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I vu' cumprà evadono impuniti e i negozi chiudono per multe

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[h=1]I vu' cumprà evadono impuniti e i negozi chiudono per multe[/h] [h=2][/h] L'ira del titolare di una nota pescheria: "Hanno messo i sigilli per 4 scontrini non battuti da pochi euro". Il comandante dei vigili è impotente sugli abusivi: "Ci servono più uomini"



Stefano Zurlo - Sab, 27/06/2015 - 08:41









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Quattro scontrini. Per finire nei guai basta poco: un poker di errori nell'arco di anni e anni di pezzi di carta battuti regolarmente. Guai grossi. Perché se il negoziante, magari in perfetta buonafede, infila una collana di quattro errori, ecco scattare il cappio...
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Chiusura del locale per qualche giorno, sigilli, divieto assoluto di entrare anche solo ad accendere un frigorifero.
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Lo Stato, qui in Riviera fa sul serio. E punzecchia ferocemente i commercianti che vendono i loro prodotti ai milanesi con seconda casa incorporata. C'è qualcosa che stride, qualcosa che non quadra, forse un meccanismo autolesionistico, perché se il Budello, la strada dello struscio che attraversa tutto il borgo, ha la più alta concentrazione di mete per lo shopping dell'intera Liguria, le spiagge sono invece il cortile di casa dei vù cumprà. Ce ne sono a centinaia, arrivano da Genova, battono gli arenili come nemmeno i russi a Stalingrado. Ombrellone per ombrellone, assediano i turisti per tutto il giorno. E cosi l'economia della contraffazione e del nero vince su quella legale e raffinata dei bar, delle panetterie che sfornano le focaccine, delle pescherie ben frequentate, dei ristoranti alla moda. Non è un naufragio ma è una lotta impari.
Per carità, i vigili fanno la loro parte, sequestrano e organizzano blitz sulla sabbia, ma per uno che viene messo fuori gioco ce ne sono altri cento che sfuggono. «Noi quest'anno siamo partiti con un'azione robusta di prevenzione del fenomeno – spiega al Giornale il comandante della polizia municipale Francesco Parrella – ma gli organici sono quelli che sono: siamo diciassette più cinque stagionali, i nostri numeri sono in discesa e invece il contesto richiederebbe più forze in campo». Insomma, i vigili mostrano i muscoli, ma per stroncare questa industria che cammina sul falso e la slealtà ci vorrebbe ben altro. «Sappiamo – prosegue Parrella – che esiste una centrale, una sorta di magazzino generale che rifornisce gli abusivi della riviera di Ponente come di quella di Levante, ma certo non possono essere i vigili di Alassio a condurre l'inchiesta».
Sulla spiaggia si gioca a guardia e ladri, dietro, sul Budello e sull'Aurelia, si usa la mano pesante. «Noi ci siamo dimenticati di battere quattro scontrini in otto anni – racconta tutto d'un fiato Federico Tessitore della prestigiosa pescheria La boutique del mare - e la Guardia di Finanza è stata implacabile: ci ha imposto la chiusura per quattro-cinque giorni all'inizio di marzo». Pausa. Tessitore previene ogni possibile obiezione: «No, guardi, non siamo ladri o evasori. Quattro scontrini in otto anni cosa sono? Fra l'altro gli ultimi due incidenti ci sono capitati nel giro di una settimana. Il primo è successo a me: l'orario di chiusura era passato da un pezzo, mi sono completamente dimenticato di battere lo scontrino e il cliente è stato controllato all'uscita dalle Fiamme gialle. Poi è accaduto a mia mamma: c'era un caos incredibile, una signora ha pagato ed è corsa fuori, mia mamma ha lasciato perdere. Stiamo parlando rispettivamente di cinque e venti euro, o giù, di lì, scusi ma sono briciole sul nostro volume d'affari». Niente da fare: i finanzieri hanno calato la scure: chiusura e sigilli all'inizio di marzo 2015. «Abbiamo provato in tutti i modi – prosegue Tessitore – ad attenuare l'impatto della punizione. Abbiamo chiesto, quantomeno, di spostare la chiusura a febbraio, subito dopo i lavori di ristrutturazione della pescheria, ma non c'è stata alcuna possibilità di cambiare almeno le date. Io in otto anni non avevo mai chiuso, mai. Nemmeno un giorno di ferie e questa situazione ha provocato un danno importante. Noi serviamo i privati e i ristoranti e chi glielo va a spiegare al ristoratore che tu sei fuori uso per quattro scontrini? Ho passato giorni e giorni a chiedere scusa a destra e sinistra, ma qualche cliente l'ho perso».
Insomma, il far–west e il Grande fratello fiscale si fronteggiano a pochi metri di distanza. Risultato: chi rispetta le regole viene penalizzato.
E la lotta agli abusivi è ancora indietro: «Da anni mi batto perché i controlli siano effettuati da pattuglie miste – racconta Marco Melgrati, sindaco forzista dal 2001 al 2010 - lo Stato dovrebbe battere il pugno sul tavolo e schierare sul campo carabinieri, polizia, capitaneria, vigili. Tutti insieme. Ma questo obiettivo è ancora molto lontano». E le due Alassio continuano a convivere.




 
[h=1]Evade 95 centesimi, l’Agenzia delle Entrate lo multa e gli chiude il bar[/h] [h=2][/h] Tre giorni di chiusura per un commerciante colpevole di non aver battuto quattro scontrini in cinque anni



Fabio Franchini - Lun, 23/02/2015 - 10:23









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C’è evasione fiscale ed evasione fiscale. C’è SwissLeaks e i 180 miliardi di euro della lista Falciani – di cui 741 milioni sottratti al fisco italiano – e c’è un barista e 95 centesimi.
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E ci dovrebbe essere il buonsenso.
Tanto è bastato (il prezzo di un caffè…) all’Agenzia delle Entrate per chiudere e multare l’esercizio commerciale. Sembra una barzelletta, ma purtroppo è tutto vero. È la storia – raccontata da Il Resto del Carlino – di Paolo Brofferio, titolare del Romeo cafè restaurant, a Carpi. Il bar, aperto da più di vent’anni, sarà costretto a tenere la serranda abbassata dal 25 al 27 febbraio per scontare la pena. E, come se non bastasse, aggiungiamoci una multa di 2400 euro.
“Lavoro a Carpi da 23 anni e l’ho sempre fatto nel rispetto delle regole. Ora per 95 centesimi mi trattano come se fossi Al Capone: mettere i sigilli alla porta per tre giorni, precludendo l’ingresso anche allo staff, mi sembra eccessivo” si sfoga l’uomo.
Il signor Brofferio è colpevole della mancata emissione di quattro scontrini fiscali tra il 2007 e il 2012, per un valore totale di 20.50 euro ed un’evasione complessiva pari a 0.95 centesimi. Quattro dimenticanze tutte rilevate dalla Guardia di finanza della cittadina emiliana, quattro distrazioni che costano caro. La legge, nel caso in cui non vengano erogati quattro scontrini nell’arco di cinque anni, prevede la sospensione della licenza e dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività da un minimo di 3 giorni a un massimo di 6 mesi.
Il commerciante non ci sta e spiega le sue ragioni: “In due casi si tratta di clienti che sono usciti dimenticandosi lo scontrino sul bancone, in un altro caso il cliente era uscito a fumare mentre consumava e non aveva ancora pagato”. Oltre il danno, anche la beffa, visto che il barista ha perso anche il ricorso. E così sono 600 euro di multa a scontrino. Il calcolo è presto fatto e l’amarezza è tanta: “Capisco la lotta all’evasione fiscale e sono d’accordo, ma chiudere un locale per tre giorni con i sigilli alla porta è una pena troppo alta rispetto a quello che è successo. Se avessi voluto evadere le tasse avrei fatto ben altro, non un’evasione di pochi centesimi su qualche colazione”.












DOVREI DIRE MA NON SI PUO' SIAMO IN DITTATURA
 
Ruba ciliege e sputa nocciolo in faccia al venditore, straniero finisce all’ospedale

Una lite al mercato tra un extracomunitario e un venditore ambulante è “costanto” al primo due punti di sutura in testa.



Come scrive vocepinerolese.it un extracomunitario, di quelli che al mercato di Pinerolo chiedono con insistenza del denaro e che gli stessi “amici” non sopportano proprio per i suoi atteggiamenti arroganti e prepotenti, ha avuto una lite con un venditore ambulante di frutta e verdura che gli è così costata una testata in faccia.

Si è avvicinato al banco ed ha cominciato a mangiare delle ciliege – racconta un testimone -. Il commerciante lo ha richiamato e per tutta risposta quell’uomo di colore gli sputa il nocciolo di ciliegia in faccia.”

Il commerciante fa il giro del bancone per chiedere spiegazioni ma, per tutta risposta si prende uno spintone. Tra i due nasce una brevissima collutazione e l’extracomunitario si ritrova con la fronte sanguinante. “Ha borbottato parole incomprensibili – prosegue il testimone – poi ha fatto la sceneggiata e si è buttato a terra “.


Sul posto è giunto il personale del 118 che ha trasportato l’uomo all’ospedale Agnelli. Poco dopo è stato dimesso. Nella foto i vigili urbani cercano testimoni sulla vicenda.
Marco B.


sss nn dite niente sono le risorse della s-boldrini...
 
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