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il Bertinotti compagno rosso

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[h=5]Vaccini Basta ha pubblicato 2 aggiornamenti.[/h] [IMG2=JSON]{"alt":"Nessun testo alternativo automatico disponibile.","data-align":"none","data-size":"full","height":"606","width":"476","src":"https:\/\/scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net\/v\/t1.0-9\/17021513_1835656130021861_8979833326190091341_n.jpg?oh=0396bca124879aa2e946eb5cec8cc44c&oe=593AABE2"}[/IMG2]
Jean Paul Vanoli
7 h ·

L'iniezione della vitamina K viene fatta di nascosto o con genitori "consenzienti", senza pero' aver fatto leggere loro il bugiardino del farmaco, a tutti bambini appena nascono.

Non hanno bisogno del vostro consenso, è incluso nelle pratiche mediche che effettuano nella sezione dove voi dichiarate di lasciare in cura il vostro bambino, al reparto nursering, per esser lavato, medicato etc.

Per le sostanze che contiene questa iniezione (alluminio, vedi foto, sostanza che passa facilmente nel cervello del piccolo e che eccitera' i neuroni fin da subito, e poi nel tempo potrebbe generare problemi ....), ogni genitore avrebbe il diritto umano di denunciare il Ministero della Salute Italiano per complicità premeditata in crimine organizzato !!

Segue anche, alle volte in certi ospedali, la vaccinazione per l'epatite B, con vaccino irradiato dal Cobalto 60, in grado di scatenare malattie autoimmunitarie, sordità, cecità, patologie neurologiche, AIDS, epatite B, epatite C, Cancro, Autismo precoce etc.

A due giorni dalla nascita spuntano fuori varie associazioni che vi fanno firmare la vendita del DNA del vostro figlio a Terzi ( case farmaceutiche ) mediante il prelievo del sangue, anche se non autorizzato. dal tallone, per la cosiddetta prevenzione della malattie metaboliche !
Insomma appena nasci, attentano alla tua salute, creare il mercato dei malati e speculare sulla salute dei futuri clienti.... !

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DEVONO TIRARE IL CARRETTO

[h=1]IMAM DI MILANO: “LE DONNE NON DEVONO ANDARE IN BICI. ITALIANE SCANDALOSE, MARITI LE VIETINO”[/h]
DI SPEEDY GONZALEZ · 28 FEBBRAIO 2017
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Alle musulmane che vivono in Italia è vietato andare in bicicletta. “È una questione di pudore, per la donna stessa”.

Ali Abu Shwaima, presidente del Centro islamico di Milano, considera la donna “un diamante”.

E, per questo motivo, non può andare in bicicletta. Capire il legame tra le due cose è impossibile. “È più decoroso e di rispetto per una donna che non vada in bicicletta“, spiega Abu Shwaima. Ma non è un l’unico a pensarla così. Tanto che, come spiega Rajae a Striscia la notizia, sono moltissime le musulmane che vivono a Milano e che non possono salire sulla bicicletta perché i mariti glielo vietano.

A Milano l’Istituto “Luigi Cadorna”, grazie all’impegno di Mamme a scuola onlus e in collaborazione con Ciclo Pride Italia, ospita un corso di bicicletta per le donne di tutte le età e di tutti i Paesi. L’iniziativa è nata su richiesta di alcune mamme che hanno espresso il desiderio di utilizzare la bicicletta per spostarsi in città. Davanti alle telecamere di Striscia la notizia chiedono di non essere riprese in volto. Non vogliono passare dei guai. “La bici è solo per maschi”, spiega una ragazza completamente velata. Accanto a lei, però, ce n’è un’altra che insegna alla figlia ad andare in bicicletta. Ma si affretta a dire: “È normale… Però, fino a vent’anni, poi basta”. I mariti, d’altra parte, non sono da meno. Anzi. “Mia moglie non va in bicicletta – ammette uno – mia moglie lavora in casa, non esce mai fuori”. E un altro ci va giù più pesante: “Certe volte mi capita di vedere qui, in Italia donne che vanno in bicicletta e rimango allibito”. “Anche l’unghia del piede della donna – incalza un altro ancora – è una parte intima che non va mostrata”. La maggior parte degli intervistati, insomma, ritiene che il divieto di andare in bicicletta sia “una questione di pudore, per la donna stessa”.

Non è la prima volta che Striscia la notizia si occupa di questo assurdo divieto. Un divieto che arriva dall’Arabia Saudita, dall’Iran, dallo Yemen, dall’Afghanistan e dalle zone rurali del Maghreb. “A un musulmano piace proteggere la donna – spiega Ali Abu Shwaima – essendo la donna una cosa sacra, una cosa di valore… non è che la metti così in mostra. Piuttosto vada in Cadillac o in Mercedes, ma non in bicicletta”. “I nostri usi e costumi sono un po’ complicati – spieda una musulmana che vive a Milano – ad esempio, da noi le ragazze fino ai vent’anni si prendono le loro libertà in tutto. Dopo i venti – continua – subentrano un po’ di restrizioni per la famiglia, insomma… con la casa”.

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MA LA BULDRINI VA IN BICI ?
 

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