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IL PD E PEGGIO

Zetrix

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Questa volta ha ragione il Pd. Loro sono diversi: sono peggio

Nonostante Roma sia diventata una "cloaca massima, il Partito democratico insiste nel riaffermare la propria diversità: "Non è vero che siamo tutti uguali". Almeno questa volta ha ragione: il Pd è peggio



Renzi doveva cambiare l'Italia, non ha cambiato nemmeno il suo partito. Mezzo Pd romano è coinvolto nello scandalo di Mafia capitale, ma per Orfini, presidente del Pd, la colpa è di Alemanno, Maroni e dei servizi segreti.

Guerini, vice segretario del Pd, ritiene addirittura strampalate le richieste di dimissioni del sindaco: «Marino è considerato un nemico di chi vuole fare affari». Sarà strampalato, ma due settimane prima degli arresti di Salvatore Buzzi, Massimo Carminati & C., il capo della coop «29 giugno» replicava così ai collaboratori che parlavano delle richieste di dimissioni per il sindaco Marino, impelagato con la grana delle multe alla Panda rossa: «Ti dico una cosa - annotano gli uomini del Ros - lui (Marino) se resta sindaco altri tre anni e mezzo, con il mio amico capogruppo ci mangiamo Roma». Alla faccia di chi lo considera un nemico degli affaristi.

Per Renzi, però, paladino a parole della legalità, il problema Marino non esiste. D'altra parte, come dimostra anche il caso Campania, meglio una poltrona in più che un impresentabile in meno. L'ordine, quindi, è blindare Marino, altrimenti addio sogni di gloria: ci penserebbero i romani a rottamare quel che resta dei Democratici.
«Falso», urlano quelli del Pd. Dimenticate che a Roma abbiamo Zingaretti, il governatore della Regione Lazio.

Forse sarebbe stato meglio dimenticarlo. Per evitare strumentalizzazioni, citiamo cosa ha scritto ieri Fiorenza Sarzanini su Il Corriere : «Un patto tra maggioranza e opposizione per spartirsi l'appalto più remunerativo della Regione Lazio, quello sul Recup, il centro unico di prenotazione. A siglarlo il consigliere del Pdl Luca Gramazio e Maurizio Venafro, il capo di gabinetto del governatore Nicola Zingaretti. Il giudice lo definisce un “accordo corruttivo” che ha consentito “all'organizzazione riconducibile a Salvatore Buzzi e Massimo Carminati di inserirsi, divenendo infine aggiudicataria del terzo lotto” in un affare da oltre 60 milioni».


E dire che sei mesi fa Renzi aveva nominato Orfini commissario straordinario per ripulire Roma. Considerati i risultati, ha sbagliato mestiere: invece del commissario, Orfini avrebbe dovuto fare l'avvocato d'ufficio. Anche se la sua linea difensiva non brilla. Come si fa a dichiarare che: «Il Pd è il partito dell'antimafia» quando De Luca, il candidato del Pd appoggiato da Renzi, diventato governatore della Campania in barba alla legge Severino, denuncia il presidente della commissione Antimafia?

Eppure, nonostante Roma sia diventata una «cloaca massima» (copywright Il manifesto ), il Partito democratico insiste nel riaffermare la propria diversità: «Non è vero che siamo tutti uguali». Almeno questa volta ha ragione: il Pd è peggio.


Salvatore Tramontano - Sab, 06/06/2015 - 07:00

la cosa che stupisce e che nonostante il pd e peggio si continua a dare consensi ..in questo paese di m.. manca il senso di giustizia e legalità
il problema e che nn ce mai stato giustizia e legalità altrimenti il paese nn si trovava in questo stato.. e con renzi-alf-ano-s-boldrini il paese andra in deriva totale.......anzi il disegno lo è gia in corso....









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Mafia Capitale shock: inquinate le primarie del Pd, tessere comprate e “file di Rom”


Il Partito Democratico, quello che sventolava in faccia a Berlusconi e ai suoi “mafiosi” la bandiera della legalità, è pesantemente coinvolto nell’affaire Mafia Capitale. Persino le primarie sono state inquinate: tessere comprate e “file di rom” ai seggi, gli stessi rom provenienti dai campi gestiti da Salvatore Buzzi e Massimo Carminati. Per eleggere chi?


Come racconta Repubblica, “dietro le primarie del Pd a Roma si nasconde un vero e proprio racket, dove le clientele contano di più dei militanti: pacchi di tessere in bianco comprati dai capi bastone, pasta distribuita per votare un determinato candidato, file di rom ai circoli del Partito democratico romano”.

Eppure lo scandalo era già scoppiato nel 2013, quando Cristiana Alicata – componente critica della Direzione Nazionale del Pd – aveva denunciato su Facebook: “Le solite incredibili file di rom che quando ci sono le primarie si scoprono appassionatissimi di politica“.

Alicata, che denunciava quanto accadeva nel seggio vicino al campo nomadi di Via Candoni (finito nell’inchiesta su Mafia Capitale, ndr), venne tacciata di razzismo e fu costretta a dimettersi.

Oggi le sue dichiarazioni assumono un contorno completamente diverso e premonitorio: chi sapeva ha volutamente creato terra bruciata attorno alla Alicata e il Partito Democratico non ha difeso l’unica che ebbe il coraggio di denunciare. Forse perchè i vertici del Pd romano erano pienamente coinvolti nell’inquinamento delle primarie? Ah, saperlo…

L’unica a dar seguito alle parole di Cristiana Alicata fu l’attuale ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia, che parlò apertamente di “vere e proprie associazioni a delinquere sul territorio”, riferita alle correnti del suo stesso partito: “Nel Pd a livello locale e parlo di Roma facendo le primarie dei parlamentari ho visto, non ho paura a dirlo, delle vere e proprie associazioni a delinquere sul territorio.”

A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato Il Fatto Quotidiano, che oggi scrive: “In quell’accampamento (campo nomadi di Via Candoni, ndr), nel 2013, la cooperativa 29 giugno di Salvatore Buzzi ha ottenuto una commessa da 86mila euro per la bonifica dell’impianto fognario.

Non c’è nessuna prova che colleghi i rom in fila ai presunti tentativi della cupola di inquinare le primarie. Rimangono però le anomalie denunciate alla commissione di garanzia del Pd in diversi seggi, poi cadute nel nulla.”
E c’era persino un tariffario: 10 euro per un voto al proprio candidato di fiducia, 20 per la tessera.

Questo è stato il Pd romano. Con la complicità, ça va sans dire, dei piani alti.
Ma non era Berlusconi il problema dell’Italia?
 
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grande zetrix mi piacerebbe conoscerti di persona per parlare con te buona domenica volevo chiederti sei su facebok
 
no laura nn sono iscritto su facebok ..se vuoi conoscermi seguimi sul mio post ..visito ogni tanto le pagine di fb ma nn mi sono mai iscritto... perche tu sei iscritta su fb ....
 
E PENSARE CHE ANCORA C'E UN BRAV'UOMO CHE VOTA PD CHE CORAGGIO MA DOVE HA PERDUTO I NEURONI ?


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[h=1]"I massoni di sinistra?
Nelle logge sono 4mila"[/h] [h=3]Il Gran Maestro e il caso Pd: "Scoprono ora che la sinistra è figlia anche della massoneria". "E' ora di finirla con la leggenda della segretezza, frutto avvelenato di Gelli" di ALBERTO STATERA[/h]
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"Quando nel mondo la canaglia impera, la patria degli onesti è la galera", recita ironico il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia Gustavo Raffi, avvocato ravennate dal profilo un po' risorgimentale, ex segretario locale del defunto Partito repubblicano di Ugo La Malfa, quando gli si chiede di commentare l'improvvisa fiammata antimassonica di parte del Partito Democratico. E l'Opus Dei? E Comunione e Liberazione? E tutti i mariuoli, clericali o non, ormai in circolazione per ogni dove? E tutti i seri problemi del paese che il Pd tende spesso a rimuovere imboccando improbabili vie di fuga? Il Gran Maestro se lo chiede, ma la delibera assunta lunedì dalla Commissione di Garanzia presieduta da Luigi Berlinguer, proveniente da una vecchia famiglia massonica il cui capostipite Mario, padre di Enrico e Giovanni, era Gran Maestro della Loggia di Sassari, in fondo non gli dispiace: "Al di là della temporanea sospensione dei fratelli pd iscritti - dice - c'è un percorso serio per capire la questione e non infliggere una censura dogmatica; è un percorso laborioso, ma simile a quello già tracciato saggiamente dal lodo di Valerio Zanone e Giovanni Bachelet". Ma non gli va giù che i problemi interni di un partito in cui si è rivelata difficile la convivenza tra l'anima cattolica ex democristiana con quella laica ex repubblicana, ex socialista ed ex comunista, tirino inopinatamente in ballo "una delle più importanti agenzie produttrici di etica che abbia creato dal suo seno la storia dell'occidente, come il professor Paolo Prodi ha efficacemente definito la massoneria".

Un fatto è certo, i massoni del Partito democratico, che dovranno ora rivelarsi, sono a bizzeffe, come garantisce l'ex sindaco comunista di Pistoia Renzo Baldelli. Col Gran Maestro recalcitrante, che giura di non aver mai chiesto di mostrare la tessera di partito ai suoi fratelli ("Se no verrei messo fuori dal consesso della massoneria mondiale") tentiamo un computo, che ci porta a un totale di oltre 4 mila su quasi 21 mila iscritti in 744 logge, il 50 per cento dei quali concentrati in Toscana, Calabria, Piemonte, Sicilia, Lazio e Lombardia, con la maggiore densità assoluta a Firenze e Livorno. Di questi almeno 4 mila diessini, molte centinaia ricoprono cariche politiche, amministrative o dirigenziali, come in passato il Gran Maestro aggiunto Massimo Bianchi, che è stato vicesindaco socialista di Livorno. Adesso dovranno rivelarsi ed è facile prevedere che non sarà un'operazione indolore.

Ma Gustavo Raffi pensa che potrebbe venirne persino un bene, cioè "la fine di questa leggenda della segretezza, frutto avvelenato delle gesta del materassaio di Arezzo, che non ha ragione di persistere. Ma come si fa - si accalora - a confondere il Grande Oriente, scuola di etica e di classe dirigente, con i mariuoli che infestano il paese anche in false massonerie? Il fascismo, perseguitandola, costrinse la massoneria al segreto, ma oggi siamo un'istituzione trasparente tornata nella storia. Lo dimostrano le decine di nostri convegni culturali con partecipanti del calibro di Margherita Hack, Rita Levi Montalcini, Umberto Galimberti, Giuseppe Mussari, Ignazio Marino, Paolo Prodi, Gian Mario Cazzaniga e tanti, filosofi, storici, accademici di reputazione e scienza preclare. Il Pd si accorge adesso che la sinistra è figlia anche della massoneria? Fanno fede i nomi dei fuorusciti a Parigi durante il fascismo, le Brigate partigiane in Spagna e la Costituente, dove su 75 membri 8 erano massoni, da Cipriano Facchinetti ad Arturo Labriola, Meuccio Ruini... ".

Gran Maestro - lo interrompiamo - per favore, non torniamo a Garibaldi e Bakunin e ai generi massoni di Marx, il fatto è che in un passato più recente le vicende della massoneria ufficiale non sempre sono apparse commendevoli. Tra l'altro, nel governo e nella attuale maggioranza di destra si dice ci sia la più alta concentrazione di massoni (e di Opus Dei) mai vista, come ha rilevato l'ex presidente Francesco Cossiga, che se ne intende. A parte Berlusconi, Cicchitto, che erano nella P2, e al consulente di Gianni Letta, quel Luigi Bisignani che ne era il reclutatore, ce ne sarebbero molti altri, a cominciare da Denis Verdini, che però ha smentito. Per non dire dei Lavori Pubblici, culla della Cricca degli appalti, considerato il ministero col maggior numero di dirigenti massoni. Il Gran Maestro non sfugge: "Io le posso dire in tutta coscienza che, tolti quelli che giocavano a nascondino col materassaio di Arezzo e che con noi non hanno nulla a che fare, abbiamo fatto un'attenta analisi dei nomi emersi come appartenenti alla Cricca e delle intercettazioni telefoniche pubblicate sui giornali. Abbiamo trovato solo un nome nelle nostre liste e l'abbiamo sospeso immediatamente. Se ne emergeranno altri, stia certo subiranno la stessa sorte". Inutile insistere per ottenere il nome, il Gran Maestro garantisce di non ricordarlo, ma promette di ricercarlo, perché dice di sognare una massoneria supertrasparente come quella americana, cui i fratelli sono fieri di appartenere, dove le logge sono indicate al centro delle città con grandi cartelli stradali, "come già abbiamo fatto a Ravenna mettendo la targa sulla nostra sede, perché se ti nascondi finisci alla gogna". Ma nulla autorizza la componente cattolica del Pd a confondere la massoneria storica con pseudomassonerie affaristiche, "se no è come se io dicessi non che un partito è degenerato, ma che tutti i partiti sono degenerati, mentre, pur se disastrati, continuano ad essere il cardine della democrazia. Mai dirò che i partiti inquinano la massoneria, ribaltando l'affermazione di quel parlamentare del Pd, il quale ha osato dire che la massoneria inquina il suo partito". Se la teoria del senatore di Magliano Sabina Lucio D'Ubaldo prendesse piede nel Pd, il Gran Maestro vi scorgerebbe un arretramento clericale e culturale quasi a due secoli fa, all'enciclica "Mirari Vos" di Gregorio XVI che condannò la separazione tra Stato e Chiesa e qualunque libertà di coscienza.

Chissà se la delibera dei garanti pd guidati da un Berlinguer frenerà ora le iscrizioni al partito, notoriamente non in splendida salute, o al Grande Oriente d'Italia, che conta 1600 "bussanti" all'anno, più di un terzo dei quali respinti in attesa di "passaggi all'Oriente Eterno" di anziani fratelli.
a.statera@repubblica. it
 

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