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Il potere uccide la mente

Alien.

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Cronaca

31 gennaio 2013


hare​

SENTENZA

La Cassazione sulla droga:
non è reato il consumo di gruppo











È "penalmente irrilevante" il consumo di gruppo di sostanze stupefacenti sia nell'ipotesi di "mandato all'acquisto" sia in quella del "acquisto comune". Lo ha sancito al Cassazione, a sezione unite penali, rigettando il ricorso della parte civile contro una sentenza del gup di Avellino, che il 28 giugno 2011, aveva dichiarato il non luogo a procedere nei confronti di un uomo "perchè il fatto non sussiste". Sull'uso di gruppo, dopo l'introduzione della legge Fini-Giovanardi, nel 2006, era sorto un contrasto giurisprudenziale: se la Cassazione, in passato, aveva sempre ritenuto penalmente irrilevante l'uso di gruppo, vi erano state, in tempo più recente, decisioni più severe secondo cui questo, invece, era reato.

Con la pronuncia di oggi, la Suprema Corte ha ritenuto di dar credito all'interpretazione già adottata in passato. L'avvocato generale di Cassazione, Massimo Fedeli, si era espresso, nella sua requisitoria, a favore di una lettura più severa della norma.

La questione esaminata dalle sezioni unite penali è la seguente: "Se a seguito della novella introdotta dalla legge n. 49 del 2006, il consumo di gruppo di sostanze stupefacenti sia o meno penalmente rilevante, nella duplice ipotesi di mandato all'acquisto o dell'acquisto comune". La soluzione adottata dagli 'ermellini', presieduti dal primo presidente Ernesto Lupo, nella pubblica udienza di oggi, è che il consumo di gruppo sia "penalmente irrilevante in entrambe le ipotesi", come si legge nell'informazione provvisoria diffusa al termine della Camera di Consiglio. Per le motivazioni si dovrà attendere almeno un mese.


TU PAGA LE TASSE LORO DECIDONO COSA O NON COSA DEVI FARE .QUANDO L'UOMO HA IL POTERE SI ERGE SOPRA DIO.MA SOLO DEGLI UMILI SARA IL REGNO DEI CIELI.





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Corriere salute. MESSAGGI DELLA MENTE

I DANNI PESANTI DELLE DROGHE LEGGERE SUL CERVELLO



----------------------------------------------------------------- Corriere salute.MESSAGGI DELLA MENTE I DANNI PESANTI DELLE DROGHE LEGGERE SUL CERVELLO La distinzione tra droghe leggere e pesanti intende far riferimento al loro effetto. Poiche' si tratta di sostanze che agiscono nel cervello, occorre distinguere un' azione sull' organo e una sul comportamento. E' probabile che anche gli aspetti comportamentali siano correlati a modificazioni biologiche del cervello, ma cio' non e' stato definitivamente dimostrato. Relativamente alla dimensione biologica misurabile, e' chiaramente provato che anche le droghe leggere, i derivati della canapa indiana in primis, modificano l' assetto biochimico: agiscono sui neurotrasmettitori e intervengono sulla trasmissione fra i neuroni, esattamente come le droghe pesanti. Non e' possibile, insomma, differenziare una leggera da una pesante in base al meccanismo di azione. Quando si guarda poi a possibili lesioni, occorre separare un effetto acuto da uno cronico, sicche' un reperto negativo oggi non esclude una lesione in futuro. Non ci si deve aspettare necessariamente fenomeni vistosi, poiche' il sistema nervoso centrale e' una struttura cosi' complessa da poter subire microdanni per il cui rilievo manca una strumentazione idonea. Per questo la valutazione degli effetti comportamentali assume ancor maggiore rilevanza. Nell' insieme si tratta di un alterato rapporto di realta' . Per alcuni e' una condizione di euforia, per altri di sedazione dell' ansia, per altri di disinibizione e di tranquillita' , come se venissero spente le motivazioni. Queste sono le descrizioni di consumatori allo stadio iniziale ed a dosi moderate. Quando il consumo si protrae a quantita' piu' elevate, si cominciano a notare stati di disinteresse verso cio' che accade. Le reazioni emotive di fronte all' esperienze ora sono piu' spente. Domina l' attenzione su di se' . Contemporaneamente il rapporto con la sostanza si fa piu' intimo, un forte bisogno che si evidenzia quando non sia disponibile. E' falso sostenere che le droghe leggere non danno dipendenza, come e' inesatto affermare una separazione netta tra dipendenza fisica e psicologica. Progredendo nel consumo (immaginiamo per 30 anni), compare una passivita' diffusa che riguarda un totale disinteresse ai sentimenti, alla relazione con gli altri. E in questi casi si rinvengono abitualmente lesioni cerebrali. A questo proposito c' e' da porsi una domanda: ma perche' mai esiste una corrente che vuole liberalizzare le sostanze leggere fondandosi su dati che non danno alcun conforto? Perche' non si limitano a dire "liberalizziamo perche' liberalizziamo"? Ne avrei piu' rispetto, perche' si farebbe affidamento su una fede e non sulla razionalita' medico - scientifica. Vittorino Andreoli, Psichiatra

Andreoli Vittorino

Pagina 15
(23 dicembre 1996) - Corriere della Sera




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