dice sequestrato ma detenuto) e che si rifiutò di obbedire agli ordini. Finisce dicendo che queste informazioni gli vennero fornite proprio da Bergoglio, oggi papa Francesco.
Da Bergoglio arrivarono le scuse per gli anni della dittatura, nel 2000, quando la chiesa argentina “indossò” le vesti della pubblica penitenza. Crede che non basti?
Non c’è mai stata una vera richiesta di perdono, sempre ambiguità. Non è la Chiesa, ma sono alcuni dei suoi figli ad aver peccato e per loro chiedono il perdono.
Personaggi molto popolari come Maradona o Messi hanno espresso felicità per l’elezione di Bergoglio al Pontificato. La cosa le ha dato fastidio?
No. Aspetto di vedere cosa diranno Pirlo e Balotelli. È ovvio che c’è un trionfalismo generalizzato: il papa è argentino, la regina d’Olanda è argentina, Maradona e Messi sono argentini. Ma questo non dice nulla su Bergoglio e sui suoi meriti. La Kirchner non lo ama, ha avuto degli scontri su temi come le nozze gay con Bergoglio.
Crede che ci sarà mai un incontro tra la presidenta e il papa argentino?
Suppongo di sì, lei è molto conciliante con la Chiesa. Non nasconde mai quello che pensa, ma cerca di mantenere buoni rapporti ed è contraria all’aborto. Il matrimonio omosessuale fu un’iniziativa di Néstor Kirchner, il marito, ex presidente.
Bergoglio ha scelto il nome di Francesco. Molti lo apprezzano per uno stile di vita umile.
Naturalmente, è uno tra mille simboli. Il papa austero, come il poverello di Assisi, che viaggia in bus e metropolitana, che usa scarpe consunte, che celebra messa nella stazione ferroviaria per i più poveri, dei quali ha pietà tra l’indifferenza dei soddisfatti e dei corrotti. Populismo conservatore, imprescindibile per sbiancare i sepolcri vaticani, aperti per il riciclaggio del denaro, la pedofilia e la lotta tra fazioni. Sarà semplice come Giovanni, severo come Paolo, sorridente come Giovanni Paolo I, iperattivo e populista come Giovanni Paolo II e sottile come Benedetto.
Bergoglio disse di aver molta stima di lei, ma che il suo libro è “un’infamia”. Non ha mai avuto modo di incontrarlo? Lo farebbe adesso che è papa?
Quando pubblicai L’isola del silenzio inviò un sacerdote a chiedermi perché lo avessi fatto, nonostante avessimo un bel rapporto e amici in comune che ci presentarono. Replicai con un’altra domanda: che avrei dovuto fare con i documenti che avevo trovato? Bruciarli? Fingere di non averli visti? Questa sì che sarebbe stata un’infamia.
[h=1]"Il Papa dittatore", ecco il libro choc su Bergoglio[/h] [h=2][/h] "Il Papa dittatore" è il titolo di un libro che sta facendo discutere vaticanisti e uomini di fede. Una critica senza pari ai "metodi" di Bergoglio
"Il Papa dittatore" è il titolo di un libro che sta facendo discutere gli ambienti vaticani.
L'autore è Marcantonio Colonna, laureato ad Oxford e ricercatore storico. Il riferimento al vicerè di Sicilia - tuttavia - suggerisce la possibilità che il nome utilizzato sia uno solo uno pseudonimo. "Non è escluso che si tratta di un non italiano, forse un anglosassone. Questo lo ipotizziamo dal fatto che di preferenza i suoi riferimenti sono a fonti in inglese", ha scritto Marco Tosatti sul suo blog. Fatto sta che a Bergoglio vengono contestati - ancora una volta - i metodi utilizzati.
Qualche giorno fa, il cardinale Mueller si è soffermato sull'esistenza di un "cerchio magico", che sarebbe responsabile di un clima curiale decisamente poco incline al dialogo: "Credo che i cardinali che hanno espresso dei dubbi sull’Amoris laetitia, o i 62 firmatari di una lettera di critiche anche eccessive al Papa vadano ascoltati, non liquidati come "farisei" o persone brontolone". E ancora:" L’unico modo per uscire da questa situazione è un dialogo chiaro e schietto. Invece ho l’impressione che nel "cerchio magico" del Papa ci sia chi si preoccupa soprattutto di fare la spia su presunti avversari, così impedendo una discussione aperta ed equilibrata...", ha dichiarato l'ex prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede. Parole che erano state precedute da ulteriori affermazioni poco soggette ad interpretazione sui "metodi" che sarebbero vigenti di questi tempi in Vaticano.
L'oggetto de "il Papa dittatore" - insomma - è già molto discusso - seppur in termini meno diretti - a mezzo stampa. Il libro contiene documenti, rivelazioni e focus su alcune delle decisioni più discusse di questo pontificato: il licenziamento del Revisore Generale dei conti Libero Milone, il commissariamento dell'Ordine di Malta e quello dei Frati Francescani dell’Immacolata. Provvedimenti che sono risultati indigesti - è evidente - ad un parte del mondo cattolico. L'autore del testo non si risparmia neppure sulla descrizione dell'uomo Bergoglio: "Un esperto promotore di se stesso. Camuffato dietro un’immagine di semplicità e di austerità". E ancora, per Marcantonio Colonna, Papa Francesco sarebbe: "una persona che soprattutto sa come instillare la paura", per mezzo di "una ragnatela di menzogne, intrighi, spionaggio sfiducia e, più efficace di ogni altra cosa, di paura". Una descrizione molto negativa, insomma, tanto della personalità del Papa quanto della metodologia decisionale messa in campo dal pontefice.
Benedetto XVI, invece, aveva usato toni del tutto diversi per definire il suo successore. Nel libro-intervista "Ultime Conversazioni" curato dal giornalista Peter Seewald, Ratzinger ha risposto in questo modo ad una domanda su Bergoglio: "...L'ho conosciuto come un uomo molto deciso, uno che in Argentina diceva con molta risolutezza: questo si fa, questo non si fa. La sua cordialità, la sua attenzione nei confronti degli altri sono aspetti di lui che non mi erano noti. Perciò è stata una sorpresa". L'attacco a questo pontificato prosegue. Questa volta attraverso un libro che, anche a causa della disquisita identità dell'autore, rischia di divenire un vero e proprio caso editoriale.
Il fumo di Satana
[h=2]La doppiezza di Jorge Mario Bergoglio[/h] PUBBLICATO 28 marzo 2019 Ritorna Sir Henry Sire, colui che scrisse il celeberrimo Il Papa dittatore con lo pseudonimo di Marcantonio Colonna, con nuovo libro intitolato La maschera di Bergoglio. I segreti di Papa Francesco, frutto della sua residenza quadriennale a Roma dal 2013 al 2017.
di Carlo Franza (26-03-2019)
Nella collana di saggistica dell’editrice Giubilei Regnani è uscito il libro di Henry Siredal titolo La maschera di Bergoglio. I segreti di Papa Francesco (pagine 250, Brossura, anno 2018), in commercio dal 3 dicembre 2018.
Chi è Henry Sire? È nato nel 1949 a Barcellona da una famiglia di origini francesi. Ha studiato in Inghilterra nel Stonyhurst College dei gesuiti e all’Exeter College di Oxford dove si è laureato con lode in Storia moderna. È autore di sei libri di storia cattolica e biografie tra cui un libro sul famoso gesuita inglese, scrittore e filosofo padre Martin D’Arcy SJ.
La maschera di Bergoglio è il frutto della residenza quadriennale di Henry Sire a Roma dal 2013 al 2017. In quel periodo ha conosciuto personalmente molte figure in Vaticano, inclusi cardinali e funzionari di curia, insieme a giornalisti specializzati in affari vaticani.
Il libro lo abbiamo per le mani e lo abbiamo letto più volte. Raccapricciante è dir poco. Papa Bergoglio è presentato come il pontefice più tirannico e senza scrupoli dei tempi moderni. Non solo ma aggiunge che il cardinale Jorge Bergoglio proveniente da Buenos Aires in Argentina eletto papa nel 2013 era parso -o si era così presentato- come liberale e riformatore; ma dice lo scrittore non era né l’uno né l’altro, tanto che non essendo ben noto all’interno del Collegio cardinalizio che lo eleggeva, gli osservatori nella sua terra natia — e soprattutto i gesuiti della sua terra — lo riconobbero già come un manipolatore politico, abile nel mettersi sempre in mostra, nel promuoversi, e vederlo persino discepolo del dittatore populista Juan Perón.
Insomma, quel Bergoglio che conosciamo in giro per l’Italia e per il mondo non è proprio così, perché dice Sire la falsità gli cova dentro. Dietro la maschera di un uomo che pare amato dal popolo c’è un papa che si interessa poco o nulla della teologia (basti vedere le eresie e le non risposte ai dubia dei quattro cardinali) o della liturgia, ma è nevroticamente (ricordiamo che è stato spesso in analisi dallo psicanalista) ossessionato dal potere e per governare utilizza la paura. Si capisce così del perché Henry Sire dà al suo libro quel titolo chiarificatore. La maschera di Bergoglio è una lettura forte, mirata, precisa, analitica per comprendere chi oggi occupa la Sede di San Pietro a Roma nei Palazzi Vaticani. Ci viene da aggiungere: “Se questo è un Papa”.
Ora Henry Sire che già aveva scritto quel libro Il Papa dittatore(recensito da noi qualche tempo fa qui su ilGiornale.it), testo che aveva mandato in tilt Bergoglio e la Curia vaticana che gli scodinzola sempre attorno, è stato ufficialmente espulso dall’Ordine di Malta. Già ne Il Papa Dittatore, Sire descriveva non solo le manovre che hanno portato la cosiddetta “Mafia di San Gallo” insieme con un gruppo di prelati sudamericani ed elementi della Curia, come il cardinale salesiano Bertone, ad appoggiare la scalata di Jorge Mario Bergoglio al soglio di Pietro; in più esponeva il clima di terrore che si vive tutti i giorni in Vaticano, comprese decisioni discutibili e comportamenti non “cattolici”.
Il mondo intero sa che sull’Ordine di Malta ha calato la mano la Santa Sede, con le dimissioni forzate del precedente Gran Maestro, e con l’intervento diretto di Papa Bergoglio e della Segreteria di Stato. Il tutto ha portato all’elezione di un nuovo Gran Maestro, fra Giacomo Dalla Torre, che ha decretato che Sire doveva essere espulso, poiché il suo libro è stato “gravemente offensivo e irrispettoso verso la persona del Santo Padre” e il suo comportamento “gravemente incompatibile con la sua appartenenza dell’ordine”. In una dichiarazione in seguito alla sua espulsione, Sire ha detto che ha scritto il suo libro (Il Papa Dittatore) “per il bene della Chiesa, in difesa della Fede e in obbedienza al dovere di un cristiano di testimoniare la verità”.
Mancanza di equilibrio psicologico
Uno dei passaggi de Il Papa dittatore che più hanno suscitato scalpore è quello in cui l’autore solleva il velo sul giudizio su Bergoglio scritto nel 1991 dal superiore generale della Compagnia di Gesù, l’olandese Peter Hans Kolvenbach (1928-2016), nel corso delle consultazioni segrete pro o contro la nomina dello stesso Bergoglio a vescovo ausiliare di Buenos Aires. Il Gotha dei Gesuiti non lo voleva vescovo, figurarsi Papa; secondo cui l’allora superiore generale della Compagnia di Gesù, l’olandese Peter Hans Kolvenbach, avrebbe avuto serie perplessità su un uomo di Chiesa in particolare qual’era Bergoglio, lo stesso che poi sarebbe diventato vescovo di Roma e capo della Chiesa cattolica. Ed è sempre Sire sotto lo pseudonimo di Marcantonio Colonna che dice: “Il testo della relazione non è mai stato reso pubblico, ma il seguente resoconto è stato rilasciato da un sacerdote che ha avuto accesso ad essa prima che scomparisse dall’archivio dei gesuiti. Padre Kolvenbach accusava Bergoglio di una serie di difetti, che vanno dall’uso abituale di linguaggio volgare alla doppiezza, alla disobbedienza nascosta sotto una maschera di umiltà e alla mancanza di equilibrio psicologico. Nell’ottica di una sua idoneità come futuro vescovo, la relazione ha sottolineato che come provinciale era stata una persona che aveva portato divisione nel suo ordine”.
“Li caccio tutti!”
Faccio cenno a quanto il quotidiano on-line DAGOSPIA riportò a suo tempo […]. Ebbene Dagospia scrisse e documentò che il gesuita vestito di bianco, ovvero Papa Bergoglio, fu colto da una vera e propria crisi di nervi al momento di ricevere la lettera con la quale il gruppo di cardinali manifestarono tutte le loro obiezioni alle tesi vaticane sul Sinodo. Bergoglio disse: “Se le cose stanno così possono andare via. La Chiesa non ha bisogno di loro. Li caccio tutti!”.
In ciò manifestò appieno proprio quella maschera di cui scrive oggi Henry Sire nel suo libro, mostrando con un vero e proprio attacco di ira, e forte tachicardia, d’essere un uomo che dietro la maschera del bravo nonnino che faceva allestiva docce per immigrati sul sagrato di piazza San Pietro e girava con la macchina buona per andare a fare la spesa al supermercato, una Panda, dimostrava un’intolleranza di fondo incredibile, e una condotta decisamente dittatoriale del suo magistero.
Il gesuita vestito di bianco, insomma, non tollerava opposizioni, nemmeno su temi che hanno portato disorientamento fra tutti cattolici stravolgendone la dottrina, i Vangeli e la Chiesa: divorziati, coppie omosessuali e gender, ma non solo. Come la famiglia, pietra miliare del cattolicesimo, che è finita per essere archiviata in nome del modernismo, con una resa madornale dei vescovi della Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
Ecco il vero volto di Bergoglio dice Henry Sire, i cui metodi si leggono tutti i giorni, mentre le chiese si svuotano e vengono vendute, i cattolici allo sbando, e il papa argentino regna secondo la locuzione latina divide et impera, che è il migliore espediente di una tirannide.
Alla prima udienza generale dopo le brevi vacanze, Papa Francesco non cambia il ritornello. Subito dopo il sì al decreto sicurezza-bis, il Pontefice torna a parlare di solidarietà ed accoglienza. E ogni riferimento non è puramente casuale. Lo ha fatto in aula Nervi, dove erano presenti 6mila fedeli provenienti da tutto il mondo. Tra loro dei bambini profughi, ai quali ha detto: "Con affetto saluto i bambini profughi ospiti della Cooperativa Auxilium".
Dunque, il Papa ha rimarcato che la "chiesa, che vede chi è in difficoltà, non chiude gli occhi, sa guardare l'umanità in faccia per creare relazioni significative, ponti di amicizia e di solidarietà al posto di barriere". E ancora, ha parlato di una "Chiesa senza frontiere, che si sente madre di tutti e che sa prendere per mano e accompagnare per sollevare". "Non dimentichiamo: la mano tesa sempre! È la mano di Gesù che aiuta gli altri ad alzarsi", ha aggiunto Bergoglio. Accoglienza e mano tesa, insomma, anche se le porte aperte in Vaticano ancora faticano a vedersi...